Data's Corner

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You have to be burning with an idea

Accucciata contro di lei non riusciva ad addormentarsi. Avevano parlato fino a tardi, lei si era lasciata cadere sul cuscino esausta e alla fine aveva chiuso gli occhi, sussurrato qualche altra parola e poi aveva superato la soglia dei sogni. Jessie avrebbe dovuto spegnere la lucina sul comodino e andarsene e invece rimase in silenzio, al buio accucciata contro la sua schiena. Aveva un respiro regolare, lo avvertiva dai suoi movimenti. Indossava la maglietta larga, quella mangiata dalle tarme che metteva sempre per dormire e che non lavava mai. Aveva il suo odore. Era talmente intenso che persino il sudore si mescolava gradevolmente a quelle tonalità di cotone e pelle, profumo e fumo di sigaretta. Inspirò profondamente con il naso schiacciato contro la maglietta. Le girò la testa e il piacere si trasformò in un attimo in una lingua di calore che ridiscese il ventre e le inumidì le labbra, tremò impercettibilmente. Strinse le gambe per non perdere quella sensazione. Espirò profondamente per liberare la tensione, eppure un desiderio silente mosse le sue dita. Come una bambina che prende un biscotto di nascosto dalla mamma, passò le dita sul profilo nudo dei suoi fianchi fino al merletto dei suoi microscopici slip. Superò l'ostacolo molto lentamente, sollevò il bordo della maglietta che scostò con delicatezza. Sentì il cotone accarezzarle la pelle, il suo odore smuovere di nuovo l'aria. Le passò le dita lungo il ventre piatto e solo stringendo i denti non cercò subito rifugio tra le sue gambe. Piuttosto salì indiscreta cercando il contatto morbido con il seno. Ne percorse il perimetro in spirali sempre più strette, sempre più fameliche fino alla corolla del capezzolo, che accarezzò con dolcezza per sentire tutte le sue increspature. Si morse il labbro per non ansimare smaniosa al desiderio di stringerlo tra le labbra, riempirsene la bocca. Ma voleva che continuasse a dormire, voleva esplorare il suo corpo in silenzio mentre la sua mente era altrove, voleva possedere quel corpo senza essere vista, assaporarlo completamente abbandonato nelle sue mani. Il pensiero che in quel momento quella terra le appartenesse la spinse a ridiscendere più delicatamente ancora per non rischiare di svegliarla e spezzare quell'incantesimo nascosto nel buio. Accarezzò la rotondità morbida della sua vulva sopra il pizzo decorato del suo slip. Era caldo e umido, docile come un'agnello Jessie disegnò ghirigori con il polpastrello stringendosi sempre più forte al suo corpo. Sentiva le viscere in fiamme, il suo corpo completamente aperto al desiderio di essere l'involucro di un piacere irrefrenabile. Allungò l'indice tra le sue cosce seguendo la linea delle sue labbra intrise del suo odore. Poi si ridistese e con quello stesso polpastrello s'immerse nella propria intimità, umida e bollente. Seguì i percorsi noti fino a dover soffocare i gemiti in lamenti silenziosi che dischiudevano le sue labbra e inarcavano la sua nuca. Un'ondata di calore l'accolse e solo allora smise lasciandosi andare.