Giocata N. 1, GEN. yuri, PG asta: Ran Akamori

Ran Akamori di Simdaka X Hoshiko Yumeno di Sheene

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    Giocata Numero: 1
    Personaggio Asta: Ran Akamori
    Roler del personaggio: Simdaka
    Genere: yuri
    Vincitore: Hoshiko di Sheene

    Offerte che sono state fatte al personaggio d'asta: disponibilità a posare per Ran e sua sorella, artista la prima, disegnatrice di moda la seconda.

    Il perchè Hoshiko abbia vinto è piuttosto ovvio, dato che è stata l'unica a presentare un'offerta ^_^ Comunque sono felice di ruolare questa giocata con Sheene: sono sicura che sarà molto interessante :<3:

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    Post #1

    Ran era consapevole di star sognando, ma si trattava di un sogno talmente bizzarro che sperò di non svegliarsi, curiosa di vedere come proseguiva.
    Stava sognando di essere stata messa all'asta insieme a sua sorella, e che l'inquietante battitore le aveva appena dichiarate aggiudicate ad una ragazza dalla bellezza fragile, una bambolina dagli occhi di colore differente.
    La ragazza aveva offerto di posare per lei e Riko in cambio di una settimana da trascorrere con loro.

    Quando il battitore d'asta se ne fu andato, lasciandole sole, Ran osservò meglio la ragazza. Appariva elegante, seria e pudica, ma la scollatura prometteva grandi cose. Anche Riko sembrava apprezzare: si era avvicinata alla ragazza e la scrutava con sguardo avido, quello che da qualche tempo non rivolgeva più a sua sorella, nella realtà. Ma quello era un sogno e si prospettava un gran bel sogno, per Ran.
     
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    HOSHIKO [ post #1 ]
    Hoshiko sembrò pentirsi all'istante di essersi presentata a quell'asta: come diavolo le era passato per la mente di fare un'offerta simile?! Per una sconosciuta, per di più... Okay, era indubbiamente una sconosciuta molto carina, ma comunque una sconosciuta. Adesso come avrebbe risolto quella situazione? Si era aggiudicata l'asta e aveva del tempo da passare in compagnia di quelle due ragazze, in cambio del suo solito, monotono lavoro: posare, sfilare; posare, sfilare; e ancora posare e sfilare... almeno sotto quel punto di vista non aveva osato troppo, o così pensò alla fine, quando decise che era arrivato il momento di aprir bocca. Erano sole già da qualche minuto e il silenzio che era calato su di loro iniziava a farsi pesante, e il suo continuo muoversi nervosamente sulla sedia non aiutava di certo.
    «A-anche io ho una sorella» disse a entrambe, senza nemmeno salutarle, come se cercasse di giustificare la propria offerta in qualche modo. Poi, resasi conto dell'inutilità di quella frase, arrossì vistosamente e abbassò lo sguardo verso le proprie ginocchia piegate, sulle quali aveva poggiato le mani chiuse a pugno. «Siamo gemelle» aggiunse a voce più bassa, nel vano tentativo di iniziare una conversazione semplice, facile da sostenere anche per lei che di rapporti interpersonali non ne sapeva assolutamente niente.
    Tuttavia, la sua mente si era del tutto svuotata da argomenti di possibile interesse: continuava a pensare a come avrebbero passato quel tempo insieme, al pasticcio che aveva appena combinato con quest'offerta e, ultimo ma non meno importante, al fatto che prima o poi entrambe le ragazze avrebbero chiesto ciò che lei aveva offerto. Magari avrebbe posato per Ran con un abito disegnato da Riko, o forse una delle due si sarebbe accontentata dell'offerta per l'altra... si ritrovò a sperare che andasse così, perché era già difficile stare lì adesso, figurarsi posare addirittura per un disegno o un dipinto! E poi, all'improvviso, le venne in mente un dettaglio a cui non aveva fatto caso: non aveva specificato nulla, aveva solo detto che si sarebbe offerta come modella... ma modella di che genere, be', quello non l'aveva specificato. E se le avessero chiesto di posare nuda?
    A quel pensiero, Hoshiko sprofondò sempre più nella sedia, diventando color peperone e pentendosi sempre più di esser andata a quella maledetta asta.
     
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    Post #2

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    Ran si avvicinò a sua volta alla ragazza.
    «Una gemella, eh?», chiese, interessata.
    «Carina come te?», incalzò Riko. Le due sorelle si scambiarono uno sguardo d'intesa. Ran era certa che Riko avesse in mente la stessa cosa che aveva in mente lei...
    «E quindi ti piacerebbe posare per noi...», iniziò Ran, aggirando la sedia dov'era seduta la ragazza per portarsi alle sue spalle, sfiorandole con una mano i capelli che aveva sulle spalle; «pensi che anche a tua sorella potrebbe piacere?», le chiese infine, abbassandosi per parlarle all'orecchio.
    Riko sorrise compiaciuta e batté le mani due volte, eccitata come una bambina di fronte ad un nuovo giocattolo.

    Quasi come se quel gesto fosse stato quello di un mago che fa una magia, subito dopo Ran si accorse che la stanza era ora totalmente vuota, se non per un'enorme tela bianca circolare distesa a terra, circondata da secchi di colore liquido pronto ad essere utilizzato e grossi pennelli dalle setole vergini e morbide. Le pareti erano ricoperte dei bozzetti degli abiti di Riko, e a quest'ultima brillavano gli occhi. Ran non vedeva l'ora di dipingere sulla pelle candida delle loro modelle gli abiti della sorella...
     
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    HOSHIKO [ post #2 ]
    Hoshiko era già tesa di suo; non riusciva a giustificarsi in nessun modo la propria offerta... nemmeno si riconosceva più. Quello che però non aveva ancora capito, al contrario di Ran, è che tutto questo era solo frutto della propria immaginazione e di quella dell'altra ragazza, fuse in uno strano sogno fin troppo reale per essere definito soltanto tale. Quando sentì le parole delle due e le mani di Ran sui propri capelli, quasi balzò dalla sedia dov'era seduta: sussultò e, dopo aver sentito anche l'ultima domanda, si alzò in piedi.
    «N-no, lei non sa che sono qui, e di certo non approverebbe» iniziò, tentando di giustificarsi ancora una volta. Vide la stanza cambiare sotto i suoi occhi; indietreggiò di un passo, spaventata, e poggiò il piede su qualcosa di morbido che le fece perdere l'equilibrio all'indietro. Se non ci fosse stato quel qualcuno ad afferrarla appena in tempo per le spalle, sarebbe di certo caduta giù; ma, ora che ci pensava, se non ci fosse stato quel qualcuno dietro di lei non sarebbe neppure inciampata nel suo piede... alzò lo sguardo per vedere a chi appartenessero le due mani che la reggevano, e si ritrovò a fissare una ragazza identica a lei, eccetto, forse, che nel sorriso, decisamente più furbo e malizioso.
    «Chi ha mai detto che non approverei?» chiese Fiamma in risposta alla frase di Hoshiko, facendole riconquistare l'equilibrio con una lieve spinta. «È stata una bellissima idea, Stelli'» aggiunse poi, allontanandosi da lei. Era perfettamente uguale alla sorella gemella, solo che addosso non aveva altro che una vestaglia di seta bianca e delle pantofole coordinate ai piedi. «Che dobbiamo fare?» chiese poi a Ran, sorridendole.
    Hoshiko era sempre più perplessa e spaventata da quello che stava vivendo. Le sembrava tutto assurdo, sempre più assurdo. Non riusciva nemmeno a spiegarsi come sua sorella avesse scoperto tutto ciò...
     
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    La vista della coppia di gemelle in vestaglie di seta mandò Riko in visibilio; aggrappandosi ad un braccio della sorella con fare impaziente, disse: «nee-san, possiamo tenerle?!».
    Ran sorrise, altrettanto soddisfatta della piega che quel sogno stava prendendo.
    «Non so se possiamo, Riko», rispose, assottigliando lo sguardo in un'espressione maliziosa, preludio alle parole: «ma scommetto che possiamo averle», che erano quasi una domanda rivolta alla gemella meno timida. Ma Ran non attese una risposta, e invece chiese la mano a Riko, nel gesto tipico del ballerino che la chiede alla propria partner, e guidò la sorella a sedersi in una sontuosa poltrona che da una pedana rialzata godeva di una vista privilegiata sull'enorme tela. Quando la sua principessa si fu seduta, fremente d'eccitazione e d'impazienza, Ran invitò con un gesto le due ragazze ad avvicinarsi.
    «Chi di voi vuole iniziare?», chiese, ma guardava negli occhi la gemella appena arrivata, sicura che si sarebbe fatta avanti senza timore. E infatti la ragazza -che dalla sorella differiva praticamente solo nella luce dello sguardo, una luce accesa e bruciante che l'altra sembrava non avere, o tenere soppressa- sembrava già sapere cosa fare. Si sfilò la vestaglia dalle spalle con un unico, rapido gesto, e scivolò via dalle pantofole, per distendersi in una metà della tela circolare. Il suo corpo era perfetto, la pelle liscia e chiara, un invito irresistibile per i pennelli di Ran e per i colori di Riko, e assunse una posa che a Ran ricordò vagamente un celebre scatto di Marilyn Monroe.
    «L'abito rosso e nero, l'abito rosso e nero!», chiese Riko in un gridolino eccitato, indicando uno dei bozzetti appesi alle pareti. Ran annuì, accondiscendente, e già pregustava il fine suono del pennello che si tuffava nel colore, delle setole che percorrevano quella pelle candida, del proprio battito che già accelerava e diffondeva in tutto il suo corpo un piacevole calore. Mentre si inginocchiava per prendere un pennello e cominciare l'opera, sollevò lo sguardo a catturare quello dell'altra ragazza, con tutta l'intenzione di comunicarle che lei sarebbe stata la prossima modella.
     
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    HOSHIKO [ post #3 ]
    La mente di Hoshiko non faceva altro che urlare un'unica frase: “MA CHI ME L'HA FATTO FARE?!”. La ragazza assisteva alla scena come se non fosse realmente lì, troppo terrorizzata da tutto per riuscire a muovere anche un solo muscolo. E la cosa che la sconvolgeva ancora di più era proprio quella di essersi trovata di fronte sua sorella, che non solo non si era scomposta minimamente, ma adesso stava pure per farsi dipingere un vestito sulla pelle nuda!
    Non appena si riprese un minimo, il suo viso passò da un pallore cadaverico ad un rosso acceso, specialmente quando si rese conto che anche lei adesso aveva solo una vestaglia addosso e soprattutto che anche lei avrebbe dovuto indossare un abito di... colore. Era abituata alle stramberie degli stilisti, ma mai nulla le era sembrato più strano di quello.
    «Stella» la chiamò Fiamma col suo vero nome, come era solita fare nonostante la sorella lo odiasse. «Rilassati» le ordinò poco dopo, lanciandole un'unica occhiataccia. «E anziché stare lì impalata vai a far compagnia alla nostra stilista, sono certa che non ha alcuna intenzione di farti del male... anzi» aggiunse al primo ordine, senza più guardare Hoshiko, ma rivolgendo la propria completa attenzione a Ran. Un semplice sorriso, prima di avvicinarsi al suo orecchio e mormorare qualcosa, a voce così bassa da non poter essere udita dalle altre due ragazze: «Potete avere soprattutto lei; se ha offerto qualcosa - qualsiasi cosa - evidentemente non è tanto dispiaciuta dalla situazione come vuole far credere».
    Hoshiko, obbediente quanto mai, dopo una prima reazione negativa ed una sfilza di insulti mentali rivolti a Fiamma, si strinse nelle spalle, avvicinandosi timidamente a Riko e alla sua poltrona. Sorrise in maniera a dir poco nervosa, fermandosi accanto a lei. Per un attimo, s'immaginò seduta sulle gambe di Riko ad osservare la scena dalla sua stessa prospettiva, ma non ci mise molto a tornare alla "realtà" e pentirsi come sempre dei propri pensieri improvvisi: si voltò a guardare davvero quella scena, proprio davanti a sé, terrorizzata e allo stesso tempo incuriosita dal fatto di essere la prossima. Chiuse gli occhi un istante e provò a rilassarsi, come consigliato dalla sorella; immaginò di essere come sempre al lavoro, alle prese con uno stilista più eccentrico del solito. Non ci sarebbe stato nessuno se non lo stilista - Riko - e il sarto - Ran. Nessuno a guardarla mentre la vestivano, nessuno a giudicare quel che stava facendo... nessuno a interrompere quel moment... no, che stava pensando?! S'irrigidì di nuovo e aprì gli occhi, pregando che tutto finisse con quel semplice gesto, ma a quanto pare il sogno non era ancora giunto al termine... e lei era lì, in piedi a un passo dalla poltrona, immobile come un baccalà.
     
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    Post #4

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    Alle parole della ragazza, Ran sollevò lo sguardo per osservare Stella, che si era avvicinata a sua sorella. Riko si mordeva il labbro inferiore, puntandola, e Ran avvertì immediatamente il familiare formicolio alla base della nuca che la informava di un imminente attacco di gelosia. Aveva sperato che la scena si sarebbe svolta esattamente come l'aveva immaginata, con Riko comodamente seduta a sollazzarsi dello spettacolo che lei le avrebbe offerto, ma dentro di sé sapeva che sarebbe stata una vana speranza.
    Riko, infatti, si alzò dalla poltrona per avvicinarsi a sua volta alla timidona, che ora se ne stava imbambolata a pochi centimetri; le andò alle spalle e le sfilò con entrambe le mani la vestaglia, lasciandola cadere a terra. Ran fece per alzarsi, dire qualcosa, ma sua sorella si portò un indice alle labbra, da sopra la spalla di Stella, e le rivolse uno sguardo intenso che la inchiodò dov'era.
    «Ti prego, nee-san, continua...», la implorò, ma Ran sentiva che stava fingendo: quello era un ordine, e lei non poteva sottrarsene, non voleva. Obbediente, immerse le setole bianche di un pennello da due pollici dalla punta piatta in un grande barattolo di pittura rossa. Sembravano acrilici, o forse colori ad acqua; fatto sta che la consistenza era estremamente sensuale, liquida al punto giusto. Ran lasciò che le gocce di colore in eccesso colassero nel barattolo, poi portò il pennello sulla scapola destra della sua modella e, dopo un ultimo sguardo a Riko, cominciò a stendere la pittura con gesti lenti, assaporando la sensazione che il pennello le trasmetteva.
    Riko concesse alla sorella qualche istante d'attenzione, compiaciuta, ma poi tornò a concentrarsi su Stella. La sua schiena liscia era perfetta, sembrava disegnata, e Riko la percorse dall'alto verso il basso con l'indice della mano destra. Le era davvero piaciuto il suono della seta che scivolava dalle sue spalle, e adesso le stava mentalmente disegnando addosso un abito speciale.
    Ran osservava, e poteva vedere i seni della ragazza inturgidirsi al tocco di sua sorella, e la gelosia le morse le budella. Abbassò di nuovo lo sguardo, frustrata, e incrociò quello della sua modella. Il rosso che aveva steso sul suo decoltè luccicava, invitante, e i seni candidi e rotondi spiccavano, contro quel colore forte. Nella mente di Ran martellava il pensiero di ciò che stava accadendo alle sue spalle, ma non si voltò; decise invece di dare alla sorella quello che sperava fosse la stessa sofferenza. Intinse un indice nella pittura rossa e disegnò il contorno dei seni della ragazza, lentamente. Aveva una pelle così liscia! Il colore sembrava non voler aderire, tanto era liscia, e così il dito scivolava fluidamente contro quella pelle bianca. Ran immerse nel barattolo di colore entrambe le mani, per poggiarle poi su entrambi i seni della ragazza.
    Sta venendo un gran bell'abito, pensò. Quale miglior strumento, per disegnare un abito su un corpo femminile, se non il corpo stesso di una donna?
    In quell'istante Ran si scoprì nuda, vestita solo del colore rosso che le colava dalle mani. Si voltò; anche Riko era nuda, ed ora era inginocchiata alle spalle di Stella, intenta a percorrere con le proprie mani la forma tonda del sedere della sua modella.
     
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    HOSHIKO [ post #4 ]
    Quando Hoshiko si rese conto del perché Riko l'avesse avvicinata da dietro, era già troppo tardi: la vestaglia era beatamente caduta attorno ai suoi piedi, morbida e leggera, e lei non poté far altro che irrigidirsi ancora di più. Non reagì davvero per una semplice questione di... abitudine? La spogliavano e la vestivano anche decine di volte; era più abituata del previsto a rimanere immobile e impassibile, perfino più di quanto lei stessa si aspettasse. Quello a cui invece non era per nulla abituata, era proprio il tocco della ragazza, quell'indice che scorreva sulla sua pelle, dandole i brividi. Socchiuse gli occhi, tentando in ogni modo di rimanere indifferente, ma era il suo stesso corpo a tradirla, anche se lei sembrava non rendersene conto... o forse fingeva di non accorgersene, magari, cocciuta quanto mai.
    Nel frattempo, la sorella dimostrava l'esatto opposto: tranquilla, serena, osservava il pennello di Ran avvicinarsi alla propria pelle, sfiorarla e accarezzarla dolcemente, lasciando una traccia rosso intenso in seguito al suo passaggio, una traccia umida e fredda che le fece venire la pelle d'oca per alcuni lunghi istanti, quel lasso di tempo tra il primo impatto e l'abitudine alla nuova temperatura. Gettò il capo all'indietro, lasciando ricadere i capelli – lunghissimi, al contrario di quelli di Hoshiko – sul pavimento, disordinati. Sogghignò nel vedere quella scena, e poi tornò a osservare Ran, i suoi movimenti, il dito sporco di colore...
    «Gelosa?» le chiese, a voce nemmeno troppo alta; il silenzio, però, la rese udibile anche alle altre due ragazze nella stanza, e fu la stessa Hoshiko a risponderle, senza capire che in verità la domanda non era rivolta a lei.
    «N-no, perché dovrei?!» rispose senza mettere pause tra la domanda di Fiamma e la propria frase di risposta, con un tono che lasciava perfettamente intendere quanto quell'unica parola l'avesse in verità punta sul vivo.
    «Uh-uh» fu il commento di risposta di Fiamma, mentre Ran le poggiava le mani addosso, dipingendo con esse. Avrebbe anche voluto baciarla in quell'istante, a maggior ragione dopo la risposta inaspettata della sorella, ma non voleva azzardarsi ad interrompere l'opera di Ran; magari non appena finito... c'era tempo.
     
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    Ran stava quasi per rispondere alla domanda che Fiamma le aveva fatto, ma quando sentì la voce della gemella dietro di lei, si morse la lingua. Meglio così.
    «Chi è gelosa, qui?», cantilenò Riko, in tono divertito, mentre si rialzava in piedi e voltava neanche troppo delicatamente la sua modella verso di lei. Poi, come aveva fatto sulla sua schiena, prese a disegnarle con due mani l'altra parte dell'abito. Proprio come Ran, che teneva d'occhio da sopra la spalla di Stella, indugiò sui seni per un tempo più lungo del necessario. Mentre le mani di Ran scivolavano in basso, sul ventre della sua modella, lasciando una sinuosa traccia rossa, quelle di Riko facevano altrettanto sul corpo di Stella. Ran voltò il capo a guardare la sorella, allacciando i loro sguardi, mentre le mani continuavano la loro opera. Sembrava che la pittura non si asciugasse mai, rendendo così ancor più piacevole il contatto con la pelle di Fiamma, e quando si rese conto che adesso Riko si muoveva al suo stesso modo, Ran sentì l'eccitazione salire.
    Senza staccare gli occhi di dosso alla sorella, accarezzò i fianchi di Fiamma, lentamente; Riko fece lo stesso su quelli di Stella.
    Con gli indici, Ran tracciò due linee da ogni fianco verso l'inguine, e Riko la imitò.
    Continuando a guardare la sorella, Ran sollevò le mani, tenendole sospese sopra il bassoventre di Fiamma, e si spostò sopra di lei, circondandola con le proprie gambe. Riko passò le braccia attorno al collo di Stella, tirandola verso di sé per far aderire i loro corpi nudi.
    Ran sentiva il calore del corpo di Fiamma contro il proprio, e il colore colarle lungo le braccia, ma quello che più di tutto le accelerava il battito cardiaco e le accorciava il respiro era lo sguardo di Riko. Se solo sua sorella lo avesse distolto, Ran non osava immaginare la rabbia che l'avrebbe riempita, e insieme lo temeva e lo desiderava, come insieme temeva e voleva che Riko continuasse a muoversi nell'abbraccio con Stella, una vista che le donava un enorme dolore e un altrettanto grande piacere. Riko lo sapeva.
    Quello sguardo era precario, e mentre un sorriso sottile e cattivo così simile a quello di Ran si disegnava sul volto di Riko, quest'ultima lo spostò su Stella.
    Ran fu travolta da un insieme di emozioni, e una vertigine la costrinse a voltarsi nuovamente verso Fiamma. Lo sguardo che incontrò era caldo come e più di quello di Riko, e fu il colpo di grazia: Ran si sfogò in un grido di frustrazione e orgasmo, e si svegliò.

    Era nel suo letto, il fiato corto e il cuore che le martellava in petto. Era buio, ma Ran poteva sentire il respiro della sorella nel letto accanto; era irregolare e accelerato come il suo, ma non nascondeva il suono osceno che la informava che almeno le mani di Riko non stavano dormendo.

    Evidentemente anche lei stava facendo un sogno coinvolgente...
     
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    HOSHIKO [ post #5 ]
    Hoshiko tremò appena quando Riko la voltò verso di sé, quasi di forza. La guardò un solo istante, prima di chiudere gli occhi, come se si aspettasse di veder finire ogni cosa di lì a breve. Di certo non s'aspettava tutte quelle attenzioni, né di sentire il suo corpo così improvvisamente vicino, premuto contro il proprio. Si sentì avvampare e non ebbe più il coraggio per riaprirli, gli occhi, così rossa di vergogna che non sarebbe mai stata in grado di sostenere lo sguardo di qualcuno senza desiderare di sprofondare; era più facile tenerli chiusi e pensare di non essere vista da nessuno...
    Così facendo, non si accorse di nulla di tutto ciò che stava invece accadendo alle sue spalle: era già troppo pensare a quello che stava "vivendo" in prima persona, per lei.
    Deglutì forzatamente, per inumidire la gola secca: respirare dalla bocca socchiusa le aveva prosciugato quasi ogni goccia di saliva, mentre tutta quella tensione non faceva altro che regalarle gocce di sudore, in una sorta di scambio equo.
    Passò qualche istante, prima che alle sue spalle succedesse qualcosa di non meglio definito... l'unica cosa che non poté fare a meno di sentire fu l'urlo di Ran, che le rimbombò nella mente fino a far svegliare anche lei.

    Era nel suo letto, nel suo monolocale deserto. Era stato davvero un sogno, o così si ritrovò a credere, non sapendo che nello stesso istante, dall'altra parte della città, anche sua sorella si era appena svegliata dopo uno stranissimo sogno che non riusciva a spiegarsi, ma che le strappò un sorriso divertito.
     
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    And then my eyes
    got used to the darkness

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    Giocata conclusa.

    Finita anche l'ultima giocata ancora attiva, vi invito a leggere la mia personalissima recensione in merito a questo primo turno d'Asta.
    Grazie di aver partecipato!

    Eligor, Battitore d'Asta
     
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