Giocata N.22, Genere: Hentai, Pg Asta Anjta Romanova

Anjta x utente - The Old Rhasyel

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  1. Shaoran.
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    Anjta Романова

    Giocata Numero: 22
    Personaggio Asta: Anjta
    Roler del personaggio:
    Genere: Hentai
    Vincitore: The Old Rhasyel

    Offerte che sono state fatte al personaggio d'asta:

    Un background più accurato possibile sulla vita dei membri della Gens Kazati-Hitorimeno.

    Offerte al roler:

    Accetto con piacere anche i premi offerti a me come utente, per quelli ci metteremo d'accordo privatamente.

    - Fanfiction a tema libero (che sceglierà lui, o che potrà affibbiare a me il compito di scegliere) riguardanti i PG nella role KonstantinXAnjta;
    - Qualcosa di illegale ma di cui abbiamo sempre parlato finora;
    - Una giornata in compagnia del sottoscritto e l'autorizzazione a chiamarmi "Stronzold" per un'intera giornata;
    - Un quarto regalo a scelta.
    Motivo della scelta: beh, era l'unico offerente, ed in più so già come rendermi utile il quarto regalo!
     
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    anonymouso

    E come previsto (insomma, più o meno...), la sua offerta era stata accettata. La verità faceva gola a chiunque, opprue era perchè era l'unico coglione che si era offerto per questa bella biondina con tanto di tette? Era più propenso a credere alla seconda, anche se la verità poteva essere dovunque. Di sicuro non in quel cofanetto, visto che era vuoto, gli era caduto il contenuto sul pavimento, e una volta accortosene aveva provveduto a lanciare una bestemmia molto creativa, prima di raccoglierlo e rimetterlo dentro, sostenendo che fosse di Prada. Cosa non vera, visto che dentro al cofanetto c'era solamente... Beh, non c'era una sega in verità, ma non era importante. La figura, ad ogni modo, si guardò intorno, come se si aspettasse di veder qualcuno arrivare da un angolo qualsiasi, ma una volta constatata l'assenza di qualsiasi forma di vita eccetto loro, si schiarì la voce, guardando in faccia la biondina. - Potrebbe girarti un po' la testa. - Avvertì, prima di afferrare la mano di Anjta. Probabilmente la ragazza avrebbe sperimentato nausea e giramenti di testa non da poco, ma tutto ciò non sarebbe durato che qualche secondo, prima che la realtà iniziasse a cambiare attorno a loro, trovandosi in un'ora della notte qualsiasi, in un posto che non era tanto qualsiasi. Era una base militare che Anjta conosceva benissimo, la Kaliningradskaya. Erano dentro una stanza, assieme a tre persone che parlavano, tre persone che sia la figura che la ragazza avevano imparato ad apprezzare e, nel caso della figura, riconoscere come parte di sè e della propria vita. - Li riconosci, vero? - Chiese la figura, sorridendo, avvicinandosi ad uno di loro, scelto a caso. - Non preoccuparti, non possono nè vederci nè sentirci. Tecnicamente è come se non esistessimo. Anche se... - Tirò una pacca molto forte alla schiena di uno dei tre, che si girò improvvisamente. Tornò a guardare davanti a sè, con lo sguardo confuso. - ... Beh, lo stesso non vale per noi. Possiamo far loro qualunque cosa, ma per favore, non farlo. Ora... Ti starai chiedendo tante cose, Anjta, e come promesso ti darò la verità, la più pura che io possa concederti. Dunque, uhm... Ecco, dovevo parlare di lui. - Puntò un giovane dai capelli corvini, corti e spettinati, che si stava rollando qualcosa di sospetto proprio in quel momento. - Per nostra sfortuna, tra parentesi, gli effetti della cannabis per ora non si manifesteranno su di noi... - Sembrava sofferente, ma si riprese subito, iniziando a parlare. - Konstantin Hitorimeno, 22 anni, membro delle Forze Speciali Russe da quando ne aveva 19. Nato in Russia, anche se ha speso una buona parte della sua vita in Giappone. Ora, vediamo un po'... - Si mise a pensare, come se volesse raccattare i pensieri. - Dimenticavo, hai domande specifiche?







     
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  3. Shaoran.
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    Anjta Романова

    Quell'asta era stata vinta da un roler, una figura che forse non conosceva, ma che sapeva tutto di Kostantin, un militare che lei conosceva benissimo. La figura si avvicinò, dando le sue generalità. Dove mi stai portando? chiese un pò smemorata, vedendo che lo stava portando alla tanto agognata base giapponese. Aveva sentito che non poteva intervenire, solo lei poteva provocare dei comportamenti tangibili su di loro. E li aveva riconosciuti, erano i tre cugini, ma la sua attenzione si posò maggiormente su Kostantin, che stava attraversando forse un periodo devastante. Le era stato chiesto se aveva domande, se qualche cavillo su Kostantin. Beh, tu sembri di sapere molto su di lui, vorrei sapere se veramente i suoi sentimenti sono cosi forti per me da renderlo sicuro delle sue scelte, se poi non si pentisse, se poi non avesse delle ricadute ... ho paura che lui possa poi pentirsi e cambiare idea ... di più nel dirgli che la mia verginità per me ha qualcosa d'importante ... e spero che lui lo capisca. si morse il labbro, confusa su di lei e sul Tenente. Quell'essere poteva darle le risposte che cercava, pazientava, vedere Kostantin star male era un pugno al cuore.
     
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    anonymouso

    Ehi, ehi, ehi! - Sbottò "l'essere", sentendo subito l'enorme mole di parole che gli era stato tirato contro, visto che era pigro e non aveva voglia di dover rispondere in tempo reale. Vero che li conosceva anche troppo bene per essere un semplice conoscente, ma doveva pur riflettere un attimo e rimettere in ordine i pensieri, no? - Calma, andiamo in ordine, ok? Ora... - Battè le mani, e comparve una sedia, che usò subito come superficie solida ove poggiare il deretano, e ne fece apparire un'altra, che non passò mica ad Anjta, ma usò per poggiare i piedi. - ... Oh, scusa. - Una terza sedia apparì, proprio per Anjta, e rimase un attimo in silenzio mentre aspettava che la ragazza si sedesse, ascoltando anche quello che i tre disgraziati che lui conosceva meglio di chiunque altro si stavano dicendo. A tratti erano cose molto divertenti, altre invece erano abbastanza gravi, ma lui non si prese la briga di dirle alla bionda. - Dunque... - Si spaparanzò, una posa composta ma comunque rilassata, e rimuginò un attimo sul problema, emettendo un "Mmh" costante. - Beh, allora, devi tenere conto del fatto che lui ha fatto molti... Diciamo "errori", in vita sua, molti dei quali probabilmente nemmeno io avrei perdonato. Lui li ha fatti credendo di essere nel giusto, e capirai anche che è una testa dura. - Sorrise, tirando una pallina di carta in faccia a Konstantin, che si guardò intorno come se l'avessero preso a calci in culo. Sorrise di gusto quando egli bestemmiò contro qualcosa di indefinito. - E che ora vede qualsiasi rifiuto come fosse un... Beh, crede che sia colpa sua, pensa che ancora una volta quello nel torto sia lui, crede di fare sempre qualcosa di sbagliato. Però, giusto, andiamo con ordine. - Ripensò alla domanda che gli era stata posta. - Allora, sì. I suoi sentimenti sono inconfutabili. Non si sbaglia, non è un, come dire, un... Un capriccio, o una cosa da botta-e-via. Ci tengo a farti presente che ha rischiato la vita, la carriera, la reputazione e la sua nuova famiglia, e ti dico che le ha perse tutte e quattro per te. Si è giocato la carriera mandando i tre Tenenti alla Corte Marziale, e ti piacerà sapere che sono stati trattati con gli onori che riservano agli stupratori. - La guardò, sorridendo. - Amputazione degli organi sessuali. Sono ancora vivi, ma... Beh, diciamo che vedono la vita in maniera differente. Diciamo che ci ho messo del mio. Ah, però devo dare credito anche ad Aleksander per la storia dei Tenenti, lui ha ideato il piano. Dicevo, sì, ha perso la carriera per quello. Qualcosa del genere non passa inosservato, e infatti è sotto giudizio, anche se lui non lo sa. - Pensò un attimo. - Poi, beh, la vita l'ha praticamente lasciata nel carcere di San Pietroburgo, dove quel patetico cazzo moscio di Romanova l'ha torturato per più di un mese. Ogni ora arrivava o un suo carceriere o lui stesso, e lo seviziavano come non mai, e capirai che non l'ha sicuramente fatto perchè gli importa solo di ciò che hai in mezzo alle gambe, o sarebbe andato a ripassarsi le infermiere della base. - Il che, in verità, non era poi così brutta cosa. - E poi ha perso la nuova famiglia, la Kaliningradskaya, e la reputazione. Proprio quando ha deciso che valevi di più di tutto quello sopracitato. Reputazione, carriera, famiglia, vita. Ha messo tutto da parte per te. Non mi definirei un veggente, ma so cose che nessuno di voi sa, e mi dispiace dirvi che non è finita qui, che avrete tante difficoltà davanti a voi. Per farti un esempio, guarda la Kaliningradskaya. Dico, adesso. - Era un'illusione, certo, ma rappresentava una verità molto vicina: l'intera base bruciava, ed era in rovina. E la figura non rideva, era seria, anzi, pareva persino dispiaciuta. - Ecco cosa accadrà. Non dirò quando, non posso. Ma accadrà. Ne sopravvivranno pochi, Anjta, davvero molto pochi. E lì non saprei dire cosa succederà a Konstantin. Questo posto è il suo rifugio, la sua casa, la sua famiglia. Non vorrebbe perderla un'altra volta. Potrebbe cambiare in maniere che nemmeno io potrei aspettarmi, diventare... Beh, quello che davvero il suo addestramento gli ha insegnato. Non potresti più riconoscerlo, ma una cosa è certa: lui cercherà sempre te, qualunque cosa accada. - Fece una pausa, guardando il veterano in faccia. - Avrà bisogno di tante consolazioni. E' forte, ma è qualcosa che non si aspettava potesse accadere. Non so se capirà che per te è una cosa importante. Cioè... Potrebbe vederlo come un fallimento, o come uno sbaglio da parte sua. Non fargli uno sgarbo, Anjta. Non sarà bene per nessuno dei due. Cioè... Lui tiene davvero a te, non fraintendermi, si può capire persino dalle sue azioni, e anche dalle sue EREZIONI, ma... - Scrollò le spalle. - ... A volte bisogna dare una prova tangibile. Un motivo per spingere qualcuno a crederci. Lui non si pentirebbe delle sue scelte. Ha attraversato l'inferno per te, pentirsi o ricredersi sarebbe un affronto verso di te, ma anche verso se stesso. Davvero, ripeto, ci tiene più di quanto possa ammettere a se stesso. Però è un uomo. Ha anche i suoi impulsi, vero, ma non è solo questo che lo farebbe rimanere molto male se tu lo rifiutassi in quel senso. E' anche perchè crederebbe di aver fatto qualcosa di sbagliato. - Osservò di nuovo Konstantin, che ora era a pancia in su sul proprio letto, e fissava il soffitto con aria spaesata. - Sta pensando a te, di nuovo. - Commentò. - Vuoi sentire cosa pensa? Posso farti sentire, o vedere, se vuoi. - Propose, indicandoglielo.






     
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  5. Shaoran.
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    Anjta Романова

    La figura gli aveva palesato che Kostantin ci tenesse a lei, con prove e controprove. Poteva esserne sicura, eppure lo vedeva sempre demotivato, deluso da chi gli stava intorno, temendo addirittura di essere lei la causa di tale difetto. L'aveva inoltre avvertita che ci sarebbe stata una catastrofe immane sulla base, ma non quantificò i giorni o i mesi. A tale batosta, Anjta ci rimase molto male. Fissò Kostantin disteso sul letto, cercando di capire quello che poteva pensare. Se è come mi dici tu ... allora sono io quella che deve giocare una parte importante nei suoi confronti ... non credo di poterci riuscire ... ma almeno voglio tentare. fiduciosa nelle sue possibilità, anche se nessuno le garantiva la riuscita dei suoi intenti. Voglio capirlo ... voglio sapere le sue reali emozioni e i suoi pensieri, accetto la proposta. e, detto ciò, si sedette sulla sedia, sperando di poter sentire un elemento utile. Avrebbe voluto aiutarlo, anche per capire le sue aspettative. Risoluta, rimase in silenzio, fiduciosa nel sapere qualcosa di utile.
     
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    anonymouso

    La figura sorrise al consenso di Anjta, e le fece cenno di avvicinarsi. - Avvicinati a lui, stagli vicino. Il contatto fisico aiuta, e non racconto balle. Tanto non ti sentirà. - Volendo poteva persino sdraiarsi accanto a lui, tanto lui non se ne sarebbe accorto. - E ora, colleghiamo questo... E quest- ... - Uno strano rumore di preghiera si sarebbe fatto sentire da una radio comparsa chissà da dove, e la figura bestemmiò sonoramente. - Ma vaffanculo, è Radio Maria! - La radio venne fatta sparire subito. - Al diavolo, facciamo le cose alla vecchia maniera. - La figura si concentrò, e chiuse gli occhi, ma non prima di dire ad Anjta di ascoltare attentamente. Un torrente di pensieri e di emozioni si sarebbe letteralmente riversato dentro di lei. Erano quelli di Konstantin, si capiva lontano un miglio, e non era difficile comprendere che moltissimi riguardavano proprio la bionda. - ... Non dovrebbe essere complicato, no? O sì? Ah, al diavolo, non lo so. Però io la voglio, so che la voglio, ma perchè non glielo dico? - Il soldato si grattò la testa, prima di sbuffare. - Ooh, non me lo dire. Konstantin Hitorimeno, proprio tu. Tu, che hai affrontato cose che farebbero pisciare sotto il più temerario degli uomini, hai paura? Paura di che? - Si stava sbeffeggiando da solo, un po'. - Di cosa hai paura? Avanti, dimmelo. Sai che puoi dirlo a te stesso. Di farle male? Di far male a te stesso? O c'è qualcosa sotto? - Nella mente del ragazzo si introdusse un miscuglio di rabbia e incertezza. - ... E' che non lo so nemmeno io. Magari si sta sbagliando lei, no? Cioè, voglio dire: se anche noi ci tiriamo fuori da questo orrendo casino di merda, cosa succederà? Pensaci, su, pensaci: lei è una cantante di successo, tu invece sei un soldato. Non credo che le aree semantiche siano le stesse, ti pare? Se proprio ne usciamo, lei ha vasti orizzonti davanti. Ha una vita piena di successo, fama e soldi. Diventerà qualcuno, io lo so. Ma... Ma io che farò? Lo so che la Kaliningradskaya non durerà per sempre. Romanova vorrà finire i conti, lo so. E dunque cosa ti rimarrà? Nulla. Potresti finire a fare il mercenario in qualche PMC, o potresti... No, dico, magari potrei anche riuscire a farmi una vita tranquilla e onesta. Potrei trovarmi una ragazza, una non troppo bella, nè troppo brutta, ma con cervello. Potremmo anche avere figli, un giorno. Ma... Ma non sarebbe uguale. Potrebbe capire quello che ho visto e fatto? Potrebbe capire chi sono? Potrebbe amarmi per ciò che sono? E potrei farlo io? - Silenzio, per un po'. - No. Sento che qualunque cosa accada, non potrebbe essere lo stesso senza Anjta. - Sulle sue labbra si fece strada un sorriso. Dapprima poco convinto, poi sempre più largo, e il soldato chiuse gli occhi. - Consuelo aveva ragione, alla fine. "Si vede che l'ami", anche se il suo italiano faceva schifo. - Ridacchiò al pensiero. - E se... ? - Un'immagine passò nella mente dello Spetsnaz. C'era una casa, una qualsiasi, una decente. Per carità, dignitosissima, non troppo sfarzosa ma nemmeno povera, arredata e agghindata al punto giusto. E c'era il Sole, c'era tanta luce, un cielo limpido, e quella casa aveva pure un balcone, e c'era una ragazza molto familiare, bionda, con delle belle forme. Forse aveva dei piccoli accenni di rughe, ma c'era sempre quella stessa vitalità, quell'energia frizzante e contagiosa di sempre. Era Anjta, sì. Invecchiata, ma sempre lei. E una figura di gran lunga più alta di lei s'era avvicinata poco dopo, le aveva cinto il busto con le mani, si era messo a baciarle il collo, sorridendo. Avevano parlato giusto un attimo, e poi la stessa figura aveva finito di mettersi una cravatta, s'era infilato una giacca, e aveva detto che "sarebbe tornato presto", prima di andarsene da lì. La visione si interruppe un attimo, quando Konstantin riaprì i suoi occhi, quelli veri. - ... - C'era silenzio nella sua mente, anche se era turbato. - Non mi piace vivere di illusioni, ma questa... Heh. Questa era davvero bella. - Silenzio. - E' davvero quello che voglio? - Gli occhi vennero di nuovo richiusi. - Sì. - Una mano avrebbe scosso la ragazza: era di nuovo la figura. - Stai bene? Non hai una bella cera. - Commentò. - Vuoi sentire ancora, o ti basta così?






     
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  7. Shaoran.
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    Anjta Романова

    L'essere le aveva permesso di carpire i pensieri di Kostantin, vederlo da un altro lato, al che le venne quasi da rimanerci male. Non se l'aspettava, non pensava veramente che avesse quei pensieri su di lei, avrebbe sicuramente cercato di stargli vicino come poteva. Non lo sapevo ... fece confusa, toccandosi la fronte per l'incredulità di essere stata forse troppo prevenuta o insicura nei suoi confronti. Stette a fissare il vuoto, mentre le parole del Tenente le risuonavano calde, pregne di affetto. No, no. Sto bene. disse per chiarire qualsiasi dubbio sulla sua salute. Non voglio sapere altro, credo di avere le risposte alle domande che cercavo. al che si chiuse in un tranquillo pensiero, meditando su quello che poteva fare per aiutare Kostantin.
     
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    anonymouso

    La figura sembrava stizzita, come se venir definita "essere" lo infastidisse, ma ancora una volta non si lamentò, preferendo restare silenzioso, ad osservare la reazione della biondina davanti a sè. Pareva alquanto scossa, se non almeno stupita da ciò che le era stato mostrato. Nessuno in quella stanza aveva mentito. Nè lui, nè Konstantin. Si erano limitati a dire tutta la verità, quella che conoscevano, al 100%, e nessuno era stato forzato. Konstantin l'aveva svelata in maniera inconsapevole, e ciò provava la sua innocenza, era qualcosa di inconfutabile. E la figura era lì, ma non sorrideva, anzi, sembrava corrucciata dall'espressione che aveva Anjta, come se mancasse qualcosa a tutto quanto, come se lei non avesse compreso un importante fatto. - Sei sicura che sia finita qui? - Chiese lui, squadrandola nello stesso modo con cui un professore squadra un alunno che fatica a comprendere una lezione semplicissima. - C'è un'ultima cosa di cui dovevo parlarti, ed è quello che hai in mezzo alle gambe, se mi perdoni il francesismo. - Forse non gli sarebbe stato perdonato, ma era d'obbligo. - Probabilmente ora non te ne sei ancora resa conto, ma questo qui... E' un grandissimo pezzo di figo. - Eppure non c'era bisogno di un genio per capirlo. - Non ti sto dicendo di buttarla via come fosse pane, tutt'altro. Ti sto dicendo che è un'opportunità enorme, diocristo. Non buttarla via, Anjta, non farlo. - Sembrava quasi uno scongiuro, dalle ultime frasi, e in un certo senso lo era. - E' qualcosa di importante per te, vero. Ma è anche vero che lui ha dato tutto ciò che gli stava a cuore per te. E lui pensa di aver finito, ma non è così. Dovrà perdere ancora tanto, troppo da reggere, anche per lui. Ricorda solo che l'ha fatto per te. Stiamo parlando di almeno, ripeto, almeno mille persone. - La indicò, un dito che pareva un'accusa. - Per te. - Silenzio, lasciò che le parole facessero il loro effetto. - Ti ama, e tu lo sai. Vedi di ricambiare, Anjta. Fallo per tutti quanti. Per lui, visto che gli servirà molto, ma fallo anche per te: sa ricompensare, sa essere l'uomo migliore del mondo, se vuole. Aiutalo. - La guardò, poi fissò un punto indeterminato sopra di sè, storcendo il volto, e guardando ancora lei. - Non mi rimane molto. - Fece, disgustato. - Odio avere un tempo limite. - Promettimi almeno che non lo renderai infelice. Perchè se lo fai, ti giuro, ti rintraccio e ti strozzo con le mie mani.






     
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  9. Shaoran.
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    Anjta Романова

    Che Kostantin era un bel ragazzo, non c'era bisogno che l'essere lo mettesse per iscritto. Sapeva bene che tutto sommato gli voleva bene, ma non appena egli indicò le sue intimità, ci rimase. Non avrebbe perso la sua verginità così presto, ci sarebbbe stato sicuramente il modo per lenire tutte le ferite. Avrebbe compiuto quel gesto quando se la sarebbe sentita, ma non doveva affrettare le cose, c'era ancora del tempo per conoscerlo meglio. Ti ringrazio, essere. disse, prima di congedarsi e porre fine a quel colloquio. Farò tesoro delle tue parole, riuscirò in qualche modo a renderlo felice. e, detto ciò, Anjta salutò l'entità non precisata, svanendo da quella dimensione per ritornare alla base. Molte cose dovevano essere fatte, troppo poco aveva compiuto per il Tenente. Adesso che si ricordava, doveva andarsi a riprendere i suoi slip, gliel'aveva fregati mentre si cambiava!
     
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    anonymouso

    La guardò annuire poco convinta, forse come se volesse solo dargli un contentino, e la cosa lo irritava. Era tuttavia certo che Anjta non doveva trattare le sue parole con leggerezza. E tanto per cambiare... - Guarda che ho un nome. - Sì, di nuovo "essere" era stato definito, e la cosa non gli faceva piacere. Ma ormai c'aveva fatto l'abitudine, erano cazzi sua. - E non fare cazzate, ok? - Sì, ok, Anjta era già adulta e vaccinata, ma non si poteva mai sapere con una persona come lei, poteva andare tutto a puttane volendo. Ma non ebbe tempo di finire la frase, che lei era già andata via. - Sì, io che ci parlo a fare con te. - Sospirò, lasciandosi sfuggire una bestemmia. - Beh, figliolo. - Fece, rivolto a Konstantin, che ormai dormiva. - Una normale non potevo trovartela, vero? Eh no, devo sempre fare il coglione io. Incolpa me, fieu. - Ci andò vicino, inginocchiandosi di fronte a lui, guardandolo per un attimo. - Sii forte, stronzo. - Si alzò, andando davanti al letto di Mikhail. - Tu fai meno il bastardo, ciccio. - Si diresse verso Aleksander, stavolta. - E tu non dimenticarti mai chi sei, e che non devi mai tradire te stesso. - E nessuno dei tre l'aveva sentito. In parte perchè dormivano, in parte perchè proprio non potevano. La figura guardò in alto, una voce chiamava. - Cosa? - La voce parlò di nuovo. - Sì, sì, ho capito, me ne vado! - Egli sbuffò, e chiuse gli occhi un attimo, mentre la sua figura si dissolveva come sabbia trasportata dal vento, con una bestemmia sulle labbra e tante altre in repertorio. - Vedremo... Porcod- - Si dissolse prima di completarla.






     
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  11. Shaoran.
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    Untitled1-5
    Anjta Романова

    Aveva capito come stavano le cose, quindi finalmente poteva recarsi da Kostantin e parlare a quattrocchi. L'essere era poi svanito nel nulla senza neanche poter sparare la sua eclettica bestemmiona. Anch'essa ritornò nel suo piccolo mondo reale, la prima cosa che fu: ritornare alla base e dormirci su, sicuramente avrebbe fatto qualcosa, ma il momento era molto lontano. Devo inventarmi qualcosa. e, una volta giunta alla destinazione prefissatasi, cedette al sonno e s'infilò sotto le coperte.


    FINE

     
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  12. Xasar
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    vfyqtw

    Giocata conclusa.
    Grazie per aver partecipato.
    I punti asta (PA) sono state aggiornati,
    controllate il vostro saldo qui.

    • Lessien •

     
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11 replies since 8/3/2012, 01:55   142 views
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