» Secret Whispers GDR - Yaoi, Yuri, Hentai, GDR Yaoi, GDR Yuri, GDR Hentai

Posts written by »Nill

  1. .




    001# Atto Primo


    Il sole rovente di quella mattina, che era sorto come una palla infuocata da Est, illuminava l'intera città orientale, lasciando allungare le ombre delle persone sulle pietre calde delle varie case cittadine, andando a renderle sottili e corte, fino a sparire sotto i piedi. Era mezzogiorno quando non c'erano ombre dove potersi riparare dal sole cocente, nelle varie piazze e nei vari vicoli delle strade, dove la gente era solita passeggiare per i mercati piene di spezie e viveri, di ori e argenti meravigliosi. Ma in quella sfarzosa e immensa casa piena di tappeti e tende preziose, dai colori lucenti e sgargianti, c'era un'ala fresca e ombreggiata, situata verso la parte nord dell'edificio, dove il giardino si diramava oltre un grande arco di pietra, oltre le perle che ricadevano su esso, creando così un muro colorato e leggero, tanto che anche l'aria era capace di smuoverlo. In quell'ala vi erano tuttavia solo due stanze: quella del proprietario e ricco uomo d'affari, che gestiva quel posto sfarzoso; e quella del figlio, piena di libri e pergamene, piena di sapienza e studio che emanava intelletto anche oltre i teli posti alle finestre, che impedivano il passaggio di alcuni deboli raggi solari. Ma nonostante quelle sale fossero le migliori, erano lì solo per affari e studio, del tutto lontane dall'essere sale dedite al piacere o al riposo, nonostante entrambe fossero munite di soffici divani in velluto, ricolmi di svariati cuscini.
    L'ala nord non era comunque l'unica ala di rilievo del palazzo, che grande e spazioso conteneva solo al primo piano dieci stanze, oltre ai due studi, di cui otto erano piene di tappeti e letti a baldacchino, dove su essi vi erano una moltitudine di guanciali. Queste otto stanze erano dedicate al piacere, alla clientela, all'unico scopo di rilassare i sensi e trovare appagamento con le donne bellissime di Bali, che nascondevano i volti dietro a leggeri veli colorati. Ma non vi erano solo donne bellissime in quel palazzo, ma anche uomini, giovani ragazzi dai volti dolci e raffinati, così aggraziati da non essere affatto mascolini da poter sembrare soldati o futuri uomini d'affari. Ed erano proprio queste chicche, questi ragazzi dalla pelle morbida, forse più di quelle donne e ragazze di bell'aspetto, che attiravano un sacco di clienti e uomini ricchi intenti a trovare piacere in posti come quello. Stranamente “Le desert de la Rose” era l'unico posto a Bali dove si potevano trovare tali piaceri, che oltre la sesso, potevano essere uniti all'odore inebriante e speziato dell'oppio assieme al sapore dolciastro e forte dei liquori del posto. Tuttavia le sale dedite a quel tipo di piaceri erano comuni e disposte con vari divani e tavolini dove sopra essi stavano gli aromi e i liquori. Tali stanze si trovavano ai piani inferiori, giù nelle cantine, al ripario da occhi indiscreti, quali le truppe del sovrano che governava la città e ne proibiva l'uso, nonostante egli stesso consumasse tali sostanze e si desse per primo al piacere perverso nella propria casa, lontana da giudici o dal popolo, che doveva sottostare ai suoi voleri e alle leggi che egli stesso dettava.
    Le altre sale che stavano ai piani inferiori, erano quelle della cucina, dove al suo interno vi erano due massaie addette alla preparazioni dei pasti e delle cene, ed ogni tanto, esse, venivano aiutate da giovani ragazze in cerca di un lavoro o abbandonate a loro stesse per le strade. Harris, il proprietario del palazzo, era sempre disposto e gentile nell'accogliere nella propria casa queste povere fanciulle, alle quali trovava a seguire un lavoro all'interno della struttura. Se erano di bell'aspetto spettava loro prestare i loro servigi e le loro grazie nei letti, come concubine e intrattenitrici notturne, mentre se erano di una certa età o non particolarmente affascinanti, Harris dava loro un lavoro di mansioni casalinghe: pulizie e quant'altro, togliendole in quel modo dalla strada e da morte certa. Un gesto gentile certo, ma al tempo stesso d'interesse e per loro, per niente ben ricompensato, poiché gli stipendi che ricevevano quelle ragazze e quei ragazzi erano miseri rispetto ad altri lavori che avrebbero potuto fare. Tuttavia, c'era da considerare che vitto e alloggio erano a spese del proprietario e la loro casa alla fine si tramutava in quella. I letti infatti erano situati ai piani superiori o in alcuni casi fuori dalla struttura, in una piccola dependance vicino ad essa.
    L'altra sala, non poco distante dalla cucina, era un grande bagno fatto di piccole pietre colorate, con una grande vasca a terra quadrangolare e un abbinamento di colori caldi e tenui che rendevano quel luogo piacevole. C'erano anche clienti che richiedevano di fare dei bagni, magari in compagnia di qualche giovane donna o uomo, disposta/o a lavargli la schiena e divertirsi con lui in quel luogo, decorato a posta per l'occasione: con candele e incensi, profumi delicati e una moltitudine di saponi e shampi importati dall'estero.
    Come si povera intuire, Harris, era un uomo incentrato nel mondo del lavoro e degli affari, dove i soldi venivano al primo posto e il volere dei suoi clienti subito dopo, trascurando così quelli che erano i principi fondamentali dell'essere l'unico genitore per Kassim, il suo unico erede e figlio legittimo. La moglie di Harris infatti, era morta durante il concepimento del piccolo Kassim, lasciando così il marito solo nella crescita del ragazzo. Tuttavia il suo interesse nel crescere il figlio pareva più un interesse che un affetto personale, per tanto aveva costretto il giovane a dedicarsi allo studio e alla sua formazione fin da subito, spingendolo al mondo dell'economia e del lavoro, dell'impresa familiare che Harris aveva creato in quegli anni, speranzoso che una volta venuto a mancare suo figlio avrebbe proseguito quell'attività, seguendo così le sue orme. Per questo, ora che il figlio aveva compito la maggiore età, aveva deciso di fargli fare un ulteriore passo, ossia quello del matrimonio con Lyana, una giovane ragazza di dodici anni, figlia di un ricco imprenditore di Bali. Ovviamente la ragazza era ancora troppo piccola per essere presa in sposa e Kassim avrebbe dovuto aspettare altri due anni prima di poterla avere in moglie e darsi da fare per mettere su famiglia con ella. Per tanto, Harris, aveva deciso di fargli conoscere il piacere e il modo migliore per appagare la sua futura sposa, senza farsi vedere impreparato o poco virile. In poche parole, Harris lo stava spingendo a diventare un uomo.
    E fu proprio in quella calda mattina che l'uomo richiamò il figlio nel proprio studio, invitandolo a prendere posto davanti alla scrivania in legno. Gli occhi color pece si specchiarono profondi in quelli più chiari del figlio, infondendo ad essi un espressione autoritaria e forte, lasciandogli ben capire il timbro di capo famiglia e uomo al comando che avrebbe impartito regole e decisioni, che Kassim avrebbe dovuto seguire senza obbiezioni. Ci fu un momento lungo di silenzio, dove i due si guardarono a lungo negli occhi, finché lo sguardo del figlio non vacillò irritato e messo in soggezione, troppo debole per sostenere quello duro e allenato del suo vecchio. Al ché la voce dell'uomo si manifestò nella sala, mentre sul viso, riempito di rughe e decorato da una lunga barba scura, si abbozzava un ghigno di soddisfazione e commiserazione al tempo stesso.

    “Kassim, è giunto il momento per di diventare un uomo. Ormai hai diciotto anni, devi cominciare a prendere atto di quella che è la vita e il piacere che essa può offrire, senza dimenticare quali sono i tuoi obblighi e le tue responsabilità.”

    Cominciò con voce timbrata, mentre le mani si congiungevano davanti al busto, poggiate sulla liscia e antica scrivania, dove sopra vi erano pergamene e libri rilegati in pelle verdognola, importata anch'essa dall'Europa. Gli occhi di Kassim si alzarono titubanti e in cerca di ulteriori spiegazioni verso quelli del padre, che subito cominciò a parlare su quello che egli stesso aveva deciso per lui e per il suo bene.

    “Sceglierai entro tre giorni uno dei ragazzi o delle ragazze con cui perdere la tua verginità. Non importa chi, una volta scelto il partner, voglio che tu diventi uomo e che non ti faccia trovare impreparato alla tua futura sposa. Ci tengo ad avere dei nipoti e tu, non dovrai deludermi.”

    “Non lo farei mai, padre.”

    Rispose con voce seria il ragazzo, mentre l'uomo sospirava stanco e andava a poggiare le mani a palmo aperto sul banco, dandosi così una lieve spinta e alzandosi così in piedi. Diede le spalle al figlio osservando distratto l'amplia libreria che vi era nel suo studio, cercando un libro che aveva acquistato tempo addietro a un bazar del paese.

    “Ciò mi conforta, dopotutto per ora non mi hai mai disubbidito e mai dovrai farlo.”

    Continuò, fino a fermarsi, scivolare con la mano sulle rilegature morbide e altre vecchie, finendo per prendere il suddetto testo ricercato. Lo fece scivolare fuori dal suo incavo, culla che lo aveva accolto per tutto quel tempo, portandoselo così davanti agli occhi e osservandone il testo grande che era stato stampato sopra la copertina: Kāma Sūtra.

    Si voltò verso il figlio porgendogli a seguire il libro appena preso dalla libreria, porgendoglielo tra le mani, che lui stesso protese per prendere ciò che il padre gli stava offrendo. Lo guardò serio, senza coglierne il significato iniziale, chiedendosi tra se e se di cosa potesse trattare tale manuale. Il padre tuttavia lo riportò velocemente a quella che era in effetti la loro conversazione, mettendo così da parte il testo e alzando nuovamente lo sguardo verso la figura paterna che si muoveva dietro la scrivania, tamburellando le dita sopra le mani congiunte.

    “Quello ti aiuterà per applicarti meglio e per accrescere le tue conoscenze sul sesso. Per un uomo, il sesso, è molto fondamentale, se non vitale. Quindi dovrai imparare a conoscerlo e destreggiarti in esso. Hai ancora due anni prima di maritarti e voglio che in questi due anni, oltre allo studio all'accademia di economia, tu, ti concentra anche su questo.”

    Poi si fermò, volgendo di nuovo il suo sguardo severo e duro verso il figlio, facendogli intendere l'importanza di quelle parole e il fatto che no, non avrebbe dovuto deluderlo nemmeno in quello, perché lui era il suo unico erede. Kassim annuì prontamente, mostrandosi pronto e deciso, senza tentenno alcuno, perché lui avrebbe preso dal padre, sarebbe diventato come Harris. O almeno, questo era quello che suo padre gli aveva sempre fatto mirare come obbiettivo, come segno di realizzazione e successo. Purtroppo per Kassim la vita non era stata di larghe vedute e la sua priorità e il suo scopo erano stati da sempre, fin da piccolo, l'arrivare ad essere come l'uomo che lo aveva cresciuto e messo al mondo, l'unico punto di riferimento che poteva avere in quella vita fredda e terribilmente solitaria. Nessun amico, nessun amore. Chiuso in quel palazzo aveva solo visto donne diverse, teli colorati e massaie pronte a servirlo come schiave, ma nessun atto caldo e d'affetto lo aveva fatto sentire più umano e più vivo, solo quell'uomo era stato l'unico in grado di dargli un indirizzamento, uno scopo e una strada da seguire. Kassim gli era grato per questo.

    “Bene. Quando avrai trovato qualcuno che ti aggrada fammelo sapere, gli darò personalmente le direttive su come comportarsi con te. Adesso puoi andare.”

    “Va bene, padre.”

    Rispose il giovane alzandosi e uscendo dalla stanza, lasciando l'uomo immerso nei propri affari. Avrebbe avuto tempo tre giorni per trovare una ragazza con cui fare esperienza e avrebbe dovuto cercarla da solo nel palazzo, ciò comportava un esposizione continua nelle sale di raccolta dove queste si trovavano in attesa dei clienti. Non che fosse davvero un problema fare come il padre aveva richiesto, tuttavia per Kassim, fare ciò era molto imbarazzante, dopotutto non aveva avuto mai nessun contatto con altri e l'unico piacere provato era stato da solo nelle proprie stanze, vergognandosi terribilmente per aver fatto qualcosa di tanto perverso e strano. Attraversò velocemente il corridoio che divideva la propria stanza con quella del padre, così da entrarvi e poggiare sulla propria scrivania il libro datogli dal genitore. Uscì nuovamente, essendo quella l'ora di pranzo, intento a dirigersi verso la cucina, dove avrebbe ordinato ad Alina, qualcosa di fresco e consistente, visto il suo grande appetito.

    “Alina? Alina?”

    Cominciò a chiamare la donna, che presto uscì dalla cucina, chinando il capo in attesa di un comando da parte del giovane.

    “Fammi un Ardishawki mahshi e portamelo nella mia stanza, per favore.”

    “Certo signore.”

    Dato l'ordine, la donna se ne tornò proprio com'era venuta, lasciando che il giovane ragazzo facesse altrettanto ripercorrendo il corridoio, dove si trovava anche l'imboccatura delle scale che conducevano al piano superiore. E fu lì che la vide. Bella, bellissima, come una dea ai suoi occhi ancora acerbi della vita e di quel mondo fatto di piaceri. Il suo sguardo si perse in quelle gemme dorate, proprio come le dune del deserto e si sentì vacillare nel vedere anch'essi immersi nei suoi, là dove un vortice oscuro si insidiava e ramificava sempre più a fondo. Ma fu solo un attimo, poiché la scia di capelli biondi e lunghi, lisci come la seta, scivolarono oltre il freddo muro di quella casa, facendo sparire dalla sua vita quella musa che lo aveva totalmente stordito. -


    Fu per un momento, un istante, un battito di ciglia che i suoi occhi chiari incontrarono due paia simili, quasi della stessa tonalità, ma più scuri, più sottili e affilati, più affascinanti nel momento in cui lo vide. Fu per un attimo, i rasta ad incorniciargli il viso e quella pelle scura, non eccessivamente troppo bruciata dal sole; fu per un secondo, che i loro sguardi si unirono, mentre lui sgusciava via, continuando a camminare in un fruscio di capelli biondi e tessuti colorati che costituivano i suoi vestiti.
    Era stato per poco, ma continuò a ripensarci per un po’ a quegli occhi e al modo stupito in cui quel giovane l’aveva guardato, mentre si districava in quel labirinto di corridoi per poi giungere alle scale che lo avrebbero portato nelle stanze superiori. Si riprese subito, comunque, ritornando a sorridere felice e soddisfatto sentendo quel leggero tintinnio che accompagnava i suoi passi fin nella stanza che gli era stata assegnata assieme ad un ragazzo simile a lui per la professione che erano costretti a svolgere se volevano vivere; lo vide, disteso sulle proprie stuoie e tappeti, il fisico asciutto con un filo di muscoli lasciato nudo per il caldo asfissiante di quelle ore del giorno, che poteva essere sentito anche lì, all’ombra, un braccio a sorreggersi il capo, mentre l’altro era intento a sfogliare un vecchio quaderno o libro, magari preso da terra perchè qualche sprovveduto l’aveva lasciato cadere o non si era rilevato interessante.


    Ma non era questo quello che importava ad Alibaba.

    “..Cos’è quel sorrisino che hai stampato in faccia?”

    Gli disse, guardandolo con la coda dell’occhio pacatamente, senza un reale interesse mentre lui smanettava tra le sue cose, affianco alla sua stuoia dall’altro lato della stanza; non era grande, quanto bastava a contenere due letti per due persone distanziati tra di loro da tre o quattro passi. Le pareti erano spoglie, appena scrostate in qualche punto qua e là, e alle finestre era stata appesa una tenda per ripararli dal sole eccessivo.

    Il ragazzo biondo sorrise, tirando fuori un turbante e acconciandoselo in testa, rialzandosi i capelli lunghi fin quasi a sfiorare il fondoschiena e lasciando fuori solo qualche ciocca dietro al collo; faceva troppo caldo, fuori, per uscire senza un qualcosa in testa o principalmente lui sarebbe svenuto appena fatto un passo fuori.

    “Mi hanno dato, mh.. i soldi per il mese di lavoro!”

    Disse Alibaba, mettendoselo meglio e smuovendo un piccolo sacchetto tintinnante davanti al naso dell’altro, che rimase impassibile, solo con un principio di un sorriso a piegargli l’angolo sinistro delle labbra. Più di così, ormai lo sapeva, da Ashet non poteva avere.

    “Sono contento, presumo che vai a comprare le medicine che ti servono, allora.”

    Annuì radioso, afferrando una toga e mettendosela sbrigativamente sulla spalla, circondandolo molle fino al fianco, per poi fare un saluto veloce e sgusciare via, scendendo le scale a due a due e facendo un piccolo saltello finale; per poco non andò a sbattere con una cameriera con un vassoio in mano, prendendole per le spalle e sorridendole divertito, vedendo la sua paura negli occhi -per star, quasi, facendo cadere, tutto il pranzo del suo padrone-scemare per uno sguardo tra l’ammonimento e lo sconsolato.

    “Ops, scusami Alina!”

    “Alibaba! Rischiavi di farmi cadere tutto..”

    Lo redarguì la donna, mentre lui si impicciava con lo sguardo, alzando il coperchio che copriva il piatto pieno del pranzo del giorno. Storse il naso, sia per l’odore che per la vista di quel.. coso verde imbottito.

    “Chi è che mangia questa roba?”

    “E’ per il giovane padrone, lascia stare!”

    E con un piccolo schiaffetto sul dorso della mano venne costretto a rimettere apposto il coperchio, ridendo divertito e in maniera forse un poco infantile per i suoi diciassette anni.

    “Dov’è che vai così di fretta, te?”

    Il giovane riprese a correre per il corridoio principale, alzando il sacchettino con i soldi.

    “Dal medico a prendere le medicine. A dopo!”

    Poi si voltò appena, ridente e con gli occhi furbi disse:

    “E dì al giovane padrone che ha dei gusti molto strani!”

    E con una risata cristallina, uscì fuori con la calura di mezzogiorno, ignorandola e correndo per la strada sterrata; era sempre un rischio, per uno come lui e per la sua costituzione, uscire fuori con quel caldo. Il suo corpo non reggeva molto le alte temperature, ma in quel momento tutto passò in secondo piano; l’unica cosa che voleva era prendere quelle medicine.
    Perché era quello, il motivo che lo spingeva ogni giorno a fare il lavoro che faceva. E non poteva permettersi per nessuno motivo al mondo di non potersele permettere; per questo era felice, soddisfatto di sé stesso e euforico per quella concessione anticipata del suo padrone.
    Pian piano, un passo alla volta e avrebbe potuto guarirla.





    NOTE: Siccome alcune parole potrebbero esservi strane, come alcuni piatti, qua mettiamo una breve spiegazione (vocabolo) con quelle che ci sembrano forse più "strane" *coff* anche se vabbè, per alcune forse non c'è molto bisogno di spiegarsi BD

    Kāma Sūtra : Il Kāma Sūtra (sanscrito: कामसूत्र) è un antico testo indiano sul comportamento sessuale umano, ampiamente considerato come l'opera più importante nella letteratura sanscrita sull'amore. Il libro è stato scritto da Vatsyayana ed il suo titolo completo è Vātsyāyana Kāma Sūtra ("Aforismi sull'amore, di Vatsyayana").
    Ardishawki mahshi : Piatto tipico arabo fatto con: carciofi ripieni di carne tritata condita con pinoli e fritti in olio.
  2. .
    Scusate ma ho fatto un'attimo un casino, mi son sbagliata sezione dove postare l'inizio role di un accademia e l'ho messa in scuole&asili!
    Il topic è questo.
    Se potreste spostarmela nella sezione Università, grazie :3
  3. .
    Role: DylanxGaryxMicah
    Di: ´Riku ¾ & Mikki-chan & »Nill
    Genere: Yaoi
    Link di inizio role: St. Clover
    Link Schede PG: Dylan Khernaf & Gary Ford & Micah Khernaf
  4. .
    Aggiunto Arthur Knight.
  5. .
    Aggiunto Nekoi <3
  6. .
    Aggiunto Aristeo.
  7. .
    Cioè.. CIOE', NINFI T^T
    Caffolo, avverti che fai queste cose, che il mio cuoricino non regge sennò! Appena l'ho visto, mi son commossa tantissimo ;A;
    E dire che te ne avevo parlato, dell'anno insieme .. quando? un mese fà, tipo!
    E mi son scordata come una babba D: Mea culpa anche per gli esami, ma ciò che hai scritto mi ha fatto un sacchissimo piacere!
    Grazie mille, ma davvero tante grazie, per tutto <3
    Yuina e Naoki hanno iniziato pian piano ad entrarmi dentro, ed ora non sai quanto li amo e non sai -anzi sì, lo sai benissimo invece, visto le teste che ti faccio ogni volta x°D- quante pene e quante incazzature mi ci prendo con quell'idiota che non si decide a sceglierla e con la mia che non si fida quando dovrebbe.
    Sono due stupidi, e noi che li muoviamo idem <3
    Son stata davvero felice di aver iniziato una role con te e di averti scelto; sì, perchè quel figo di Naoki non poteva stare tra le tue schede eliminate, volendolo subitaneamente e senza repliche come partner *w*
    Ti ho scelto e son stata davvero felice della mia scelta e.. bhè, i frutti si sono visti come l'ultima vittoria :D
    Anche senza sesso ma solo a morsi, schiaffi e pugni -a Naoki non piace questo elemento lol- è stato un anno bellissimo!
    Ringrazio tutti quelli che ci seguono (vi amo, sappiatelo çAç), quelli che ci hanno fatto gli auguri (<3) e ringrazio ancora di più te, Ninfi, ma tanto tanto tanto; e sai che il tuo bene è corrisposto totalmente :<3:

    E FARANNO SESSO .. prima o poi!

    E sarà tanto amore *-*




    Ps. E Yuina quei piercing e quei fottuti capelli alla moicana glieli strapperebbe in un nanosecondo; col cacchio che ringrazia per quelli. Mpfh ù^ù ( :<3: )
  8. .
    Micah è passato ad occupato.
  9. .
    Aggiunto Micah!
  10. .
    Aggiornato tutto, chiedo scusa per la svista!
  11. .
    Role: Alister x Kassim
    Di: »Nill & ´Riku ¾
    Genere: Yaoi
    Link di inizio role: Camera (casa) di Kassim
    Link Schede PG: Alister e Kassim

    Role: NashatxMeritaton
    Di: Tamino & »Nill
    Genere: Hentai
    Link di inizio role: Tebe, Palazzo Reale
    Link Schede PG: Nashat e Meritaton
  12. .

  13. .
    Riku ¾ ~
  14. .
    'Riku¾
  15. .
    Tipologia role: Yaoi
    Link di inizio role: Camera (casa) di Kassim
    Scheda del proprio pg: Alister Barker
    Scheda del partner: Kassim Harris Hall
    Archivio: Archivio Nill
    Archivio Partner: Archivio Riku
195 replies since 8/8/2011
.