Giocata n. 21, Gen: Yaoi, Pg asta: Chas Gildon

Chas Gildon di -Lullaby- X Dimitrij Ivanovic di Misia-chan

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  1. -Lullaby-
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    cssamu
    Giocata Numero: 21
    Personaggio Asta: Chas Gildon
    Roler del personaggio: -Lullaby-
    Genere: Yaoi
    Vincitore: Dimitrij Ivanovič di Misia-chan

    Offerte che sono state fatte al personaggio d'asta:
    1) Un assegno a proprio nome con la cifra da decidere;
    2) Crystal, soggetto artistico da disegnare.

    Offerte reali fatte al Roler del personaggio d'asta:
    Nessuno.

    Motivazione della scelta:
    La proposta di Crystal è stata molto bella, lo ammetto, il personaggio in sè l'ho trovato squisita ma purtroppo, per com'è il carattere di Chas, i soldi alla fine hanno avuto la meglio e gli hanno fatto anche abbastanza gola!

    Edited by -Lullaby- - 19/2/2012, 23:47
     
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  2. Misia-chan
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    VodkaRedInn
    Il Vodka red Inn è un locale lussuoso la cui clientela è composta da persone facoltose e ricche e di una media clientela che va lì solo ed esclusivamente per godersi lo spettacolo di giovani ragazze e ragazzi.

    Il salone principale è molto ampio e spazioso, ed è possibile ballarci, la tappezzeria e il mobilio vengono puliti e controllati con grande cura dal dai camerieri e il loro capo.
    Spettacoli erotici, canzoni, o qualche volta rappresentazioni teatrali di breve durata e comiche.
    Al pianterreno c'è anche un ampio bar che talvolta offre qualche pasto caldo.

    Al piano superiore si può affittare una camera per scopi che spaziano dalla notte di fuoco al semplice dormire.

    Post # 1

    Dimitrij2
    Dimitrij Ivanovic


    Dopo l'asta, Dimitrij fu felicissimo di vincere, in fondo era un bambinone, e quando vinceva qualcosa ad un gioco rimaneva a gongolare a lungo di felicità.
    Dopo l'asta, si era avvicinato a Chas e gli aveva dato l'indirizzo del suo locale, il Vodka Red Inn che però era gestito da un altra persona, si aspettava un trattamento di favore e contento come una pasqua aveva preso posto nel locale.
    Aveva scelto personalmente una saletta privata al secondo piano, da cui si poteva vedere benissimo lo spettacolo sul palco n diretta, c'erano uno o due ragazzi ballando tra di loro in maniera decisamente sensuale.
    Sul tavolo tondo e grande, c'era già una bella bottiglia di Vodka e un bicchiere per sé, con vicino l'assegno compilato con solo la cifra da scriverci sopra.
    Dimitrij prese il bicchiere e mandò giù il secondo bicchiere, iniziò subito a sentir leggermente caldo.
    Posò pesantemente il bicchiere sul tavolo con un rumore secco, si distese tranquillamente sulla poltroncina rilassando la schiena indolenzita.
    Appena fosse arrivato il suo ospite, era stato ordinato di accompagnarlo al suo tavolo dandogli modo di orientarsi in quel meandro di tavoli e privéé, si tolse i guanti neri nell'attesa di ingannare il tempo, poi dopo averli appoggiati sul tavolo, li riprese e li infilò nella sua borsa a tracolla quadrata color panna.
    La poltroncina anche se molto comoda e capiente, sembrava sempre troppo piccola per Dimitrij che era alto e molto robusto.
    Stappò la Vodka e si riempì il terzo bicchierino, attendendo fin troppo impazientemente il suo ospite.

    Edited by Misia-chan - 22/2/2012, 23:04
     
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  3. -Lullaby-
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    Post # 1

    cssamu
    Un'asta solo per mettere in mostra il proprio corpo e vedere quale fosse il miglior offerente, quanto la gente si spingeva solo per averlo. Le proposte che aveva ricevuto erano state tutte quante meravigliose, nessuna alla quale togliere nulla, ma per un'anima come la sua, sporca, assassina e priva di purezza, sarebbe stato completamente impossibile accettare quelle proposte candide di cui non si sentiva nemmeno degno di sfiorare.. troppe volte le sue mani avevano fatto del male a delle persone innocenti e non importava quante volte curava il suo aspetto fisico, la sua ragione, la sua morale, gl'impediva d'accettare completamente se stesso, anche se dimostrava di vivere in perfetta armonia con il resto del mondo.
    Quella sera aveva optato per un abbigliamento elegante, qualcosa che risaltasse la sua persona, indossando una maglietta semplice e rossa, uno dei suoi colori proferiti in assoluto, una sciarpa lunga a torno al collo che risaltava il proprio collo, seguito successivamente da un impermeabile raffinato ed elegante, lungo e che metteva in risalto le spalle larghe e forti che possedeva. Jeans scuri, con cintura borchiata che ricadeva sul fianco destro seguita da una sottile catenina che andava ad arco e per finire un paio di scarpe scure ed eleganti dal laccio sottile e ancora più scuro delle scarpe.
    Si guardò un ultima volta allo specchio, sistemandosi giusto un pò i suoi capelli e anche l'orecchino posto sul lobo destro dell'orecchio e una volta sceso dal suo appartamento, ad aspettarlo vi fu una macchina scura e apparentemente sinistra, con due uomini che fuori di essa lo aspettavano e lo invitavano ad entrare. Allora era vero che a quel tizio non dispiaceva sperperare i suoi soldi in quel modo.. doveva essere molto, ma molto ricco.
    Si fece accompagnare senza fiatare e quando finalmente arrivò a destinazione venne scortato ai piani alti del Vodka Red Inn. Salendo le scale, l'ametista non poteva fare a meno che guardarsi a torno con aria puramente incuriosita ma allo stesso tempo anche un pò divertita e quando finalmente arrivò dinnanzi a quella che sembrava essere una saletta privata a tutti gli effetti. Fattovi un passo dietro, la porta dietro di lui si chiuse ma senza mai voltarsi proseguì, affiancandosi ad un certo punto alla poltrona del Signor Ivanovic. La loro altezza quasi sembrava essere identica, se non fossero stati per quei due centimetri in più che li dividevano da parte di Chas.
    -Mi perdoni Signor Ivanovic... stavate aspettando da molto?- Chiese educatamente il giovane, abbassandosi appena con la schiena quel tanto che bastava per avvicinarsi giusto un pò a quel ragazzo, mostrando un sorriso dolce e per nulla provocatorio. Non era solito provocare e stuzzicare dei suoi clienti dopo tutto. Con la coda dell'occhio, il suo sguardo ricadde sul tavolo e notandovi sia la bottiglia che l'assegno, quasi la sua espressione non divenne divertita.
    -Vedo che non siete un uomo che si nasconde nè che si fà attendere...- E questa volta, il suo tono di voce fu diverso, quasi come se volesse per l'appunto stuzzicarlo un pò prima del divertimento, come aveva per l'appunto inteso quel ragazzo.

    Edited by -Lullaby- - 22/2/2012, 14:41
     
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  4. Misia-chan
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    Post # 2
    Dimitrij2
    Dimitrij Ivanovic

    Dimitrij appena lo vide entrare, squadrò Chas da capo a piedi, notò l'orecchino al lobo del suo orecchio, cosa che gli faceva venir voglia di morderlo e strapparglielo via con i denti, alla sciarpa che avrebbe voluto volentieri vedere stretta ancor di più attorno al suo collo a mò di guinzaglio.
    Il cappotto, così come i pantaloni e le scarpe del resto, fosse stato per lui avrebbero fatto ben misera fine, gettati in un angolo.
    Lo incuriosì particolarmente la scelta del colore rosso, un colore amava da morire e gli metteva una insana e folle allegria.
    Allungò l'assegno a Chas con sopra una penna nera, era davvero curioso di leggere che cifra ci avrebbe scritto sopra, sorrise ed assottigliò lo sguardo studiando Chas stesso.
    -Oh, mi piace arrivare in anticipo, preferisco avere tutto sotto controllo prima di incontrare qualcuno- gli spiegò, poi allungò il corpo e la mano in segno di benvenuto:
    -Piacere di conoscerti, Chas! So che sei uno dei migliori...voglio proprio vedere se è vero o sto sprecando il mio tempo e il mio denaro!- disse sorridendo allegramente al suo rimando, sfottendolo un po' (ma non o faceva apposta, era fatto così),-ti prego, accomodati, non stare in piedi...- gli indicò la poltroncina di fronte alla propria con un gesto.
    Si sentiva particolarmente euforico quando aveva ottenuto per sé un nuovo giocattolo, da usare, da conoscere, da rompere.
    -sei qui per farmi divertire...perciò, vedi di mostrarmi il meglio che sai fare- disse con pochi peli sulla lingua, stuzzicandolo e provocandolo -sei un accompagnatore giusto?- domandò retoricamente e lo fissò dritto negli occhi inclinando appena la testa di lato, con uno sguardo di pura sfida nei suoi confronti.
    -Non vedo assolutamente il motivo per cui io debba, nascondermi o farmi aspettare, Chas- inarcò un sopracciglio chiedendosi il perché di quella domanda, banale e decisamente stupida nei suoi confronti, una banalità dettata dalla formalità eccessivamente cortese di Chas? Forse doveva dirgli che poteva anche rilassarsi... infilò una mano nella giacca e tirò fuori un pacchetto di sigarette, aprì il pacchetto e prese una sigaretta che appoggiò sulle labbra, in pochi secondi l'accese e tirò la prima boccata, che come un benessere malsano, gli arrivò subito ai poloni, urtandoli, ma compiacendoli allo stesso tempo.
    -quanti anni hai Chas? vuoi parlarmi un po' di te, prima di iniziare?- persone sconosciute.
    Dimitrij finiva spesso per circondarsi di persone a lui sconosciute, o senza volto o senza comunque importanza, persone che rimanevano per brevi tratti nella sua vita e poi sparivano.
    Era una condanna, una maledizione la sua, non era mai riuscito a trattenere un rapporto che durasse veramente a lungo, un po' gli faceva male, ma aveva imparato a trattenere il dolore, a chiuderlo nel suo cuore di pietra.
    Ma Chas, era solo un gioco, uno dei suoi tanti giocattoli avuti in passato, era un momento di svago prima di ritornare alla sua triste solitudine.

    Edited by Misia-chan - 22/2/2012, 23:04
     
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  5. -Lullaby-
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    Post # 2

    cssamu
    Con eleganza, Chas afferrò l'assegno assieme alla penna, prendendolo con l'ausilio delle prime tre dita, sorridendo appena e con gentilezza a quelle sue prime parole, alzando la mano l'altra mano per stringere con essa quella grande e particolarmente calda dell'altro ragazzo. La sua mano a dispetto della sua era un pò più grande, decisamente mascolina, e su di essa poteva percepire come dei lievi e quasi impercettibili calli e graffi fossero presenti, proprio come se ne facesse molto uso usando oggetti apparentemente molto pesanti e si, forse anche pericolosi. Aveva compreso che quello non doveva essere un ragazzo come tutti gli altri, anzi, sembrava essere proprio un pezzo grosso.
    -Signor Ivanovic, i gusti sono gusti.. se tutti avessero un solo punto di vista e dei paraocchi come certe persone, allora andremmo tutti in banca rotta e non ci sarebbe più divertimento..- Espresse l'ametista con un sorriso apparentemente educato ma era chiaro che anche lui in quel momento gli avesse per l'appunto preso per le rime, sfottandolo allo stesso modo ma in maniera più sotto intesa, più educata e con maestria.
    Si andò a sedere sull'altra poltrona e mettendocisi comodo accallò elegantemente le gambe, appoggiandosi con il gomito sul poggia braccio e con la mano sostenendosi la testa reclina, fissandolo sempre negli occhi incapace con lo spostare la sua attenzione altrove. Si divertiva con lo scrutare le persone e allo stesso tempo si divertiva con lo studiare, capire con chi aveva realmente a che fare, indipendentemente se erano uomini o donne.
    Inarcò un sopracciglio quando lo vide estrarre quel pacco di sigaretta alle labbra e quando se lo vide inspirare a pieni polmoni il suo fumo nocivo e tossico i suoi occhi si socchiusero, asumendo un'espressione quasi pensierosa.
    -Prima di iniziare cosa?... Voi avete chiesto di divertirvi, ma non avete specificato in che modo... pensavo che mi avreste chiesto di cantare per voi o addirittura... ballare assieme a voi..- Rispose, un pò prendendolo in giro proprio come fece la sua espressione, dimostrando che non lo stava prendendo minimamente sul serio. Quel ballare voleva solo essere un doppio senso, niente da farlo prendere in parola.
    -Mi chiamo Chas Gildon ed ho ventiquattro anni, sono originario della Germania e come lavoro faccio l'host e questo mio lavoro non è quello di vendere il proprio corpo come fà ogni puttana, è come una geisha, ma al femminile.. il mio compito è quello d'intrattenere gli ospiti e farli sentire accolti quanto al centro della propria attenzione...- E si fermò, sorridendo con aria un pò più cordiale ma quasi apatica mentre lo studiava e lo guardava dritto negli occhi.
    -Ditemi Signor Ivanovic, voi che tipo di attenzione state andando a il cercare con me?- A quella domanda, il suo sorriso divenne tra il malizioso ed il divertito con i propri occhi che si socchiudevano, alzandosi piano dal proprio posto per sporgersi quel tanto che bastava per superare il tavolo con il proprio busto, appogiando la mano la mano sul tavolo mentre l'altra veniva sollevata per raggiungere la sua mano ed allontanargli con gentilezza la sigaretta dalle labbra.
    -Fumare fà male alla salute.. sarebbe un peccato se una bellezza così fredda e sensuale come la sua venisse a mancare col tempo a causa di questa orribile sostanza nociva..- Lo stava stuzzicando e provocando al contempo stesso. Voleva proprio vedere dove andava a parare mentre lo faceva attendere. Credeva realmente che Chas Gildon si sarebbe lasciato andare così facilmente col primo che capitava? No, se voleva qualcosa di molto di più e che non andava a limitarsi alla propria compagnia, allora doveva proprio sforzarsi e fargli vedere sin dove voleva spingersi.
     
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  6. Misia-chan
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    Post # 3
    Dimitrij2
    Dimitrij Ivanovic

    Osservò attentamente Chas in ogni suo gesto senza scomporsi più di tanto, rimase impassibile, «Forse saresti stato più interessante come puttana» disse esprimendo con poca eleganza il suo pensiero, guardandolo divertito e con il suo odioso sorriso stampato in faccia.
    «Sei carino, ma questo non basta, se fossi stato un vero professionista, ti saresti già messo all'opera nell'appagarmi...» disse inclinando la testa di lato appoggiandosi sulla mano.
    «che delusione...» lo guardò rammaricato, era piuttosto insoddisfatto dal suo accompagnatore.
    Il suo sguardo oltre alla delusione era pieno di noia, si annoiava a morte e oltre all'aspetto fisico, bello e piacevole di Chas non c'era nient'altro, non c'era il talento di un vero host.
    Si irrigidì quando gli spostò la sigaretta dalle labbra, prendendolo come un terribile affronto contro la sua persona, lo fissò perfidamente e con puro gelo, infilò la mano in tasca e prendendo in mano la pistola la appoggiò sul tavolo di lato, con la canna puntata verso di lui, togliendo la sicura.
    Non era un tipo dal grilletto facile, sopratutto in luogo pubblico, ma nessuno si doveva permettere mai, mai, di toccarlo senza il suo permesso.
    «... dimmi...che mi ami»
    disse con uno sguardo malizioso ma sognatore, esordendo all'improvviso«dimmi, dimmi...я люблю тебя, ti amo...» aggiunse rispondendo alla sua domanda, guardò un punto imprecisato davanti a sé incantato sulla maglietta rossa di Chas, perdendosi nei suoi stessi sogni e ricordi «dimmi...che mi ami dal profondo...fammi credere...che sia vero» disse infine guardandolo negli occhi, con occhi luminosi e languidi.
    Rimase ad attenderlo, appoggiando la gamba destra sul ginocchio sinistro e lasciando le braccia morbide sui braccioli in attesa di Chas.
    Voleva sentirsi dire un mare di bugie, bugie dolci, rassicuranti, piacevoli e dorate.
    Allungò la mano sul bicchiere e lo riempì di nuovo, buttando giù immediatamente il contenuto giù per l'esofago.
     
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  7. -Lullaby-
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    Post # 3

    cssamu
    Sorrise con una punta di ironia per quelle sue parole iniziali ma non si permise in alcun modo con il contrastarle o anche con il rispondergli a tono. Chas era stato chiaro, aveva chiaramente espresso quale differenza ci fosse tra un host ed una prostituta e l'espressione scocciata quanto di chi non era rimasto molto contento della sua reazione fu palese sul volto di quell'uomo che certamente cercava qualcosa di molto, ma molto più grande, molto più pericoloso che poteva andare ben al di là della propria immaginazione.
    Subitò notò come il suo corpo si fosse irrigidito a quel suo tocco e per un istante sembrò subito passare alla difensiva, pronto a reagire quando invece non fu così. Seguì con la coda dell'occhio la sua mano muoversi all'interno della sua tasca e posare su quel tavolino la sua pistola, togliendovi così la sicura. Aveva visto giusto, quel tizio non era come tutti gli altri.. no.. colui che aveva di fronte non poteva essere un umano, non quegli atteggiamenti così poco sereni, così confusi.
    A quella richiesta però, si ritrovò con lo sbarrare gli occhi, assumendo un'espressione praticamente esterefatta, incredula. Stava dicendo sul serio? Gli stava realmente chiedendo qualcosa del genere..?
    Per un istante, solo per uno, era rimasto fermo, immobile mentre lo guardava ma l'attimo dopo si sentì male e il suo cuore quasi non pianse. Quello sguardo.. quegli occhi velati dalla tristezza, seppur languidi e luminosi potè scorgere la nostalgia nell'aver perso qualcuno che aveva amato realmente.
    Dirsi un mare di bugie... perchè? Che senso aveva..? Non lo sapeva.. non poteva comprenderlo ma tutto ciò che riuscì a fare fu solo quello di alzarsi da quella posizione per mettersi di fronte a Dimitrij e solo allora, allungando le mani verso il suo volto prese ad accarezzarglielo piano. Le sue guancie erano così calde, quasi più calde delle sue dita stesse che piano sfioravano la sua pelle quasi in una muta richiesta di poter fare di più, di poter avere un contatto più deciso sul suo corpo.
    -Ti amo...- Disse piano, quasi con voce dolce, gentile, di chi sapeva dire il vero ma nel profondo del suo cuore era solo una bugia... un'orribile bugia da dire a qualcuno. Lentamente gli si mise a cavalcioni e avvolgendogli il capo lo strinse a sè in una stretta salda, decisa.. quasi come se chi stava abbracciando era la vera persona che amava e che voleva sentire stretta per non separarsene più.
    -Ti amo... я люблю тебя... я люблю тебя Dimitrij...- Continuava a ripeterglielo mentre lo stringeva a sè, con voce passionale, decisa, di chi non stava mentendo e che lo sentiva dal profondo del proprio cuore, affondando le labbra tra quei setosi e morbidi capelli, inspirando piano il loro profumo sino ad arrivare con l'affondare la mano destra tra di esse, metre il braccio sinistro si teneva arpionato a torno al suo collo.
    Piano scese con le labbra e sfiorò il suo orecchio, respirando gentile su di esso sino a scendere con le labbra sulla sua guancia quasi come a volerla accarezzare sino ad arrivare appena al suo collo, permettendosi con l'affondare la punta del naso, seguite dalle proprie labbra, oltre alla sua sciarpa iniziando piano con il baciargli piano quella pelle diafana e particolarmente calda.
    Lo stringeva come se fosse realmente chi desiderava che fosse ma allo stesso tempo entrambi sapevano che era solo una bugia.. una gentile ma crudele bugia solo per essere amati e sentirselo dire perchè si aveva ricevuto troppo poco amore, troppe poche attenzioni o più semplice.. chi si amava, ormai, non esisteva più e Chas questo lo capiva meglio di chiunque altro.
     
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  8. Misia-chan
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    Post # 4
    Dimitrij2
    Dimitrij Ivanovic

    Fu nel momento in cui le sue mani si posarono sulle sue guance, affettuose e caritatevoli.
    «Hmm~» mugolò chiudendo gli occhi, mentre veniva accarezzato.
    Il cuore perse un sussulto, e si godette quell'attimo in cui il calore lo stava pervadendo dolcemente.
    Era piacevole, anche se si trattava di una bugia, era così piacevole il conforto di quell'estraneo pagato all'occorrenza per quello scopo.
    Riaprì gli occhi velati dalle lacrime che gli inumidirono gli occhi, ma che ostinatamente cercava di non far scivolare giù via.
    Si mise a cavalcioni su di lui, proprio come aveva desiderato e strinse le braccia attorno ai fianchi del ragazzo senza provare la necessità di toccargli il sedere.
    «я...» non poteva dirlo, non poteva dirlo alla persona sbagliata, tenne per sé, dentro il sul petto quel sentimento così forte e mai appassito per il fratello.
    Ti amo. Era così bello sentirselo dire...indipendentemente dal perché gli veniva detto. Era una bugia. Ma si sentiva amato.
    Era stupendo, il suo cuore batteva più forte e si sentì decisamente meglio anche se con un velo di amarezza.
    Rimase fermo, un po' irrigidito, ma lasciandosi coccolare e toccare, lasciò alle mani di Chas il permesso di toccargli il collo, e a lui stesso di inspirare il suo profumo.
    Era così amaro quell'amore, così aspro quello zucchero, ma pur sempre rincuorante.
    Appoggiò il mento sulla sua spalla impotente contro le proprie lacrime, conscio della propria miseria e solitudine, del suo dolore, per lui era come essersi sposato con la sofferenza da quel dì maledetto, in cui l'amato fratello gli era stato sottratto.
    «hnnf...»
    le labbra di Chas sul collo erano maledettamente piacevoli, se c'era qualcosa che lo faceva morire a letto o anche non, erano i baci sul collo, ovviamente non era Chas che aveva in mente nelle sue fantasie mentre lo toccava, ma ben altra persona, era un po' come se, attraverso Chas, come catalizzatore, riuscisse a percepire quell'affetto lontano e vago che aveva provato con Boris.«A-Ah...»
    dopo quell'iniezione di "amore" Dimitrij si sentì prima, un po' meno solo, ma poi rendendosi conto di cosa aveva fatto e chiesto, tirò con forza i capelli di Chas per levarselo di torno.
    Lo fulminò con lo sguardo, ma dentro di sé gli era riconoscente, quel gesto brusco e quello sguardo cattivo erano semplicemente una difesa naturale per proteggere il suo onore.
    Respirava più velocemente, cercando di ritrovare la calma ed asciugarsi gli occhi inopportunamente troppo umidi; e di fatto qualche lacrima gli scivolò lungo il naso, guardando Chas con un broncio fanciullesco.
    Era attraverso quegli amori fasulli, quegli incontri occasionali che permettevano a Dimitrij di vivere ancora, insieme alla mai scomparsa speranza di ritrovare il fratello.
     
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  9. -Lullaby-
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    Post # 4

    cssamu
    Lento i baci di Chas solcavano il collo di Dimitrij senza mai fermarsi, sentendo come il suo respiro poco a poco accellerasse e la sua presa quasi diveniva più forte, compiacendoloe e facendolo sorridere piano sotto i baffi. Non voleva ammetterlo, ma in un certo senso tutta quella situazione era troppo, ma troppo iroica. Mentire per cercare un pò di calore senza sentirsi più soli, amati da qualcuno quando era tutto falso, sentirsi desiderati quando invece tutto questo non era altro che una crudele e orripilante bugia.
    Faceva male.. ma tutto ciò che si poteva fare era solo immaginare e credere di avere al proprio fianco qualcun'altro.. qualcuno che si desiderava realmente e che sicuramente si aveva anche amato. La nostalgia, la malinconia, il desiderio di sentirsi amati dettato solo da quel senso di vuoto che divorava il cuore... erano le stesse sensazioni che aveva provato Chas prima che incontrasse quella persona.
    Pochi istanti che sembrarono forse durare molti di più e Chas, come si sentì afferrato e strattonato via per i capelli chiuse gli occhi e una smorfia piccola di dolore si formò sul suo viso. Fu pronto a reagire, a dire qualcosa, ma come i suoi occhi incontrarono quelli crudeli, freddi e spietati di Dimitrij, con quella lacrima che cadeva lungo il suo viso si sentì come in pace con sè stesso e non seppe reagire, non seppe in alcun modo dirgli nulla. Tutto ciò che fece fu solo quello di sorridere piano, con amore e tenerezza per chiudere successivamente gli occhi in segno di rispetto. Era chiaro che la reazione di Dimitrij era solo una scusa perchè non rivelasse il suo lato debole e per quanto fossero entrambi degli sconosciuti, Chas lo accettò, abbassando le palpebre come a dimostrargli che non avrebbe mai giudicato quel suo lato sensibile e di "debolezza" che aveva potuto intravedere solo per pochi secondi. Un gesto di puro rispetto, di chi comprendeva bene cosa si provava ma nonostante tutto sorrideva... sorrideva per regalargli e porgergli quell'invisibile mano in segno comprensione, di chi sapeva bene cosa volevano dire.
    -Dimitrij-san...- Lo chiamò piano, senza ancora permettersi con l'aprire gli occhi.
    -Nessuno... è mai realmente solo...- E solo allora riaprì gli occhi velati improvvisamente di dolcezza ma anche di malinconia, compassione e di comprensione.. non sapeva sino a che punto avrebbero potuto servirgli quelle parole, certamente a nulla, certamente non avrebbero potuto significare assolutamente nulla per quel ragazzo della Russia eppure.. non poteva fare a meno di notare quanto in un certo senso si assomigliassero e forse era proprio perchè si assomigliavano che le loro strade non si sarebbero mai potute incontrare ma quanto meno... si sarebbero potuti confortare, anche se solo per pochissimi minuti.
     
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  10. Misia-chan
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    Dimitrij2
    Dimitrij Ivanovic

    Lasciò andare la presa sui capelli di Chas, guardando il ragazzo davanti a sé, due splendide ametiste, lo stavano fissando, «Hmm...», anche se un pochino contrariato all'inizio sorrise, ma guardandolo con occhi tristi, solo la bocca si increspò in un sorriso, per una volta gentile.
    «hai svolto bene il tuo lavoro Chas, ma, non credere di aver finito qui con me...»
    disse ritrovando il proprio auto controllo e la calma «sei stato un bravo giocattolo, apprezzo molto l'obbedienza...» si alzò dalla poltroncina mordendosi il labbro, guardandolo dritto negli occhi viola dello stesso colore dei propri «voglio conoscerti meglio...» disse leccandosi le labbra famelico.
    «per cui questo, non è un addio, anzi...» infilò la mano nella giacca e estrasse un block notes e una penna nera, in cui scrisse velocemente un indirizzo.
    «fatti trovare, sabato sera a questo indirizzo, e vestiti bene» disse, ci teneva che i suoi ospiti fossero ben vestiti e curati, poi con un sorriso fanciullesco e una ritrovata allegria aggiunse: «vuoi venire, vero?» non era una domanda cortese la sua, ma un implicito ordine di venire all'appuntamento, non avrebbe tollerato un no come risposta.
    «sarebbe davvero un ero peccato, farti un bel buco in mezzo agli occhi...sono così...belli.» disse minacciandolo appena velatamente.
    Per quel giorno poteva anche andar bene così, aveva ricevuto qualcosa che andava al di là delle sue più languide immaginazioni, il servizio di Chas l'aveva di gran lunga rincuorato e tirato su di morale.
    La serenità nel suo animo era qualcosa di così prezioso che andava assolutamente tutelato per lui.
    Con un sorrisetto allegro, gli tese nuovamente la mano invitandolo ulteriormente ad accettare la sua proposta, prima di congedarsi definitivamente da lui.
     
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  11. -Lullaby-
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    cssamu
    Chas sorrise, quasi con fare divertito vedendo come in quel momento Dimitrij quasi si volesse sforzare nel non ricambiargli quel gesto, volendosi a tutti i costi dimostrare forte ai propri occhi. Quel ragazzo era semplicemente divertente oltre che curioso.
    Senza in alcun modo dire nulla, alzandosi alla fine dalle sue ginocchia, ritrovandosi l'uno di fronte all'altro il giovane host rimase in silenzio, fissandolo dritto negli occhi con la sua solita aria cordiale ma nel sentire che il suo lavoro non era praticamente finito e che richiedeva un'altro incontro con lui, la cosa lo lasciò un pò perplesso. Un'altro? E lo stava anche obbligando? Stava scherzando! Nonostante la sua aria maliziosa e decisa, provocatoria e avara, sul giovane non ebbe alcun effetto, anzi, lo fissava e gli sorrideva come se nulla fosse.
    -Stà scherzando, vero?- Chiese improvvisamente Chas con fare quasi ironico ma notando l'aura inquietante che aveva incominciato con il circondare il tipo si ritrovò con l'inarcare un sopracciglio, afferrando quel pezzo di carta come se nulla fosse, leggendola di sfuggita quel tanto che bastò solo per leggere i primi due nomi comparire su di esso.
    -Forse...- Gli disse per tutta risposta a quella domanda praticamente fanciullesca che gli rivolse! Non gli avrebbe mai dato alcuna soddisfazione con lui! Poteva sognarsela. Se la voleva, doveva per forza guadagnarsela.
    -La ringrazio... ma penso che tra un coltello e un proiettile, chi arriva prima è sempre la lama fredda e tagliante...- Rispose con voce quasi minacciosa, di chi lo stava per l'appunto provocando e quando gli porse la mano, senza alcuna esitazione l'ametista gliela strinse con la stessa forza e determinazione che usò Dimitrij e quando si allontanò, guardando quelle immense spalli uscire da quella stanza, un sorriso dolce ma anche divertito si formò sulle proprie labbra, scuotendo alla fine il capo e voltandosi verso il tavolo, prendendo l'assegno con sopra scritta la somma che aveva richiesto, piegandola e mettendola in tasca per poi uscirsene senza più voltarsi. Tutto sommato si.. era stata una serata assurda, ma almeno ci aveva guadagnato qualcosa e non poco! Ora... doveva solo cercare di scamparsela sabato sera!.
     
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  12. Xasar
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    Giocata conclusa.
    Grazie per aver partecipato.
    I punti asta (PA) sono state aggiornati,
    controllate il vostro saldo qui.

    • Lessien •

     
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11 replies since 19/2/2012, 23:23   226 views
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