Giocata N. 13, GEN. yuri, PG asta: Chou Aozaki

Sarah di Xasar X Chou di Simdaka

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    Giocata Numero: 13
    Personaggio Asta: Chou Aozaki
    Roler del personaggio: Simdaka
    Genere: yuri
    Vincitore: Sarah Gray di Xasar

    Offerte che sono state fatte al personaggio d'asta:

    1) edizione limitata di Dragon Age 3 per collezionisti;
    2) uno dei computer più potenti di ultima generazione;
    3) 10 giochi a scelta, in special edition;
    4) un prototipo Beta di AVROS, console per la realtà virtuale.

    In più, alla roler:

    un cammeo nella role Koichi x Kuroi, di Dark_Knight e Xasar.
     
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  2. Xasar
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    SPOILER (click to view)

    JuunJuu Karaoke

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    Un luogo non troppo esposto nei quartieri più ricchi di Ikebukuro nord. Una stanza calda e accogliente, dove uno schermo televisivo manda su richiesta sigle e canzoni prescelte, di anime, film, telefilm o di gruppi famosi. Al JuunJuu Karaoke le persone vengono per rilassarsi totalmente e lasciarsi andare in compagnia di pochi intimi.

    Orario:
    dalle 13.00 alle 22.00


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    ~Sarah *

    Seduta in una pace immensa che non avrebbe mai ritrovato in altre occasioni. Era strano dover stare lì a pensare, per la prima volta attendere pazientemente che la sua preda le giungesse tra le mani, abbastanza vicino da poter scorgere il suo odore. Aveva scelto quel luogo proprio lei, ora stufa della solita monotonia con la quale si esibiva nella propria stanza, era veramente ora di uscire, raccogliere quella poca aria buona che i suoi polmoni non potevano assorbire, assaporare.
    Stessi abiti di quella volta al locale di aste. Mancava di fantasia forse? Non così tanto.
    Avanti a sé un tavolino liscissimo, composto del legno più pregiato reperibile ad Ikebukuro, sopra di esso un telecomando appena utilizzato per switchare canzone, selezionarne una di un anime chiamato Soul Eater. Doveva essere la sua prima Opening. Sarah non se ne intendeva di quelle cose... nella sua testa aleggiava ben altra melodia, un indefinito miscuglio di suoni che le parlavano e le domandavano del suo passato. Intrighi, tradimenti e ben volere. Non c'era amore nella sua vita, o meglio nella sua "non vita". Le era difficile fare riferimento ai suoi amori passati come qualcuno che lei aveva veramente amato. Conoscenti, magari amici, ma niente di più. Non aveva mai tenuto a qualcuno di più di quanto avesse fatto verso i propri fratelli. Già, ma ora loro non c'erano più, erano scomparsi e in mille anni non li aveva più ritrovati. Chissà dov'erano... non ne aveva la più pallida idea, sapeva solo che l'unico barlume di luce, l'ultima fiammella che le avrebbe concesso di amare ancora qualcuno, si stava lentamente spegnendo. E' giusto così? Iniziava a ricordare a stento cosa provava a stare con loro, di quei momenti felici, eppure una volta avrebbe detto che quelle memorie mai e per nessun motivo avrebbero cercato di divenire evanescenti nella sua mente. Forse era solo un'impressione, una paura ingiustificata che avrebbe trovato i suoi risvolti felici, un lieto fine perfetto. Eppure Sarah, al terminare della sua breve vita di essere umana, non aveva trovato alcun lieto fine. Per lo meno, un fiore a cui viene violata la propria stimma non considererà mai quell'evento un lieto fine, a meno che non si tratti dell'amore della sua vita. Quale amore dunque poteva trovare la vampira, se quella violazione che era stata compiuta sul suo giovane e fragile corpo di diciassettenne, poco prima della sua trasformazione, le impediva di aspirare a concedere quel dono al suo unico e vero amore? Sapeva di per certo che, ricercare i piaceri carnali negli uomini e nelle donne di cui si nutriva, non era comunque una buona soluzione ai suoi problemi. Ma allora perchè non riusciva a farne a meno? Quasi a voler rivivere quel momento per farlo scomparire, far sì che non fosse mai esistito.
    Povera Principessa... le avrebbe detto quell'uomo... almeno era lontano chilometri e chilometri da lei al momento, almeno sperava.
    Era stesa lungo quei divanetti chiari, d'un color salmone pallido, proprio come una dea nelle raffigurazioni greche, intenta a godersi il meglio di ciò che la vita le offriva nel suo più modesto spettacolo. Un fiore di labbra appena dischiuse, quasi volessero captare gli spostamenti d'aria. Lo sguardo spento, gli occhi color caffé concessi quasi teneramente a quello schermo che mai aveva e mai avrebbe destato la sua curiosità. Una profonda noiosa l'avrebbe invasa se, come molteplici esseri umani, avesse passato più di 30 minuti a guardare quello schermo. un ottimo modo per spegnere definitivamente ogni cellula celebrale senza il modesto aiuto delle sue piante. Una lieve crescita alle pendici del naso e si sarebbero conficcate direttamente nel cervello di quel qualcuno e gli avrebbe risparmiato il tempo e la fatica di suicidarsi con delle onde elettromagnetiche.
    Scaraventò il telecomando ad un angolo di quel tavolo, stufa di cercare, oramai mancava veramente poco all'arrivo della predestinata e non voleva farsi trovare completamente stravaccata, seppur nel modo più sensuale che avesse potuto azzardare. Si alzò a sedere, poggiando le mani ai lati dei fianchi, proprio sopra quel morbido materasso su cui aveva poggiato le proprie regali natiche e sospirare come se ne fosse capace. Lasciò che una delle sue piante aprisse la porta, invisibile al di fuori di essa, in modo che si spalancasse verso l'interno, rivelando così la ragazza dai capelli cerulei che era riuscita finalmente a scovare la strada per arrivare alla stanza da loro prescelta. Prenotata a nome di Sarah Gray, non era poi così difficile da individuare. Un grosso cartello appeso ad essa citava testualmente il suo nome a caratteri a dir poco cubitali. Averle dato ora e luogo d'incontro era stata veramente una buona idea, sopratutto dopo che era stata proprio lei a chiedere di scegliere. Non ricordava ancora come avesse avuto il suggerimento mentale di usufruire del JuunJuu Karaoke, ma non pensava sarebbe stata una brutta serata. L'orologio segnava appena le 20 n punto, giusto in tempo per iniziare lo spettacolo.
    -Benvenuta, seppur non sia questa casa mia. Accomodatevi pure dove preferite.- esordì melodicamente, facendo comparire sul suo volto un sorriso magnifico, caloroso, puramente falso. Scacciò via ogni precedente pensiero, tutta la serietà con la quale aveva affrontato l'attesa in quella minuscola stanzina, al ritmo di poche melodie. Che animo romantico che aveva, peccato che nessuno era vissuto abbastanza per vederlo o comprenderlo. No, non li aveva uccisi, semplicemente nessuno aveva la fortuna di superare i duecento anni di età. Un numero tirato un po' tropo là? Non così tanto, infondo gli unici ad averla capita veramente erano stati altri vampiri, non avrebbe potuto contare su altri esseri umani, con tutta probabilità.
    Batté appena il palmo della mano sul divanetto dove lei stessa era seduta, continuando a sorriderle dolcemente mentre la invitava a prendere posto accanto alla sua quasi imponente figura. Miele e api, si sentiva un po' come un'istrice golosa, pronta a pungerla con i suoi aghi pur di avere il suo dolce nettare. A differenza di quell'animale però le sue armi risiedevano precisamente nella sua bocca e non sulla sua schiena. Ti pungerai?

    Edited by Xasar - 22/5/2011, 22:04
     
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    CHOU - Post #1
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    Una volta finita l'Asta, Chou aveva comunicato ad Eligor la sua scelta e aveva avuto con la vincitrice, Sarah Gray, un breve scambio finalizzato a concordare il luogo del loro incontro privato. Solo allora, parlandole faccia a faccia senza un palco di mezzo e con la giusta illuminazione, Chou aveva riconosciuto colei che si era aggiudicata quel ragazzo, come si chiamava? Koji? Koichi? Insomma, il giocatore di AVROS a cui lei aveva ambito nel corso di una precedente Asta. Lei era la famosa Sarah Gray, la giovane che non perdeva mai un'Asta, stracciando ogni volta i contendenti... E adesso Chou capiva il perché: quello che offriva era semplicemente troppo e troppo bello per essere rifiutato; inoltre aveva un'aria così misteriosa... E quegli occhi, quegli occhi!

    Era ripensando a quegli occhi castani e lucenti che Chou aveva percorso quella sera il breve tragitto dall'ingresso del JuunJu Karaoke, davanti al quale il taxi l'aveva lasciata, alla saletta riservata che Sarah aveva prenotato per loro. La ragazza non aveva idea del perché fosse stata scelta una simile location, e anzi, si era sentita piuttosto a disagio mentre salutava il personale che l'aveva accolta con un sorriso quando era entrata. Chissà cosa avrebbero pensato di lei? Due ragazze sole in una saletta tutta per loro... In realtà nemmeno lei sapeva cosa pensare di quell'incontro. Non aveva idea di cosa fosse la cosa che Sarah le aveva promesso, ma fremeva di curiosità e eccitazione. Tutto era nuovo, insolito e misterioso, assolutamente distante dalla sua realtà quotidiana! E Sarah Gray così bella... Mentre pensava quelle parole, la porta con su scritto proprio quel nome si aprì senza che lei avesse fatto in tempo a bussare o spingere la maniglia. E lei era lì, sorridente. Chou ebbe un brivido di natura indefinita, ed entrò, sforzandosi di sorridere a sua volta.

    «Konbanwa!*», la salutò, entrando; «arigatou gozaimasu**».

    Quando era nervosa, Chou tendeva ad essere formale e cerimoniosa. Era un'asociale, forse, ma non maleducata, e la formalità era un ottimo muro dietro cui barricarsi in caso di dubbio. Quindi entrò e si sedette, senza togliersi né giacca né zaino, attendendo con curiosità e una vaga inquietudine di scoprire come quella serata si sarebbe svolta. Non sapendo cosa aspettarsi, Chou si era vestita con abiti a cui non era abituata, fin troppo ricercati per i suoi gusti, ma sua madre aveva insistito che se era un appuntamento importante, come lei aveva detto, doveva essere presentabile, e così l'aveva costretta ad uscire con lei per un'insolita quanto insopportabile sessione di shopping. Era riuscita ad evitare il filo di trucco che sua madre le consigliava solo perché si era opposta con tutte le sue forze. Non esageriamo!, aveva pensato, ma ora che aveva di fronte Sarah Gray, così sexy e femminile, quasi se ne pentì.


    * = buona sera! ** = grazie, in tono formale

    Edited by Simdaka - 21/5/2011, 00:28
     
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  4. Xasar
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    ~Sarah *

    Eccola entrare, proruppe in quella stanza con armonia e dolce educazione, formale quanto bastava per poter essere apprezzata pienamente da una mente sofisticata e complicata come quella della vampira. Ragazza decisamente carina, l'abito che indossava decisamente, a suo gusto, le si addiceva particolarmente mettendone in risalto le forme, incorniciando quel suo visetto occhialuto che così tanto aveva stimolato le fantasia di Sarah. Ella si avvicinò a lei, notando che la sua "ospite", per così dire, era entrata sedendosi senza liberarsi degli spregevoli impegni fisici che la stavano ancora opprimendo nella loro presenza. Più la fissava, nella sua ridondante ossessiva fame, più desiderava avere il suo collo scoperto. Era rimasta a digiuno proprio per potersi gustare al meglio quella pietanza dall'odore così sopraffino, una volta che le sue due lame fossero giunte oltre la sua cascata di capelli turchini, come un'onda di pura acqua cristallina. Chissà se erano freddi come sembravano, magari sarebbero stati un perfetto contrasto con la sua linfa calda ed intrigante. Quale assurdo gusto avrebbe potuto avere? Magari mirtilli neri, sarebbe stato perfetto, ultimamente le andavano. No, Sarah, scrollati dalla testa questi pensieri... è semplicemente una ragazza timida e un po' nervosa.
    Comprensibile, d'altronde si trovava davanti una vampira senza sapere della sua effettiva natura. Se lo avesse scoperto, cosa avrebbe fatto? Non le restava che tentare, provare, scoprire con le sue stesse mani quanto Chou fosse disposta ad osare.
    Allungò le dita su di lei, sulla sua spalla, con gentile discrezione, sfiorando appena le linee della sua giacca ed ammirandone i contorni del viso senza lasciar svanire dalle sue proprie labbra quel sorriso così ingannevole. Oh, bella giovane fanciulla, per un istante si era scordata pure quanti anni intercorressero tra loro due, indecisa sul da farsi, forse la scelta migliore sarebbe stata poggiare i delicati petali tendente al cremisi sulle sue labbra, gustandone prima il suo dolce bacio per poi concederle il proprio. Sarebbe stato saggio? Sarah guardava quasi estasiata quella figura, la fame l'aveva avvolta per la peggiore delle scelte fatte: non si era nutrita così da potersi gustare al meglio la ragazza.
    Percepiva l'arteria carotide pulsare, la vedeva attraverso la pelle del collo, la bramava come un fiore brama la luce, vibrando quasi, arrossendo forse, ma non di timidezza, bensì di desiderio di accanirsi. Con un autocontrollo tremendo, succube di più di mille anni di pratica, riuscì a far passare quella sensazione per pura e semplice emozione, perseverando in quel sorriso. Un inquietante quanto piacevole sole in mezzo al buio della notte. Concesso a lei, a Chou, ragazza timida con lo zaino indosso, forse Sarah poteva tentare di risolvere quei suoi problemi conflittuali, eliminare la sua timidezza.
    -Tutto quello che vi ho promesso vi verrà recapitato tramite l'organizzatore dell'asta direttamente a casa vostra.- esordì flebilmente, conscia del suono delle sigle degli anime che continuavano a scorrere, creando il perfetto sottofondo a quella situazione così particolare, forse dal punto di vista della sua ospite, decisamente "anomalo"-Intanto, mettetevi pure a vostro agio, non tenetevi tutto sulle spalle. Fa molto caldo qui, rischiate di prendervi un malanno uscendo.- con fare tutt'altro che arrendevole, ma estremamente delicato, poggiò le mani sulle spalle di Chou, muovendosi verso di lei con discrezione ma così lentamente da lasciar intendere forse le sue intenzioni, sebbene fossero tutt'altro che perverse. Seppur cercò di far valere la sua discrezione, non lasciò il tempo alla ragazza di ribellarsi.
    La porta si chiuse con un tonfo, rivelando gli arbusti che poco prima l'avevano aperta ed ora Sarah era su di lei, quasi in piedi con il busto, mentre infide liane si stringevano velocemente e con un'insana delicatezza attorno al corpo dell'ospite, quasi accarezzandola nell'atto di tenerla completamente ferma. Neanche le fu dato il tempo di gridare, come un bavaglio stanco, il suo dito indice si piazzò preciso ed indelebile davanti alle sue labbra, nel segno di tacere.
    -E' anche per questo che sei qui...- Una promessa è una promessa... un sussurro seguito da un pensiero ardito, fu più che evidente che quel favore in realtà lo stava facendo a sè stessa e non a Chou, ma avrebbe fatto differenza? Stava solo per provare l'estremo piacere grazie alla ragazza che aveva scelto di incontrare.
    Lente e fugaci come il cadere di una piuma, le sue labbra scivolarono soffici, morbide sulla pelle della guancia della fanciulla, accarezzandole la dolce essenza ed inspirando a fior di quelle narici il suo profumo intenso di essere umano, regalando a Sarah il piacere di una pietanza fresca, giovane, chissà... forse anche estremamente gustosa.
    Scese lungo la linea del collo, fino ad arrivare estremamente vicina alla giugulare, approfittando di quella punta di lingua che timida era uscita, stuzzicandola appena, recidendo l'aria con il suo fiato fresco, morto. Oddio... Non resisteva, la desiderava troppo.
    Bastò poco, fu un attimo veloce ed impercettibile. I canini spuntarono fuori dalla sua bocca come aghi, bianchi, lucenti, mentre gli occhi le si tingevano di un cremisi perdutamente sanguigno. La cinse a sè con entrambe le mani, approfittando della sua immobilità per darle il suo bacio, ma non uno qualunque. Il suo bacio immortale.
    Era il piacere che volevi... il piacere che cercavi... Chou.

    Edited by Xasar - 22/5/2011, 22:01
     
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    CHOU - Post #2
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    La canzone familiare che riempiva la saletta quando Chou era entrata stava finendo; era "Resonance", la sigla dell'anime Soul Eater e proprio in quel momento stava dicendo "deatta wake wa dou datte ii mikitsukerarete, fureta shunkan no kizu no fun dake tashika ni nareru"*.

    Fu come se quelle parole avessero voluto avvertirla di ciò che stava per accadere, ma Chou non ebbe il tempo di rendersene conto: troppo concentrata a guardare, con un misto di terrore ed eccitazione, la splendida Sarah che si avvicinava a lei mentre parlava, la ragazza si trovò immobilizzata in un istante da qualcosa di cui non riusciva a capire la natura. Allora avrebbe voluto gridare, ma Sarah le posò un dito sulle labbra e tanto bastò a smorzare immediatamente la voce di Chou.

    "E' anche per questo che sei qui...", le sussurrò, e a Chou fu evidente che il battito impazzito del proprio cuore non era causato solo dal panico. Era letteralmente tra le grinfie di una splendida, pericolosa ragazza dagli occhi ipnoticamente rilucenti di rosso, che aveva pagato un prezzo considerevole pur di averla per una sera e che in quel preciso istante stava inspirando contro la sua guancia, accarezzandola con le labbra.

    Non può essere vero, è tutto un sogno...

    Le ultime note di "Resonance" lasciarono il posto a "Ichirin no hana", dall'anime Bleach.


    Travolta dall'assurdità di quella situazione, resa ancor più alienante dalla musica, Chou realizzò che stava vivendo una delle sue fantasie più ricorrenti e si scoprì eccitata. Se quello era un sogno, le sue sensazioni erano invece dannatamente reali: sentiva su di sé il tocco leggero delle labbra della ragazza, che dalla guancia erano scese sul collo, e brividi caldi le spezzavano il respiro uno dietro l'altro; il cuore galoppava, non più furioso, bensì frenetico nella propria attività di accendere ogni recettore nervoso presente sul corpo di Chou; se poi avesse voluto e potuto toccarsi, la ragazza non aveva dubbi che si sarebbe trovata già bagnata. E fu mentre pensava questo che lo sentì, il bacio di Sarah Gray. Un improvviso dolore alla base del collo, diluito con un piacere denso e avvolgente la fece gemere, spaventata ma tutt'altro che contrariata.

    C-cosa...?

    Impossibilitata a muoversi, Chou era totalmente alla mercé della ragazza, e qualunque cosa questa le stesse facendo, lei non poteva far altro che subirla. Qualunque tentativo di ribellarsi o anche solamente di reagire involontariamente si traduceva in una dolorosa conferma di essere intrappolata, e non solo da corde o qualunque altra cosa fosse ciò che la avvolgeva, ma dall'aura stessa di Sarah, potente e insopportabile per una creatura fragile e ordinaria come lei. La sua mente si rifiutava di elaborare ciò che lei stava vivendo, più incline ad un black-out della ragione. Perciò Chou chiuse gli occhi, abbandonandosi all'inevitabile. E godendone.


    * = "non mi importa della ragione per cui ci siamo incontrati, ma il numero di ferite di quando in estasi ci toccheremo l'un l'altro la renderà chiara"

    Edited by Simdaka - 21/5/2011, 00:28
     
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  6. Xasar
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    ~Sarah *

    Fu uno spruzzo che le riempì istantaneamente la bocca. Quel rosso cremisi colò lentamente lungo il suo collo, macchiandolo e rigandolo di una nuova vita amara. Quel sapore, quella ruggine che le scivolata sul palato, lungo la lingua e che veniva deglutita rapidamente, bevendone a piccole quanto lente sorsate, tanto le bastò per placare la sua sete, seppur ne prese più di quanto effettivamente avesse voluto. Era ben più che un assaggio, Chou era stata il suo pasto.
    A piccoli pezzi, la sua carne si risanava grazie al potere curativo della vampira, che ora la cingeva stretta a sé tenendola per un fianco e per una spalla. Estrasse i canini dal suo collo, lasciando che avvenisse l'effettiva guarigione del suo collo, contribuendo con una generosa quanto sensuale leccata alla base del collo, proprio dove aveva lasciato il suo morbido morso. Come una zanzara effettivamente, così la si poteva chiamare. Un tocco che di doloroso aveva soltanto la breve entrata di quelle due lame, per poi regalare l'infinito e blando piacere che si poteva gustare soltanto accompagnandolo ad un ottimo tè. Niente tè... non ne era presente.
    Mentre la lingua le scivolava giocosa sulla calda pelle, la mano andò maliziosamente ad incastrarsi e scontrarsi con i suoi delicati seni, percorrendo una via veloce di transizione dalla spalla a quell'Eden. La morbidezza ed al tempo stesso la turgidità percepibile attraverso la stoffa della maglietta e del reggiseno, aggiunta a quell'odore che aveva riempito le narici di Sarah, era come un campanello di allarme, un avvertimento che le suonò di più come un invito. Le sue labbra soffiarono dolcemente su di lei, senza lasciarle tregua, senza darle neanche il tempo di riprendersi da ciò, ora presa da una foga sconosciuta, dal uno strano desiderio di appagarla, ma doveva testare il terreno, per questo si limitò cordialmente a massaggiare con le dita i lembi della sua carne morbidissima, pizzicando con i palmi quell'aureola che immaginava dovesse trovarsi sotto i suoi abiti.
    Si trasportò sopra di lei, quasi costringendola a sdraiarsi su quel morbido divano del karaoke, proprio mentre la sigla di quell'anime giungeva al termine, raccontava le sue ultime parole. Eppure chiuso un portone se ne apre un'altro, non s'attardò a farsi attendere la prossima, Sarah non la conosceva, non era mai stata interessata a simili programmi, però quella era perdutamente piacevole, seppur non fosse il suo genere.

    -Chou...- sussurrò appena percettibile, avvicinando i suoi petali tinti di quel sangue che le rendevano coloriti di un rossetto letale, amaro. Scivolò ancora, portando a stretto contatto il proprio petto con quello di lei, delicata come lo stelo di un fiore mosso dal vento. Non sapeva giustificare quella strana euforia che si era impadronita di lei, ma un sorriso quasi ghignante le si dipinse in volto, una ricca malizia, un viso totalmente esente dal colorito tipico dell'imbarazzo. L'altra mano scivolò dietro la schiena della ragazza umana, spingendola verso il proprio ventre, in modo che combaciassero, che potesse sentire il contatto del freddo corpo della vampira sul suo, palpabile anche attraverso il lungo vestito.
    Traspose una gamba oltre le sue, in modo che potesse restarvi accavallata dolcemente. Con attenzione e decisione fece in modo di non intrigarsi nei risvolti della propria gonna, portandosi totalmente su di lei, sospirare al suo orecchio, voltare il viso e leccarsi le labbra sensualmente assaporando la sua linfa che ancora le macchiava. Si strinse appena nel suo massaggio, cercando di capire le sue emozioni, le sue vere sensazioni in merito, se davvero volesse sentire tutto quel piacere che ella stessa le aveva promesso. Goderne? Forse poteva fare di più.
    -... come vi sentite?- chiese in tono candido, melodioso, appena dolce, forse ben mascherato. Quasi a prenderla in giro: sapeva benissimo come si sentiva, la sua esperienza, i suoi mille anni passati la dicevano lunga. Era un gioco, niente di più. La mano che aveva fino a quel momento sostato dietro la sua schiena, ora si stava torcendo, girando attorno al suo fianco e andando a sfiorarle appena l'interno coscia, percependo un lieve calore, una sensazione che al tatto risultava familiare.
    Non aveva molta voglia di attendere una sua risposta, ma si sentì in dovere. La guardò con un particolare desiderio, mentre quel sorriso non voleva saperne di sparire e perchè avrebbe dovuto farlo? Esprimeva quanto più stava provando in quel momento, una sana e particolare goduria nell'aver adempito a quel pasto così gusto, aveva apprezzato il sapore della ragazza dai capelli cerulei più di quanto avesse apprezzato la sua cortesia. In altri casi non avrebbe esitato a far scivolare la sua mano direttamente sul suo intimo, verificando effettivamente che quell'odore da lei sentito, quel calore, corrispondessero a verità. Stavolta però, forse soddisfatta dalla sua pancia piena, dalla consapevolezza di aver preso tanto sangue quanto bastava a renderla docile, tanto che non aveva alcuna fretta.

    Edited by Xasar - 22/5/2011, 21:59
     
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    Chiudere gli occhi aveva trasportato Chou in una sorta di trance, favorita anche dal suono martellante della musica. Ogni sua sensazione era amplificata, ma in modo distorto, come un'eco; poteva quasi sentire Sarah dentro di sé, in qualche parte imprecisata del proprio corpo. Eppure, un istante dopo, non c'era più. Quasi delusa, Chou riaprì e sbatté più volte le palpebre, ma Sarah non era più nel suo campo visivo. Qualcosa di umido e freddo le scivolava piano sul collo, e un ennesimo brivido fece fremere la sua pelle. Il tocco delicato e insieme deciso arrivò inaspettato sul seno, e Chou abbassò la testa; Sarah non era forse dentro di lei, ma di certo le era sopra, adesso inducendola a distendersi sul divanetto. Aveva ancora indosso lo zaino, che così si puntò fastidiosamente contro la sua schiena, ma la ragazza aveva ben altro a cui prestare attenzione.

    "Chou...", sussurrò Sarah, sollevando il proprio sguardo sul suo, e allora lei vide le sue labbra lucide e rosse, e una goccia purpurea scivolarle da un angolo della bocca. Chou deglutì, cercando di mandar giù un ingombrante boccone di emozioni diverse: incredulità, paura, desiderio, rifiuto, curiosità. Come assecondando i mutamenti del suo stato d'animo, la musica cambiò, facendosi suadente e vagamente conturbante. La ragazza (o la vampira?, non poté fare a meno di pensare Chou), intanto, stava lentamente prendendo il controllo sul suo corpo, chiudendolo in una splendida trappola con le proprie braccia e gambe. Chou notò finalmente che ciò che la teneva ancora legata erano tralci verdi, sembravano liane. Da dove...? Ma i suoi pensieri furono interrotti dall'improvvisa aderenza del corpo di Sarah sul proprio, morbido e freddo. Freddo! Ma quel nuovo indizio, che andava a sommarsi agli altri nella composizione di un'ipotesi inquietante, cedette subito l'attenzione della ragazza al sospiro che Sarah le lasciò contro un orecchio, prima di passarsi la lingua sulle labbra tinte di sangue.

    "...come vi sentite?"

    Chissà perché quel passaggio dal tu al voi? Suonava quasi come il verso recitato di un testo teatrale, pronunciato da labbra increspate in un sorriso beffardo, le labbra della sciantosa. Eppure, come la inebriava, allo stesso modo la voce di Sarah la costringeva a concentrarsi per poter rispondere alla sua domanda.

    «I-io...», tentò, ma dovette schiarirsi la gola per ritrovare un po' della propria voce perduta in mezzo ai sospiri silenziosi che nemmeno si era resa conto di aver fatto fino a quel momento; «non... Non lo so... Voi... Chi siete?», disse infine, cercando in quegli occhi castani, velati di una bizzarra luce purpurea, la conferma a qualcosa che sapeva già. «Cosa siete?», chiese tuttavia. Eppure non era spaventata alla prospettiva di sentirsi dare la risposta che immaginava, o meglio: non era solo spaventata. Era anche affascinata, come può essere affascinata la preda di un maestoso falco, troppo impegnata ad ammirarne l'eleganza per vedere la necessità di fuggire, ed eccitata: ogni gesto di Sarah, ogni suo sussurro e ogni sguardo le suscitavano un desiderio bruciante e insopportabile, che la spingevano a pensare una cosa, e una soltanto: qualunque cosa tu voglia farmi, ti prego: fammela.

    Edited by Simdaka - 21/5/2011, 00:31
     
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  8. Xasar
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    ~Sarah *

    La vedeva, la percepiva sotto di e ed ogni suo respiro le trasmetteva emozioni forti, quasi dandole l'impressione che la sua stessa pelle venisse scaldata dal contatto così estenuante con lei. La morbida mano sul suo seno, con esso giocherellava, percorrendo in un vizioso crogiuolo, una sezione circolare che avrebbe dovuto rappresentare il suo capezzolo. Non si fece attendere poi così tanto perchè quelle stesse dita andassero ad esplorare gli anfratti del suo stesso petto un po' più da vicino, inserendosi appena sotto la maglietta di lei, allentando quanto bastava quelle liane per alzargliela ma evitare al contempo che lei si liberasse. Non che sembrasse intenzionata a fuggire, pareva quasi godere di quel trattamento speciale che le stava venendo riservato.
    Aveva applicato su di lei una legatura particolare, una morsa che le stringeva le spalle, i polsi attorno ai fianchi e una fasciatura appena sotto le ginocchia, così da immobilizzarla quasi completamente. Il viso, solo quello avrebbe potuto debellare il fastidio di quella zanzara, scacciandola magari con qualche movimento brusco, ma a quando pare non era intenzionata a farlo. Forse era meglio così dopo tutto. Seppur Sarah avesse la pancia piena, ora e solo in quel momento, era lei a sentirsi vuota. Voleva soltanto sentirsi riempire di quella soddisfazione di veder quella ragazza desiderosa e sottomessa, crollare di puro piacere sotto di lei.
    L'altra mano, che le stava lisciando la coscia, al sentire le sue parole così timorose, dubbiose e chiederle chi ella fosse, scivolarono fino a raggiungere il cavallo dei suoi pantaloni, toccare con estrema fiducia quel punto che percepì lievemente umido. Lo stimolò, con estrema delicatezza, mentre con sguardo acceso, fatalmente cremisi la sua voce sottile come una lama accontentò le sue orecchie, regalandole forse la risposta che non si aspettava di poter sentire.
    -Io sono Sarah Gray.- voce sicura, ferma, un pizzico di accennata maliza e poi una pausa, lunga nella quale le dita su suo capezzolo si intrecciarono giocandoci e si dilungò con l'altra nell'aprire la zip dei suoi jeans. Un unico momento che bastò per riuscire ad abbassarli in parte, mostrare i suoi slip nell'interezza lucente, pura e casta che l'immagine di Chou lasciava percepire. Forse troppo per i gusti della vampira eppure, in quell'istante non le risultava eccessiva. Una bella ragazza che meritava di essere trattata da tale.
    -Sono semplicemente la ragione per cui stasera siete qui.- concluse tranquilla, quieta per evitare di tediarla con pensieri futili. Libera la tua mente e godine... momentaneo silenzio, accompagnato solo da quella canzone così perdutamente romantica, quasi folle, perfettamente adatta al tipo di vicenda narrata. Le dita di lei sfiorarono la soffice superficie di quell'intimo umido, a dir poco fradicio. Era stata colpa sua in qualche modo, ne era più che certa. Scampare al suo bacio immortale, forse impresa più impossibile che titanica. Ogni resistenza era inutile, palesemente insufficiente per accedere al vero piacere. Lente come serpi, le falangi si inserirono oltre i bordi interni di quegli slip, scostandoli appena tanto da lasciarla varcare quella soglia, accarezzare con una delicatezza assoluta quei piccoli e delicati pori fino a scostarsi lei stessa, spostare il proprio corpo verso il basso, abbandonando la postazione iniziare ed il suo morbido seno, fino a ritrovarsi gentilmente e quasi con fare dolce, con il volto adiacente alla sua intimità, potendone così ammirare le forme, messe in risalto dalle mani di lei che appena ora tiravano più in basso i lembi di quella sottoveste stretta.
    -Rilassatevi, lasciatemi fare.- commentò come se fosse assorta, in un mondo estraniato dalla realtà in cui stava vivendo. Prendere l'iniziativa in quel modo? Le era capitato veramente poche volte.
    L'odore, i succhi che fluivano con quel gusto dolce-amaro conditi di quel dolce che era il suo piacere, l'emozione con la quale stava affrontando la situazione odierna e Sarah, da brava vampira qual era, non si lasciò sfuggire quell'occasione e lasciò che la lingua su posasse sulla piccola collina lungo il basso ventre, percorrendone i contorni con essa, leccandola, mordendola dolcemente, carezzandone la soffice e morbida pelle fino a giungere all'erogeno apice del suo piacere e concedergli una leccata più vigorosa rispetto alle altre, prendendolo tra i propri denti appena, portarlo alle labbra e succhiandolo. Infine eccola, la lingua se lenta ed inesorabile si insinuava in lei, mentre le dita libere allargavano quel poco che bastava gli anfratti che la tenevano segregata fuori e fu in quel modo che volle regalarle piacere. Legata ed immobile, avrebbe assaporato un piacere antico di mille anni. Lungo un'eternità...

    Edited by Xasar - 22/5/2011, 21:58
     
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    Il cuore di Chou non le batteva ormai più solo nel petto, ma anche nelle tempie; il respiro le si fece corto, la vista le si annebbiò e un fischio sordo le riempì le orecchie; la ragazza sentì il bisogno immediato di mettersi distesa, e il fatto che già lo fosse le provocò una buffa sensazione, come una vertigine. La perdita di coscienza dovuta ad uno svenimento è uno stato affatto spiacevole, e Chou che non ne aveva mai fatto esperienza prima non avrebbe saputo distinguerlo da ciò che era Sarah a provocarle. Ma di quello si trattò: uno svenimento di diversi secondi, dovuto alla febbrile attività cardiaca in combinazione con la perdita di sangue. Tuttavia fu la manciata di secondi più estatica e intensa della sua vita.
    Più sogno che veglia, la dimensione in cui Chou si trovava in quel momento era fatta soltanto del tocco delle dita di Sarah Gray, che sembravano ovunque su di lei. Dietro le palpebre chiuse la ragazza vedeva spruzzi di luce bianca esplodere improvvisamente e poi allargarsi piano come macchie d'olio: forse era quello l'aspetto del piacere.

    "Io sono Sarah Gray", disse l'altra, ma Chou la sentì appena, come da una grande distanza, e comunque aveva già dimenticato di averle fatto una domanda; "sono semplicemente la ragione per cui stasera siete qui". Ancora quella voce suadente, mi sta chiamando? Con enorme sforzo, Chou riaprì gli occhi. Fu come riemergere piano da un lungo sonno pieno di sogni, eppure la realtà non le apparve poi tanto diversa. Era ugualmente piacevole, per esempio.

    Cos'è questa meravigliosa sensazione?

    Chou abbassò lo sguardo nuovamente lucido, e constatò con sorpresa che si trattava della mano di Sarah che la accarezzava delicatamente e con inesorabile lentezza; erano i suoi slip, quelli? D'un tratto consapevole, la mente di Chou si agitò nel tentativo di capire come la ragazza fosse finita in quella situazione, ma le dita fredde di Sarah si insinuarono nel suo intimo, posandosi sulle sue labbra proprio come avrebbero fatto con la sua bocca per invitarla a non fare domande.

    "Rilassatevi, lasciatemi fare", le disse. Era quasi un invito ad assecondare la propria tentazione di credere che fosse tutto un sogno, una fantasia, e Chou non aveva niente in contrario.

    Sarah le percorse con la lingua un'immaginaria linea verticale che dal monte di Venere conduceva direttamente al clitoride, e Chou fremette; non era la sua prima volta, eppure la ragazza non aveva mai provato niente del genere. Forse perché la lingua di Sarah era innaturalmente fredda, e questo rendeva ogni suo tocco inaspettato; o forse era la decisa lentezza dei gesti della ragazza, nessuno dei quali era superfluo: ognuno conduceva al prossimo come nella precisa sequenza di una danza esotica che Chou non conosceva; oppure era quello sguardo, ipnotico eppure fuggevole, che impediva di capire cosa la splendida sconosciuta avesse in mente, quale sarebbe stata la sua prossima mossa o parola.

    Poi Sarah puntò dritta al cuore del piacere della sua prigioniera, proprio nell'istante in cui la musica finiva. Nel silenzio della stanza risuonò chiara la violenta inspirazione che fece Chou, colta di sorpresa da quel bacio gelido. Fortunatamente la canzone successiva non si fece attendere e andò a coprire i piccoli ansimi che la ragazza dai capelli blu trovò impossibile reprimere da quel momento in poi.


     
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    ~Sarah *

    Delle proprie parole, Sarah aveva quasi dimenticato la situazione in cui si trovava effettivamente in quel momento la povera Chou. Legata, impossibilitata a muoversi. Si chiese per un istante cosa avrebbe fatto se l'avesse liberata, se avesse lasciato andare il suo corpo che ora fremeva dall'essere toccata dalle mani esperte della vampira, dalla sua lingua, sfiorata, desiderata, portata al limite estremo del piacere. Come sarebbe potuto succedere diversamente? La strattonata iniziale l'aveva data con il suo bacio immortale, con quel morso che aveva sancito il fluiva armonioso dei suoi liquidi lungo le sue femminili gambe.
    Leccava, avidamente, con una lentezza che avrebbe fatto impazzire anche la persona più calma di tutto l'intero pianeta, infilando spesso la punta del suo gusto all'interno del suo piacere, esplorandone le curve, le piccole quanto uniche imperfezioni che rendevano ogni donna diversa dall'altra. Il suo sapore, così invitante che quasi la volle mordere di nuovo, e non poté trattenersi a tale richiamo, questa così piacevole voce che la stava tentando ad adempire a qualcosa che si era appena promessa di non rifare. Girò appena il viso, lasciando per un istante ciò che stava facendo, per mordere con delicatezza il suo interno coscia, quasi più di un pizzicotto che fece fluire una quantità di sangue pari ad un minuscolo rigagnolo. Le labbra si poggiarono alla sua sorgente, intingendosi nuovamente di quel rosso cremisi e purpureo che già poco prima l'aveva avvolte.
    Soddisfatta, in una nuvola rossastra si dissolse la minuscola puntura, concedendo a Sarah di guardare Chou negli occhi, alzando volto verso di lei, concedendole un sorriso di beffa, come a volerle esprimere la certa superiorità che non le era mai stata effettivamente concessa in un rapporto del genere. Un'esperienza nuova dopo mille anni, doveva ammettere che non avendo mai voluto sperimentare, che non le stava dispiacendo affatto. Dunque, da brava dominatrice quale si stava dimostrando, era giunto il momento per lei di dar sfoggio del piacere carnale che poteva regalare alla ragazza.
    Si scostò appena da sopra di lei, in modo che le gambe venissero sollevate da altre liane, cresciute su quelle che le bloccavano le spalle, per tenere salde quelle all'altezza delle ginocchia. La sua intimità venne completamente scoperta, lasciando anche ben esposto un delicato quanto invitante orifizio che prima non le era stato concesso di vedere. Furono liberate le caviglie, in modo che la vampira potesse azzardare ciò che stava per fare.
    -Vi piacerà.- esordì morbida, avvicinandosi alle sue labbra, stavolta quelle del volto, lasciando che si posassero sui suoi petali in estasi, concedendole di sentire il sapore del proprio sangue, misto a quello dei suoi umori. Su di esse passò appena la lingua, per poi ritrarsi, scendere nuovamente verso quella minuscola stanzetta umida che aveva preso di mira già tempo prima e concedersi alla sua degustazione.
    Accarezzò con le dita il suo clitoride per poi allargare parte delle sue labbra, assaporarle con la punta della lingua, stuzzicandolo con essa, fino a cingere il momento esatto in cui infilarla dentro, muoversi in lei. Un dito seguì la scia degli umori, fino ad arrivare anch'esso ad intingersi in quel liquido, muovendosi freneticamente in modo da essere completamente umido e fuggire, quasi impaurito, quasi avesse vita propria, per scendere verso l'orifizio da lei scelto, effettivamente più stretto, senza forzare niente. Il suo fu un lento inserirsi, quasi delicatamente naturale, fosse fatta la sua falange per essere incastonata da sempre lì, come un pezzo di puzzle mancante. Quei bacio che aveva concesso al suo fiorente, succoso intimo, si trasformarono il leccate voraci al suo interno. La mano libera andò a stimolare dolcemente il clitoride, disegnando su di esso cerchietti immaginari, fino a sentire la sua pelle tendersi, ammorbidirsi, il suo sangue fluire all'interno di esso.


    Si mosse in lei, in entrambi, freneticamente, movimenti voluttuosi, riuscendo distintamente a sentire i suoi respiri affannosi, i gemiti che si lasciava sfuggire, furono l'unica cosa che udì, non avrebbe accolto di sentire altro dalla sua bocca. Qualunque parola era futile in quel momento, ogni commento doveva essere lasciato al dopo.
    Le sigle si alternavano senza sosta e Sarah prolungava il suo piacere un po' per sadismo, un po' perchè voleva che quel momento avesse un termine più lungo. Non sembrava essere mai soddisfatta, neanche dopo che tutti gli umori della ragazza ebbero infradiciato il divanetto del karaoke, riempitole la bocca e le narici di quell'odore così avvolgente.
    Eccola, finalmente, quel gemito propiziatorio, quello che avrebbe fatto terminare ogni sorta di attività, la certezza che il paradiso era stato raggiunto e, come se il viaggio fosse stato estenuante e arso di pericoli, Chou chiuse i suoi occhi, lasciandosi andare ad un candido e pacato sonno. Un sorriso marcò il volto della vampira, che andò a leccarsi le labbra avidamente, sciogliendo quei rimasugli di umori che le colavano sul mento.
    Si alzò elegantemente, anche se la ragazza dai capelli cerulei non aveva la possibilità di vederla, e lasciò che le sue liane si dissolvessero, lasciandola libera di potersi muovere una volta che si sarebbe svegliata.
    Si preoccupò accuratamente di rivestirla, tirandole prima giù le gambe e poi riassestare slip e pantaloni, nel modo più esauriente che poteva. Fu abbastanza gentile da avere la previdenza di toglierle anche lo zaino da sotto la schiena, una cosa a cui non aveva pensato precedentemente, ma che poteva risolvere ora per evitarle un fastidiosissimo mal di schiena. Un po' un ultimo regalo prima di levare le tende.


    Un'altra sigla, il tempo stava passando veramente in fretta, non le era quanto più concesso di sare lì e l'ultima cosa che fece sancì un saluto abbastanza dolce da essere considerato umano. Un bacio sulla fronte, abbastanza freddo da poter essere considerato caldo.
    -Addio, Chou Aozaki. Lieta di essere stata il vostro piacere questa sera.- una voce flebile come un sussurro e un sorriso non più beffardo ma morbido le si disegnò in volto.
    S'allontanò per darle le spalle, aprire la porta del karaoke e pensare che non sarebbe più tornata in un posto del genere, mai più, neanche se la musica con la quale la stava lasciando era perdutamente e follemente bella. Sì, sentiva la gravità ed il peso di ciò che era, ma almeno Chou ne aveva in qualche modo goduto, apprezzato, seppur al suo risveglio magari avrebbe pensato che non fosse stato altro che un sogno. Quasi le dispiace, chiudendosi la porta alle proprie spalle, salutandola un'ultima volta con lo sguardo.
    Sarebbe dovuta tornare al suo albergo adesso, dedicarsi alla visione contemplativa della luna che forse quella sera sarebbe stata più grande di quella che effettivamente era. Perdersi nella sua bellezza, nella bellezza sua e del pensiero di Chou.

    "La bellezza non era il tradimento che lui aveva immaginato; era piuttosto una terra inesplorata dove si potevano commettere mille errori fatali, un paradiso selvaggio e indifferente senza nulla che indicasse la presenza del male e del bene. Nonostante tutti gli affinamenti della civiltà che cospiravano per creare l'arte, la perfezione inebriante del quartetto d'archi, e la grandiosità distesa delle tele di Fragonard, la bellezza era selvaggia. Era pericolosa e senza leggi come lo era stata la terra molti millenni prima che l'uomo avesse un solo pensiero coerente o scrivesse codici di comportamento sulle tavolette d'argilla. La bellezza era un Giardino Selvaggio."
    (Lestat)

    Edited by Xasar - 22/5/2011, 21:55
     
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    No, non avrebbe mai potuto prevedere quel che Sarah Gray stava così generosamente concedendo al suo corpo. Con dedizione, quasi, aveva esplorato la sua intimità con la lingua, la quale non aveva potuto opporsi al calore intenso che l'eccitazione di Chou aveva prodotto e ne era stata pian piano scaldata; ma proprio quando la ragazza la sentiva fondersi nei propri umori, fino a non distinguerla più dal proprio stesso corpo, quella si era spinta più a fondo dentro di lei, rivendicando il proprio potere di decisione sul piacere della sua preda. E ogni volta Chou aveva stretto i denti come per un improvviso dolore, solo che non era il dolore la causa.
    Almeno, non fino a un secondo morso.
    Stavolta la ragazza lo vide chiaramente: aveva seguito il volto di Sarah spostarsi appena per raggiungere l'interno coscia, e l'acuto dolore che avvertì subito dopo fu la conferma; l'istante successivo la sua splendida aguzzina le rivolse uno sguardo beffardo e un sorriso che metteva in evidenza i canini appuntiti e le labbra rosse di sangue. Ma a Chou non fu lasciato il tempo di alcuna reazione: Sarah si sollevò un po', dandole modo di piegare le gambe e liberare le caviglie. Gli occhi blu della ragazza si spalancarono allora per la sorpresa, mentre liane che apparivano dotate di vita propria si tendevano in un bondage semplice ma incredibilmente eccitante: Chou si trovò totalmente esposta alla volontà dell'altra, non avendo alcun controllo sui propri arti, manovrati da quelle piante stregate come quelli di un burattino. Eppure la vaga sensazione di panico che la propria situazione le provocava non faceva altro che intensificare il suo piacere ormai incontrollabile. Inebriata da quelle percezioni così forti, così ben dosate dalla vampira, Chou non poteva far altro che desiderarne di più; ma se quello era tutto un sogno non avrebbe dovuto attendere molto...

    "Vi piacerà."

    Si, lo sapeva. Sarebbe bastato poco, a quel punto, per farla godere di un piacere intenso e pieno come non ne aveva mai provato prima...
    Ma Sarah non le dette poco.
    Cominciò con un bacio, un bacio umido, freddo e caldo allo stesso tempo; sapeva di sangue, di sesso e di vita, ed ebbe l'effetto di una droga letale per ogni freno inibitore. Chou avvertì distintamente il proprio fiore aperto stillare una generosa dose di piacere liquido; non se ne vergognò, anzi: la consapevolezza di quella manifestazione tanto evidente della propria eccitazione era causa della stessa, in un circolo virtuoso mai sperimentato prima. Perciò quando la lingua di Sarah tornò ad assaporarlo, come se non volesse perdersene nemmeno una goccia, e un suo dito andava a stimolare il clitoride, la ragazza si abbandonò ad un profondo sospiro, come sofferente - e in effetti soffriva alla prospettiva di cedere, non potendo resistere oltre, e porre fine a quella dolcissima tortura.
    Ma Sarah non aveva finito, e rallentò quella repentina ascesa provocandole un nuovo, lieve dolore; Chou non aveva mai provato quella sensazione, e ci mise un istante a capire da cosa fosse provocata. Un dito era sceso dove nessun altro si era mai spinto prima, come volendo seminare piacere ovunque possibile; perché fu questo che fece, nonostante l'iniziale resistenza che Chou involontariamente oppose. Durò solo una frazione di secondo, perché subito fu chiaro che assecondandolo avrebbe provocato sensazioni che andavano a sommarsi perfettamente a quelle che ancora la lingua di Sarah le regalava a partire dal solco tra le grandi labbra. Poi Chou perse totalmente il controllo dei propri gemiti, trattenuti a stento fino a quel momento, e li lasciò riempire gli spazi tra le note della canzone che risuonava nella stanza. La ragazza dai capelli blu sentiva il suo corpo ribellarsi alla costrizione della propria staticità, ogni muscolo contrarsi e tendersi come se volesse spezzare le liane che la immobilizzavano, il cuore pomparle furiosamente il sangue nelle vene.
    Sarebbe esplosa? Se fosse successo, sarebbe stato comunque bellissimo e giusto.
    Questo pensava Chou, gridandolo nella propria testa, mentre veniva.
    Poi quell'ondata di torpore irresistibile che sempre la coglieva dopo l'orgasmo, e infine il buio.

    Epilogo

    A svegliarla furono i colpi insistenti sulla porta chiusa della saletta del karaoke. Chou aprì gli occhi controvoglia, lottando contro la luce artificiale che glieli feriva attraverso le lenti degli occhiali, e quando lo fece fu istantaneamente consapevole di dove si trovasse. Quindi scattò a sedere sul divanetto, guardandosi intorno per scoprirsi sola. Sorpresa e confusa, diresse finalmente la propria attenzione alla porta, da dietro la quale, insieme ai colpi di un pugno impaziente, proveniva la voce educata ma irritata del proprietario del locale che chiedeva di aprire la porta. Arrossendo violentemente alla prospettiva di ciò che l'uomo avrebbe visto se fosse entrato, Chou si guardò i jeans, abbottonati e al loro posto, e fu nuovamente sorpresa.

    Ho sognato tutto?, si chiese, passandosi la lingua sulle labbra in un gesto nervoso.

    No, non aveva sognato. Almeno, non tutto: un sapore inconfondibile, ancora intenso sulla sua bocca, le trasmise ogni singolo momento di quell'ora trascorsa in quella stanza. Incredula, sconvolta e imbarazzata, Chou recuperò il proprio zainetto e si decise ad aprire la porta.

    Uscendo mi lascerò alle spalle quello che è accaduto qui dentro e il dubbio su quanto di ciò che ricordo è realtà, decise prima di lasciare la stanza; ma chiunque tu sia, Sarah Gray, io non ti dimenticherò.

    E se ne andò.
     
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    And then my eyes
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    Giocata conclusa.
    Vi ringrazio di aver partecipato!
     
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