S h a t z a b r e e n

L'Intrecciatrice di Sogni

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  1. Xasar
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    O_______O inquietante, e profondo al tempo stesso. Accidenti O_____O sono senza parole io... io... O_____O
    MITICA O__________O
     
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    Mi chiamo Maido, ma sono più un'Ojou-sama che altro.

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    Oddio, è un'idea favolosa! x° Partecipo anche io!

    Shirley è davanti alla scrivania e, come al solito, gioca agli eroge e guarda anime. Ad ogni personaggio e scena che vede, il pensiero le ricade su Akari. Pensa costantemente a lei, fino a notte fonda. Al suo corpo e alla sua voce, mentre ripercorre i passi dei suoi videogiochi preferiti, finché... non si addormenta. Cosa sognerà Shirley-tan?~
     
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    Possiamo considerare soddisfatta anche la terza cliente, quindi? :asd:

    Ma ottimo, Shatzabreen ha già una nuova richiesta... Here we go!

    Sogno di Shirley Takakura ~

    Nota bene: il testo del post è scritto in seconda persona poiché Shatzabreen si rivolge direttamente al PG, guidandone il sogno.


    "Non ci voglio andare, non ci voglio andare, non ci voglio andare!"
    E' la tua voce quella che senti protestare con vigore, eppure non sei tu a pronunciare quelle parole; ti guardi intorno, cercandone la fonte.
    Sei all'aperto, in una brughiera spazzata da un vento caldo, e ti rendi conto d'essere su una scogliera, poiché sconfinato sotto di te si stende il mare. Forse per via del riverbero del sole, o forse no, la superficie mossa di quell'acqua è bianca come il latte.
    A parlare con la tua voce è una bambina bionda dagli occhi chiarissimi e lucidi che è in piedi proprio sul bordo della rupe, con la schiena rivolta al mare; di fronte a lei un uomo che non riconosci, non potendone vedere il volto. La bambina si accorge della tua presenza e apre la bocca per gridarti qualcosa, ma l'uomo la spinge indietro con una mano e lei precipita giù dalla scogliera. Corri ad affacciarti e la vedi cadere lentamente, come al rallentatore, con un'espressione sorpresa sul volto; quando il suo corpo infrange la massa d'acqua bianca che la aspettava, non fa alcun rumore. Pochi secondi dopo la sua testa riemerge; sembra che la bimba non si sia fatta alcun male e addirittura la senti ridere, prima di rituffarsi sott'acqua e sparire.
    Decidi di buttarti anche tu.

    Dalla scogliera non ti sembrava che il mare al di sotto fosse così lontano, eppure la tua caduta sembra non finire mai. L'aria tiepida ti scorre sul viso e sul corpo, e la sensazione è molto piacevole. Ora che non hai più i piedi sulla terraferma e che ti avvicini lentamente al mare, ti sembra che oltre alla sua infinita bianchezza non esista altro. Precipiti senza peso, quasi volando, lentamente.

    Qualcosa alla tua destra attira la tua attenzione, e ti volti; Akari sta cadendo con te, e il suo viso è rilassato. Ti sorride. Sei felice di precipitare insieme a lei, le sorridi di rimando.
    Ma intorno a voi altre ragazze stanno cadendo lentamente, in una pioggia di corpi femminili che sembrano essere stati disegnati per quello scopo: fluttuare serenamente nella corrente d'aria calda verso una realtà fluida e candida.
    Volgendo lo sguardo all'intorno, noti che sono tutte belle ragazze: perfette, senza età, più o meno simili fra loro; bionde, more, rosse, ne vedi persino qualcuna dai capelli celesti o rosa. Non indossano alcun indumento, ma curiosamente lo hai notato soltanto adesso. Tu stessa e anche Akari, ora che ci fai caso, siete completamente nude. L'aria tiepida che spostate cadendo è l'unica cosa che avvolge i vostri corpi.

    Finalmente il mare è vicino, sai che tra un istante ti tufferai e ti prepari. Stringi le palpebre e trattieni il respiro, ma quando tenti di riaprire gli occhi ti sembra di non riuscirci: intorno a te la più impenetrabile delle oscurità ti fa sentire cieca, ma tastandoti il volto ti assicuri d'avere gli occhi aperti.
    Ti senti sospesa come fossi in acqua, ma puoi respirare normalmente e la temperatura non è cambiata rispetto al'esterno; muovi una mano davanti a te, ma non avverti nessuna resistenza. Non capisci se ti trovi immersa in mare oppure no.

    Non sai come comportarti. Se provi a muoverti niente ti segnala se ti sei effettivamente spostata, e non hai alcun punto di riferimento. Vorresti nuotare verso l'alto per emergere dal buio, ma non sai dove si trovino alto e basso, destra o sinistra. Tuttavia non te ne spaventi, perché la gradevole sensazione d'essere avvolta e protetta da qualcosa di caldo e morbido non è passata; è anzi, forse, più forte e ti assale la tentazione di abbandonarti ad essa e spegnere il pensiero.

    Qualcosa ti tocca la schiena, e istintivamente ti volti di scatto, ma ancora non vedi niente. La cosa ti tocca di nuovo, stavolta un seno, e ti rendi conto che si tratta di una mano; è una mano gentile, dal tocco lieve, e quando la prendi con la tua capisci che è una mano femminile. Porti l'altra mano al volto della ragazza che hai davanti e ne percorri lentamente i lineamenti, cercando di riconoscerli. E' Akari, ne sei sicura. Tenti di parlare, di dirle qualcosa, ma la tua voce viene assorbita dall'oscurità e nemmeno tu riesci a udirla. La mano libera di Akari corre alla tua bocca, ti accarezza le labbra, e anche se la temperatura dei vostri corpi sembra perfettamente identica a quella della sostanza in cui siete immerse, il tocco delle sue dita si staglia netto su ogni altra percezione, imprimendosi sulla tua consapevolezza come se la sua mano fosse la chiave di una tua serratura. E forse è così.

    Vorresti baciarla, per scoprire se un contatto più profondo risveglierà il resto del corpo, liberandovi dal buio intorno a voi, e questo pensiero ti emoziona; il tuo battito cardiaco aumenta, ti sembra di riuscire nuovamente a vedere.
    E' così, perché sei sveglia.
    Ciò che vedi è la tua stanza.

     
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    Ci provo io, dai.

    Pain è disteso sul letto, la camera è buia, lui è in mutande, completamente scoperto, come al solito soffre il caldo.
    La sua mano sinistra è poggiata sul culo della bimbetta (Apollo) perchè ormai quel culo gli appartiene.
    Come sempre ci mette un po' ad addormentarsi, pensa che nella stanza accanto dorme Nagato, il bambino che ha deciso di adottare. Questo forse gli cambierà la vita, ma lui non se ne preoccupa, anzi ghigna quasi sadicamente, perchè infondo ha ottenuto ciò che voleva, lui ottiene sempre ciò che vuole e come sempre non si lascerà sconvolgere da nulla. Con questi pensieri in testa, si addormenta.

    Cosa sognerà questo psicolabile? :asd:
     
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    Oh mio Dio ma è una cosa fantastica! Giuro, mi sono emozionata ;; Penso proprio che a Shirley piacerà questo sogno... <3
     
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  6. Xasar
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    Visto che mi è piaciuto così tanto, decido di riprovare, stavolta accontentanto la mia socia con un personaggio a lei sconosciuto come la cara Fuyumine Naoto a cui la tensione e l'adrenalina ha fatto un brutto scherzo. Dopo aver investito un poliziotto con la moto, essere corsa a soccorrerlo ed essere morsa da quest'ultimo, accorre in aiuto uno strano tipo straniero dai capelli chiarissimi che spara all'uomo. Egli tenta di convincerla che era molto malato e che per quelli come lui non vi era possibilità di cura. Dopo averlo costretto al disarmo, puntandole contro la sua katana (che porta sempre attaccata alla moto), si convince in qualche modo a farsi curare ma una volta che l'adrenalina nel sangue viene diluita, sviene. Le ultime cose che pensa sono a quanto sia assurda quella situazione, quanto in realtà possa fidarsi di quel presunto medico e altro ancora... cosa diavolo sta succedendo?

    U.U spero possa andare bene
     
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    Ottimo, Maid, son contenta ti sia piaciuto ^_^

    Ok, avanti il prossimo!

    Sogno di Nagato "Pain" Rikudo ~

    Nota bene: il testo del post è scritto in seconda persona poiché Shatzabreen si rivolge direttamente al PG, guidandone il sogno.


    Ti trovi di fronte alla minuscola porta chiusa di una catapecchia di legno troppo piccola perché tu possa entrarci -il tetto ti arriva poco sotto le ginocchia-, ma sei determinato a farlo. Con tre dita spingi la porticina e guardi all'interno. Stretti l'uno all'altro ci sono tutti i bambini più piccoli dell'Orfanotrofio del Santissimo Dolore, e ricambiano spauriti il tuo sguardo. Sono minuscoli, bambini in miniatura, eppure ti sembra che stiano troppo stretti in quella ridicola costruzione fatiscente, e il desiderio di farli uscire ti spinge a scoperchiare la catapecchia con un gesto della mano. I bambini si proteggono il volto dalle schegge di legno con le mani, lanciando gridolini spaventati. Ora che la catapecchia è priva del tetto, vedi che con loro c'è anche Nagato. Lui non ha paura e allunga le braccia verso di te, e il senso di colpa che hai provato per un attimo per aver spaventato gli orfanelli lascia il posto alla soddisfazione per aver fatto la cosa giusta per il piccolo. Allunghi una mano per prenderlo, ma una voce stridula, quasi il verso di un insetto, ti chiama dal basso. Ti guardi i piedi e vedi in mezzo ad essi un microscopico direttore dell'orfanotrofio che fa cenni frenetici nella tua direzione, gridando con la sua debole voce qualcosa che non capisci. Pieghi le ginocchia e ti abbassi per avvicinare il volto a lui, e qualcuno approfitta della tua posizione per spingerti forte in avanti e farti cadere sulla pancia. Temi d'aver schiacciato, cadendo, la catapecchia con i bambini dentro, e allora alzi subito il capo per accertartene; l'hai evitata per un pelo, la tua spalla destra è proprio a un centimetro dalla parete di legno. Tenti di rialzarti, ma scopri che sei saldamente legato a terra con centinaia di sottilissimi cavi d'acciaio, e guardandoti intorno vedi decine di minuscoli uomini in completi eleganti e cravatte che si danno da fare per tendere gli ultimi cavi sul tuo gigantesco corpo.
    Senti la rabbia montare, il sangue andarti alla testa, ma, per quanto tu provi a divincolarti, quelle lenze d'acciaio ti immobilizzano, tagliandoti la carne dove è scoperta.
    Il direttore in miniatura si avvicina al tuo volto e finalmente riesci ad udirne la voce. "Non ti muovere, Pain!", ti sta dicendo con la sua irritante voce da moscerino; "sappiamo cosa vuoi fare. Sappiamo cosa sei in grado di fare." Batte le mani e due dei suoi minuscoli simili arrivano portando un telo da proiezioni montato su un'asta, ai tuoi occhi non più grande di una cartolina. "Ecco, guardate tutti!", fa il direttore. Sullo schermo bianco vengono proiettate delle foto. Ci metti qualche secondo a capire di che cosa si tratta, ma quando finalmente ci arrivi il tuo pensiero corre subito ai bambini affacciati alle piccole finestre della catapecchia accanto a te. Sono scene via via sempre meno familiari, che ripercorrono a ritroso le tue azioni più violente e cruente nei confronti di chi hai punito, torturato, ucciso. Dalla più recente passano una dopo l'altra le tue performance con spilli, lame, fili di nylon... Fino agli inizi, i primi esperimenti, e ancora prima. L'ultima immagine è quella di tua madre e di tuo padre vittime dei loro assassini.
    "Uno spettacolo orribile da mostrare a dei bambini", dice il direttore con rammarico.
    Senti qualcosa di caldo scorrerti sul viso, pensi che sia sangue; abbassi lo sguardo sul terreno su cui il liquido sta gocciolando dal tuo mento e scopri che è acqua. Scopri anche che la tua vista è annebbiata, e quando un singhiozzo ti spezza il respiro ti rendi conto che stai piangendo. Il sentimento di rabbia che provavi poco fa è sparito, ora sei solo terrorizzato e non puoi fermare il pianto. Piangi come un bambino.

    "Nagato... Svegliati, Nagato."
    E' la voce di Apollo quella che ti conduce dolcemente a svegliarti. Apri gli occhi, pieni di lacrime. Era solo un sogno, realizzi con sollievo. Getti le braccia al collo di Apollo, felice che ti abbia svegliato e che sia lì con te.
    "Piccolino, non piangere... Hai fatto un incubo. Vieni qui", ti dice mentre ti abbraccia.
    E' seduto sul bordo del tuo lettino e la sua presenza ti fa sentire protetto. Nascondi il viso nell'incavo della sua spalla e lasci che ti accarezzi la schiena con le sue mani grandi.
    Ti senti così piccolo...
    "Pain ha fatto delle cose orribili", ti senti dire. Parole che colgono alla sprovvista te come Apollo, che lascia la presa su di te e ti scosta dalla propria spalla per guardarti negli occhi.
    "Era solo un brutto sogno, Naghi..." Il tono è rassicurante, ma nel suo sguardo cogli della delusione. Non ti riconosce, è chiaro. Nemmeno tu ti riconosci. Senti nuovamente l'impulso di piangere, ma non intendi farlo per nulla al mondo e per impedirtelo ti conficchi con forza le unghie di una mano nel palmo dell'altra.

    Premi fino a sanguinare, e ti svegli.

     
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  8. Misia-chan
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    Francis Bonnefoy;
    Stava pensando a suo figlio Etienne (note su Eti: è riuscito a sottrarlo alla madre violenta e alcolizzata che gli ha causato una ferita all'occhio facendoglielo perdere).
    si è addormentato dopo una dose di eroina e svariati bicchieri di alcool.

    Che sogno fa Francis? ^^
     
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    Molto interessante, soprattutto il finale, mi piace, di solito Pain non sogna, quindi non avevo mai pensato ad un suo possibile sogno, questo mi piace, credo che mi sarà utile. Grazie mille!
     
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    And then my eyes
    got used to the darkness

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    Jared Bizel è un ladro di incredibile talento, ma ahimè l'ultimo suo colpo è stato un fallimento totale.
    Dopo essersi intrufolato in una villona dai mille antifurti ed aver tentato vanamente di rubare un famoso quadro da una teca, l'allarme è suonato inaspettatamente per una sua deprecabile distrazione. Unica via di fuga una caduta violenta dalla finestra del terzo piano che gli costa numerose fratture. Degenza veloce all'ospedale, dal quale scappa per il timore di essere riconosciuto nella sua vera identità. Si rifugia in un albergo a due stelle e solo è costretto a sopportare dolori alla caviglia, al braccio e alla schiena, oltre ad una febbre alta che, nella confusione del sonno, lo conduce al delirio e a sudate copiose nelle lenzuola.
    PS: nell'ultimo periodo Jared ha continuato a frequentare più persone ma recentemente si sta prendendo per il giovane e bel Cesar Xavièr, noto matador..

    Cosa sogna Jared?

    Grazie!
     
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    Uh uh uh <3

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    Mi sento una scema a non essermi accorta prima di questa cosa fighissima °^°
    E ovviamente ci provo anche io!

    Era da circa tre mesi che non lo vedeva, Jin, e già cominciava ad avere paura di essere stato dimenticato dalla persona che più amava al mondo.
    Quella sera il locale era chiuso, e per sua fortuna non aveva dovuto fingere orgasmi nè amori improvvisi per i clienti che lo desideravano.
    Stava disteso sul letto, una gamba a penzoloni mentre l'altra semplicemente piegata; proprio nell'incavo dell'inguine aveva preso posto Nina, la gattina dal pelo nero che pareva adorarlo, la quale si lasciava carezzare soddisfatta e appagata per tutte quelle attenzioni da parte del suo padroncino.
    Ma lo sguardo del giovane era perso ad osservare il soffitto pallido, così per nulla interessante da far intendere che non era quello l'oggetto dei suoi pensieri, bensì James, il suo amato.
    Si addormentò, tra le soavi fusa della sua gattina e un sentimento di angoscia e malinconia affiancato ad un calore del suo primo amore.

    Che cosa sognerà Jin? :3
     
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    Contenta che ti sia piaciuto, Light ^_^ E grazie a tutti coloro che apprezzano l'operato di Shatzabreen. Vediamo se riesce a ritagliarsi un momento per il prossimo sogno...

    Sogno di Fuyumine Naoto ~

    Nota bene: il testo del post è scritto in seconda persona poiché Shatzabreen si rivolge direttamente al PG, guidandone il sogno.


    Il battito rapido del tuo cuore ti martella nelle orecchie, scandendo la tua corsa forsennata; hai il fiatone, ma senti le gambe leggere come se non stessi compiendo alcuno sforzo; nella mano sinistra la tua katana, sfoderata. Ti trovi a Tokyo, anche se non riconosci il quartiere, e stai percorrendo rapidamente un dedalo di vicoli sporchi e deserti appena rischiarati dalla luce di una luna eccessivamente grande, piena e gialla.

    Stai inseguendo un vampiro, perché questo è il tuo lavoro: devi ucciderlo prima che faccia del male a qualcuno, e soprattutto prima che decida di morderti di nuovo. Non lo vedi davanti a te, ma sai che non è lontano e continui a correre. La mano destra ti fa male, pulsa dolorosamente dove i canini del vampiro sono affondati, ma più che al dolore pensi con preoccupazione a quello che potrebbe succederti ora che sei stata morsa. Anche per questo corri a perdifiato, per punire la creatura che ha minacciato la tua stessa vita. Non sei solo la Cacciatrice, stavolta: sei anche la preda che intende vendicarsi. Quindi corri, corri nelle strette strade secondarie della tua città, arma in pugno.

    "Là!", grida una voce maschile alle tue spalle, e allora ti fermi; davanti a te, in piedi e immobile con le braccia inerti lungo il corpo, una bambina. E' sporca di sangue sul collo e sul petto, e ha lo sguardo spento. Non fa niente, non dice niente; si limita a fissarti con occhi vitrei che sembrano quelli di una bambola. Ti avvicini lentamente, combattuta tra il desiderio di aiutarla e la consapevolezza che è già troppo tardi, ma quella non reagisce in alcun modo. Quando la raggiungi vedi che ha la gola squarciata, incrostata di sangue scuro e secco. Pensi subito al vampiro che stavi inseguendo, che sia opera sua, e come se quel pensiero lo avesse evocato, esso compare alle spalle della bambina. Ti guarda con un ghigno orribile dipinto sul viso, le fauci sporche di sangue esposte alla luce lunare. Impugni la katana con entrambe le mani sollevandola davanti a te, ma il dolore alla mano destra ti sorprende, costringendoti a lasciar cadere l'arma. Persino il tuo stesso battito cardiaco ti sembra doloroso, adesso, e il respiro si fa faticoso. Non provi esattamente paura, eppure il tuo corpo reagisce alla vista del vampiro come se ne avessi: un sudore freddo ti inizia dalla schiena, senti la bocca secca e impastata e le gambe molli. Il vampiro ti guarda con il suo ghigno crudele e si avvicina, fermandosi dietro alla bambina per posarle una mano sulla spalla. Entrambi ti osservano senza fare altro, e questo ti terrorizza più di qualunque attacco: non sai come comportarti. Non vedi l'esigenza di fuggire, eppure avverti qualcosa che ti sta danneggiando; non hai motivo di attaccare il vampiro né tantomeno la bambina, ma in qualche modo vorresti opporti, difenderti da quello che sta accadendo.
    Ti ricordi della voce di uomo che ti aveva avvertita, poco prima, e ti guardi intorno cercandone il proprietario. Non vedi nessuno a parte il vampiro e la bambina; ti senti sola e inerme. Cadi in ginocchio, non riuscendo più a sostenere il tuo stesso peso, e avverti il gelo arrampicarsi lungo le tue estremità, le mani e i piedi, come se le avessi tuffate in acqua ghiacciata.

    "Posso aiutarti", ti senti dire dalla stessa voce maschile. Ti volti, volgi lo sguardo all'intorno, ma inutilmente: non vedi nessuno. Vorresti gridare, rispondergli di farlo, di aiutarti subito, ma quando ci provi la voce ti si mozza in gola; l'unica cosa che riesce ad uscire dalla tua bocca è uno spruzzo di sangue che tinge l'asfalto davanti a te. Lo fissi, inorridita, e sei improvvisamente consapevole che stai morendo. La vista ti si annebbia, la luce si affievolisce lasciandoti gradualmente al buio.


    Ti sveglierai?

     
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  13. Xasar
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    *w* Wooow ammetto che non avevo mai visto la cosa da un punto di vista così diverso! Avoglia se potrebbe starci il fatto che fosse stato un vampiro, e non uno zombie come in realtà è, ma questo Fuyumine non poteva di certo saperlo u.u
    Grazie sociola, è bellissimo *w* ho avuto i brividi lungo la schiena! :<3:
     
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    Misia, per scrivere di Etienne avrei bisogno di qualche informazione in più, visto che non è citato nella scheda PG di Francis né nella sua role...

    Quindi, mentre aspetto, passo alla richiesta successiva.

    Sogno di Jared Bizel ~

    Nota bene: il testo del post è scritto in seconda persona poiché Shatzabreen si rivolge direttamente al PG, guidandone il sogno.


    Entri ed esci dal sonno continuamente, preda della febbre e del dolore.
    Impedendoti di riposare, frammenti di sogno e di pensiero si mischiano e cozzano tra loro.

    Il luogo dove ti trovi è buio, umido e afoso. Chiazze di luce fumosa intorno a te ti permettono di distinguere una stanza d'ospedale, o forse lo studio di un dentista. Sei disteso su un letto, nudo, sotto un lenzuolo di carta stropicciato e bagnato che ti si attacca fastidiosamente alla pelle. Puoi sollevare il capo per guardarti intorno, ma il resto del tuo corpo è immobilizzato in qualche modo e se tenti di muovere gli arti un dolore acuto ti fa desistere.
    La stanza è buia, silenziosa, e non sai dove sia il dottore che deve occuparsi di te. Non sei neanche sicuro di star aspettando che qualcuno si prenda cura di te, e ti chiedi se non sia invece già successo. Cerchi di ricordare perché ti trovi in un posto del genere.
    Il corso dei tuoi pensieri si spezza bruscamente quando una luce sopra di te viene accesa, accecandoti per qualche momento e costringendoti a stringere le palpebre. Quando riapri gli occhi, vedi un volto chinato su di te; non lo riconosci, perché la luce forte sparata da dietro di esso ne fa una sagoma scura, ma quando lo senti parlare ti rendi conto che si tratta di Right Hand.
    "Davvero un bel lavoro, Jared", ti dice con disprezzo, e le sue parole ti mettono in allarme senza che tu riesca ad afferrarne l'esatto motivo. Assottigli le palpebre nel tentativo di tagliar fuori quella dannata luce artificiale e distinguere il volto dell'uomo, ma non ci riesci. "Lo sai cosa succede? Lo sai? LO SAI?" La sua voce aumenta pericolosamente di volume, quasi ti rimbomba nelle orecchie.
    Senti il letto su cui sei disteso tremare e inclinarsi, e un istante dopo ti ritrovi in posizione verticale, sempre immobilizzato contro il materasso. Puoi vedere il resto della stanza, ora, ma quello che ti ritrovi davanti cattura tutta la tua attenzione: Cesar, in abiti eleganti, è in piedi a pochi metri da te e ti guarda, il viso inespressivo; tiene in una mano un fascio di guinzagli di cuoio scuro, alle cui estremità sono legati dei grossi cani, almeno una mezza dozzina. Stanno tutti intorno a lui, come uno scudo, e come lui ti guardano fisso; un basso ringhio sordo risuona dalle loro gole quando ricambi i loro sguardi rabbiosi. Sulla parete dietro Cesar, in bella mostra, sta un quadro. Il quadro. Lo conosci fin troppo bene, e il tuo primo pensiero è che ce l'hai fatta, in qualche modo sei riuscito ad ottenere il pezzo di Frederw che ti era stato chiesto. Vorresti dirlo a Right Hand, da qualche parte dietro di te, ma la vista di Cesar ti blocca e finalmente ti chiedi la ragione della sua presenza. Chiami piano il suo nome, ma i cani cominciano immediatamente ad abbaiare, le loro voci coprono la tua e i tuoi stessi pensieri; vorresti coprirti le orecchie con le mani, ma non puoi, e allora stringi i denti tentando di resistere al frastuono che minaccia di farti esplodere la testa. I cani tacciono quando Cesar finalmente ti rivolge la parola: "maledetto imbecille", ti sibila con una voce non sua; "che cosa hai sbagliato? Come hai potuto commettere un errore?". La sua espressione è impassibile, come fosse una statua, ma il disprezzo è evidente nel suo tono così alieno rispetto a ciò che ricordi di lui. Apri la bocca per replicare, ma non sai cosa dire; sei atterrito e confuso, senti il sangue andarti alla testa, pulsarti nelle tempie. C'è caldo, in quella stanza, un caldo umido che ti compromette il respiro e la capacità di ragionare.
    "Questo lo prendo io", dice da chissà dove la voce di Right Hand, e pensi che si stia riferendo al quadro; invece l'uomo, che vedi come una sagoma nera nonostante la stanza sia ora illuminata e lui non sia più controluce, entra nel tuo campo visivo per avvicinarsi a Cesar: lo spinge contro la parete a cui il quadro è appeso, tenendogli le mani sulle spalle, e lo copre alla tua vista con il proprio corpo.

    Lo sai che è un incubo, lo sai e vuoi svegliarti.
    Apri gli occhi. A fatica ti sollevi a sedere sul letto, ti guardi intorno. La stanza d'albergo in cui ti trovi è vuota, ci sei solo tu. L'abbaiare di un cane entra da una finestra che non ricordavi d'aver aperto. Indossi uno yukata verde di cui ignori la provenienza, hai i capelli bagnati e profumati, la pelle umida ma fresca, come ti fossi appena fatto un bagno. Ti togli il lenzuolo di dosso e ti alzi dal letto. Sotto i piedi nudi senti dell'acqua e abbassando lo sguardo vedi una serie di impronte bagnate; le segui con lo sguardo fino alla piscina da cui sono partite, e i cui faretti sono l'unica fonte luminosa dell'ampia suite. Nell'acqua c'è qualcos'altro che attira la tua attenzione: una macchia scura, una forma rettangolare che galleggia mollemente al centro della piscina. Ti avvicini, hai il sospetto di sapere di cosa si tratti. Il quadro. Allora ce l'hai fatta davvero! Ma ora è in acqua, rovinato per sempre, e allora tutto il tuo lavoro è stato vano? Rapidamente entri in piscina per recuperarlo, fendendo l'acqua tiepida e profumata con il tuo corpo, ma l'ansia d'aver perso la preziosa refurtiva ti rende sgradevole quella sensazione sulla pelle. Raggiungi la macchia scura e la raccogli, ma girandola dalla parte dipinta scopri con orrore di avere tra le braccia il corpo inerte di Cesar.
    Gridi.

    E stavolta ti svegli davvero.

     
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  15. Misia-chan
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    Duuunque, si scusami è uno dei miei personaggi secondari ( e purtroppo non è ancora comparso nella role ^^ scusami!)
    Etienne è un bambino di circa 8 anni, nato da Francis e una donna, Rosalie, dai capelli lunghi neri, mossi oltre le spalle e gli occhi di un castano sfumato, prosperosa e alta che ha sedotto il francese all'età di 18 anni.
    Etienne ha un'infanzia piuttosto burrascosa, sua madre cambia spesso compagni cusandoli notevoli problemi di adattamento, a scuola comincia ad andare male e a combinare monellerie, scoprendo però che questo gli fa ricavare solo punizioni e maltrattamenti peggiori dalla madre che alcolizzata non riesce a educarlo senza usare le botte.
    Il bambino dapprima vivace e allegro, cambia radicalmente diventano muto e silenzioso e introverso.
    Nonostante il piccolo Etienne cerchi di non farsi vedere troppo spesso dalla madre o cerchi quasi di evitarla e di non arrecarle disturbo, viene sempre più spesso malmenato finché, non si grazia a quale angelo, probabilmente un insegnante di Eti, arrivano i servizi sociali che glielo portano via e lo spostano prima in una specie di orfanotrofio, poi in altre case famiglia e infine non trovandosi mai bene con nessuno, viene spostato nuovamente dall'orfanotrofio alla famiglia di Francis.
    Quest'ultimi decidono di non poterlo più tenere, e dato che Francis sembra sia sistemato a casa del poliziotto Nadir, decidono di responsabilizzarlo affidandoglielo.
    Etienne non ha mai visto suo padre, non sa perché l'ha abbandonato e non sa se lo odia o gli voglia bene o meno.
    Da parte di Francis invece c'è semplicemente stata una paura matta di diventare padre e preso dalla paura ha abbandonato l'ex compagna.

    Spero di averti chiarito un po' le idee... *^*
     
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36 replies since 16/5/2012, 15:12   744 views
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