Giocata n. 23, gen: Yuri, Pg asta: Sarah Gray

Sarah Gray di "Xasar" X ??? di "Dark_Knight"

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  1. Xasar
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    Sarah3-1

    Giocata Numero: 23
    Personaggio Asta: Sarah Gray
    Roler del personaggio: Xasar
    Genere: YURI
    Vincitore: Dark_Knight

    Offerte che sono state fatte al personaggio d'asta:

    Kadaj Salamander
    CITAZIONE
    - Passarvi l'eternità

    Adrien
    CITAZIONE
    - nessuna

    Old
    CITAZIONE
    - al PG Sarah Gray tre desideri da usare con saggezza, e che verranno esauditi.
    - all'utente Xasar tre desideri qualunque, che nei limiti del possibile verranno esauditi prontamente. :asd:
    In caso di rifiuto di uno qualsiasi di questi, sarà possibile chiederne un quarto che non potrà in alcun modo essere rifiutato.

    Kyoko
    CITAZIONE
    A Sarah offre:

    - un momento dove Kyoko può suonarle un'aria di Beethoven.
    - una conversazione interessante tra Sarah e Kyoko, dove mostrerò un lato di Kyoko che Xasar ignora tuttora.

    Alla roler offre:

    - una poesia intima, molto sentita e personale per Sarah Gray, toccando tutto quello che è stata sino ad ora, totalmente disposto alle preferenze di Xasar.
    - una fan fiction Sarah x Mezzo, anche se la role è stata interrotta.
    - qualsiasi altra fan fiction o poesia sulle nostre coppie in role, png o antagonisti, nonché alla stessa Xasar.
    - un crossover con uno dei miei pg.
    - un altro regalo a scelta, magari un pegno su di me che Xasar vuole togliersi per sfizio, o che ne so.

    ???
    CITAZIONE
    - Una cosa appartenuta al suo passato



    Motivazioni della mia scelta: Sarah non è attratta dalla fugacità dei momenti e nemmeno dalla possibilità di scegliere cosa desiderare. Può avere tutto, tranne quello che ha perso... così come quello che le è stato offerto di riavere. Per questo ha scelto il tipo misterioso.
     
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  2. Dark_knight
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    bran_castle



    Castello di Bran, era percepita come "presente" dal soggetto Sarah Grey.

    blackbird0
    Vardys

    Il mittente di quella pergamena non era altri che Vardys, secondo principe demone del girone della lussuria. La sua vittima una vampira... Aspetto di diciassette, animo immortale di chi aveva vissuto centinaia d'anni sulla terra. Un soggetto interessante... che, sfruttando la sua possibilità di influenzare e visitare il tempo, a breve avrebbe incontrato anni prima. Secoli prima, in effetti.

    Il castello di Bran in Transilvania, per quanto non la residenza ufficiale del conte Vlad, ne rappresentava a tutti gli effetti il quartier generale. Un luogo d'enorme significato per i vampiri... E cosa erano vampiri, se non il prodotto del male? Una creatura come Vardys non riusciva a non sentirsene affascinato... Anche perchè trovare un vampiro non era impresa facile, anzi. Trovarne uno affascinante e dalle capacità uniche come Sarah era un vero evento, qualcosa di unico.

    Il castello, dopo diverse vicissitudini legali, era finito nelle mani di Vardys... O per meglio dire, di un alter ego che svolgeva -a tutti gli effetti- la funzione di prestanome.
    Facciata diurna di museo... Turisti, libri storici, guide, bliglietti da staccare. Ma di notte era una delle sue dimore... Sua, e di tutte le creature che avevano il privilegio (o la sfortuna) di gravitargli attorno.

    Juli
    "La signorina Gray si sta avvicinando, maestro." la voce spenta della giovane ragazzina riecheggiò nella biblioteca, sinistramente. July, così si chiamava, era una demone asservita al volere di Vardys, come dimostrato dal marchio che incideva la pelle lattea. Era stata generata decadi dopo di lui, ma sin da subito aveva dimostrato le proprie doti. La più apprezzata di tutte, senza dubbio, la sua cieca obbedienza. Era certo che se il suo padrone le avesse ordinato di strozzarsi, questa avrebbe eseguito senza battere cicglio.
    "Accoglila alla porta." tono secco, quasi scocciato... Il principe era seduto su un elegante scranno, al terzo piano dell'edificio, affacciato su quella che poteva essere una tavola imbandita. Un'altra sedia dallo schienale alto, intarsiata in modo decisamente raffinato e ricavata da uno scuro legno d'ebano, era posizionata dalla parte opposta del tavolo rettangolare. Sopra quest'ultimo una tovaglia linda e due calici vuoti. Per il momento.

    Il demone si massaggiava il mento, guardando con i suoi occhi violacei il punto da cui lei sarebbe sbucata. Perchè la voleva tanto? Inutile negarlo... può una creatura alimentata dalla lussuria resistere ad una tale bellezza? Ma non era solo quella ad influenzarlo, a fargli desiderare a tutti i costi un incontro con la vampira. C'era dell'altro... molto altro, in effetti. Pensieri che voleva scacciare ad ogni costo, che non voleva far passare nelle sue fibre di materia grigia.

    E poi c'era quella cosa. Quella cosa che in passato non le era mai appartenuta per davvero... ma che, almeno per la sua demoniaca concezione, le sarebbe appartenuta in futuro.
    Quando i passi si fecero vicini, Vardys, vestito di un nobile abito dai toni purpurei, si alzò in piedi, abbozzando un mezzo sorriso. "Signorina Gray... quale piacere mi state concedendo questa notte, nemmeno v'immaginate." Con passi sinuosamente calcolati, quasi illusori, si mosse nelle sue vicinanze... e come di cortesia fece per prenderle la mano, con tutta l'intenzione di poggiare le proprie labbra sul dorso di essa. Un gesto carino e formale che una vampira millenaria avrebbe - probabilmente - apprezzato.
    Chissà cosa pensava di lui... sicuramente poteva percepire qualcosa di anomalo. Avrebbe potuto leggerle la mente... ma preferiva di gran lunga carpire le sue emozioni da uno sguardo, un sorriso od una parola.
     
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  3. Xasar
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    Sarah11
    Sarah Gray #1

    Tetro. Buio. L'ambiente, così come era l'animo suo. Gli occhi per nulla spaventati vagavano lentamente attorno alla propria figura, scrutando ogni più insignificante dettaglio del paesaggio, della rocca che si ergeva sopra quel podere immenso.
    Fronde degli alberi accarezzavano dolcemente le sue mura, illuminate da fuochi artificiali d'un color oro e ambra. Durante quel vespro primaverile, i passi della vampira scandivano il tempo come bassi rintocchi di un orologio ormai lontano, perduto. Petali di alberi da frutta coloravano il terreno del loro manto, dipingendo un immaginario rosso tappeto che la conduceva al luogo di quell'incontro strano, assurdo quanto l'Era in cui giaceva il suo spirito morto e stanco.
    Ironia della sorte... era sempre la stessa storia, ogni volta che doveva incrociare qualcuno sul crocevia della vita, della solitudine e della disperazione. Eppure, cos'è che veramente l'aveva spinta ad accettare quell'incontro, senza neanche pianificare niente? Per la prima volta non si era più sentita padrona, unica persona in grado di dettar legge, ma ciò non era bastato a scoraggiarla dal sostenere quella posizione autoritaria che l'aveva sempre caratterizzata, pur nei suoi visibili 17 anni umani, stonasse completamente quell'aspetto vissuto che osannava nel darsi.
    Ma perchè sono realmente qui? era una bella domanda. Non vi era stata una condizione precisa, era andata piùttosto a sensazione, convinta di poter avere qualcosa che nessun altro offerente avrebbe potuto darle. Così si era decisa ad indossare l'abito migliore che aveva: pizzi e merletti bianchi andavano a decorare il fronte di quel corsetto che sosteneva l'intera gonna rossa. Una visibile e maestosa veste bianca resa visibile da una rosa del medesimo colore al fianco destro. Due spallaccini rosso porpora cadevano sulle braccia snelle e candide di Sarah, accarezzandole in un gesto di morbosa genuinità.
    Una persona maledettamente conservatrice, se così si poteva definire. L'eleganza era un obbligo, un dovere e lei non si biasimava nè si poneva alcun limita nel mettere in mostra ils uo buon gusto, il saper osare e, perchè no... esagerare. Un pizzico di ego condiva perfettamente il suo essere piccante, elettrizzante e tuttavia mutevole. Mezzo, lui si era accorto di questa sua vitalità nel momento stesso in cui l'aveva sfiorata con lo sguardo. Cieco non era lui, che non vedeva quel rosso di cui ora si era dipinta. Era sempre stata lei a non vedere mai oltre quel velo di materialità che le si era sempre parato davanti... da poco l'aveva capito ed in quel momento, davanti a quella porta, tutto le sembrava ancora più chiaro e si sentiva ancor più volubile.
    Volubile... una parola che le doleva nel petto come un'intricato covo di rovi, ma che non poteva essere estirpata con altrettanta facilità.
    La porta si aprì e di nuovo quella ragazza le si parò d'innanzi, con un'accoglienza silenziosa, glaciale, forse più di quella che si sarebbe effettivamente aspettata. Ci pensò tuttavia il suo padrone a rimediare, lì che si lisciava il mento lievemente aguzzo. Si alzò non appena la vide entrare, dandole quel benvenuto che si conveniva ad un prestigioso nobile, mischiandolo con parole forse, di dubbia origine, ma alle quali non diede il peso che meritavano.
    Avanzò verso di lui, senza osar dire una parola, squadrandolo con occhi accusatori e malfidati. Percepiva in lui odori, suoni distanti anni luce, sussuri silenziosi che la stringevano in un pugno di ferro. Non era decisamente una persona normale... qualcosa di più oscuro, forse persino più pericolosa di quanto non fosse lei.
    «Vi prego... delucidatemi a proposito del vostro nome, poichè a quanto pare sono l'unica qui a non aver ancora fatto la vostra doverosa conoscenza.» fu la sua risposta all'avanzare dell'uomo (o ragazzo), carica di eleganza e tuttavia di quella punta di sarcasmo misto ad irritazione che era tipica ostentare nei momenti in cui la sua mente veniva turbata. Non era semplice creare il caos dentro Sarah e di sicuro quella volta non era stata scatenata alcuna forza della natura. Eppure... un equilibrio aveva appena cessato di esistere in lei, facendo apparire quegli occhi castani d'un rossore acceso, fiammeggiante.
    Porse poi la mano, così da non risultare scortese. Era pur sempre ospite in quella "casa".
    «Perdonatemi... ma potrei immaginare se soltanto vorreste spiegarmi perchè avete deciso di avere la mia compagnia. Oltretutto la vostra offerta è stata... particolare. Vorreste darmi delucidazioni anche su questo?» e stavolta il suo volto era marchiato dal puro interesse. Chiunque egli fosse aveva catturato l'attenzione della vampira.
     
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  4. Dark_knight
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    blackbird0
    Vardys

    Difficile, forse impossibile potersi fidare di Vardys... era, dopotutto, un demone, una cretura degna dell'oscurità più profonda e bieca. E lo sguardo di Sarah trasmetteva sentimenti tutt'altro che amichevoli e bendisposti.
    Sorrise sornione nel poggiare le proprie labbra sulla sua mano femminile, delicata. Un tocco appena accennato che durò solo un brevissimo istante... morbidezza contro morbidezza... una sensazione che, da sola, era sufficiente ad infiammargli l'animo.

    Fu altrettanto rapido, ma garbato, nel lasciarla illusoriamente libera, ascoltando con un lievissimo inchino del capo la di lei domanda. Più che legittima, tra l'altro. Quella vecchia pergamena, di certo non scritta in questo secolo, presentava il suo nome cancellato... una precauzione inutile, forse. Ma a ragion veduta decisamente funzionale. Adorava instillare dubbi nelle persone... E Sarah l'aveva seguita a lungo, seppur senza mai manifestarsi in modo evidente. Lei era speciale... e doveva riservarle un trattamento degno di una regina. Una regina prigioniera in un castello nemico, certamente... ma pur sempre una nobile.
    "Avete perfettamente ragione. Vi prego di perdonare la mia mancanza..." portandosi una mano sul petto, sottovoce ma in modo solenne annunciò la propria identità. "Vardys Darkbreaker, secondo principe demone del girone della lussuria." accennò un ennesimo sorriso, guardandola diritta nei suoi occhi cangianti "... per servirvi."

    Da castano umano... a rosso vampirico. O demoniaco... gli stessi occhi di Juli. Gli stessi occhi di Vardys, nella sua vera forma. Il vascello che gli conferiva forma umana altro non era che un parto dell'immaginazione del demone. Avrebbe potuto cambiarlo a seconda dei suoi desideri o capricci... ma anche una creatura così infinitamente potente aveva bisogno di certezze. Di punti fissi. Di potersi guardare allo specchio vedendo - nell'immagine riflessa - l'odiosa immagine del suo essere umano... del suo essere così simile al Dio che l'aveva creato.

    Poi le successive parole della vampira lo distolsero dai suoi rapidi pensieri, riportandolo alla realtà. Senza toccarla portò la propria mano dietro la sua schiena, quasi volendola accompagnare. "Vi prego, sedetevi pure. Siete mia ospite dopotutto... non dimenticatelo." l'enfasi era voluta, ovviamente. Un po' come ricordarle che, ormai che era volontariamente arrivata a portata delle di lui grinfie, di certo non sarebbe potuta andarsene via nemmeno volendolo.

    Indipendentemente dall'accoglimento di quel suo gesto, Vardys avrebbe fatto altrettanto, accomodandosi - dandole le spalle il meno possibile durante il percorso - sul suo scranno, identico a quello della sua ospite. "Juli, servi da bere alla nostra ospite, cortesemente." ordinò dedicando però ogni briciola della sua attenzione a Sarah.
    Dalle di lei spalle, la demone completamente asservita agli ordini del suo padrone, le si avvicinò silenziosamente. Molto vicino. "Signorina Gray... desiderate che ve ne versi sul calice? O..." con voce atona ma innocente mosse il polso nudo verso lei, a mezzo metro circa dalle di lei labbra "... preferite attingere da me?".

    Il sangue di una demone, per quanto inferiore rispetto al proprietario del castello, sarebbe risultato come nettare per il palato fine di una vampire come lei. Avrebbe anche potuto dornarle il suo... non gli sarebbe nemmeno dispiaciuto. Ma per Sarah tornare poi ad un sangue "comune" sarebbe risultato difficile, se non impossibile... renderla succube del suo volere era l'ultima cosa che desiderava. O la prima, forse.

    Si schiarì la voce, portando un pugno sulle proprie labbra. "Delucidazioni, domandate. Non sarà facile, signorina Gray. Per nulla." confessò con espressione imperturbabile, ma che faceva inevitabilmente trasparire tutta la serietà di quel momento. "Non ho mentito, per quanto la mia natura in effetti potrebbe suggerirvi altrimenti. Ho davvero qualcosa che vi appartiene." mani con le dita incrociate, visibili ad entrambi. Il suo calice vuoto.
    Andare avanti nel discorso avrebbe tolto ogni soddisfazione nel vederla, presumibilmente, brancolare nel buio... nel pendere dalla sue labbra per volerne ancora, di più... altre gocce d'informazione che le erano necessarie per capire... per vedere una luce calda e che - a breve - l'avrebbe soddisfatta per davvero.
     
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  5. Xasar
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    Sarah11
    Sarah Gray #2

    Mirror can you tell me
    how to stay forever young
    let me know the secret
    I will hold my twisted tongue

    Chi era quell'uomo? O meglio... quell'essere soprannaturale? Avvertiva in egli un'aura che tutt'altro sarebbe stata facilmente attribuibile ad un essere umano.
    Comportamento sincero, almeno così voleva dar l'impressione di sembrare. Accorto, solenne, elegante. Non esisteva altro modo per definire Vardys Darkbreaker, principe demone come si era presentato. Nulla la colse in sorpresa, neanche la sua provenienza, per quanto assurdamente spaventosa per chiunque. Sarah non aveva niente da temere, poichè nulla doveva esser temuto da un essere che non è più in grado di provare paura da tempo.

    Please protect my beauty
    velvet skin so pure and white
    hear my name resounding
    like a hymn at dead of night

    Il suo respiro falsamente umano so fermò per fissarlo, dedicare a lui l'attenzione che meritava, velata di quella curiosità che le si addiceva così tanto, condendo la sua espressione, esaltando i suoi lineamenti giovani, infantili, puri ed ancora immacolati. Quasi parea una bambina, davanti ad un perchè ed una risposta che non aveva ancora ricevuto.
    Era sua ospite... Non lo dimenticherò. ma quell'enfasi la disturbò terribilmente, rendendola appena irrequieta. La sua tranquillità venne appena incrinata e fu spinta dal suo stesso orgoglio a prendere posto a sedere su un meraviglioso scranno, identico a quello in cui fece veglia lui. Lo fissò, non lo perse di vista un solo attimo e si concesse apertamente di interpretare ogni sua parola, alzando vistosamente un sopracciglio al suo "servi da bere".
    Sentì dietro di sè la presenza della ragazzina, di quella creatura che tanto sapeva di simile al padrone di casa. Parlava del suo sangue proprio come fosse una bevanda, ma Sarah non era una sprovveduta, nè ingorda. L'odore che marchiava la femmina era facilmente riconducibile a quello di un demone... nè aveva visti e conosciuti diversi, avendo anche occasione di nutrirsi del loro sangue. Eppure conosceva bene gli effetti che il loro sangue può avere sul corpo di un normale vampiro: rischiare di essere assoggettati, di ricevere un'astinenza precaria a quel nutrimento.
    La millenaria però era tutta speciale e... particolare. Qualunque tipo di influenza su di lei non aveva il benchè minimo effetto. Questo era il bello di lei: che fosse così apparentemente debole nel fisico, ma tremendamente forte nello spirito.
    Senza rispondere e senza guardarla, prese il suo polso e lo allontanò dolcemente da davanti al proprio viso, senza smettere di fissare l'avvenente uomo, con un'aria intrisa di impazienza.

    Once I struck a servant
    she's a virgin free from sin
    drops of blood caressed me
    and refined my aging skin

    «Al massimo lo preferirei caldo...» e umano «... vi ringrazio, ma temo che farò a meno.» a quel punto sulla sua bocca si dipinse un lieve ghigno.
    «Delucidazioni. Sì.» gli fece eco poco dopo aver sentito il suo schiarimento di voce. Finalmente sarebbero tornati ad un argomento quanto più interessante, tanto da permetterle di scherzare «Non amo le cose semplici»
    Qualcosa che mi appartiene? avrebbe voluto sussurrarlo, gridarlo al tempo stesso, ma quel pensiero rimase inchiodato come un chiodo alla sua mente. Traspariva dai suoi occhi quel rossore che andava ad intensificarsi, illuminarsi man mano che la tensione dentro di lei saliva. Avrebbe voluto chiedere di cosa si trattava, ma qualcosa la trattenne dal farlo, dal proferir parola e si limitò ad esprimersi in un'espressione terribilmente diffidente. Gli occhi si socchiusero appena, le labbra s'incresparono.
    Silenzio.

    Could this be the answer
    uncorrupted carmine red
    voices keep resounding
    in my dazed bewildered head

    «Spiegatevi meglio» un suggerimento senza mezzi termini. Non vi era alcuna comprensione nella sua voce, nessuna compassione. Se c'era qualcosa che a Sarah non doveva esser toccato erano i suoi averi, qualunque cosa fosse. Un essere umano, un oggetto, un ricordo... se le apparteneva non doveva restare ulteriormente in mano altrui. Ma sospirò, eludendo la propria serietà, cambiando ancora una volta il proprio aspetto ed apparendo più dolce, docile, quasi supplichevole... in una mera e traballante farsa «ve ne prego» aggiungendo un attimo dopo.
    La sue mani bianche si strinsero sul proprio abito, su quella gonna che andò ad incresparsi e sgualcirsi appena. Eppur da lì non si mosse, nè si piegò nè si sporse verso di lui. Semplicemente attese, senza togliersi dalla testa quella domanda, così assillante che dovette tirarla fuori... «Ma è per questo che vi avete voluto? Semplicemente dirmi che avete qualcosa che mi appartiene? Immagino ci sia ben di più... esseri come voi - perdonate l'espressione - hanno così poca bontà dentro che non fanno quasi mai niente per niente, oltre a mantenere raramente le promesse.» tornò poi a respirare «E se così non fosse, probabilmente siete una grande eccezione.» ridacchiando poi tra sè e sè, coprì le proprie labbra con il dorso della mano destra, spoglia, priva di guantatura. Le unghie medio-lunghe luccicarono sotto la fioca luce della stanza, come diamanti grezzi, così come i suoi occhi... carichi e invadenti.
     
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  6. Dark_knight
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    blackbird0
    Vardys

    Povera Juli... per quanto il suo sguardo fosse imperscutabile, Vardys sapeva che il rifiuto di Sarah l'aveva offesa. Non fosse altro che l'unico scopo della demone era quello di servire in tutto e per tutto il suo maestro... essere rifiutata dall'ospite l'aveva idealmente posta in una posizione scomoda agli occhi del padrone di casa.
    Ma il principe fece finta di nulla, e la ragazzina - garbata come sempre - si allontanò, ritornando in secondo piano. Un sorriso, specchio di quello che adesso adornava il volto della vampira, si trovava inciso sulle di lui labbra. "Come volete."

    Dopo questa breve parentesi, il discorso si reindirizzò naturalmente al motivo del loro incontro. Andava bene così, in fondo... avrebbero avuto modo di stare assieme in un'altra occasione. Ridacchiò lievemente alla sua affermazione... nemmeno a Vardys piacevano troppo le cose semplici... e lui stesso era il complicato in persona. Persino dietro un semplice sguardo c'era sempre dietro qualcosa di più... un significato nascosto, un invito, un suggerimento. "L'avevo notato."
    Inspirò profondamente dal naso - come se davvero ne avesse bisogno - e si sporse ulteriormente sul tavolo, avvicinandosi un poco a lei. Rimase comunque seduto... i suoi occhi violacei sembravano voler cogliere l'essenza più vera e pura della creatura che aveva di fronte, divorando ogni cosa. Il dubbio, la certezza...

    Man mano che le illazioni - nemmeno tanto velate - si fecero più pressanti, il volto di Vardys sembrava diventare sempre più innocente... sempre più affascinante. "Non v'è mistero nel fatto che io da voi pretenderò qualcosa... questo ovviamente lo sapevate nel momento in cui avete letto la pergamena." si alzò in piedi, avvicinandosi alla sua ospite con lenti passi, pigramente si poteva dire. Le porse un braccio, facendole capire che poteva - se voleva - prenderlo sotto braccio... il castello di Bran godeva di un panorama stupendo la notte. Una passeggiata all'ultimo piano, chiuso perennemente anche ai visitatori ed illuminato solo dal chiaro di una luna piena solo a tre quarti, avrebbe reso il momento diverso...

    "In realtà da voi vorrei due cose. Ma... meglio parlerne in un secondo momento. Adesso sarebbe decisamente prematuro, credetemi, signorina Gray." inoltre sarebbe stato sgarbato chiedere prima di aver dato almeno qualche informazione su ciò che lei voleva sapere.
    "Voglio restituirvi questa cosa, perchè vi è stata negata il giorno in cui vi è stata innietata la maledizione della notte." vicini com'erano bastava un sussurro... ed un sussurro del principe della lussuria sarebbe potuto sembrare sensuale anche nei momenti più tetri e - alla volte - inopportuni. Difficile ignorarlo... Le lasciò solo qualche istante per elaborare, ma subito volle riprendere la parola. Non desiderava che Sarah potesse farsi un'idea sbagliata... "Non vi sto offrendo la vostra umanità. Non fraintendete... sto offrendo qualcosa di molto più prezioso." si fece pensieroso, guardandola nuovamente negli occhi. "Ed in effetti avete dato prova di saper essere più umana di un comune uomo. Regalarvi qualcosa di inutile mi infastidirebbe... ed infastidirebbe certamente anche voi." le doveva rispetto. Per quanto fosse come parlare ad una bambina, al suo confronto, sapeva che quella bambina poteva essere capricciosa... una vampira millenaria di tale bellezza e portamento poteva costituire una degna compagna di letto, alle peggio. Alla meglio una potente alleata. Chissà se lei la vedeva allo stesso modo o se - dall'alto della sua indubbia forza - aveva già perso il contatto di come il mondo potesse essere vasto di fronte alla sua non vita.

    Ancora non le avrebbe detto nulla al riguardo di ciò che realmente aveva smarrito... per ancora un solo secondo voleva scorgere nei suoi occhi un lamento d'insoddisfatta curiosità.
     
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  7. Xasar
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    Sarah11
    Sarah Gray #3

    Il principe mostrava di sè l'aspetto - forse - più affascinante che possedeva. Un'aria intrisa di mistero che la catturò, incapace a smettere di fissarlo, presa anche dal velo oscuro di quel destino. Come una lama infida e nera l'aveva trafitta, scortandola verso l'oblio di un dubbio irrisolto, di una fiducia mal riposta. Perchè mai avrebbe dovuto fidarsi di uno come lui, non riusciva ancora a capirlo.
    Eppure i mille dubbi svanivano davanti alla certezza che, aspettarsi qualcosa, non era poi così sbagliato. Ciò non toglieva il fatto che ella non conoscesse il suo vero fine, il motivo per il quale ella si trovava lì.
    Il fine giustifica i mezzi, così si diceva in giro da un bel po' di secoli... purché qualcosa giustifichi il fine...
    Nonostante tutto lì era, ansiosa nel ricevere quella risposta e del tutto disinteressata alla reazione della servetta, così offesa da quell'atto di rifiuto, quella poca cortesia che Sarah stessa le aveva riservato quella sera. Ma egli sorrideva nello stesso suo modo... che significava?
    «La pergamena, certo.» riflettè con sarcasmo sfuggente, sogghignando poi «Devo forse complimentarmi con voi per l'aver mandato una semplice emissaria invece di esservi presentato di persona?»
    A lenti passi le si era avvicinato, argomentando la sua spiegazione con tutte le parole possibili tranne con quelle giuste ed utili a lei per comprendere. Iniziava veramente a stufarsi di questa sorta di uso nel "prendere tempo", ma si limitò a sospirare sommensamente quando se lo ritrovò davanti con il braccio sporto verso di sè. Si alzò dunque anche lei, poggiando con estrema delicatezza la mano sull'avabraccio di Vardys, in modo da lasciarsi condurre. Era ormai ovvio che voleva andare a discutere in un posto diverso...
    «Due cose...» gli aveva fatto eco per la seconda volta, assecondando le sue parole ed annuendo curiosa. Qualcosa che a lei mancava, qualcosa che le era stato negato ma che non si riferiva alla sua umanità perduta. Strinse appena le palpebre, guardandolo intensamente, senza perdersi neanche un suo battito di ciglia.
    La maledizione della notte... la ricordava come se fosse ieri. Una serata al chiaro di luna nel più gelido vespro invernale che potesse mai esistere. Quel mondo in cui si era tuffata così di botto, straziata da una distesa purpurea su un letto candido e immacolato. Se non fosse stato a causa delle modalità così brutali... avrebbe quasi ringraziato quel vampiro, invece di preservare l'astio nei suoi confronti per tutti i secoli avvenire.
    "Ed in effetti avete dato prova di saper essere più umana di un comune uomo." quelle parole la colpirono. Così semplici, così uguali a quelle che le erano già state pronunciate... ma cosa significavano veramente? Come poteva essere più umana di chi era veramente vivo? Non aveva sempre avuto ragione Nicholas? Non era forse un morto che camminava? Non era altro che questo...
    Mezzo... no. Doveva dimenticare assolutamente quel nome, quello strazio che la riportava indietro e la faceva sentire maledettamente umile e debole. Dove finiva la sua forza ogni volta che lo sentiva dentro di sè, con anima e corpo, quando il ricordo della sua morte la piegava come un sottile foglio di carta bianca? Perchè questo era lei... carta bianca. Non aveva niente di speciale, forse era sottile e tagliente, capace di ferire alla prima distrazione, vuota, spoglia e neutra. Nessun odore, nessuna emozione da trasmettere.
    Mezzo invece era una carta spessa, di un color caffè, come i fogli di pergamena. L'odore acre, intenso, delizioso. La consistenza perfetta e tale che i bordi non rischiavano mai di lacertare le punte delle dita. Qualche macchia qua e là, una personalità indefinita e ricca, carica di sfumature.
    Lo amava. Era stato il primo amore in mille anni, l'unico... forse l'ultimo. Egli era stato in grado di colorare il suo mondo, disegnare su quel foglio bianco una personalità e ridefinire quella antica. Con la sua morte si era portato via tutto, così come la voglia in Sarah di continuare ad essere qualcuno.
    Cosa poteva consegnare Vardys di così importante che valesse tanto? Cosa doveva essere importante per lei ora che non aveva veramente più nulla?
    La sua espressione s'intristì appena, lasciando trasparire un'emozione: rimpianto.
    Il suo sguardo si abbassò lievemente, quasi vinta, incapace di sostenere quello del demone. Era comunque pronta a seguirlo, ovunque egli l'avesse condotta. Passo dopo passo si sarebbe presto accorta che avrebbe dovuto aspettarsi qualunque cosa da lui, poichè non aveva più certezze.
    «Temo che l'utile e l'inutile siano concetti estremamente soggettivi, perdoni la mia maledetta precisione.» commentò infine, tornando con gli occhi a cercare i suoi, provando a sorridere e a trovare ancora una volta quel sorriso di sempre. Assumeva quella solita espressione ogni volta che doveva sottovalutare una situazione, per il puro gusto di farlo.
    «Non tenetemi troppo sulle spine. E' vero che non mi piacciono le cose facili... ma è anche vero che detesto terribilmente coloro che tendono a girare troppo intorno ad un discorso senza mai arrivare al succo della questione.» e intanto s'interrogava seriamente più su ciò che voleva da lei, che su quanto realmente doveva darle.
    Vardys... voi potete essere un uomo pericoloso, ma non ho probabilmente motivo di temervi.

    Edited by Xasar - 24/3/2012, 02:52
     
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  8. Dark_knight
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    blackbird0
    Vardys

    Cortese come una nobile di vecchia data, Sarah accettò l'invito del suo ospite senza opporre troppa reistenza. E sì che Vardys stava facendo di tutto per metterla in difficoltà... per farle sentire il peso di una scelta che non dipendeva assolutamente da lei, ma che sarebbe gravata solamente sulle spalle del demone, indipendentemente dalla di lei volontà. Difficile che un principe del suo lignaggio avesse davvero a cuore gli interessi altrui... tutto aveva un tornaconto personale, non bisognava mai dimenticarlo.
    Ed era certo che la sua ospite non l'avrebbe fatto.

    "La pergamena, sì..." riflettè ignorando l'evidente sarcasmo. "Non ho voluto rischiare di scoprire con troppo anticipo le mie carte. Ed a ragion veduta, credetemi, è stato meglio così." Impossibile scorgere un solo fiato d'incertezza. Ogni azione, persino quella apparentemente più sciocca, era dettata da una logica di qualche tipo.
    Portò la giovane ragazza al piano direttamente superiore al loro. Due lunghi corridoi collegati da due più brevi e costellati di stanze accuratamente chiuse. La luce della luna largamente sorridente illuminava il loro cammino attraverso il vetro, poiettando una riposante luce dai toni vagamenze azzurrognoli. I loro passi, per quanto leggeri, facevano eco nelle pareti rocciose, mescolandosi nelle fibre di quadri ed arazzi di epoche ormai perdute.

    Era ora di scoprire le proprie carte. Vardys sembrava essere andato a colpire qualcosa, con le sue parole... lo sguardo sempre fiero ed ironico della vampira - per qualche istante - divenne molto diverso. Malinconico... in qualche modo pieno di rimpianti. Non serviva la lettura del pensiero per sapere a chi fossero rivolti i suoi pensieri adesso. "Avete ragione." disse guardandola con serietà, fermandosi per girarsi completamente verso lei.
    "Siete una creatura magnifica, signorina Gray. Avete tutto quello che un mortale poteva sperare di ottenere. Bellezza eterna, potere pressochè illimitato, longevità, ricchezze smisurate." un serpente avrebbe, probabilmente, sibilato di meno. Il suo tono era così soave che pareva nemmeno pronunciato... era come immaginare le parole più dolci e sentirle direttamente nella propria testa, partorite dalla propria immaginazione più calda e conturbante.

    "Noi demoni... abbiamo una percezione del tempo estremamente particolare. Passato, presente e futuro sono - in realtà - concetti inesistenti. Possiamo navigare in queste correnti secondo il nostro volere... e possiamo inteagire, modificando gli eventi successivi al nostro intervento." una nota di nervosismo lo colse... forse la lasciò trasparire di propria sponte.
    "Posso vedere tutto... ho visto ogni cosa di voi. Il vostro passato... ed il vostro possibile futuro. Posso farlo anche con me... il punto è che la mia storia - ad un certo punto - s'interrompe bruscamente. La mia strada è destinata ad interrompersi, e non ho modo d'interagire per cambiare questo fatto." fece in modo di riprenderla sottobraccio, continuando a camminare per infilarsi in una rampa di scale per un livello superiore.
    Non aveva senso tenere certe cose per sè... tanto valeva parlare.

    "Ho anche visto... il modo in cui è stata forzata su di voi la maledizione della notte. So che non è una cosa di cui parlate volentieri, e mi duole doverlo fare." sospirò imboccando una sottile terrazza esterna, sufficiente a malapena per camminare uno di fianco all'altro. La brezza serale era fresca, sopratutto ad un'altitudine del genere.
    "Voglio donarvi una scelta, signorina Gray." la sua voce aveva perso ogni nota suadente. "M'impossesserò del vampiro che vi ha maledetto. Agirò come meglio crederò... vi vedrò ancora umana, una fanciulla indifesa in fuga da un matrimonio che non desidera. Non ricorderete questa nostra conversazione ovviamente... spetterà solo a voi, dunque. " Si fermò nuovamente, guardandola con fare grave. "Il libero arbitrio. Questo è ciò che voi avete smarrito... ed io intendo restituirvelo." chissà se Sarah poteva prevedere le ripercussioni di un simile evento.
     
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  9. Xasar
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    vfyqtw

    Proroga
    Concedo a entrambi i giocatori la possibilità di terminare l'asta, visto impegni di entrambi, entro e non oltre martedì 28.

    • Lessien •



    Edited by Xasar - 25/3/2012, 23:33
     
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  10. Xasar
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    Sarah11
    Sarah Gray #4

    Quante parole e quanti passi in ogni più piccolo intermezzo. Sarah non se ne perdeva neanche uno. Neanche un frammento, attenta e meticolosa come una sarta, aspettava che quel filo intessuto di rosso l'avvolgesse, travolgendola come magari non si sarebbe mai aspettata.
    Lusinghe. Tante, forse troppe per una persona sola come lei. Non le amava, non le piaceva essere lodata così tanto ed ammirata nella sua forma attuale, anche se... ironia, non le piaceva neanche essere disprezzata. Quel suo sibiliare poi, quell'astringente sensazione di averlo dentro la sua testa, in qualche modo la disturbava. Eppure mantenne un'espressione totalmente calma, quasi rasserenandosi all'idea di dover andare ad un piano superiore nell'attesa in cui egli avrebbe iniziato a parlare di sè, di Demoni.
    Passato, presente e futuro... concetti a cui i vampiri spesso pensavano, più che agli esseri umani. Specialmente se si parlava di passato. Creature terribilmente potenti ma che conservano spesso una sorta di attaccamento alla propria morte, una patologia incurabile che li avrebbe legati per il resto della loro eternità ad un mondo incomprensibile e tutto per sè stessi. Ma potervi navigare... quelli erano concetti che qualunque vampiro si sarebbe semplicemente potuto sognare, magari anche desiderare di realizzare per veder espressi i propri bioni propositi.
    Modificare gli eventi successivi... nel momento stesso in cui un sospettoso crollo di nervi colse il demone, Sarah venne travolta da un bagliore di ragione accecante ed all'improvviso i suoi occhi si spalancarono, tornati ad una nuova e rinnovata curiosità.
    Le sue labbra si spalancarono appena, dischiuse come un fiore appena sbocciato, rosse e vivide come una rosa umida di rugiada. Appena tremarono, come scossi da un vento invisibile, quei petali, su quella carne, di quella carne. Sarah si perse a quelle parole, attimi, istanti immobili.
    Nessuna interazione, nessuna patologia, c'era semplicemente qualcosa che lui non poteva cambiare e... qualcosa di cui, invece, era capacissimo. Braccio... unito a lei in questa lenta passeggiata al chiarore della luce invisibile, tra due cuori ed uno strano battito. Livello superiore.
    Occhi che vedono, che bramano, che sanno. Vardys li possedeva tutti e di lei sapeva fin troppo, anche nell'imbarazzo e la rabbia che ella avrebbe potuto esternare, non vi fu alcun rossore in sua parte. Certi argomenti, certe questioni così delicate, avrebbe preferito non doverle certo affrontare in nessun luogo, tantomeno in questo, e tantomeno con questo genere di compagnia. La verità era semplicemente che non amava parlarne. Eppure quel parlare rappresentava per lei una possibilità, una scelta.
    Per quanto poco dispiacere individuò nella sua voce, tutta quella pacatezza sparì nel momento stesso in cui la mise davanti alla realtà, a ciò per cui ella era lì ed il motivo di quella strana offerta. Ecco... tutto si faceva più chiaro, vivido...
    Un ricordo, una scelta.
    Sarah non riusciva ad esprimersi in nessuna parola, tanto non aveva mai creduto possibile qualcosa di così innaturale, arcana, mitologica e leggendaria. Una vera e propria follia che, per quanto potesse essere assurda, era abbastanza sconvolgente da poter funzionare. Una scelta...
    Trattenne il fiato. Questo era quanto di più succulento le fosse mai stato offerto e di certo non era persona da rifiutare una tale opportunità. Per la prima volta qualunque cosa stava finalmente sorridendole. Avrebbe potuto esaudire ogni suo sogno, ogni piccola interidizione mai avuta perchè non umana. Calore corporeo, abbandono dei propri poteri, possibilità di morire...
    Uno sguardo grave, serio, più del dovuto forse, ma che avrebbe liberato in lei ogni possibile sentimento esistente e sopito in lei.
    Rabbia, paura, angoscia, felicità, gioia, dolore, euforia. Tutti ancora da vivere, tutti in attesa di essere scoperti ancora una volta.
    «Il libero arbitrio?» chiese, facendo di nuovo eco, stavolta con un mezzo sorriso che si dipingeva sulle sue stesse labbra. Un mondo stava lentamente crollando. Mille convinzioni rotolavano giù dalla sommità dei loro piedistalli d'oro zecchino, producendo più rumore di quanto non avrebbero fatto mai. Un'eternità vissuta aspettando, forse non era più necessaria neanche quella. Se tutto ciò significava dover rivivere quei momenti, il momento prima di quella violenza, poterla evitare e scampare così alla vampirizzazione e poter rivedere i suoi fratelli, che così fosse.
    «E' un dono molto sentito quello che mi state facendo, messere.» le dita di lei affondarono dolcemente nella carne del demone, in una stretta docile, armoniosa, quasi sensuale... mentre si stringeva appena a lui senza sorridere, lo sguardo ora perso nel vuoto, come se fosse indecisa «Rifiutarlo sarebbe estremamente scortese...» ma alla fine qualcosa di più importante gravò sulla sua stessa coscienza, un desiderio antico la cui fame poteva essere finalmente saziata.
    «...ma poichè ho sempre cercato, rincorso... la possibilità di scegliere... se sono così in grado di cambiare il mio passato per plasmare il mio presente, così sìa.» a quel punto non le interessava più il luogo fuori, la brezza che spirava da quella stretta terrazza esterna. Contava il risultato, l'ansia che saliva... Già riusciva a sentirsi umana, quello stato che aveva perduto... come un uomo perde la sua amante.

     
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  11. Dark_knight
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    blackbird0
    Vardys

    Aveva fatto centro. Sarah dimostrò un interessamento notevole all'argomento... d'altronde anche la creatura dotata dei poteri più miracolosi poteva solo sognare la capacità di interagire con il tempo. E l'interazione era accompagnata dalla dolce consapevolezza che era possibile modificare ogni cosa.

    In realtà Vardys, per quanto in possesso di una forte capacità di modifica temporale, era ben lungi dal poter cambiare ogni evento. Poteva limitarsi solamente a fatti accaduti ad un circolo ristretto di persone... uccidere qualcuno nella culla per eliminarne l'intera genaolgia era possibile, ma non sarebbe stato altrettanto fattibile cambiare le sorti del secondo conflitto mondiale. Solo demoni dal sangue più antico del suo ne erano in grado... Vardys, a tutti gli effetti, era poco più che un ragazzo, il che si capiva tranquillamente anche dal suo aspetto esteriore.

    La vampira rimase in silenzio, alternando miriadi di sentimenti che investivano gli iridi violacei del suo ospite... capì d'aver offerto davvero la cosa da lei più desiderata, e ne fu sollevato. Nonchè, in effetti, contento. Chissà se davvero Sarah si rendeva conto di cosa voleva dire giocare con il passato... chissà se si era resa conto di non avere una vera e propria scelta, in fondo. Vardys avrebbe comunque fatto rivivere a lei quei ricordi tanto cari... tanto odiati...
    E chissà se aveva capito che il demone che aveva di fronte non le avrebbe fatto fare una vita facile... era un demone della lussuria... perennemente alla ricerca del piacere estremo, e lei attualmente rappresentava la persona più bramata, più desiderata.

    Annuì alle di lei parole, sorridendo in modo compiaciuto, trattenendo una leccata alle sue labbra. "Sono felice di vedere che gradisce, signorina Gray." il sorriso però si spense istantaneamente, lasciando il posto ad una serietà di ghiaccio, togliendo ogni adito a fantasie da romanzo. "Alterare il passato modificherà questo nostro incontro. Se deciderete di diventare una vampira, signorina Gray, in questo momento voi scoprirete che è merito mio..." la fissò nei suoi occhi da creatura della notte. Presto, molto presto, li avrebbe visti sotto una luce completamente diversa. La sua innocenza, a breve, gli sarebbe appartenuta. "Se rifiuterete... questo nostro incontro non avverrà mai. Tutte le persone che hanno avuto a che fare voi vi dimenticheranno, continuando la loro vita come nulla fosse. Come se voi, per loro, non siate mai esistita per davvero. Sarete una pagina di un libro di storia... nulla di più. Nulla di meno." freddo, distaccato. Onesto, sotto un certo punto di vista. Di buono c'era che qualunque scelta operata da Sarah, non le sarebbe pesata nell'esistenza attuale; avrebbe potuto agire senza rimpianti o rammarico di sorta. "Per questo preferisco parlare di ciò che voglio io in un secondo momento... ora immagino vi sia chiara la motivazione."

    Si distaccò da lei, per la prima volta dopo interi minuti passati a stretto contatto... moriva dalla voglia di incontrarla... d'interagire con lei nuovamente. Sapeva che, comunque fossero andate le cose, presto per lui sarebbe finito tutto... il destino ineluttabile lo avrebbe inghiottito in un vortice di cui ignorava le proporzioni.
    No... no... per un secondo... per un secondo ebbe un flash... sconvolgente... un'immagine mentale... spalancò gli occhi guardando la ragazza che aveva di fronte, come se dietro di lei ci fosse uno spettro.
    Lunghi capelli neri... di una bellezza pulita... chi diavolo era?

    L'istante dopo era scomparsa dalla sua retina. "Scusa..." disse rivolgendosi alla vampira, conscio del fatto che questa sua rezione si sarebbe fatta notare. Chi era? Perchè quella ragazza dall'aspetto così ordinario... così semplice, gli era comparsa in visione? Che fosse... ... ...

    "Signorina Gray..." principiò, cominciando già a concentrarsi per tornare indietro nel tempo. La sua figura cominciò a sparire pian piano, dissolvendosi come ombra spezzata da una luce improvvisa. "Forse ci rivedremo a breve... o forse mai più..." Ciò che Vardys avrebbe vissuto a breve, per la qui presente Sarah sarebbe durato solo un lungo istante. Come trascinata da una brezza gentile, l'ombra si mosse verso la vampira... strusciando in un solo tocco elettrico la silouette generosamente femminile di lei. "In ogni caso a presto, Sarah Gray..." pensò con l'ultimo barlume di coscenza di sè.
     
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  12. Xasar
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    Sarah11

    Sarah Gray

    «Capisco...» sospirò, convinta che ormai si sarebbe dovuta rassegnare all'idea di non venir a conoscenza del reale motivo per cui le stava offrendo tutto ciò.
    Cambiare il proprio passato, plasmare il proprio futuro. Non aveva mai avuto questa reale scelta prima di quel momento e per lei era qualcosa di eccezionalmente raro, risoluto, brillante come un rubino. E tutto avrebbe avuto un prezzo, tutto quanto, più di quel che magari si sarebbe aspettata, ma d'altronde... come poteva essere diversamente?
    Se avesse scelto di rimanere umana, di lei non sarebbe rimasto che qualche altro anno di vita, magari sposata a quell'uomo, o legata alle prospettive vitalizie di quel tempo, dove 50 anni erano forse uno delle massime mete.
    In quel modo, tutti si sarebbero scordati di lei, delle sue azioni da ragazzina viziata. Molti non avrebbero visto la propria vita sconvolta da una vampira e altri artisti non avrebbero messo al mondo alcune delle migliori composizioni. Tutto, sarebbe sparito ogni cosa. In quel momento migliaia di immagini affollarono la sua mente stanca, millenaria, privandola della naturale tranquillità e regalandole una strana ansia che la rese inquieta.
    Chou Aozaki, quella ragazza non sarebbe mai stata immobilizzata in una stanza da karaoke per un passionale orgasmo, tra una canzone di anime ed un'altra.
    Raiden Beliar, non si sarebbe mai avventurato nella sua dimora, in quella stanza dove lei stessa l'aveva tentato, assaporato, e l'aveva fatto cedere in una notte di meravigliosa passione. Sera in cui la sua mente umana era stata gelata da quella specie di trauma.
    Kaori Goto, non le avrebbe mai concesso la sua piacevole compagnia ed un morso sul collo degno di una lapdancer.
    Hikaru Maeda, la cacciatrice cieca da un occhio, con le iridi purpuree ed i capelli argentei, non le avrebbe mai dato la caccia. Non sarebbe mai stata intrappolata dalle sue spire per essere morsa ed imparare un'importante lezione di vita.
    Persefone, quella dea che aveva conosciuto a causa di una piccola divergenza... probabilmente avrebbe avuto quella stanza tutta per sè e non si sarebbe dovuta preoccupare di alcun errore del server.
    White Wolf, invece, non avrebbe avuto alcuna persona da tenere sotto controllo e da indagare sotto le sembianze di Regina.
    Myo Akiyama, la ragazza alla quale aveva risollevato l'esistenza, forse non avrebbe più avuto niente su cui fare affidamento.
    Koichi Kurosawa, quel ragazzo forse non avrebbe mai scoperto il calore di un abbraccio, di un contatto fisico tranquillo e rassicurante. Non gli avrebbe mai strappato il suo primo innocente bacio sulle labbra.
    Aleksander Kazati non avrebbe mai scoperto la sua vera natura per ringraziarla poco prima di andarsene.
    E Nicholas Wolf... lui non avrebbe mai avuto nessuno su cui rivolgere tutta quella curiosità, quella voglia di sapere e di capire. A chi avrebbe dato ancora del cadavere vivente? Non gli sarebbe stato concesso di fraintendere la sua esistenza ancora...
    Poi c'era lui... la persona più importante della sua vita, quella che in un modo o nell'altro non c'era più. Se lei stessa avesse smesso di esistere, a quel punto non sarebbe cambiato poi tanto per lui. Non si sarebbe semplicemente innamorato di lei, del suo caffè, ma sicuramente si sarebbe trovato un altra, qualcuna a cui dedicare le sue meravigliose attenzioni e la deliziosa flemma di cui s'era circondato. Aveva finito... col contagiare anche lei.
    Amore mio... e forse in tutto questo, anche lei... avrebbe preferito dimenticare e non soffrire. Smettere di esistere e in qualche modo essere unita a lui almeno nella morte, un'inconscia cessazione d'esistere per qualcun'altro di cui in un'altra vita si sarebbe innamorata.
    Eppure no... se ella avesse deciso di diventare vampiro, non sarebbe stato merito del demone Ma merito mio della sua scelta, del suo libero arbitrio.
    Un distacco, delle scuse delle quali neanche si accorse la reale motivazione. Si limitò a fare un cenno con la testa, indice che qualunque cosa fosse, non importava.
    Ed egli concentrandosi, la chiamò per nome, mentre quella figura da uomo avvenente spariva lentamente. Il dubbio, ancora una volta... si sarebbero rivisti? Che cosa avrebbe scelto di fare lei?
    Non osò pensarci, mentre quell'ombra sbiadita la sfiorava, come un vento immobile, elettrizzandola, rendendola succube di una nuova coscienza. Di una nuova realtà.
    Sarah, confusa nei suoi pensieri, nelle sue convizioni, nel suo amore che probabilmente non avrebbe più ricordato, respirò a fondo, come se quell'aria nei polmoni fosse reale, viva. Poi... come se non fosse mai esistita, una lacrima scese silenziosa, rigandole il volto di porcellana ed infine... chiuse gli occhi.
     
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  13. Xasar
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    Giocata conclusa.
    Grazie per aver partecipato.
    I punti asta (PA) sono state aggiornati,
    controllate il vostro saldo qui.

    • Lessien •

     
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12 replies since 19/3/2012, 00:28   245 views
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