Giocata n. 19, gen: Yuri, Pg asta: Rumiko Ashiba

Rumiko Ashiba di Xasar X Koichi Kurosawa di Dark_Knight

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  1. Xasar
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    Giocata Numero: 19
    Personaggio Asta: Rumiko Ashiba
    Roler del personaggio: Xasar
    Genere: Yuri
    Vincitore: Koichi Kurosawa

    Offerte che sono state fatte al personaggio d'asta:
    1) Un'ora su TV Tokyo, completamente gestita da Rumiko
    2) Un bonsai Yamadori

    Offerte che sono state fatte al roler:
    1) Una crossover di Rumiko con qualcun'altro pg di Dark_Knight in data da destinarsi.
     
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  2. Dark_knight
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    koichiavi
    Koichi

    Aveva vinto l'asta... ancora non poteva crederci. O forse non credeva al fatto d'esser stato l'unico ad alzarsi in piedi dalla poltrona della casa d'aste per azzardare un'offerta. Ma, dato che Rumiko poteva benissimo rifiutare, Koichi si considerava fortunato... insomma, in un modo o nell'altro aveva colto l'interesse della ragazza dai capelli rosati. ... ... ... e dal corpo esplosivamente mozzafiato, ma quello era un dettaglio secondario.

    Dopo la fine dell'asta i due s'erano incontrati brevemente, giusto il tempo per scambiarsi il luogo d'incontro... Scelse lui. C'aveva pensato a lungo, mentre attendeva il di lei responso. Casa sua, come nel caso di Sarah, era offlimits. Mai l'avrebbe portata in quello che - a tutti gli effetti - era il regno del suo tirannico padre.
    E la scuola... bhè, ultimamente Namiyo s'era fatta più presente, più insistente... farsi vedere con una bellezza come Rumiko l'avrebbe solo fatta inviperire ulteriormente, rendendogli la vita off ed in-game un inferno. Restava solamente un luogo pubblico, magari un locale di qualche tipo... non troppo affollato magari, e che garantisse un certo grado di privacy. Anche perchè Koichi non voleva rischiare che nessuno sentisse ciò che lui doveva chiederle... nessuno. Troppe precauzioni, le sue? Forse...

    Scelse il Kirin, un locale giapponese tradizionale davvero ben curato. Spesso ci faceva cene di famiglia, e il ragazzo ricordava con piacere le volte in cui i Kurosawa al gran completo cenavano lì, in una delle tante salette private che i gestori avevano predisposto per i clienti. C'erano ovviamente anche tavoli normali, uno a fianco all'altro, ma esistevano anche dei privee - grandi e piccoli - per tutte le esigenze dei clienti. Che fosse una cena romantica per due oppure una cena d'affari per 20, il Kirin poteva soddisfare ogni richiesta. Insomma, era il posto ideale per una cena gustosa ed in tutta tranquillità, all'insegna del cibo tradizionale giapponese.
    S'erano accordati per le 8 di sera, ma tra allenamenti di kendo e l'usuale visita all'abitazione di Mato -quest'ultima ancora in convalescenza - non riuscì ad arrivare in anticipo, così come aveva programmato precedentemente. La piccola saletta era stata prenotata a loro nome, per fortuna, quindi Rumiko sarebbe potuta arrivare ed accomodarsi in tutta tranquillità in completa autonomia.

    Koichi, per l'occasione, decise d'indossare un kimono abbastanza giovanile di colore nero e i bordi rossi. Ottima fattura, ma senza eccessivi fronzoli o particolari decorazioni... semplice, insomma, per quanto di tessuto pregiato. Non gli dispiaceva un abbigliamento così classico... gli dispiaceva, piuttosto, che suo padre avrebbe approvato... ma evitò di pensarci più del dovuto. L'aveva indossato perchè il luogo in cui i due si sarebbero dovuti trovare richiedeva un abbigliamento particolare... non poteva andarci in divisa oppure con un paio di jeans e una camicia...
    Mentre, a piedi, accelerava il passo in direzione del Kirin, pensò a Rumiko... chissà come s'era vestita, lei. Un flash gli ricordò per l'ennesima volta quella scollatura... generosa, abbondante... per quanto "solo" diciottenne, aveva ogni curva al punto giusto. Altro che quella chiassosa, insomma...

    ristorante9



    Varcò la soglia del ristorante alle 20:03 precise. Detestava arrivare in ritardo... no, in realtà non lo detestava particolarmente, finchè si trattava di un ritardo accettabile. Ma il Koichi "sociale", il figlio dell'imprenditore Kurosawa, doveva arrivare sempre puntuale... "Fanculo..." sussurrò l'istante prima che una ragazza - forse poco più grande di lui - gli si parò davanti, esibendo un profondo inchino. Prima che questa potesse aprire bocca, fu lui a parlare "Kurosawa... ho prenotato per le 20.". Non aveva tempo da perdere in inutili convenevoli, sopratutto in quel momento. "Prego, mi segua." disse la ragazza, facendo un cortese cenno con la mano.
    Man mano che ci si addentrava nel Kirin, il delizioso profumo del cucinato - proveniente dal lavorio dei cuochi, regalava una dolce acquolina in bocca al giovane ragazzo, a digiuno da qualche ora ormai. Tutti gli addetti al locale erano vestiti in modo tradizionale ed uniforme... insomma, in quel kimono nero Koichi non sfigurava affatto, per fortuna.

    Dopo aver ringraziato - un poco frettolosamente - la cameriera, il ragazzò aprì la leggera porta a scomparsa che lo separava dalla sua ospite. "Ciao! Scusa il ritardo, Rumiko..." disse subito cercando uno sguardo d'approvazione dalla ragazza. Ancora tono relativamente confidenziale... erano due coetanei, non aveva senso perdersi in convenevoli, e sperava che anche lei convenisse con lui. Giustificazioni inutili di certo non avrebbero aiutato nessuno lì dentro... quindi decise di sedersi, dedicandole un sorriso lievemente imbarazzato.

    "Ti piace il posto?" domandò accomodandosi meglio, tentando di rilassarsi un po'. Aveva comunque a che fare con quella che, a tutti gli effetti, era una sconosciuta...
    Agitazione. Sì agitazione pura... quello che doveva chiederle non era semplice, e non sapeva nemmeno come introdurlo. Decise intanto di parlare di ciò che le aveva promesso... lei era lì per quello d'altronde, no? Però... era anche vero che, per una volta, non gli sarebbe dispiaciuto poter conoscere meglio quella persona. Aveva ormai capito che all'asta giravano soggetti interessanti, ed era certo che Rumiko fosse una di queste. "Ho letto nel dossier che m'hanno consegnato alla casa d'aste che... la tua passione sono i cosplay, vero?" domandò con le mani giunte poggiate sopra al tavolo, con i gomiti rigorosamente fuori dal perimetro di dove i due avrebbero mangiato. Ormai aveva acquisito dei riflessi condizionati che lo facevano agire proprio come un vero Kurosawa... una finzione... una mera finzione. Lui non era così, lui non si sentiva così ben educato, così buono, bravo e bello... "Io sono... parecchio fuori da quel mondo... l'ultimo manga che ho letto dev'esser stato Dragon Ball... ed era di mio fratello..." si intravedeva, per chi aveva occhi per scorgerla, una certa dose di malinconia nelle sue parole... come se il non aver avuto un'infanzia normale fosse una sorta di rimpianto per lui. "Li fai da sola, giusto? Disegni, tagli, cucito e tutto il resto?" aveva sempre considerato i cosplayers come persone un po' bizzarre... forse a torto, perchè quella che aveva di fronte sembrava una ragazza del tutto normale.

    Ma ora che parlava di cosplay e, dunque, d'abbigliamento, un dettaglio gli era sfuggito completamente... vuoi per la fretta, vuoi per sua incuria... com'era vestita Rumiko? Senza troppi giri di sguardi, issò lievemente il busto per poterla guardare meglio, visto che il tavolo gli ostacolava un po' la vista.
     
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  3. Xasar
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    Rumiko1
    ~Rumiko*

    Un ristorante giapponese in Giappone... era come invitare lo sposo al proprio matrimonio, Rumiko la pensava così. Era una che amava la tradizione, ma le piaceva anche il chaos, la turbolenza della vita quotidiana e, visto che entrambi avevano meno di 20 anni, avrebbe preferito un luogo meno formale dove incontrarsi.
    Quando Koichi le aveva lasciato detto il posto e l'ora, lei aveva immediatamente pensato ad un localino un po' più caotico, adatto alla loro età, dove lei si sarebbe potuta vestire come diamine le pareva. Ma fu dispiaciuta soltanto, non amareggiata, nello scoprire che in realtà quel ristorante era frequentato da pezzi grossi dell'alta società. Insomma, era il caso di dirlo, vestirsi da Kasumi di Dead or Alive - con lo scopo di farsi pubblicità - non era stata per nulla una buona idea.
    Quando era entrata dentro il locale non aveva fatto che ricevere sguardi misti tra disapprovazione e profondo interesse. Molti occhi erano puntati sul suo decoltè ed altre curve estremamente pronunciate in un gioco di vedo non vedo. In tutta la sua vita da cosplayer non si era mai sentita così a disagio... e dire che si era pure messa la parrucca castana con il codo per l'occasione. Che delusione...
    Malgrado l'aspetto invitante e poco genuino, la fecero accomodare al tavolo che era stato prenotato per lei ed il suo attendente (si voleva chiamarlo così), aggiungendo nel corredo dell'apparecchiatura una teiera di thè verde fumante di cui le venne immediatamente servita una tazza. Ringraziò, titubante, ma si decise a berne un po' nell'attesa.
    Dopo neanche cinque minuti eccolo arrivare e varcare la soglia di tutta fretta, vestito come si usava fare in certi posti. Non era l'unico con il kimono tradizionale per uomini e lei ne risentì, cercando di far finta di non esserci, ma egli si sedette, praticamente ignorando il modo in cui era vestita. La salutò e si scusò pure del ritardo, facendole alzare un sopracciglio. Se sapesse che sono arrivata in anticipo solo per puro caso non si scuserebbe...
    -Dehe... Figurati, Koicchan- gli rispose in toni decisamente poco formali, un certo tentativo di avvicinarsi e prendere le vicinanze con quel suo modo di chiamarlo che si rifaceva più ad un "Koicino" che al suo vero nome. Ghignò appena, nell'attesa che si sedesse con quella domanda un po' imbarazzante a cui lei non seppe effettivamente come rispondere se non con -Ehm, sì... anche se non credevo fosse così "formale"- ma egli non attese oltre, puntò dritto il dito - per così dire - a farle le sue considerazioni e domande, tutte seguite dall'orecchio e lo sguardo attento di lei che si sporse appena sul tavolo per ascoltare meglio.
    Una nota di malinconia nel parlare dei fumetti, dei cosplay che avevano sempre segnato la sua vita e si trattenne dal ridacchiare quando disse che l'ultimo era stato Dragon Ball, perchè ora ne esistevano molteplici di disegni molto belli e storie ancora più intriganti. E non solo, riuscì a capire che quella malinconia che legava la sua voce a quell'argomento non era tanto quanto il dispiacere per i fumetti, ma per qualcosa riguardante suo fratello. Ha detto "era di suo fratello"?
    -Sì, mi piacciono molto i cosplay, e come vedi...- si indicò il costume che si era messa, assieme alla parrucca castana, assumendo una faccia che identificava il vero sarcasmo -... ho ben pensato di venire qui e dimostrarti quel che valgo.- bugia... non sapeva un tubo di dove doveva andare.
    Sospirò, avanzando ancora un po', fino a che i suoi seni non si poggiarono praticamente sulla superfice del tavolo, schiacciandosi appena, deliziandosi delle sue morbide curve.
    -Compro la stoffa, ritaglio e cucio tutto da sola. Svariati disegni sugli abiti li ricamo io stessa, mi ritengo una delle migliori su questo campo. Non a caso lavoro in un cosplay bar.- le mani picchiettarono appena sulla tovaglia, alternando un ritmo lento e veloce, mentre con lo sguardo lo squadrava, provocante come solo lei amava essere. Accavallò le gambe e poi continuò il suo proloquio.
    -Dragon ball... è molto vecchio... forse ti troveresti meglio a guardare anime piùttosto che leggere manga. Ti consiglio la visione di Black Rock Shooter, molti ragazzi l'adorano: è pieno di combattimenti!- stavolta ridacchiò sul serio, pensando che n qualche modo era il suo anime preferito, o meglio, un OAV -Comunque, di cosa volevi parlarmi per portarmi in un posto così?-
     
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  4. Dark_knight
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    koichiavi
    Koichi

    C'era in effetti qualcosa che non andava... come aveva fatto a non rendersene conto prima? Forse colpa dell'esser arrivati in ritardo, che gli aveva fatto prendere il tutto con una dose - evidentemente eccessiva - di foga.
    Rumiko aveva i capelli effettivamente più lunghi di quello che ricordava, e di un colore diverso. In un primo momento aveva attribuito il tutto alla natura eccentrica della ragazza... ma ad un esame più accurato, quella era, effettivamente, una parrucca.
    Strabuzzò gli occhi, non tanto per quello strano kimono che stava indossando... anche perchè, in effetti, nemmeno sapeva che apparteneva ad un picchiaduro da salagiochi... ma proprio per il fatto che fosse estremamente scollato, tanto che quando lei si sporse lievemente, i suoi grossi seni poggiarono sul tavolo, regalando al giovane - e senza parole - Koichi una vista capace di mozzargli il fiato.

    Arrossì in modo evidente in volto... com'era possibile che una ragazza di diciotto anni fosse... insomma... così? Namiyo al confronto era piatta, per non parlare di Kuroi... quella lì era direttamente concava. "L-lavori in un cosplay bar?" disse lui lievemente assorto, con ancora gli occhi ben piantati su ciò che lei aveva volontariamente deciso di mettere in bella mostra.
    Si sforzò di tirare su gli occhi... si sentiva un tantinello una specie di vecchio maniaco, ma... insomma, nemmeno un monaco sarebbe riuscito a resistere ad una tale visione. Tornò finalmente a guardarla in volto, ancora un poco rosso sulle gote.
    Dei cosplay bar sapeva poco... non c'era mai entrato, a dire il vero. Sapeva solo che delle ragazze - ma anche dei ragazzi - intrattenevano i clienti servendo le varie bevande e pietanze vestiti da personaggi di manga, anime o videogame. Ma Koichi era così fuori da quel mondo che, al massimo, avrebbe riconosciuto una bulma o una tizia vestita da ranma... forse avrebbe anche riconosciuto qualcuno di più recente, ma solo perchè Tokio - sopratutto il centro - era zeppo di locandine sui film anime in uscita. Conosceva, di vista, naruto, bleach e one piece, quindi forse avrebbe potuto riconoscerene i protagonisti... ma null'altro.

    "Ti dona!" aggiunse poi, cercando di riguadagnare un minimo di dignità. Detestava fin nel midollo essere così succube di una ragazza... fosse perchè lo costringeva col ricatto, o perchè fosse particolarmente attraente. Quella dannata di Namiyo rientrava perfettamente nelle due categorie...
    Annuì per rafforzare il complimento, pensando al nome dell'anime che lei aveva consigliato... black rock shooter... non gli diceva nulla, non credeva d'averlo mai visto.
    "Bhè a dire la verità... non sono completamente fuori da questo mondo..." cominciò, in risposta al suo voler sapere il motivo per cui lui aveva voluto incontrarla. Dalle facce che aveva notato alla casa d'aste, molti avrebbero voluto allungare le mani su un corpo così privo di difetti... ma lui aveva ben altro in mente. "Non so se conosci AVROS... è una piattaforma di gioco online a realtà virtuale con ambientazione fantasy... forse ne avrai sentito parlare..." d'altronde ogni tanto ne parlavano anche al telegiornale, un po' per elogiarne le caratteristiche, un po' per criticarne l'abuso che qualcuno ne faceva. "Ho un personaggio lì... è una sorta di... cacciatore di taglie... E mi piacerebbe che tu mi aiutassi a farne il cosplay... " ed ora i suoi occhi erano completamente persi nei suoi... l'avrebbe bollato come una sorta di deficente o di minorato mentale? Anche perchè la maggioranza dei cosplayers seri, i costumi li creavano da sè... ma lui non poteva permettersi tal lusso, dato che non sapeva nemmeno come impugnare un ago.

    Proprio mentre i suoi iridi s'erano spostati sulle di lei labbra, quasi a volerne cogliere in anticipo la risposta, una signorina in kimono tradizionale entrò con un inchino nel loro privee "I signori hanno deciso?" domandò in modo estramamente cortese. Il ragazzò trasalì... preso com'era non aveva nemmeno guardato il menu, nè tantomeno pensato a cosa ordinare. "Vai, ordina pure prima tu, tranquilla." propose a Rumiko, seguendola poi ad ordinare una porzione di ramen shōyu ed un piatto di carne di pollo fritta. Aggiunse inoltre una "barca" di sushi da condividere con la ragazza, sperando avrebbe gradito.
    Così com'era entrata, la cameriera uscì nuovamente, questa volta chiudendo la leggera porta che li univa al resto del locale, lasciandoli isolati. E tornò a guardarla, in attesa di una risposta di qualche tipo...

    Edited by Dark_knight - 9/11/2011, 15:41
     
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  5. Xasar
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    Rumiko1
    ~Rumiko*

    A quanto pare il ragazzo s'imbarazzava facilmente. L'aveva notato non appena i suoi seni si erano poggiati sulla superficie lucida del tavolo, attirando la sua attenzione ed il suo sguardo che, inevitabilmente andò a posarsi sul suo decoltè estremamente pronunciato. Non le dispiaceva, al contrario di altre donne, che qualcuno la guardasse, sopratutto se era capace di arrossire in un modo così carino. Sembrava addirittura interdetto quando lei le aveva annunciato che lavorava in un cosplay bar, quasi aveva balbettato, facendola sorridere di soddisfazione.
    Era assorto, probabilmente stava viaggiando con un treno per il mondo dei sogni, una voglia di tuffarsi in mezzo alle due gemelle in un viaggio senza ritorno. Chissà, magari dopo cena avrebbe potuto tentare con lui un approccio un po' più intimo... aveva un anno in meno ma non aveva troppa importanza per lei. Certe cose contavano solo fino ad un certo punto.
    -Sì, esatto, un cosplay bar.- gli rispose con quel suo sorriso ghignante sulle labbra, concretamente a quanto aveva ammesso. Ed egli tirò su gli occhi, ancora con le gote paonazze, facendo assumere alla ragazza un'espressione di totale apprezzamento. Kawaii desu... Sì, avrebbe tranquillamente potuto saltargli in braccio e coccolarlo con tutto l'affetto di cui era capace, tanto era carino quando arrossiva a quel modo. Gli occhi grandi di cui era munito contribuivano ad alimentare in lei quel pensiero.
    -Grazie!- rispose al suo "Ti dona!", convinta che si riferisse di più a quella scollatura che al vestito in sè, così aggiunse senza troppi complimenti -Se vuoi dopo te lo faccio vedere più da vicino...- ammiccando al quel suo annuire. Non c'era verso, se quel tipo stava in qualche modo cercando di riguadagnare la sua dignità, Rumiko era tutta intenzionata a fargliela perdere.
    Lo stette comunque a sentire, parlare di AVROS, quel gioco che aveva avuto occasione di consocere ad una convention e di cui non si era mai particolarmente interessata. Vuoi che non era una giocatrice incallita, vuoi che si considerava un'otaku degli anime e dei manga, ma non era mai stata incuriosita a provarlo, neanche per le sensazioni reali di gioco. Se doveva fare del sesso, avrebbe tranquillamente preferito farlo nella vita reale con le sue ripercussioni. Ma quello che la colpì fu la sua richiesta insolita ma non poi così bizzarra. Voleva semplicemente il cosplay del suo personaggio.
    Alzò un sopracciglio, guardandolo con curiosità. Solitamente i cosplayer cucivano i propri vestiti, non andavano a chiederli ad altri, ma lui non sembrava affatto il tipo capace di mettersi di santa pazienza a cucire il proprio abito. Chissà cosa ci avrebbe fatto, perchè non aveva l'aria di uno che va a delle convention per il semplie gusto di mostrarsi in giro vestito dal suo personaggio preferito.
    -Per me è ok.- rispose alla fine, prendendo la tazza di thè verde e bevendone un cospicuo sorso. La posò immediatamente dopo, convinta che quel lavoro l'avrebbe fatto volentieri, sopratutto perchè -Dovrò prenderti le misure però.- e quella frase la pronunciò con una certa dose di malizia.
    Nel momento stesso in cui gli occhi di lui si spostarono, arrivò una donna in kimono tradizionale, cercando le ordinazioni di loro due, chiedendo anche garbatamente se avessero deciso. Rumiko non aveva neanche dato uno sguardo al menù, ma se era quel ristorante che pensava, di sicuro non avrebbe mancato di quelle cose che a lei piacevano. Koichi fu abbastanza galante da concederle di ordinare per prima, così ne approfittò immediatamente -Ramen Miso e Tokoyaki per me-
    Quando anche lui ebbe fatto l'ordinazione, la donna se ne tornò da dov'era apparsa, lasciandoli di nuovo soli. Quale occasione migliore per Rumiko se non quella di avanzare? Bè, è quello che fece... si sporse ancora di più sul tavolo, alzando il proprio sedere ed avvicinandosi con il volto a quello di Koichi. Quasi aveva rischiato di urtare le composizioni sopra il tavolo e quella posizione che aveva assunto era forse una delle più provocanti non concesse in un locale di quel tipo. Chi è senza vergogna scagli la prima pietra... ma Rumiko stava per scagliare qualcosa di più che un sasso.
    -Non te l'ho detto prima... ma sei carino quando arrossisci. Se vuoi un giorno puoi passare dal mio bar, riserverò a te un trattamento speciale ♥...- soffiò sottovoce.
     
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  6. Dark_knight
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    koichiavi
    Koichi

    Come poteva non spalancare gli occhi dalla sorpresa, rimanendo incapace di estinguere il fuoco che avvampava nelle sue gote. Si stava divertendo a stuzzicarlo... per quanto inesperto, Koichi l'aveva capito. Solo che... nemmeno Namiyo era così tentatrice. Lei arrivava subito al sodo, dicendo chiaramente ciò che voleva. Rumiko invece era una tentatrice diversa, più subdola sotto un certo punto di vista. Genuinamente subdola, così aveva intuito... non credeva che il tutto avesse uno scopo maligno, solo non sapeva quanto lei fosse seria... poco, immaginò.

    Evitò di rispondere in modo diretto alla sua offerta di osservare più da vicino quel cosplay... si limitò solo a distogliere lo sguardo. Stava facendo la figura del deficente, a dir poco. Però nella sua mente il film stava già scorrendo, eccome. Inevitabile non sentire una sorta d'eccitazione, unita a quella dell'imbarazzo.

    Alla sua richiesta di poter avere il costume di Nier, suo personaggio su AVROS, la ragazza rispose in modo affermativo. Koichi sospirò di sollievo tra sè e sè, provando una sorta di gratitudine nei suoi confronti. Certo, non che lui non le avesse offerto nulla in cambio, ma ad ogni modo era felice che lei avesse accettato... rimase solo interdetto da quel suo invito a prendergli le misure. Normalmente sarebbe risultata una frase normale, quasi di circostanza... ma Rumiko sapeva condire un po' di tutto con del piccante peperoncino. Se solo fosse stato un personaggio di un manga, al ragazzo sarebbe uscito uno sbuffo di vapore dalle orecchie, come sfogo al suo imbarazzo. "Va benissimo." rispose annuendo. Fu salvato dall'approfondire quel discorso proprio dall'intervento provvidenziale della cameriera.

    Ma quando questa ebbe finito di raccogliere le ordinazioni, lasciando i due nella più totale e seclusa intimità, accadde qualcosa di totalmente inaspettato. Se prima erano solo le parole, magari sussurrate e dette con un'enfasi tutta particolare, adesso le armate rosa di Rumiko stavano sforando dal loro territorio, urlando guerra a gran voce.
    Si sporse ulteriormente, ed il ragazzo si costrinse a non approfittare della visione... in quel modo, era facile prevederlo, avrebbe visto tutto. Ci riuscì... riuscì a tenere stabile un contatto occhio con occhio, ma era abbastanza evidente che si stava sforzando di non guardare, di non farsi tentare ulteriormente. Dannazione, era pur sempre un ragazzo di diciassette anni, per giunta privo di ragazza... resistere si faceva ogni istante più difficile. Ma, sopratutto, perchè stava resistendo? Non poteva accettare il tutto? Guardare senza ritegno quel propompente seno, godendosi la vista? Perchè non ci riusciva? Che fosse per Namiyo? No... no... lei non c'entrava nulla... ma allora per chi?

    Quell'offerta, quella di passare nel suo posto di lavoro per un trattamento speciale, gli fece tornare alla mente le inchieste che tormentavano tutto il Giappone... Erano vietate le case di piacere che offrivano rapporti sessuali, ma rimanevano al margine della legalità trattamenti analoghi. Il più celebre di certo il sumata...
    Certo, magari Rumiko per "trattamento speciale" si riferiva solo ad uno sconto sulle consumazioni... ma dal tono lasciava presuppore ben altro. Così vicina, con tono così suadente... e con l'immagine del sumata ben impressa in mente. Inutile... Koichi non fu l'unico a restare rigido, lì dentro. Non si scompose... non più di tanto almeno... ci provò... era certamente rosso in volto, ma non dava segni evidenti di cedimento. "Hemm..." ... tutto quello che poteva dire, con tutto ciò con cui poteva cominciare, il massimo era quell'imbarazzato "hemm" ? Sì, a quanto pareva... "V-va bene, volentieri..." proseguì non riuscendo a distogliere lo sguardo dai di lei occhi. Che cavolo gli stava facendo?

    "Nella scheda che mi hanno consegnato alla casa d'aste ho letto che sei appassionata d'arti marziali." parlare, doveva distrarsi... se lasciava a lei il compito di condurre la cosa avrebbe inevitabilmente ceduto alla tentazione.. "Io non sono esperto di arti a mani nude... ma faccio kendo sin da quand'ero bambino. Adoro le spade giapponesi... " confessò sperando che l'argomento fosse di suo interesse, e che potesse distrarla dallo stuzzicarlo ulteriormente. Anche perchè doveva far calmare il suo amico, lì sotto...

    In pochi minuti, poco più di un paio, fu portato il cibo da loro ordinato. Dapprima il ramen richiesto da entrambi, assieme al sushi. Solo in un secondo momento la carne di pollo fritta e il tokoyaki. Il cibo, a cui Koichi era già abituato, era delizioso... probabilmente quello era il locale con i cuochi migliori della regione. E nemmeno il conto sarebbe stato un problema... ammesso e non concesso che avrebbero permesso ad un Kurosawa di pagare nel ristorante preferito del capofamiglia, avrebbe comunque potuto contare su un consistente sconto. La cosa non gli dispiaceva... con tutto quello che doveva soffrire a casa, poter avere qualche piccolo ed innocente vantaggio come quello lo riteneva una sorta di merce di scambio.

    Avrebbe resistito... anche grazie alla distrazione costituita dal cibo... ma, in cuor suo, temeva il successivo momento: quello delle misure.
    Lì Rumiko avrebbe avuto ancora più spazio di manovra, e se fino a prima era riuscito quantomeno a nascondere la sua eccitazione, in piedi avrebbe fatto probabilmente molta più fatica.
    A fine pasto quindi, dopo essersi proposto di offrire la cena, confessò "Non vorrei tornare a casa..." ... ma subito si corresse, temendo d'esser male interpretato "Voglio evitare mio padre, finchè posso... possiamo andare da te per le misure? Sei hai un computer ed internet posso farti vedere l'immagine del mio personaggio." esisteva un servizio per gli iscritti ad AVROS, che permetteva di tenere d'occhio il proprio personaggio... statistiche, equipaggiamento e via dicendo. Nonchè un'anteprima di Nier in 3d che, indubbiamente, avrebbe aiutato la cosplayer.
     
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  7. Xasar
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    Rumiko1
    ~Rumiko*

    Era veramente carino, cercava in tutti quanti i modi di guardarla negli occhi, ma Rumiko lo vedeva quanto egli in realtà stesse fermendo, agitando il suo animo rigido. Chissà se era già rigido anche là sotto. Era curiosa, veramente interessata a scoprirlo, ma si lasciò a tutto quel divertimento nel vederlo paonazzo, fino a che non continuò a parlare della passione per le arti marziali, della sua passione per il kendo. Cosa? Non vorrà seriamente parlare di questo?
    Fece una faccia imbronciata, anche se aveva comunque accettato a farsi prendere le misure. Tornò a sedersi al proprio posto, sospirando un -Che noia... Se non ti piacciono, basta dirlo.- chiudendo gli occhi e voltando la testa di lato.
    Era giusto giusto arrivata la cameriera ad interrompere il loro colloquio portando loro le ordinazioni richieste e doveva dire che era tutto squisito, proprio come si era immaginata. Mangiò tutto con una certa educazione anche se avrebbe tanto voluto lasciarsi andare alle sue abitudini casalinghe.
    In men che non si dicesse, il loro pasto era terminato e lei accettò di buon grado di farsi offrire la cena, anche perchè non aveva molti soldi da poter spendere e di certo non così tanti per quel ristorante di lusso. Ne poteva anche scegliere uno un po' meno eccelso... a me andava bene anche un fast food. e forse lì avrebbe fatto una figura un po' meno indegna, visto come si era vestita.
    Giunto il momento delle misurazioni, fu la proposta di lui di andare a casa di lei che la fece sogghignare e provocarlo ulteriormente. Gli afferrò un braccio, tirandolo verso di sè, facendo sprofondare il gomito tra i suoi due prominenti seni, mentre assumeva quell'espressione da diavola maliziosa.
    -Oh? Ma allora fai sul serio, eh? Farti invitare a casa della ragazza tua ospite per andare fin in fondo... inzuppare il biscotto nel latte caldo... ihihih- rise sottile -ed a me che eri sembrato un verginello alle prese con la sua prima ragazza!- fu a quel punto che si alzò sulle punte dei piedi, avvicinando le sue labbra al lobo del suo orecchio. Ne soffiò un piccolo respiro d'aria calda, morbida, sensuale, adorava provocare gli altri, ma sopratutto adorava provocare lui -No, casa mia è lontana... il luogo in cui lavoro è proprio qui vicino, e poi... lì abbiamo tutto quello che ci serve.- dai due petali rosei e carnosi uscì solo la punta della sua lingua, con la quale stuzzicò appena l'esterno del suo padiglione. Un tocco che durò solo mezzo secondo, destinato a distrarlo mentre, con il suo braccio ancora aderente al suo petto, lo scortava verso il suo bar all'incitamento di -Andiamo?-

    • NYaN •
    ♦ Cosplay bar ♦


    canadian_maid_cafe

    Un cafè nel bel mezzo del centro di Tokyo, famoso per i suoi costumi, le sue maid e le deliziose portate di caffetteria e dolci.
    Orario:
    dalle 9.00 alle 13.00
    dalle 15.00 alle 21.00



    Una volta giunti al NYan, era facile notare di come tutte le luci fossero spente. Era semplicemente chiuso. Forse si sarebbero dovuti perdere d'animo ed andare a casa di Rumiko, ma Koichi non sapeva che nella borsetta che si era portata, ella aveva le seconde chiavi del locale che non esitò un attimo a tirar fuori per aprire tutto, avendo buon proposito di lasciar andare prima il braccio alla povera vittima.
    -Prego!- lo invitò ad entrare una volta che ebbe aperto la serranda metallica, la porta ed acceso le luci secondarie. Quest'ultime venivano utlizzate solo quando l'intera struttura era in manutenzione o in orario di chiusura, quindi nessuno li avrebbe disturbati.
    Gli fece strada attraverso la sala, ricca di tavoli, fino ad una porta accanto al bancone. Una volta aperta si parò davanti a loro la vista dell'ufficio del suo capo. Puro, semplice, vi era lo stretto necessario per la navigazione e uno scaffale dedicato a strumenti per il cucito e la misurazione che venivano tutti fatti rigorosamente a mano.
    Rumiko si avvicinò a questo e da una scatola ben riposta estrasse un metro in plastica da sarta. Lo rigirò tra le proprie mani, srotolandolo per poi avviarsi verso il ragazzo che lì l'aveva invitato ad entrare nella stanza. Passando per la scrivania, prese anche un blocco di carta ed una penna.
    -Possiamo iniziare!- così dicento gli afferrò un braccio, costringendolo a distenderlo in posizione orizzontale. Misurò dal collo alla spalla, poi dalla spalla al gomito, dal gomito al polso e dal polso fino alla punta del medio. Segnò tutto sul blocchetto di carta molto velocemente, poi tornò a lui. Misurò il girocollo e segnò anche quello. Infine la circonferenza del braccio, dell'avambraccio e del polso.
    Passò con una mano sul suo torace, lo sguardo estremamente malizioso ed un sorrisetto che la diceva lunga sulle sue intenzioni. Non ci impiegò molto nello scoprirlo interamente e lasciarlo in mutande: gli bastò chiedergli di togliersi ogni cosa perchè doveva prendere le misure anche al resto del corpo. Tuttavia non volle togliersi quella parte di copertura che fece sospirare ancora una volta Rumiko. Che peccato...
    Ed ella tuttavia non si perse d'animo, ma prese ogni misurazione del suo busto, con estrema delicatezza e sensualità, sorridendo ogni volta che annotava i centimetri, senza però dire una sola parola. Fu quando dovette misurare le sue gambe che per lei venne il divertimento.
    Si accostò così tanto a lui che i suoi prominenti seni strusciarono contro il suo addome e contro qualcos'altro per abbassarsi nel circondare la coscia del metro, segnare la misura e fare le stesse operazioni che aveva fatto con il braccio, solo che nel rialzarsi sogghignò. Rise, sottile come un filo di seta, mentre la sua mano destra, audace, accarezzava il suo petto. La sinistra prese gentilmente il suo mento, costringendolo ad abbassare lo sguardo, farlo finire nuovamente sulla sua scollatura.
    -Guarda che le puoi toccare - fu la sua voce a farsi avanti, morbida, sensuale. Sì, le piaceva provocare, adorava tentare un approccio particolare con lui, magari riuscire anche a soddisfare qualche suo desiderio -So che lo vuoi..-
     
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  8. Dark_knight
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    koichiavi
    Koichi

    Erano fuori ormai... nel locale le cose non erano andate esattamente come voleva. Diciamo solo che lei s'era evidentemente spazientita dei suoi tentativi di distrarsi... ma in qualche modo funzionarono. Finchè continuò ad arrivare cibo, e fino a che i due non tornarono a respirare l'aria serale di Tokio, i tentativi di Rumiko si congelarono. Che forse avesse capito?
    Che illuso era stato...

    Alle sue parole la guardò in volto per cercare di chiarire l'equivoco... ma quando si sentì chiamare verginello, unito al fatto che d'improvviso il suo gomito era finito tra due soffici marshmellow... la sua mente quasi andò in un altro pianeta. Orgoglio e desiderio stavano creando qualcosa d'indescrivibile, qualcosa che mai Koichi aveva provato in tutta la sua intera esistenza. Davvero... lei le avrebbe lasciato inzuppare il biscotto nel latte caldo? Sinceramente ne dubitava... ma anche il solo paventare l'idea contribuiva ad eccitarlo ulteriormente. Come se stare in mezzo a quei due seni non fosse abbastanza, insomma. Ma anche lei avesse acconsentito... lui era vergine... non... non voleva che le cose andassero così, non la sua prima volta. Voleva dedicarla a qualcuno di speciale... e quel qualcuno non era di certo Namiyo, quest'ultima lo sapeva bene.
    Ma una parte del suo cuore gli diceva che non sarebbe stata nemmeno Rumiko...

    La seguì annuendo, arrossendo nuovamente, ma restando assorto per la maggiorparte del tragitto. Come se stesse pensando a chissà cosa...

    Arrivati al bar gli ci volle meno di un secondo per capire che fosse deserto, a quell'ora... era proprio un bar, con orari di chiusura limitati alle ore diurne e poco più, immaginò. "Grazie!" replicò con un lieve sorriso una volta all'interno. Ora che il suo braccio s'era allontanato da quella soffice morsa, quasi poteva avvertire una sorta di freddo... come se quel contatto avesse avuto il potere di scaldarlo fino a quel momento.
    Si guardò un po' intorno, e non gli fu difficile immaginare quel posto pieno di vita... "Carino qui...", si limitò a commentare, seguendola in un ufficio, verosimilmente qualcosa che aveva a che fare con l'amministrazione di quel posto.

    E docile seguì i movimenti che Rumiko gli faceva compiere, così da velocizzare le operazioni di misurazione... non oppose resistenza alcuna nemmeno quando gli fu detto - praticamente a gesti - di togliersi il kimono. Sperava di riuscire a tenerselo su, ma ci contava poco... d'altronde falsava il volume in alcune parti del suo corpo, ed era ovvio che per una misurazione accurata non avrebbe di certo potuto tenerlo indosso. Fu praticamente più laboriosa lei di lui nello spogliarlo... insomma, rimase solo in boxer.
    La misurazione al petto cominciò a divenire un problema... era palese che stava dedicando particolari attenzioni a quella parte del suo corpo... s'era fatta più delicata, più sensuale, più provocante in quei tocchi che era tanto brava a far apparire come involontari.

    Si eccitò... non riuscì ad evitarlo, ed anzi... si sentiva una specie d'eroe nazionale per esser riuscito ad evitarlo fino a quel momento. Ma cadde presto in disgrazia... La cosplayer passò a misurargli le gambe, deliziando il suo addome con la dolce pressione di quei seni, ancora per la maggiorparte imprigionati in quel cosplay decisamente poco casto.
    La sua mascolinità illibata premette violentemente contro il tessuto dei suoi boxer neri, così tanto da fargli quasi male... e quando quel bozzolo prezioso fu circondato dalle di lei rotondità, fu costretto a modersi la lingua per evitare di lasciare uscire dalle sue labbra un lievissimo gemito soffocato. ... ... o forse era ormai uscito? No, non lo sapeva, non capiva più nulla...

    S'era costretto a non guardarla, a non far cadere il suo sguardo sulla scollatura che - generosamente - avrebbe fatto godere al ragazzo di una vista di tutto rispetto. Ma il di lei tocco, gentile, suadente... quello era stato il tocco di grazia. Con una mano gli toccò il mento, indicandogli che voleva essere guardata... e con l'altra gli carezzò il petto, in un modo che disintegrò tutte le difese rimaste. Ma anche fosse rimasta una sola torretta SAM, quella sarebbe stata spazzata via dalle parole di Rumiko... gli aveva dato il permesso... poteva toccarle... poteva farle sue, soddisfando la sua curiosità ed il suo cuore... chissà fino a dove si sarebbe potuto spingere. Deglutì prima di fare la qualsiasi... il rumore gli rimbombò talmente tanto che temeva avrebbe attirato l'attenzione di mezza Tokio.
    La afferrò, forse con un po' troppa irruenza, dal braccio che le stava carezzando il petto, e la tirò su, al proprio livello. Ne scrutò lo sguardo, mostrando il proprio... imbarazzato, eccitato... ma deciso... Si dedicò prima allo slacciarle la fascia che chiudeva il suo kimono. Andata via quella, il tessuto s'aprì quasi da solo, lasciando il giovane Koichi di fronte ai morbidi e nudi seni di Rumiko. Aveva già il respiro lievemente preso dall'affanno... ma non indugiò ulteriormente.

    Con il braccio destro la cinse a sè, lasciando che i petti dei due potessero sfregare l'uno con l'altro... erano così sode ma così morbide al tempo stesso che temeva non si sarebbe mai soddisfatto del tutto... Con la mano libera le tastò, come faceva con Namiyo... con la differenza che quelle della cosplayer erano ancora più generose, più invitanti. Concentrò le proprie attenzioni sul capezzolo di una delle due, giocandoci con le dita, con tutta l'intenzione di far perdere un pochino la testa anche a lei. D'altronde un po' d'esperienza con il tocco l'aveva...
    Il suo sguardo era come assente, perso nelle sue forme... ogni tanto la guardava negli occhi, mostrando così senza vergogna quanto fossero lucidi e languidi.
    Non la baciò. Non cercò le di lei labbra, come se non ce ne fosse bisogno... qualcosa d'indefinibile glielo impediva... qualcosa che, presto, gli avrebbe scalfito la coscenza...

    Per ora si trattava solo di un pensiero in arrivo... la sua mano stava ancora affondando nelle morbide rotondità di lei, mentre la sua erezione diventava sempre più evidente, sempre più pronunciata. Chiunque se ne sarebbe accorto solo da una rapidissima occhiata ai boxer... figurari una come Rumiko. Cosa avrebbe fatto? Qualcunque cosa fosse... non doveva cedere... non doveva concederle la sua prima volta... anche a costo di mordersi la lingua e di farla sanguinare copiosamente. Perchè... perchè? A chi diavolo doveva concederla?
     
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  9. Xasar
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    Rumiko1
    ~Rumiko*

    Il tutto era arrivato da quel mugolino soffocato che aveva udito nello strusciarsi a lui.
    Ci aveva sperato fin in fondo che quel ragazzo rispondesse alle sue provocazioni, così come aveva proprio previsto la sua possibile erezione. Era facilmente descrivibile come Rumiko si sentisse in quel momento, come ogni volta. Era così naturale per lei essere una pazza maniaca lunatica che ormai quel genere di cose non la emozionavano più di quel tanto, come se fossero una soffice routine. Sapeva esattamente cosa doveva fare per renderlo felice, e quel suo invito sembrò scatenare in lui la reazione desiderata.
    Non se lo fece ripetere due volte e la tirò a sè, veemente, trattenendola per un braccio. Potè così vedere in faccia lo sguardo determinato del ragazzo, ma non aveva alcunchè di fiero per lei.
    Slacciò pure immediatamente la fascia del suo cosplay, scoprendole i seni in un unico movimenti, lasciandoli così, all'aria fresca dell'ufficio. Un momento che durò poco, qualche secondo ed i loro petti già si stavano sfregando l'un con l'altro e, Rumiko poteva sentire premere sul proprio ventre il suo attributo, per quanto fosse nascosto dalle mutande. Lo sentiva pulsare, come se ce lo avesse già all'interno del suo corpo e non potè evitare di arrossire lievemente e fremere lei stessa per l'eccitazione. Nonostante tutto continuò a mantenere uno sguardo, una posizione di superiorità.
    Le sue mani affondarono sui suoi seni, toccandoli, nutrendosi della loro morbidezza a piene mani, giocando con l'aoreola e con gli ormai turgidi capezzoli, facendola sussultare più di una volta. Ma man mano che lui soddisfava il proprio desiderio di toccare, tanto più la ragazza percepiva la sua erezione, il suo membro.
    Lasciò che la toccasse quanto voleva, senza che venisse baciata neanche una volta. Non ne capiva effettivamente il perchè, ma anche a lei non piaceva molto baciare le persone con cui voleva andare a letto soltanto una volta.
    Fu così che si liberò dolcemente dalla sua presa, spingendolo ad appoggiarsi alla scrivania, per poi accovacciarsi davanti a lui e liberarsi di quell'odioso kimono, rimanendo così soltanto con i candidi slip.
    -Su su... adesso lascia che anche il tuo amico senta quanto sono morbide.- così dicendo iniziò a strusciarle sulle sue mutande, assumendo ogni volta la curvatura richiesta dal suo membro che non ebbe tanto l'occasione per stare nascosto. Al contrario, Rumiko lo liberò presto dalla sua morsa nera, dando forse al ragazzo un po' di sollievo nel fargli prendere il contatto con l'aria e non solo.
    Con le sue abili mani, Rumiko aveva calato i boxer fino a metà coscia, sporgendosi quanto bastava per riuscire ad arrivare a lui, alla sua asta. Con la punta della lingua stuzzicò appena la sua sommità, poi intorno. Passò con essa lungo tutto la sua lunghezza, più e più volte, prima di farlo entrare in un luogo caldo, dove venne assaporato interamente il suo sapore, il calore che emetteva. Lo stimolò con movimenti lenti, mantenendo il contatto della sua lingua, fino a che non lo ebbe inumidito abbastanza e, con un sorriso malizioso, guardò il povero Koichi, godendosi l'espressione che probabilmente aveva in quel momento.
    -Adesso senti...- prese con entrambe le mani i suoi seni, circondando con essi il suo membro. Lo sentì a contatto, bollente, turgido e non potè fare a meno di muoversi, di muoverli attorno ad esso. Prima uno, poi l'altro, poi insieme. Sembrava stesse usando una tecnica di massaggio cinese, ma non era altro che un modo per riempire di piacere la mente del ragazzo, offuscandola di ogni altro pensiero.
    -Dì, i seni di Rumiko-chan ti soddisfano, Koicchan?- e fu così che assieme ad essi si unì anche la sua bocca, la sua lingua. Era diventato un insieme di giochi del piacere, qualcosa a cui difficilmente il ragazzo avrebbe potuto resistere. Tra quanto avrebbe raggiunto l'orgasmo?
    Ella lo sentiva, forse, poteva esserci più vicino di quanto pensava quando...
    -Eh? Che ti succede? Perchè ti si è ammosciato tutto?- chiese con un po' di sdegno la ragazza, pensando che probabilmente era dovuto a qualcosa che lei aveva fatto.
     
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  10. Dark_knight
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    koichiavi
    Koichi

    Continuava ad approfittare della morbidezza di Rumiko, senza che lei ponesse anche solo un fiato di resistenza... anzi, esattamente l'opposto. Quei sottili versetti che uscivano dalla sua bocca avevano l'effetto d'incitarlo ancora di più, facendogli capire che stava - in qualche misura - gradendo. La vide arrossire in modo lieve, per la prima volta...
    Continuò senza sosta, mentre le sue dita si perdevano nel mare delle sue rotondità calde, avvertendo dietro di esse il battito del suo cuore. O era il proprio? Impossibile capirlo, non in una situazione così concitata...

    Fu spinto contro la scrivania, costretto a mollare la presa... ma le di lei parole non gli fecero rimpiangere molto quella sensazione, ed anzi... lo fecero fremere dall'impazienza. S'inginocchiò di fronte a lui, massaggiandogli la turgidità racchiusa dall'intimo con i suoi seni, per poi - finalmente - liberarlo. Non avesse avuto esperienza, avrebbe probabilmente finito per lordarsi i suoi boxer, ed in ogni caso non avrebbe resistito a lungo comunque.
    Una sensazione calda... non ebbe nemmeno il coraggio di guardare, decidendo di lasciare che i suoi gemiti soffocati fossero una prova del fatto che stava godendo di quelle attenzioni.
    Quando avvertì la morbidezza circondargli la sua mascolinità, allora sì... guardò con occhi lucidi la scena, ormai incapace di trovare con l'uso della vista il proprio membro. Questo non solo era coccolato dal seno prosperoso di Rumiko, ma in breve anche le labbra e la lingua della ragazza si unirono a quel trattamento...

    Era duro, turgido come mai pensava d'esser stato... stare in mezzo al suo petto era un'esperienza divina... Kuroi non sarebbe mai stata in grado di fare una cosa del genere. ... ... Kuroi? Spalancò gli occhi improvvisamente, come se fosse scoppiata una granata nel suo cervello. Che diavolo c'entrava la chiassosa, in un momento come quello? La rivide semi-nuda, come qualche pomeriggio prima... risentì nuovamente quel suo ringraziamento detto a mezza voce... sicuramente l'era costato molto, a livello di orgoglio. Era così vicino... così preso... ma in una decina di secondi, poco più, il flusso sanguigno s'era concentrato in testa, lasciando il suo sesso privo della carica acquisita poco prima. "Merda..." disse agitato per ciò che era accaduto... E giustamente Rumiko n'era rimasta delusa. "Mi spiace... non è colpa tua, è stato... è bellissimo però... " e lo era... lo era tutt'ora... la frizione che la sua saliva stava donando a quel contatto era indescrivibile, paradisiaca e diabolica al tempo stesso... ma l'aver immaginato quella dannata chiassosa di Kuroi aveva rovinato ogni cosa. Il cuore impazzito pompava così forte che sembrava volesse uscire dal suo petto a forza di colpi.
    Come poteva spiegargli quello che era successo? Che diavolo doveva dirle?

    Sospirò, portandosi una mano al volto, come a non volersi far vedere in quello stato, come se volesse trovarsi altrove. "Ho pensato ad una mia compagna di classe... una stupida chiassosa... non so nemmeno perchè mi sia venuta lei in mente..." confessò lui, nel modo più sincero. Scosse poi la testa, con lo sguardo colpevole, come avesse combinato chissà che cosa... fattosta che non poteva più continuare, nè tantomeno voleva. Sapeva avrebbe rimpianto una cosa così per parecchio tempo. Con garbo cercò di liberarsi dalla sua presa, sapendo che così l'avrebbe in qualche modo delusa... e tirò nuovamente su quei boxer. "Scusami..." mormorò infine, come a voler chiudere quel breve capitolo a luci rosse che c'era stato tra loro.

    Avrebbe continuato a prendergli le misure? Sperava di sì... lui comunque aveva promesso, ed avrebbe rispettato ciò che era stato detto all'asta. Le diede in mano un biglietto da visita "Qui puoi contattare mio zio... potrai discutere tutti i dettagli del tuo piccolo spazio in tv direttamente con lui." il suo tono era ancora un po' spento, forse colpevole per come aveva interrotto tutto d'un tratto quel loro contatto. "Sappi che ti guarderò con piacere, quella sera..." abbozzò, per quanto ci riuscì, un timido sorriso, aggiungendo "E ti porterò il bonsai di persona domani, qui, se non è un problema." di certo non poteva portarlo con sè quella sera, ma avrebbe comunque rispettato i di lei desideri, accettando di consegnarlo a casa o ovunque altro fosse richiesto.
    E, al momento del saluto, il tutto sarebbe stato un semplice bacio sulla guancia, nulla di più e nulla di meno... sempre se lei l'avesse voluto nuovamente vicino a sè, cosa di cui non era certo. "Grazie... di tutto..." decise di concludere così, in quel modo semplice, una serata che s'era rivelata per lui difficile. A casa avrebbe avuto molto a cui pensare...
     
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  11. Xasar
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    Rumiko1
    ~Rumiko*

    No, proprio non capiva cosa fosse successo, non se lo spiegava e continuava a guardarlo come se non fosse del tutto normale. Stava godendo così tanto, sentiva i suoi ansimi, i suoi gemiti eppure... come aveva potuto non svuotare la mente?
    Rumiko rimase lì, a fissarlo, l'aria contrariata ed offesa. Alzò un sopracciglio quando egli le confessò di aver pensato ad una sua compagna di classe, senza definierla amica o che altro. Tutt'altro, la chiamò "stupida chiassosa" e lei, conoscendo i comportamenti dei maschi ed il loro stupido orgoglio, si alzò in piedi, cambiando totalmente atteggiamento nei suoi confronti. Accettò lo sguardo colpevole, ma lei gli si rivolse con gli occhi sottili, di sufficienza.
    Lo sapeva che non era stata colpa dei suoi seni o della sua bocca, ma di quella ragazza che era entrata nella sua testa, che l'aveva distratto. Chissà, con tutta probabilità lui era attratto da lei e non da Rumiko.
    Mormorò le sue scuse, ma lei fece uno sbuffo ricco d'ira e rancore, iniziando a rivestirsi del suo cosplay. Che stupida era stata a pensare che un ragazzo più piccolo di lui potesse anche soltanto cederle in quel modo. Forse non era veramente altro che uno stupido verginello senza palle. Soffiò, scontrosa, senza parlare un singolo istante fino a che non fu di nuovo coperta ed il rossore sul suo volto non fu sparito.
    Egli le porse un biglietto da visita con un recapito di suo zio, premettendo che lui l'avrebbe guardata con piacere e che le avrebbe portato il bonsai il giorno seguente, sempre se non era un problema. Ma certo che era un problema! Lei non era ben intenzionata a rivederlo dopo un atto di coraggio del genere.
    Lo afferrò con decisione, quasi strappandoglielo di mano. Ormai le misure le aveva prese e segnate, non doveva fare altro che fargli avere quello che lui aveva richiesto e non si sarebbero più rivisti..
    Eppure non accettò il suo tentativo di baciarla sulla guancia. Lo allontanò con lo sguardo serio, fissandolo con estrema diffidenza e poca complicità, tutto il contrario di com'era stata all'inizio, seppur egli l'avesse ringraziata.
    -Avrai quello di cui hai bisogno tramite tuo zio, una volta che sarà finito.- lo avvertì, invitandolo ad andarsene. Lo avrebbe accompagnato fino alla porta ed una volta che furono sull'uscio del negozio aggiunse -Non lo voglio comunque il tuo bonsai, non so di che farmene e non ho voglia di prendermene cura! Se proprio vuoi trovargli una sistemazione, tiralo in testa alla tua compagna chiassosa!- e così dicendo gli sbattè la porta in faccia, voltantosi e tornando in ufficio del suo capo.
    Pensò, pensò tantissimo a quella serata deludente, consolata solo dalla prospettiva futura, della possibilità di apparire in televisione. Per lei si sarebbe aperto un nuovo modo di vedere le cose, tanta immaginazione da tirar fuori, lei ne aveva in abbondanza.
    Sorrise tra sè e sè, caricando l'immagine che aveva di Koichi nella testa, di quell'abito che lui non le aveva fatto vedere. Poco male, avrebbe chiesto sempre a suo zio.
    Addio, verginello... lo salutò solo allora, impossibile che la sentisse, ma così avrebbe cancellato per sempre quella sera dalla sua mente. Non voleva ricordare, non voleva avere di lui quella scena interrotta sul più bello.
     
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    And then my eyes
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    Vi ringrazio di aver partecipato.
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