Giocata n°: 14 Genere: Yaoi Pg Asta: Tai Fujiwara

Tai Fujiwara di +Kira86+ X Michael di Misia-chan

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    Tai


    Giocata Numero: 14
    Personaggio Asta: Tai Fujiwara
    Roler del personaggio: +Kira86+
    Genere: Yaoi
    Vincitore: Michael di Misia-chan

    Offerte che sono state fatte al personaggio d'asta:

    1) Michael ha offerto una chiacchierata a cuore aperto per "aiutare" Tai perchè sente che c'è qualcosa che lo turba. -VINCITRICE-


    2) Rita Skeeter offre un'intervista.


    La scelta di Tai va verso Michael perchè vuole sapere cosa "sente", è piuttosto curioso.
    Per quanto riguarda la signorina Skeeter ha una brutta sensazione e preferisce starle alla larga.
     
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  2. Misia-chan
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    Chiesa della Santissima Trinità degli Arcangeli

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    La chiesa della Santissima Trinità degli arcangeli era una chiesa piuttosto semplice, carina ma di modeste dimensioni, come appariva all'esterno.

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    Michael

    Michael l'aveva condotto nella sua chiesa, la chiesa della Santissima Trinità degli Arcangeli.
    Era una chiesa sì, ma la sua chiesa.
    Girò le chiavi del portone principale, e l'aprì per permettere al giovane di seguirlo.
    Era indeciso se farlo accomodare all'interno dove c'erano le aule usate per il catechismo oppure restare tra i banchi davanti all'altare.
    Gli prese fin troppo amichevolmente la mano, ignorando se questo fosse d'accordo o meno.
    Attraversò la navata centrale e si mise a sedere nella seconda fila di banchi a destra accanto al muro.
    Michael prese posto silenziosamente, senza dire una parola finché non si fosse accomodato il suo ospite, lì si sentiva a suo agio nel parlare con le persone, il suo "habitat"naturale.
    Inspirò profondamente e sospirò prendendo fiato per parlare, mise compostamente le mani sul grembo giungendole e stringendo un rosario.
    Sicuramente il suo ospite non si stava sentendo molto a suo agio in un posto simile, ma in che altro posto un pretuncolo come lui lo avrebbe potuto portare? Un bar? un locale? una biblioteca? no, aveva scelto il suo terreno preferito.

    Allora dimmi, qual è il tuo peccato? liberati da questo peso...

    Michael era sicuro che ci fosse di mezzo il peccato. Quando una persona soffriva c'era sempre di mezzo il peccato o da parte propria, o da parte di altri.
    Era inevitabile, era una dura realtà ma era così, la vita era peccato e indecenza e portava a soffrire, quindi la vita stessa era sofferenza.
    Come poteva alleviare le pene di quel giovane?
    Perché quegli occhi neri come la pece lo facevano sentire come se fossero adombrati da una profonda coltre di marcio?
    Gli sembravano anche dolci a primo in patto, ma una dolcezza velata e lontana.
    Michael desiderava ardentemente avvicinare i giovani a Dio, ma non c'era modo, ciechi, sordi, testardi non riuscivano mai a sentirlo bussare.
    Lui cosa poteva fare? era una lotta continua contro di lui.
    Forse Tai avrebbe pensato che fosse completamente pazzo, uno di quei bigotti convinti dell'assoluta verità qual'era la Bibbia, Michael non era esattamente così, anche se era piuttosto testardo a cercare di far valere le sue teorie.
    Probabilmente esordire con "dimmi qual è il tuo peccato" non era una mossa molto azzeccata; forse avrebbe pensato male di lui o l'avrebbe presa come un offesa, ma chi è senza peccato? si sentì per un istante, un po' come quei maghi truffatori che dicevano di vedere o sentire le presenza dei defunti, bastava dire frasi fatte, cose semplici che tutti potevano aver vissuto, e il gioco era fatto.
    Era semplicemente degno di lui: il falso santo.
     
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    Tai


    Si era domandato più volte perchè avesse accettato tutto quello, dall'asta in se e per se, all'offerta di quello strano tizio che sembrava un prete, o un ragazzino che giocava ad essere un timorato di Dio.
    Non sapeva quanti anni avesse, ma dall'alto del suo metro e ottanta ne aveva si e no una ventina circa, probabilmente a causa del corpo minuto e del viso molto giovane, tanto da definirlo "angelico" per usare un eufemismo.
    Aveva detto a Mihael che aveva da fare quel pomeriggio, e il suo diavoletto doveva lavorare, quindi aveva qualche ora a disposizione, e anche se non gli piaceva mentirgli era stato necessario, o non l'avrebbe mai mollato.
    Era arrivato con la macchina in un posto decisamente caratteristico, quella chiesetta sembrava uno scenario di un paesello fuori dal mondo, o meglio ancora, sfondo per un film horror.
    Chiuse lo sportello con un colpo abbastanza forte, guardandosi intorno, non percepiva niente di particolare, sembrava tutto immobile.
    Si avvicinò all'entrata, solo il vento a far frusciare appena le fronde degli alberi, era tanto preso dal guardarsi intorno che non si era neanche accorto dell'arrivo del prete, o qualunque cosa fosse.
    Lo guardò dall'alto, sorridendogli, non avendo neanche il tempo di dire ciao/buongiorno/buon compleanno/buon natale che era stato trascinato dentro quella chiesetta e portato alla seconda fila di banchi, non gli piacevano molto le chiese, troppa eco e non si poteva parlare tranquillamente.
    Sollevò il viso per osservare i semplici architravi, niente di così complesso, ma avrebbe continuato a guardare se non gli fosse arrivata quella domanda alle orecchie, che subito gli fece portare gli occhi sul prete.
    Gli uscì una piccola risata dalla gola, e nonostante fosse stata molto bassa, riecheggiò lo stesso nell'ambiente spoglio.

    "Credevo che la confessione fosse una cosa che dovesse nascere spontanea, dal cuore..."

    Così almeno lui sapeva, i fedeli non venivano trascinati dentro la chiesa e in qualche modo costretti a parlare.
    Comunque gli sorrise, uno di quei sorrisi dolci che faceva a tutti, anche se il discorso toccava tasti dolenti.

    "Vuoi parlare di peccati? Benissimo... parliamo dei peccati di dio, dei suoi errori, non gli ho chiesto io di essere quello che sono, quindi cosa mai dovrei confessare a te, a lui, quando dio per primo fa errori e non deve confessarsi o rendere conto a qualcuno di ciò che fa?"

    E adesso come se ne usciva il caro prete che voleva mondarlo dai peccati?
     
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  4. Misia-chan
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    Michael

    Il sorriso di Michael sparì nel medesimo istante in cui senti le parole peccati e dio insieme.
    Dio non aveva peccati! Gli si dipinse una smorfia sulle labbra e i suoi occhi si rattristirono.
    Proprio come aveva sospettato, un ragazzo corroso dall'odio moderno verso Dio.
    Quell'ateismo tanto figo e tanto divertente da mostrare e ostentare.
    sospirò cercando di mantenere la calma, Michael era un ragazzo piuttosto irrequieto quando si parlava di quel genere di argomenti.
    Si oscurò in viso e appoggiò il mento sulla mano, coprendosi in parte la bocca, pensando mentre l'altro parlava a come rispondergli, non era facile dare una risposta a quelle domande.
    Era proprio come un campo minato, un passo falso e perdevi un arto, perdere punti in quell'ambito significava perdere un possibile fedele...

    Non sono qui per offrirti il sacramento della confessione, se lo desideri io sono qui a tua disposizione se ti interessa purificarti e ascendere al paradiso. Ognuno è libero di fare della propria aniam ciò che vuole, Dio ci ha resi liberi.

    Si fece velocemente il segno della croce poi continuò dopo la piccola pausa.

    A dire il vero siamo qui per parlare di te, e di quello che ti tormenta, ma tuttavia risponderò alle tue domande.
    Se è così che sei stato creato da Dio un motivo ci sarà, non parlare di errori quando citi il suo disegno divino.
    Lui sa qual è il tuo scopo sulla terra, ma è compito tuo scoprire quale, qual è il senso della tua vita? tutto ha un senso bisogna solo scorgerlo.
    E non chiamare "errori di dio" il seme di Satana piantato fin dall'alba dei tempi in ognuno di noi.
    Questo seme può sorgere e dare i suoi frutti nefasti e putrescenti in ogni momento, noi dobbiamo lottare perché ciò non avvenga.
    La vita è un campo di battaglia nel quale bisogna sapersi ben destreggiare o si rischia di perire miseramente, la Bibbia non è altro che un manuale con tutte le istruzioni per vivere nel miglior dei modi e poter un giorno salire al cielo come Santi.
    Tutti possiamo essere angeli, bisogna solo volerlo...


    Molto spesso, fin troppo spesso le persone attribuivano a Dio i mali dell'Avversario e ogni volta che accadeva questo essere infame e blasfemo godeva delle sue piccole vittorie in ognuno di noi.
    Ogni nostra più piccola disperazione, ogni lacrima, ogni dolore e sofferenza è fonte della sua gioia, perché dunque permettergli di godere di noi?
     
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    Tai



    Lo guardava sempre sorridendo, sembrava davvero convinto di quello che diceva, e a dire il vero avrebbe gradito una sigaretta, ma si poteva fumare in chiesa? Qualcosa lo vietava?

    "Non mi fraintendere, io non accuso dio di essere la causa dei mali del mondo...ci ha dato il libero arbitrio, per come la penso io è l'uomo che sceglie se seguire il bene o il male, con tutte le sue conseguenze, i pro e i contro, ma è di altro che lo accuso..."

    Prese il pacchetto di sigarette da dieci che aveva in tasca, rigirandosi la sigaretta spenta tra le dita senza intenzione di accenderla, solo per poterci giocare, fissarla mentre rotolava tra un dito e l'altro.

    "... perchè io non ho potuto scegliere? A me il libero arbitrio non è stato dato... che dio abbia un piano o meno a me non importa! Io non ho potuto scegliere di essere quello che sono, così come molti altri non hanno potuto... perchè? Cos'abbiamo noi di diverso dagli altri? Perchè non posso essere un normale uomo della mia età? Sono costretto a subire i sentimenti altrui che mi fanno impazzire... perchè dio mi ha fatto questo?"

    Fermò la sigaretta che aveva tra le dita e sollevò lo sguardo sul prete, un sorriso triste a stendergli le labbra sottili, un ciuffetto di capelli neri a cadergli appena sugli occhi.

    "Tu hai scelto di essere un ministro di dio, hai sentito la chiamata e l'hai accettata, ma a me non è stato chiesto se lo volevo! Non ricominciare con la solfa del progetto divino, perchè se è vero che dio ha già un piano per tutti noi, allora il libero arbitrio è una bugia"

    La possibilità di scegliere era una mera illusione se tutto era già stato scritto, no?
    L'illusione del controllo, niente di più.
     
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  6. Misia-chan
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    Michael

    Dio ci ha dato la possibilità di scegliere, di fare bene o di fare male, noi possiamo scegliere quale delle due vie possiamo seguire.
    Ovviamente in entrambi i casi ci sono infinite possibilità che si diramano da una scelta positiva o negativa.
    Dio ha costruito per noi la strada, il giusto cammino da seguire, il diavolo ci ha proposto il bivio, la strada magari più facile o all'apparenza più corta, ognuno è libero di fare della propria vita ciò che vuole ma Dio sa,qual è la strada ottimale per ognuno di noi.
    Se è la perfezione che si sta cercando, la si può ottenere solo con la strada donataci da Dio.
    Tu hai sicuramente della grandi potenzialità che Dio vede e già conosce ma di cui tu non riesci ad accorgertene.
    Tu mi poni una domanda molto difficile "perché sono così invece che colà?"semplicemente perché tu sei te stesso, tu sei questo è la tua identità e devi imparare ad apprezzarti per quello che sei, nel bene e nel male.
    Sentire i sentimenti altrui... posso solo immaginare che grande peso esso sia, ma è qualcosa che puoi far fruttare.
    Per esempio? puoi far del bene e far stare bene le persone, sapendo di cosa abbiano bisogno.
    Puoi aiutarle enormemente, oppure...puoi utilizzare la cosa a tuo vantaggio per fare su dei soldi, o truffare...sta a te la scelta di come usare questo dono.
    Devi farlo tuo, possederlo completamente,dominarlo! non puoi farti sottomettere dallo sconforto di avere un peso, perché come molto spesso accade è sia un pregio che un difetto.
    Usalo, perché è parte di te, non temerlo... anche a me a volte piacerebbe capire cosa passi per la mente della gente e aiutarla...solo così...solo così potrei vederlo...


    Era vero che Dio aveva un disegno per tutti noi, ma stava a noi scegliere di intraprenderlo o meno, di seguire la retta via.
    Michael sospirò, sicuramente non l'avrebbe capito, o si era spiegato male così infervorato da quel discorso.
    Non era la prima volta dopotutto che aveva una discussione con un giovane riguardante "Dio" e le colpe che secondo loro aveva.
    Ognuno di loro poi poteva dare una libera interpretazione della Bibbia, era così che si erano formate le eresie e tra queste alcune religioni tutt'ora vive e vegete.
    Era diventato così complicato spargere la parola di Dio.

    Io... ho scelto di diventare ministro di Dio per poter bearmi della sua luce quando resusciterò, voglio bearmi nella sua luce abbacinante e sentire tutto il suo amore,attorno a me e dentro di me, nel mio spirito...io amo Dio è per questo che sono diventato sacerdote

    Ancora una volta parlò senza pensare,il suo lato egoistico e superbo si fece avanti, lui voleva entrare nella pure e divina luce di Dio, forse addirittura un giorno sarebbe voluto sedere alla destra del padre al posto di... no!
    Cosa diavolo stava pensando!? era una cosa talmente blasfema! si stupì di sé stesso e dei suoi pensieri immondi e impuri,doveva ancora una volta fare penitenza.

    Scusami...io talvolta parlo troppo e devo averti annoiato...se non ti dispiace, mi piacerebbe aiutarti in qualcosa di più terreno e materiale se vuoi

    Michael notò la sigaretta tra le mani di Tai, era da un po' che ci stava giocando.
    alzò un sopracciglio e con fare di superiorità giela prese dalle mani per stritolarla tra le sue e distruggere la sigaretta.
    Michael fece una faccia piuttosto severa e dura, di marmo.
    Solo negli occhi gli si leggeva una parola che compariva nella mente: suicidio.
     
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    Tai


    Non stava dicendo cose completamente sbagliate, per Tai poi, bene e male erano cose all'ordine del giorno, sentiva tutto e riusciva a distinguere cosa fosse giusto e cosa sbagliato, anche per il semplice fatto di sentirle sulla propria pelle.
    Su quel prete ancora non aveva sensazioni perchè non si era scoperto più di tanto, ma quello sprazzo lo sentì, giù in fondo al cuore, un qualcosa che non sapeva definire, eppure c'era, quel ragazzo non era certo così pio.
    La sensazione fu più forte quando gli prese la sigaretta dalle mani, preso in pieno... odiava quando succedeva, dal niente assoluto a quella specie di pugno allo stomaco.
    Si lasciò andare con la schiena contro la panca, sollevando il viso e chiudendo gli occhi.

    "Cos'è che sento... padre? Cos'hai in fondo al cuore? Ohh, io lo so cos'è... è superbia... la voglia di ottenere qualcosa più di qualsiasi altra, quasi come se ti spettasse di diritto. E ancora cosa sento? Rabbia... davvero una cosa potente..."

    Aprì gli occhi e si abbassò, mettendo un dito sotto il mento del prete per fargli sollevare il viso ed avere gli occhi nei suoi.

    "Superbia ed ira non sono due dei sette vizi capitali padre? Parli di aiutare me quando non riesci ad aiutare neanche te stesso, a dominarti... aspiri al paradiso come se ti fosse dovuto, ma niente ci è dovuto, neanche quello"

    Un piccolo ghigno gli affiorò sul viso mentre gli occhi quasi si assottigliavano.

    "Lo credi ancora un dono... padre? Non puoi nasconderti da me, ogni sensazione o emozione che provi io la sento, non hai barriere, non hai intimità con te stesso, credi che la gente apprezzi questa cosa anche se vuoi aiutarla? ... ... ... non è così! E' una cosa che spaventa e infastidisce"

    E Tai lo sapeva bene.
    Lasciò scivolare via il dito dal suo mento, tirandosi su con una mano sugli occhi.
    Uscì dal lato più vicino dalla panca cominciando a fare avanti e indietro nel corridoio, il clack delle scarpe che faceva eco sul marmo lucido della chiesetta.

    "Io... chiedo scusa, davvero non volevo essere irrispettoso o apparire cattivo, ma quando sento certe cose mi influenzano... perdonami"

    Si voltò a guardarlo e gli fece un sorriso dolce, come i primi, nettamente in contrasto con il ghigno di qualche secondo prima, gli occhi tristi perchè non poteva prescindere da quello che era, tutte le emozioni gli si ripercuotevano contro se erano abbastanza forti.

    "Come mi aiuteresti?"

    Meglio tornare all'argomento principale, anche se dubitava che potesse davvero aiutarlo, magari un esorcismo...
     
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  8. Misia-chan
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    Michael

    Michael lo guardò sbigottito senza riuscire a ribattere, guardò Tai e i suoi occhi chiusi mentre leggeva nel suo cuore e nella sua mente.
    Rimase completamente stupito, sapeva esattamente cosa si celasse nel suo cuore, la sua superbia.
    Sgranò gli occhi fissandolo sconvolto, per una serie di coincidenze gli stava ripetendo alcune parole dette da Lucifer.
    Anche lui lo chiamava "padre" non quel tono falso, anche lui gli ricordava spesso quanto fosse superbo, iracondo e perfino lussurioso.

    Non è vero! non è superbia!

    Esclamò lì per lì arrabbiato, iniziò subito ad accaldarsi.

    "Bugiardo!"

    Gli disse una vocina in fondo all'anima, sapeva perfettamente di stare mentendo.

    ...

    Fissò quegli occhi profondi e scuri, li fissò con molta intensità arrossendo vistosamente per l'estrema vicinanza.
    Sentì un tuffo al cuore trovando quella posizione piuttosto eccitante, degluttì e ricacciò dentro di sé quel pensiero perverso, era un po' come l'effetto che gli faceva Lucifer.

    Io non la considero superbia... che male c'è a desiderare di essere amati? che male c'è ad amare Dio? è forse peccato amare e lasciarsi amare? lui ama tutti noi...perché io no...

    disse con una vocina esile e sottile, la voce quasi di un bimbo capriccioso, voleva stare a tutti i costi ancora in braccio al padre e ricevere il suo affetto.

    I sette vizi capitali... tutti ne siamo soggetti, ma siamo esseri umani e possiamo aiutarci a vicenda! E'questa la nostra forza!

    "Bugiardo! lo stai facendo solo per ascendere al paradiso! A te non te ne frega un cazzo degli altri!"

    Mise a tacere il lato oscuro di sé quello che gli sussurrava e pronunciava cose malsane per la sua mente e la sua anima.

    E' vero, è brutto, ma forse... forse puoi cercare di arginare questo potere.
    Potresti provare a concentrarti su un immagine, intensamente in modo da emarginare i pensieri o le sensazioni che provi, in modo da esternarti da questo fenomeno...immagina un muro di mattoni, o un coniglio o un albero oppure ancora ripetiti a mente una filastrocca o una canzone


    Non sapeva cos'altro dirgli, forse poteva aiutarlo forse no.
    Probabilmente avrebbe dovuto concentrarsi sul'origine di quel suo problema, invece che tergiversare su questioni di chiesa, in fondo era lì per lui.
    Chissà forse avrebbe anche potuto prenotare alcuni libri di demonologia o angelologia, capaci magari di chiarire l'origine del potere di Tai e magari di curarlo.
    Forse, con l'aiuto di un angelo avrebbero potuto purificarlo da una maledizione se così fosse stata, ma non aveva abbastanza elementi per fare un'analisi più approfondita.



     
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    Tai

    Scosse appena la testa, un po per tutto e un po per niente, sorridendo di nuovo al ragazzo, tornando a sedersi davanti a lui.
    Aveva avuto un attimo di smarrimento nel sentire qualche altro suo sentimento, curioso davvero, ma non sempre si è consapevoli di ciò che si prova realmente.
    GLi prese dolcemente le mani e le strinse tra le proprie, senza smettere di sorridere.

    "Non è superbia l'amore in sè, il voler essere amato o amare con tutto te stesso, la superbia sta nel credere di meritarlo quell'amore, che sia dovuto, così come il paradiso. Credi che per te i cancelli siano aperti solo perchè sei sacerdote? Tu sarai il primo a dover dimostrare di essere meritevole, non pretendendolo, ma essendo semplicemente te stesso"

    Sollevò un angolo della bocca in un piccolo sorriso, era così giovane quel ragazzo, probabilmente aveva scelto la via sbagliata per amare dio.

    "Io non posso mentire su quello che sento, e non c'è modo di arginarlo... i sentimenti sono una cosa potente, tu puoi anche pensare che io sbagli, ma è il tuo cuore a gridare determinate cose, e se sai ascoltare bene... ne sussurra altre..."

    Ridacchiò divertito, non voleva prendersi gioco di lui, in verità quello che aveva sentito era stato più di un sussurro, ma era meglio non sottolinearlo.

    "Hai un bel po di confusione dentro di te, soprattutto per certe cose... quel pizzico di eccitazione per esempio... ho sentito anche quello"

    Ridacchiò ancora, sacerdote o no era molto giovane, avere certe pulsioni era normale.

    "Sai in cosa sbagli secondo me? Sbagli nel credere che per amare dio tu debba essere un suo ministro... amare dio significa anche godere della vita che ti ha dato, viverla, sbagliare, fare del bene, e perchè no, appagare anche il piacere fisico... se dio ti ha dato delle pulsioni è perchè vuole che tu le abbia, no? Sei ancora molto giovane, tutto dovresti fare, tranne star qui ad officiare messa e reprimere quello che senti dentro di te, dio non ti amerà di meno perchè segui l'istinto che lui stesso ti ha dato"

    Ma chi era il prete li? Michael o lui? Bah, le parti sembravano essersi invertite, ma determinate cose doveva dirgliele, prima di tutto perchè era il suo pensiero, e seconda cosa perchè poteva anche essergli utile.

    "Non credo ci sia una cura per il mio dono... non posso ignorare quello che sento, è come se i sentimenti altrui fossero i miei... non voglio che tu abbia paura di ciò che ti dico, prendilo come un regalo, così sai cosa prova davvero il tuo cuore senza le interferenze del cervello con la sua logica"

    Sollevò una sua mano e se la portò alle labbra per baciarne il dorso, sorridendogli ancora una volta.
    Si lamentava di quello che era, ma se poteva aiutare qualcuno non si tirava di certo indietro, era nel suo carattere.
     
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  10. Misia-chan
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    Michael

    Michael posò i suoi occhi verdi su quelli di Tai, non era un ragazzo cattivo, violento o altro, portava solo con sé la verità, una verità pura e candida anche se talvolta lacerante come una lama.
    Gli occhi gli si illuminarono, alla luce dei finti candelabri, una luce asettica e innaturale, fredda, non come quella calda e avvolgente delle vere candele.
    Non erano fiammelle che danzavano, ma rimanevano ferme, fisse e immutabili, senz'anima.
    Invece gli occhi di Tai stonavano in quell'ambiente, sembrava così vero, così reale.
    Provava una forte ammirazione nei suoi confronti, per il suo modo di fare così deciso e così sicuro, così vero.
    Sembrava un angelo venuto dal cielo per lui, se quell'incontro fosse stato deciso dal destino? oppure no? Tai avrebbe potuto rifiutare la sua offerta all'asta, invece no, l'aveva accettata, anche se forse, solo per curiosità, eppure gli era stato utile, aveva imparato moltissime cose da quella bella e anche breve esperienza.

    Sarò sincero.
    Seguire la fede e essere il mastino di Dio mi faceva davvero credere di poter essere beato.
    Ma oltre a te anche un'altra persona...mi ha fatto un po' riflettere...


    Cosa sbagliava?
    Che Tai fosse venuto lì non per venire aiutato ma per aiutare?
    Aveva le risposte ai suoi problemi e non viceversa?
    Forse Dio l'aveva guidato, dando una piccola spinta verso di lui.
    Lo guardò ancor più sorpreso, come gli occhi di un bambino che guardavano i fuochi d'artificio in un cielo blu, o lo spettacolo dei giocolieri.
    Dio gli aveva donato quella vita, quelle emozioni per viverle, non per reprimerle...secondo Tai.
    E se avesse sbagliato tutto, fin dal principio?
    Quante volte aveva pianto lacrime amare per aver violato il voto di castità con quel demone? e per frenato i suoi impulsi?

    "Fallo, fallo! abbandonati al piacere, cedi al peccato e alla tentazione della carne, sai che a lui non puoi resistere, non puoi resistere né ai suoi occhi né al suo tocco sulla tua pelle! Arrenditi! il peccato è insito nell'uomo fin dall'alba dei tempi.
    Dio ti ha donato la vita e ti ha permesso di scegliere tra una vita idilliaca e senza problemi, paradisiaca, ed invece la libertà di scegliere e di peccare come e quanto più ti piace!
    L'Eden o la mela? cosa scegli figlio di Adamo? "


    Michael sentì quella voce nella testa come un urlo, faceva male e annebbiava ogni pensiero.
    No, non c'era intimità nella sua vita, ormai più non sapeva cosa significasse vivere per sé stessi.
    Si ritrovò infine ad aprire gli occhi ancora una volta, fermandosi la testa con le mani, si sentiva impazzire quando quella cosa gli parlava in quel modo.
    Era la parte peccatrice e oscura della sua anima e senza volerlo aveva germinato un male più oscuro.

    "L'anticristo! no! io non sono l'anticristo! no! io non lo sono! non voglio! Non voglio esserlo, assolutamente!"

    Cercò di calmarsi e fintanto che quella cosa non parlava poteva tornare alla sua vita normale.

    I-io Tai...non so se sia giusto cedere a quello che è sempre stato definito peccato.
    Disse tremando, ogni volta era uno shock e un po' lo spaventava, gli diceva a volte cose vere, ma molto più spesso crudeli.

    Io... non dovrei essere quello che sono... io...per dire la verità ho già infranto il voto di castità e non merito di essere più chiamato prete...anche se continuo a usare queste vesti

    Disse ancora una volta facendogli lui una piccola confessione.
    Allargò le braccia con un sorriso amaro.
    Qualunque cosa pensasse finiva per ritrovarsi difronte ai suoi peccati.

    A me piace leggere i passi della Bibbia. Mi piace dire messa. Mi piace confessarmi e sentirmi libero dal peccato, mi piace ma...che sia un miraggio quello che sto inseguendo? che sia solo un ombra di luce di cui mi sono innamorato!? perché io amo Dio! io voglio che mi noti! che mi ami!

    Michael si ritrovò un'ennesima volta davanti al suo dramma, piangendo, asciugandosi quelle lacrime che avevano bagnato il suo viso così spesso per gli stessi motivi.

    Mi dispiace! non volevo piangere davanti a te!

    Si asciugò gli occhi con la manica della veste, che cos'era Michael? cos'era diventato? era un ragazzo? era un prete? era un peccatore un santo? un demonio? Ciò che più lo spaventava non era più Lucifer, ma aver perso la propria identità a cui si era ancorato con tutto sé stesso.
    Alla maschera a cui si era ancorato così forza per non barcollare lungo quella via impervia.
    Era molto difficile per lui lasciarsi andare ai propri istinti con tutta tranquillità, con tutte le nozioni di teologia e simili.
    Era ancora troppo ancorato a quelle certezze e quelle regole ferree e imprescindibili, così era e così doveva rimanere affinché potesse vivere serenamente.
    Sopratutto non viveva la sua sessualità in tutta tranquillità ed era sintomo di sofferenza per lui, perciò si trovava a metà tra il desiderare la santità e il peccato, odiando e amando entrambi allo stesso modo.
    Si sentiva impazzire, gli stava scoppiando la testa, non avrebbe mai immaginato che una semplicissima chiacchierata gli avrebbe prodotto quell'effetto.
    Michael lo osservò, mentre gli prendeva la mano e la baciava, sembrava uno di quei gesti mafiosi, ma le labbra posate sulle sue mani fredde e bianche lo fecero sussultare.
    Un gesto delicato e tenero, dolce quasi, affettuoso, un gesto che non aveva mai ricevuto spesso.
    Arrossì un poco e sentì di nuovo un brivido diramarsi caldo nel basso ventre.
    Cos'era quella...? eccitazione? Emise un flebile sospiro, di solo fiato e null'altro.

    Scusami...io...io devo andare... c'è qualcuno che mi sta aspettando e...mi fa male la testa, devo proprio andare...forse un giorno ci rivederemo e mi farà molto piacere risentirti...

    Con le guance ancora rosse per l'imbarazzo e aver parlato con il tono di chi ha la febbre, si portò una mano alla testa cercando di far passare il dolore mentre si alzava, quando si era agitato poco prima, quando aveva avuto quella piccola crisi dove quello gli aveva parlato nella testa, aveva sudato freddo oltre che per aver pianto in seguito.
    Si alzò dalla panca per andare via e infine a riposarsi.
     
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    Extraterrestre, portami via... voglio una CICCI che sia tutta mia!!!!

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    Cosa diavolo era stata quella sensazione?
    Pessima sensazione, brutta davvero, tanto che fu costretto a sollevare il viso per guardarsi intorno, come se ci fosse qualcuno che stava sovrastando entrambi, era una cosa davvero terrificante, ma forse era meglio non dire quelle cose al ragazzo.
    Ascoltò la fine di quel discorso, leggendo nei suoi occhi e nel suo cuore l'indecisione e l'insicurezza, oltre che la più totale confusione, si vedeva che non sapeva più a cosa appigliarsi.
    Ridacchiò per quel pizzico di eccitazione che aveva sentito di nuovo, e che avesse infranto il voto di castità poco gli importava, non gli conveniva diventare prete protestante?
    Beh, era pur sempre una sua scelta e non aveva il diritto di metterci bocca, anche se quella sensazione l'aveva scosso più di quanto volesse ammettere, non era normale sentire simili cose in una chiesa.
    Si limitò ad annuire quando gli disse che doveva andare via, alzandosi insieme a lui, vedendolo scomparire oltre una porta.
    Sospirò ed uscì dai banchi per poter ritornare alla macchina, controllò l'orologio al polso, Mihael sarebbe uscito dal lavoro da li a una mezz'ora.
    Entrò in macchina e recuperò la valigetta, cercandovi dentro un block note piuttosto grande, insieme ad una penna.
    Ci mise una decina di minuti a scrivere tutto, in modo da essere chiaro e non ripetersi, quindi scese dalla macchina e tornò nella chiesa, lasciando scivolare il foglio piegato in quattro sotto la porta della sagrestia, con al centro il nome Michael, a figurare in bella calligrafia.
    Si voltò lasciando oscillare i lunghi capelli neri, andando direttamente in macchina, ingranando la marcia per sgommare via di li e non tornarci mai più, non voltandosi indietro.
    Il biglietto diceva pressappoco questo...

    Michael, l'essere te stesso non ti farà apparire meno meritevole davanti a dio, spero che questo tu lo sappia, altrimenti saremmo tutti destinati all'inferno e dubito che ci siano tanti posti a disposizione.
    Una cosa che ho sempre trovato affascinante nella religione è la redenzione, se ti penti puoi comunque aspirare al paradiso, ma non ti concentrare solo su quello che verrà dopo la morte... preoccupati piuttosto anche di quello che fai in vita, crucciarti non ti servirà a niente, sei giovane, dovresti goderti la vita.
    Perdonami se sarò ripetitivo, ma ancora una volta ti dico che per fare cose come leggere la bibbia o amare dio, non hai bisogno di essere un suo ministro, puoi benissimo amarlo, seguirlo e lodarlo anche se resti te stesso, se cedi agli impulsi.
    C'è una cosa che tu interpreti in modo sbagliato... dio ha detto "amate e moltiplicatevi", non ha mai detto "i miei ministri siano casti e puri", o sbaglio? Non è scritto da nessuna parte questo, eppure è una brutta usanza.
    Si dice: Ama ragazzo, e se ti dicono che amare è peccato, ama il peccato e sarai innocente.
    Trattenendoti non fai altro che torturarti e venire meno alla stessa natura che dio ti ha dato.
    Scusa, ho parlato anche troppo, ma c'è un'ultima e importante cosa che ho da dirti.
    Ho avuto una stranissima percezione, non so esattamente cosa fosse, ma non mi è piaciuta per niente, tieni gli occhi aperti Michael, e buona fortuna.

    Tai.

     
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    And then my eyes
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    Giocata conclusa.
    Vi ringrazio di aver partecipato!
     
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