Giocata n. 18, Gen.: Yaoi, Pg in asta: Andreas Monroe

Andreas Monroe x Isabella Pastrone

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. †Madame†
        +1   -1
     
    .

    User deleted




    Giocata Numero: 18
    Personaggio Asta: Andreas Monroe
    Roler del personaggio: †Madame†
    Genere: Yaoi
    Vincitore: Isabella Pastrone di Simdaka

    Offerte che sono state fatte al personaggio d'asta:
    Un provino per una parte nel film di Isabella

    Offerte alla roler: Un cammeo nella role Lucas x Isabella

    Motivazioni della mia scelta: Oltre al fatto che sia stata l'unica scelta, l'ho trovata particolarmente appetibile sia per il mio personaggio, che per me in quanto roler.
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    4,047
    Bidobbidi
    +278

    Status
    Dead

    Shaolin

    Gli studi della Shaolin Productions si trovano a Santa Monica, Los Angeles. Modesti e funzionali, hanno tutto ciò che occorre per la preparazione, la lavorazione e la post-produzione dei film prodotti dalla casa.




    ISABELLA - Post #1

    Isabella
    Non era stato facile far comprendere a Clay Rivera, il produttore, la dinamica con cui era entrata in contatto con Andreas Monroe, e in effetti Isabella faceva fatica a pronunciare le parole "l'ho vinto all'asta" e crederci lei stessa. Eppure era proprio così che era andata, era inutile che tutti facessero quelle facce allibite. L'unico a cui tutta quanta la faccenda era sembrata nient'altro che divertente era stato Jinzaburo Miura, l'eccentrico regista nippoamericano che l'aveva convinta ad entrare nella casa d'aste quel giorno. Mattia, lo sceneggiatore con cui lavorava da una vita e che aveva scritto quello che sarebbe divenuto il loro primo film degno di questo nome, era rimasto un attimo interdetto ma si era dimostrato stranamente bendisposto nei confronti del giovane attore biondo. Molto più che nei confronti di Lucas Steiner, poco ma sicuro. E ora era arrivato il fatidico momento in cui Isabella avrebbe scoperto se il suo gesto avventato si sarebbe rivelato un imbarazzante buco nell'acqua o una geniale intuizione.

    I corridoi degli studi Shaolin risuonavano di passi e voci, tanta era l'attività di quel giorno; i due progetti in corso d'opera al momento nella casa di produzione, il docu-film di Miura e il film di Isabella e Mattia, erano entrambi in una fase fondamentale e delicata, e questo era evidente dalla fretta con cui la gente entrava e usciva da un'ufficio all'altro. Nello specifico, Isabella stava ultimando il casting. Quello di Monroe sarebbe stato, se tutto andava bene, l'ultimo provino, poi i contratti sarebbero stati stilati e proposti agli agenti degli attori. Isabella era nervosa come se dovesse essere lei a sostenere un esame, e in un certo senso era proprio così: dopo il violento scontro d'opinioni con Mattia a proposito del ruolo da affidare a Lucas Steiner, la donna sperava con tutta sé stessa che le cose andassero lisce d'ora in avanti. Fortunatamente, Mattia era sembrato quasi sollevato dall'entrata in scena di Andreas Monroe, che -Isabella ipotizzava fosse quello il pensiero del suo partner- toglieva centralità a Steiner all'interno del film. Era una sorta di compromesso, quindi, Isabella ne era stata consapevole quando all'asta si era alzata per fare la sua offerta. Restava solo da vedere se Andreas si sarebbe rivelato adatto a quel ruolo bizzarro, e se sarebbe stato compatibile con Lucas...

    Per tutte queste ragioni, Isabella giocherellava nervosamente con una ciocca di capelli bruni mentre aspettava nella saletta adibita ai provini che arrivasse Monroe. Come ogni volta, era seduta tra Clay Rivera, il produttore, e Mattia Santori, lo sceneggiatore, ma stavolta c'era un silenzio teso e vagamente imbarazzato. La Shaolin doveva ancora abituarsi ai colpi di testa di Isabella, che potevano sembrare i capricci di una regista troppo sicura di sé, ma che invece erano semplici atti d'amore nei confronti dell'idea che Isabella aveva in testa e della sceneggiatura che Mattia ne aveva tratto.
     
    Top
    .
  3. †Madame†
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Andreas - Post #1

    Sei sicuro di volerlo fare, ciccio?
    Non lo degnò di uno sguardo.
    Sulle lenti a specchio di una delle sue INNUMEREVOLI paia di occhiali da sole Rayban, solo il paesaggio si muoveva, cambiando in continuazione al ritmo esasperatamente lento dell'auto su cui viaggiavano. Una palma, un palo del telefono, qualche sporadico cartellone pubblicitario (riguardante molto spesso creme abbronzanti e bibite gassate), un paio di volte qualche aquilone, microscopico e solitario nel cielo terso della California.
    Teneva il volto poggiato su una mano, il gomito ben piantato sulla maniglia dello sportello, e sembrava fissare quel paesaggio da "90210" o "O.C." come se fosse stata la cosa più banale del mondo.
    In fondo, un pò lo era.
    Mancava di quel glamour, di quella patina di raffinatezza ed esclusività, che Andreas aveva sempre intravisto in vecchi film in bianco e nero, come "Sunset Boulevard", e solo una volta in pellicole contemporanee, come "Black Dhalia".
    Ma vista così, alla luce del sole, attraverso le lenti disilluse di una stellina nascente dello "show biz", tutto appariva così dannatamente...volgare.
    Volgari le palme, prive della benchè minima grazia scenica mentre ondeggiavano nella brezza.
    Volgare la gente, coi suoi costumini a poco prezzo che poco o nulla lasciavano all'immaginazione, e i cani microscopici che ogni tanto sbucavano fuori dai borsoni da mare come orridi manici d'ombrelli.
    Volgare Cyril, il suo agente, che dopo anni si ostinava a chiamarlo "ciccio".
    Sospirò. Il fatto che tirasse fuori quel nomignolo ODIOSO solo quando si sentiva il pepe al culo per qualcosa non giustificava il fatto che fosse un completo idiota.
    Purtroppo, un idiota con agganci. Quel genere di idiota che non puoi fare a meno di seguire, perchè, come molti prima di lui, incappa in occasioni d'oro per il suo assistito (Andreas, appunto) più di quanto faccia un agente più scrupoloso e attento.
    Dumb luck, la chiamavano.
    Avvertendo la presenza sudata e unticcia di Cyril dietro di sè, Andres pensò che mai definizione potesse essere più azzeccata.
    Sospirò di nuovo, e col tono più naturale del mondo disse:
    Chiamami ancora "ciccio" e ti strappo la lingua.
    Da lì, calò il silenzio, almeno finchè l'auto non ebbe varcato i cancelli della "Shaolin Productions".
    In fondo, Andreas non aveva niente da discutere. Nè con Cyril Cobourn, nè con sè stesso.
    Aldilà dell'asta, l'idea del provino l'aveva elettrizzato già da subito. Certo, si rendeva perfettamente conto che, per uno come lui, praticamente nato e cresciuto sulle note smielate e i dialoghi dozzinali di "Heartbit Shore" (la serie che lo aveva lanciato, e tutt'ora lo teneva sulla cresta di una misera onda d'ormoni), fare il "grande passo" verso il cinema poteva significare il successo, quanto la rovina.
    Ma, mentre scendeva con fare elegante dall'auto, seguito a ruota da un Cyril che altro non faceva se non asciugarsi la pelata con un fazzoletto di un sobrio azzurrino chiaro, e mordersi freneticamente il labbro superiore, Andreas si sentiva come a casa.
    Se non fosse stato sicuro, se non fosse stato fiducioso, se non fosse stato talmente estatico da dover faticare sette camicie, per mantenere un'aria distaccata e professionale, non si sarebbe sentito così.
    Non si sarebbe sentito come Norma Desmond, la divina, la maledetta Norma Desmond, che nel rientrare nel suo mondo, nella sua dimora dalla quale era stata da troppo tempo esiliata, confidava ad un imbarazzato DeMille "Non sapevo quanto tutti voi mi mancaste!"
    Non aveva mai girato un film...
    Ma, avendo vissuto tutta la sua vita in funzione di quel sogno, di quell'obiettivo, di quella grande speranza, Andreas ora si sentiva davvero come, davvero, tutto questo gli fosse mancato...
    Come manca ciò che non si è mai avuto.
    Fu in quell'atmosfera a metà tra la realtà e il sogno, che, con un sorriso appena abbozzato, trattenuto con tutte le forze perchè non diventasse stupidamente raggiante, che si fece strada tra corridoi, segretarie, teatri di posa, fino ad approdare allo studio designato per il provino.
    Rimase incantato davanti alla porta, fissando quelle persone sedute nella stanzetta come fossero stati le tre Parche: ossuti, polverosi...potenti.
    Talmente potenti, da tagliare di netto un filo di sogni troppo teso...orribilmente, meravigliosamente teso.
    Comunque, ci pensò Cyril ad intrufolarsi nella sala con la sua ossequiosità manageriale da grande agente. A mano tesa, si presentò con ordine e deferenza ad ognuno di loro, mentre, poco dietro di lui, Andreas si toglieva gli occhiali.
    Buongiorno! Sono Cyril Cobourn, l'agente del signor Mo...
    Signorina Pastrone!
    Le andò incontro, aggraziato, posato, professionale, rivolgendole un sorriso caldo come un occhio di bue. Le porse la mano, e la salutò con garbo misto ad assoluta, totale gratitudine.
    Anche solo per quello.
    Anche solo per un'occasione.
    Che gran piacere rivederla!
    Non aveva paura.
    Anche se avrebbe dovuto improvvisare. Anche se avrebbe dovuto subire lo sguardo ostile di uomini grigi, seppur d'arte.
    C'era.
    Era quasi arrivato.
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    4,047
    Bidobbidi
    +278

    Status
    Dead
    ISABELLA - Post #2

    Isabella
    La cartella con la scheda e la foto di Andreas Monroe giaceva sulla scrivania davanti a lei, ma Isabella non l'avrebbe sfogliata ulteriormente. Temeva quasi che l'errore di calcolo che avrebbe mandato tutto a rotoli si celasse da qualche parte là dentro... "Almeno è un attore", aveva osservato ironicamente Mattia leggendo la scheda a sua volta, il giorno prima. Era vero: anche se Monroe non si era mai confrontato con il cinema, la sua preparazione era già superiore a quella di Lucas Steiner, e se la produzione aveva accettato il doppiatore come uno dei protagonisti, apparentemente non c'erano ragioni per cui non avrebbe approvato Monroe. E poi, come Clay non aveva mancato di far notare, il cognome importante sarebbe stato un gran bel richiamo sulla locandina: c'era ancora qualcuno che rammentava Dhalia Monroe, in America... Sia Isabella che Steiner che Monroe avevano imponenti ombre sulle spalle, e anche per questo Isabella era intimamente convinta che avrebbero potuto lavorare bene, insieme. Già li vedeva, i suoi personaggi sullo schermo: l'ordinario e dimesso Keegan, con il volto di Lucas Steiner, e l'ambiguo e sfrontato Kenneth, con il volto di Andreas Monroe...

    «Signorina Pastrone!»

    Isabella si sentì chiamare e tornò con i piedi per terra. A quanto pareva non se l'era immaginato: Monroe era in piedi davanti a lei e le porgeva la mano.

    «Che gran piacere rivederla!», le disse con un sorriso mentre lei si alzava e ricambiava la stretta di mano. Accanto a lui, con un'espressione vagamente smarrita, stava un uomo il cui cranio calvo e imperlato di sudore richiamava tutta quanta l'attenzione di chi lo guardava. Isabella non l'aveva sentito presentarsi quando erano arrivati, ma immaginò che fosse il suo agente. Aveva proprio l'atteggiamento nervoso e incerto che si era aspettata dalla persona con cui aveva parlato al telefono per fissare quel provino. Accanto a lui, per contrasto, Andreas appariva determinato e sicuro di sé. Perfetto, pensò compiaciuta Isabella.

    «Benvenuti», rispose in Inglese, sorridendo prima all'uno e poi all'altro; «vi presento Clay Rivera, il direttore di produzione» -Clay fece un passo avanti e strinse la mano del giovane attore e del suo agente- «e Mattia Santori, lo sceneggiatore del film»; Mattia fece altrettanto, ma non poté fare a meno di pulirsi discretamente il palmo della mano contro i jeans, dopo aver stretto quella di Cobourn.

    «E così lei è il nipote di Dahlia Monroe», chiese Clay in tono genuinamente curioso; «giunto fin qui dal Giappone dopo esser stato vinto all'asta?». Il suo era un sorriso divertito, non derisorio, ma sentire quelle parole con le sue orecchie dette a Isabella l'impressione che tutta quanta la faccenda fosse assurda. Nessuna sorpresa, se si pensava che si era verificata con la benedizione di Miura...
     
    Top
    .
  5. †Madame†
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Andreas - Post #2

    Accolse con piacere i saluti di Isabella, stringendole la mano con calore, ma senza esagerare in veemenza. Garbo, ci voleva sempre garbo, quando si giocava sul filo del rasoio, come in quel momento...
    Soprattutto quando, da quanto poteva giudicare da una rima occhiata (e da strette di mano molto poco convinte), sia produttore che sceneggiature sembravano essere, se non ostili, quantomeno perplessi, davanti a lui, e alla sua fama di attore.
    D'altro canto, come biasimarli? Non aveva una preparazione specifica, e pochi al mondo avrebbero affidato un ruolo in una pellicola di un certo peso, ad un attorucolo di soap opera.
    Andreas aggrottò impercettibilmente le sopracciglia, mantenendo comunque un sorriso serafico mentre ricambiava senza esclusione di colpi sorrisi e sguardi.
    Ora stava a lui, fargli cambiare idea.
    In fondo, non era successo lo stesso con Al Pacino, quando si era trattato d'interpretare Michael Corleone ne "Il Padrino"? Gli avevano fatto un ostruzionismo spietato...prima che diventasse il simbolo stesso di una trilogia cruda ed immortale, il simbolo stesso di un'epoca.
    Forse peccava d'orgoglio, paragonandosi ad un attore di quel calibro...ma la vera forza di Andreas, era la totale, assoluta sicurezza di sè, e delle sue capacità.
    Ce l'aveva in tasca, quella parte.
    DOVEVA esserne convinto.
    Quindi, fu quasi sollevato, quando Rivera si rivolse a lui come "il nipote di Dahlia Monroe", piuttosto che come "il protagonista di Heartbeat Shore"...non che il talento fosse ereditario (anche se spesso si ritrovava a convincersene), ma preferiva mille volte essere apprezzato per il suo nome, che per quello sgorbio di serie TV di quart'ordine.
    Anche il riferimento all'asta non lo disturbò (anche se, in circostante normali, l'avrebbe presa come una provocazione bella e buona).
    Ma, in fondo, ciò gli dava un'occasione per dimostrare di che pasta era fatto.
    Ridacchiò, soave.
    Oh, no, affatto...
    Si tolse gli occhiali, con grazia, in un gesto tipicamente teatrale, senza esagerazioni nè ghiribizzi da star. Rivolse un'occhiata fugace prima ad Isabella, come a volerle trasmettere una sottile, intima complicità tra loro due, e il modo in cui si erano incontrati, e poi si rivolse agli altri due, in un sorriso ironico che nulla aveva, se non una sincera voglia di prenderla in scherzo, seppure con una certa serietà di fondo.
    ...siete voi che mi avete vinto all'asta! Una bella fortuna, no?
    Rise, una risata vellutata, profonda, da dialoghi anni 50, e ripose gli occhiali nel taschino della camicia aperta sulla maglietta. Dietro di lui, Cyril ebbe un singulto terrorizzato.
    Odiava, quando Andreas usciva dai binari a quel modo.
    Ad ogni modo, Andreas non ne poteva più dei convenevoli. Sospirò, allegro, e battè le mani insieme, in un gesto impaziente.
    Bene, siamo qui per una ragione, non è così? Diamoci da fare!
    Di nuovo, si rivolse alla signorina Pastone, sorridendo elettrizzato.
    Posso avere il copione?
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    4,047
    Bidobbidi
    +278

    Status
    Dead
    ISABELLA - Post #3

    Isabella
    Isabella ebbe quasi un brivido, quando Andreas rise con calibrata moderazione, togliendosi gli occhiali da sole, e poi replicò: «oh, no, affatto... Siete voi che mi avete vinto all'asta! Una bella fortuna, no?». Era esattamente lo spirito che avrebbe potuto infondere vita al personaggio, fino ad allora solo immaginato, di Kenneth! Fu quindi con un certo compiacimento che Isabella registrò la reazione sorpresa di Clay, che sorrise con una manciata di secondi di ritardo.
    «Già, vedremo», disse, più a sé stesso che all'attore.

    «Posso avere il copione?», chiese quest'ultimo con entusiasmo, un altro punto a suo favore agli occhi di Isabella.

    «No», rispose lei, tuttavia. Anche in questo caso, come in quello di Lucas Steiner, non sarebbe stato usato alcun copione per il provino. Isabella aveva già saggiato le capacità recitative di Monroe visionando diverse ore di filmati, tra puntate di quella soap adolescenziale per cui l'attore era famoso in Giappone e apparizioni pubbliche di vario genere; era più che altro a queste ultime che la donna era interessata. Il lavoro che intendeva fare con quegli attori andava al di là della recitazione, era un qualcosa di molto più autentico, ma non per questo più semplice. Anzi... Ora che si apprestava a spiegare finalmente a Monroe in cosa consisteva ciò che voleva da lui, Isabella era certa che avrebbe incontrato delle resistenze. «Sarai messo alla prova con qualcosa di diverso da un copione», disse infine, per rispondere agli sguardi interrogativi che la sua ferma negazione aveva suscitato. Solo Mattia era già al corrente di ciò che Isabella avrebbe fatto fare all'attore, e mentre lei parlava si avvicinò alla cassa acustica in un angolo della stanza e vi collegò una memoria USB. «Vorrei che tu ascoltassi questo monologo registrato tutte le volte che ti servono per capirlo e memorizzarlo, e che me lo recitassi come se quella che senti fosse la tua voce. Non hai bisogno di parlare, quindi: dovrai prestare il tuo corpo e il tuo volto a questa voce». Isabella fece un cenno al proprio partner, che fece partire la registrazione: era il modo migliore per far capire a Monroe cosa lei intendesse. Quella che si diffuse dalle casse era la bella voce, chiara e sicura, di Lucas Steiner; il breve monologo era tratto da uno dei film meno noti che aveva doppiato, una pellicola tedesca di qualche anno prima; niente di notevole, ma il pezzo doppiato in Inglese da Steiner era quanto di più simile a un monologo del personaggio di Kenneth fosse stato recitato dal doppiatore fino a quel momento. La voce non esprimeva alcun tipo di turbamento, ma quasi una rassegnata sfrontatezza, mentre diceva "I am a psychiatrist. I have been for 27 years. I'm completely worn out. Year after year, listening to patients who aren't satisfied with their lives, who want to have fun, who want me to help them with that - it wears you out, I can tell you. My life isn't exactly a lot of fun either. People demand so much. That's the conclusion I've drawn after all these years. They demand to be happy, at the same time as they are egocentric, selfish, and ungenerous. Well, I would like to be honest. I would like to say that they are quite simply mean, most of them. Spending hour after hour in therapy, trying to make a mean person happy... There's no point. You can't do it. I've stopped doing it. These days, I just prescribe pills. The stronger, the better".

    «Sei in grado di farlo?», chiese Isabella ad Andreas quando il monologo fu terminato. Clay, intanto, aveva fatto cenno a Cobourn di sedersi accanto a lui, e si era a sua volta rimesso comodo. Mattia attendeva le silenziose istruzioni della regista, chino sul retro della cassa, curioso di vedere la reazione del giovane attore.

    Edited by Simdaka - 28/10/2011, 16:07
     
    Top
    .
  7. †Madame†
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Andreas - Post #3

    Spalancò gli occhi, colto del tutto di sorpresa, quando Isabella, al posto del copione, gli diede un semplice, lapidario "no".
    Però, man mano che le ragioni di quel "no" si dispiegavano pian piano nella sua mente, come un mazzo di carte aperto a ventaglio dalle mani esperte di un prestigiatore, all'espressione stupita che gli si era dipinta in volto si era sostituito un vago, intrigato sorriso.
    Ah, interessante...si passava direttamente a "Singing in the Rain", allora? Tranne che, nel suo caso (almeno voleva sperarlo), sostituire alla sua voce quella di qualcun altro era un modo per saggiare il suo talento, piuttosto che colmarne l'assenza.
    Si sedette sulla sedia che era stata disposta per lui di fronte alla commissione, Cyril ad asciugarsi la fronte a qualche passo dietro di lui, nell'ombra, e si mise ad ascoltare il nastro con la massima attenzione. Unì le mani, alzando gli indici e unendoli assieme davanti alla bocca. Aggrottò la fronte, e assunse quella posa di assoluta, totale concentrazione che era solo sua, personalissima, l'unica che concepiva, quando cercava di capire...
    No, meglio, quando cercava di essere, il personaggio.
    Inflessioni, esitazioni, messaggi nascosti tra le righe...tutto, ogni cosa, doveva essere sua, prima che del nastro. Quelle parole erano le sue, quell'accenno di rassegnazione mista a cinica ironia era il suo, il suo più assoluto disprezzo verso la strada che aveva deciso di intraprendere, un tempo, con speranza ed entusiasmo...ma, che ora, riconosceva come una china senza ritorno, verso un abisso tanto rassicurante quanto inevitabile.
    Di colpo, gli tornò in mente James Steward, in una scena di Nodo alla gola...e la flemmatica supponenza nietzschiana con cui esponeva le sue teorie sull'omicidio.
    D'un tratto, i suoi occhi s'illuminarono, e le dita si strinsero in una morsa, sotto il suo mento.
    Ecco.
    Si era trovato.
    Semplicemente annuì, rivolgendo uno sguardo attento ad Isabella...sguardo che, piano piano, si fece amaramente supponente, mentre si sistemava all'indietro, sullo schienale della sedia.
    Allungò una mano sul tavolo, fece riavvolgere il nastro, e poi prese una bottiglietta d'acqua (lasciata lì a beneficio della commissione, senz'altro, ma ancora nemmeno aperta). Con tutta calma, arricciando appena le labbra in un sorriso disilluso a fior di labbro, iniziò a girare il tappo, un giro del pollice e dell'indice dietro l'altro.
    Attese il tempo giusto, e...
    I am a psychiatrist...
    Mosse le labbra, con la maggiore sincronia di cui era capace.
    Tirò via il tappo, prese un sorso l'acqua, alzando il gomito e ingollandolo come fosse stato whiskey. Quando allontanò la bottiglia dalle labbra, quel sorriso non l'aveva ancora abbandonato.
    I have been for 27 years...
    Rise piano, come se fosse stato lo scherzo più divertente dell'ultimo decennio...uno scherzo ai suoi danni, una carnevalata eccessiva e tirata troppo per lunghe.
    Si passò una mano tra i capelli, poggiando la bottiglia sul suo ginocchio.
    I'm completely worn out...
    Scacciò una mosca invisibile con la mano, ma sempre con una grazia misurata, elegante, ma allo stesso tempo sfrontata.
    Year after year, listening to patients who aren't satisfied with their lives, who want to have fun, who want me to help them with that...
    Un elenco...un elenco della spesa. Come aver mangiato per anni sempre e solo pasta, senza mai un boccone di carne. Alla lunga, stucca.
    Ma, hey, se c'è solo la pasta, al mondo, tutto quello che un uomo intelligente può fare è rassegnarsi.
    it wears you out, I can tell you. My life isn't exactly a lot of fun either...
    Alzò ambo le mani avanti a sè, serafico, un'espressione in volto quasi esageratamente derisoria, di scherno verso sè stesso, come a dire che nel novero c'era anche lui...con tutte le buone intenzioni, rimaneva pur sempre quello che era. Un uomo, e come tale pazzo.
    Si passò una mano sulla fronte, ridendo appena. Di sè stesso, della follia di cui quel discorso era intriso...come poteva spiegarlo? E che senso aveva? Potevano capire?
    People demand so much....
    A quel punto, battè le mani una volta, uno schiaffo più che un applauso, e con aria fintamente decisa si apprestò ad elencare la sua filosofia...se mai ci fosse stata, una branca del pensiero degna di quel nome.
    That's the conclusion I've drawn after all these years. They demand to be happy, at the same time as they are egocentric, selfish, and ungenerous...
    Allontanò le mani con uno scatto, come un'esplosione di raggi di luce, e sorrise, amaro.
    Well, I would like to be honest. I would like to say that they are quite simply mean, most of them. Spending hour after hour in therapy, trying to make a mean person happy... There's no point...
    Indicò Isabella con un dito, quasi paterno.
    You can't do it.
    Indicò sè stesso.
    I've stopped doing it. These days, I just prescribe pills.
    Si portò di nuovo la bottiglietta alle labbra, e prese una lunga, violenta, bruciante sorsata di acqua-whiskey.
    Poi, con un verso roco, si passò una mano sulla bocca, fissando il vuoto desolante attorno a sè.
    The stronger, the better.
    The End.
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    And then my eyes
    got used to the darkness

    Group
    Member
    Posts
    6,995
    Bidobbidi
    +175
    Location
    Palazzo di Marius de Romanus

    Status
    Dead
    Accolta richiesta di proroga: giocata aperta fino a martedì pomeriggio.
    Motivo: Lucca Comics
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    4,047
    Bidobbidi
    +278

    Status
    Dead
    ISABELLA - Post #4

    Isabella
    Era stato bravo, davvero bravo. Forse più teatrale che cinematografico, forse eccessivamente sicuro di sé, vista la rapidità con cui aveva voluto provare nonostante l'invito della regista a riascoltare la registrazione quanto avesse voluto, ma se la sua esecuzione poteva apparire in qualche modo acerba ad un osservatore tecnicamente competente, agli occhi di Isabella il giovane attore era stato semplicemente perfetto. Un perfetto Kenneth, non c'erano dubbi. Quello sguardo, quel consapevole dosaggio del sorriso e delle gesticolazioni... E quella voce! Il connubio era stato vincente nella realtà proprio come nell'immaginazione di Isabella. Ora più che mai la donna ne era convinta: se ci fossero state delle opposizioni alla sua scelta, lei avrebbe lottato tenacemente per vincerle.
    Uno sguardo a Mattia. Lo sceneggiatore osservava, senza dire niente, Andreas Monroe, e quella che stentava a celare nei propri occhi era senza dubbio ammirazione.
    Uno sguardo a Clay. Il suo era un cipiglio più concentrato, più critico, ma anche lui continuava a guardare in silenzio il giovane attore, come se si aspettasse dell'altro.
    Isabella aveva quasi timore di infrangere quel momento, ancora denso dell'emozione che così facilmente Monroe aveva scelto di infondere alle parole del personaggio tramite la propria espressività, ma era necessario farlo. E inoltre lei non voleva che l'attore si crogiolasse nello stupore del suo pubblico.

    «Si», disse quindi, e quella sarebbe stata l'unica parola di chiara approvazione che avrebbe pronunciato: aveva già capito un paio di cose di Monroe, e le parve una saggia scelta, in quel momento; «è proprio una cosa come questa che dovrai fare, se accetterai di lavorare per questo film: prestare il tuo volto ad una voce e, se te la sentirai, anche l'opposto. Abbiamo un altro personaggio a cui vogliamo applicare lo stesso trattamento, e trovo che la tua voce potrebbe adattarvisi bene». Isabella avrebbe concluso lì, se non si fosse ricordata appena in tempo di aggiungere: «se lo sceneggiatore è d'accordo», dopo di che guardò Mattia negli occhi. Era stata una specifica necessaria e solo vagamente forzata, ma l'uomo parve compiaciuto. Anche, e forse soprattutto, perché aveva evidentemente apprezzato Monroe. Infatti rispose, mentre si alzava e tornava vicino a lei: «si. Mi piacerebbe che fosse lui ad interpretare quei ruoli insieme a Lucas Steiner». A Isabella non sfuggì l'intenzionalità con cui Mattia si era fatto sfuggire quel nome, che poteva benissimo essere giustificata con la considerazione che la firma dei contratti era alle porte e il segreto non più necessario, almeno tra le quattro mura degli studi Shaolin... Ma ci avrebbe riflettuto in seguito.
    «Clay?», chiese Isabella al produttore. Quello si alzò dalla sedia, che scricchiolò rumorosamente, e lanciò un breve sguardo contrariato a Cobourn, che non aveva raccolto il suo invito a sederglisi accanto.
    «Se il signor Monroe vorrà concederci l'onore di lavorare con noi, farò preparare il contratto e una copia della sceneggiatura da consegnargli oggi stesso», rispose molto praticamente, senza sbilanciarsi su alcuna valutazione. In fondo non era suo compito, ma qualcosa nel suo tono e nelle sue parole tradiva una qualche perplessità.
    Isabella spostò lo sguardo di nuovo su Andreas, attendendo una sua risposta. O una sua domanda, molto più probabilmente.
     
    Top
    .
  10. †Madame†
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Andreas - Post #4

    Sfumò lentamente...come i postumi di una sbornia, o la febbre.
    Succedeva sempre così, quando trovava il personaggio. Era difficile, poi, perderlo. Come da una crisalide, doveva rinascere sè stesso, spingendo, dimenandosi, rompendo le barriere, per tornare (o venire) al mondo, nella forma alla quale era stato destinato.
    Così, mentre riappoggiava meccanicamente la bottiglia sul tavolo, e si passava le mani tra i capelli, cercando di ridarsi un contegno, avvertì solo di striscio, ciò che Isabella gli stava dicendo.
    Il fatto che volessero "prestare il suo volto ad una voce e, se se la fosse sentita, anche l'opposto", non gli era del tutto chiaro (vuoi per la confusione che ancora aveva in testa, vuoi per un istinto naturale di conservazione, che gl'impediva di udire alcunché di negativo verso le sue doti recitative - se mai fosse stato il caso), e di solito avrebbe preso come un insulto, il fatto di essere completamente al centro della scena, anima e corpo.
    Ma tutto ciò che riuscì a pensare, aldilà dell'orgoglio d'attore e dei pensieri sconnessi sul proprio talento insultato, fu solo questo:
    E' FATTA.
    Se lo urlò dentro, con tutta la forza del suo essere.
    E' fatta.
    C'era.
    Per lui, si stavano spalancando le porte del cinema.
    Il sogno di tutta una vita, tutto ciò per cui aveva sempre pregato e vissuto, finalmente, dopo anni, iniziava a prendere forma...magari non come aveva sperato, magari non alle condizioni che avrebbe voluto imporre, ma c'era!
    C'era, ed era un dato di fatto.
    Scattò dalla sedia, e stavolta non riuscì a non apparire raggiante, un sorriso elettrizzato ad illuminargli il volto, gli occhi brillanti di gioia, gratitudine ed estasi.
    Guardò Isabella. Guardò anche gli altri due, ma i suoi occhi si posarono sulla giovane più a lungo, donandole il calore unico che scaturiva da migliaia di "grazie".
    Per l'occasione.
    Per il supporto.
    Per avergli aperto le porte del Paradiso, come un San Pietro in gonnella (o jeans da donna, in questo caso).
    Annuì con vigore, e uno ad uno strinse la mano ai presenti, cercando di essere grato senza essere umile.
    Sarà un onore, per me...grazie, grazie di tutto cuore...
    Dietro di lui, qualcosa (o meglio, qualcuno) ruppe l'idillio: Cyril, schiarendosi la voce, si fece avanti per prendere gli ultimi accordi.
    Bene, credo che possiamo concludere...
    Mentre gli uomini parlavano, Andreas tornò a rivolgersi alla donna, sorridendo sereno.
    Voglio ringraziarla personalmente...se non fosse stato per lei...
    Non sapeva come esprimersi...troppe emozioni, troppo, troppo da processare, da elaborare.
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    4,047
    Bidobbidi
    +278

    Status
    Dead
    ISABELLA - Post #5

    Isabella
    La gioia del giovane attore divenne quasi materiale, mentre si alzava e con lo sguardo percorreva ognuno dei presenti nella stanza, quasi stesse decidendo da chi partire per ringraziare. Ad essere onesti, Isabella fu sorpresa da quella reazione. Certo, il salto da una mediocre fiction televisiva a un film per il grande schermo doveva apparirgli come l'occasione attesa da una vita... Ma non aveva alcun dubbio, alcuna curiosità sul progetto in cui sarebbe stato coinvolto? Conosceva i precedenti lavori di Isabella e Mattia, sapeva che quello era il loro primo film importante, che la Shaolin Productions era un pesce piccolo a Los Angeles? E quel ruolo bizzarro, da dividere con un altro, non gli causava alcun turbamento? I tanti attori che avevano sostenuto un provino per aggiudicarselo, avevano poi storto il naso alla prospettiva di dover recitare solo a metà, e quei pochi che erano piaciuti a Isabella avevano rifiutato. E invece eccolo lì, Andreas Monroe: raggiante e con lo sguardo pieno di gratitudine.

    «Sarà un onore, per me...grazie, grazie di tutto cuore...».

    La situazione si rovesciava: l'entusiasmo di Monroe ufficializzavano delle grosse aspettative nei confronti di Isabella, proprio come l'entusiasmo di quest'ultima ne aveva create su di lui. E adesso che l'attore aveva superato la sua prova, stava al progetto di Isabella e Mattia sostenere l'esame. Si sarebbe rivelato all'altezza di ciò che Clay Rivera, Andreas Monroe, Lucas Steiner e loro stessi si aspettavano?

    Il produttore prese da una parte Cobourn e cominciò a discuterci con cipiglio serio, mentre Mattia rimase al fianco di Isabella, scrutando Monroe come fosse un curioso animale allo zoo, o una di quelle opere d'arte contemporanea che ti divertono ma stenti a capirle.

    «Voglio ringraziarla personalmente...se non fosse stato per lei...», stava dicendo il giovane.

    «Sono io che ringrazio te, Andreas» -com'era sua abitudine, Isabella gli rispose in modo più informale- «sarà un'avventura per tutti noi, è bello trovare compagni di viaggio entusiasti e coraggiosi». Sorrise, senza staccare lo sguardo da quello di Andreas; cercava quasi di trasmettergli, senza parole, la consapevolezza che era lui che aveva dato una preziosa possibilità a loro.

    «Benvenuto a bordo, e complimenti», intervenne Mattia, senza specificare per cosa esattamente si stesse congratulando. Poi si congedò con un discreto cenno del capo e lasciò la saletta, e Isabella avvertì l'urgenza di seguirlo e sapere quello che gli stava passando per la testa.

    «Allora ci vedremo molto presto, Andreas. Ciao», salutò sbrigativamente in italiano e uscì dietro Mattia, lasciando a Clay Rivera e a Cyril Cobourn la parte più antipatica del lavoro.

    Edited by Simdaka - 1/11/2011, 13:39
     
    Top
    .
  12. †Madame†
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Andreas - Post #5

    Fu col cuore più leggero, che si congedò dal gruppo. Cyril aveva finito di confabulare col produttore, e Isabella, con quel suo fare spontaneo ed informale, aveva contribuito a riagganciare Andreas alla realtà...una realtà che, attimo dopo attimo, si apriva davanti ai suoi occhi come sempre più radiosa.
    Con un vago sorriso ancora stampato in faccia, salutò la donna, agitando piano la mano, come se le parole non bastassero, o fosse ancora abbagliato dal grande privilegio appena ricevuto.
    Quando Cyril lo raggiunse, un sorrisetto tra il soddisfatto e il nervoso ad increspargli il volto, non se ne accorse nemmeno, e scivolò fuori da quella stanza come se, davvero, stesse viaggiando su una nuvola, a miglia e miglia lontano da terra.
    Era solo un "arrivederci". Presto, molto presto, quegli studios gli avrebbero fatto da casa, da madre, amante.
    Molto presto.
    Separarsi è un dolore così dolce / Che ti direi buonanotte fino a domattina...
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    And then my eyes
    got used to the darkness

    Group
    Member
    Posts
    6,995
    Bidobbidi
    +175
    Location
    Palazzo di Marius de Romanus

    Status
    Dead
    Giocata conclusa.
    Vi ringrazio di aver partecipato.
    Procedo ad assegnare i punti asta (PA), controllate il vostro saldo qui.
     
    Top
    .
12 replies since 25/10/2011, 13:46   150 views
  Share  
.