Giocata n. 25, Gen: Hentai, Pg Asta: Chika Kyomizu

Chika Kyomizu di »shiver X Ranmaru Kurosaki di Xasar

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  1. »shiver
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    chika
    Giocata Numero: 25
    Personaggio Asta: Chika Kyomizu
    Roler del personaggio: »shiver
    Genere: Yhentai
    Vincitore: Ranmaru Kurosaki di Xasar

    Offerte che sono state fatte al personaggio d'asta:
    Un giro in macchina in stile Ranmaru e la composizione di una canzone hip-hop per i suoi figli.

    Motivazione della scelta:
    Oltre per essere stata l'unica offerta alla role Chika ha scelto Ranmaru per la canzone che ha promesso di comporre per i suoi figli, cosa che ritiene fantastica e unica per i suoi piccoli. Non le interessa molto il giro in macchina data la guida spericolata di Spike a cui è abbituata, facendole ritenere banali tutte le altre.

     
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  2. Xasar
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    Ranmaru2
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    Ragazza pepe, ecco come s'era dimostrata. Ranmaru non aveva potuto che sorridere a quella sua risposta, alle ragioni che l'avevano portata al totale disinteressamento verso un giro in macchina. Non era un semplice stile "Ranmaru", ma era qualcosa che non poteva definirsi semplicemente spericolato, roba che neanche i migliori piloti di Rally erano in grado di fare. Parlava di drift in perfetto stile Fast and Furious, qualcosa che ti nasce nel sangue, che ti fa provare l'ebrezza del pericolo ad ogni metro. Spike non era così eccezionale, secondo il suo punto di vista, ma evitò di metterlo chiaramente in piazza alla ragazza.
    Se non vuole provare il brivido, l'adrenalina vera, affar suo.
    Dunque non si era neanche scomodato per andarla a prendere di persona, ma aveva incaricato un suo amico, una persona di fiducia. Insomma, fiducia... era allargarsi troppo. Ai era stato quello a coinvolgerlo direttamente in tutta quella faccenda, così Ranmaru aveva colto l'occasione per fargli ripagare tutta quella situazione. Chissà cosa ne avrebbe ricavato... la sua doveva essere semplicemente una bella chiacchierata, curioso di scoprire qualcosa in più di lei che non le avesse già detto quella schedina.
    Trasse un sospiro, entrando nell'edificio avanti a sè. Quella sera si era vestito bene, una camicia nera ed un gilèt bianco, con pantaloni neri aderenti ed una cravatta scura d'un tono blu. Elegante ma non troppo, giusto il caso per mettere in risalto quegli occhi così diversi che si ritrovava: rosso e blu. Che strano caso, no?
    Chika sarebbe stata condotta direttamente lì, a quel grande portone di legno, lasciato socchiuso apposta per lei. Si sarebbe ritrovata davanti ad un palco modesto, completo di pianoforte, una luce bianca e soffusa davanti a tanti divanetti rossi.
    Era semplicemente un palco d'audizioni, luogo dove aveva lavorato spesso, a contatto con la musica da lui prodotta e con i suoi. Ebbe uno strano senso di nostalgia, ma non disse nè pensò nulla.
    Si mise a sedere davanti al pianoforte, aggiustando l'altezza per renderla adatta a lui e sgranchiendosi le dita iniziò ad intonare qualcosa per riscaldarsi.



    Quella sera aveva intenzione di parlare, magari sapere qualcosa di più du si lei e le proprie figlie, per poter scrivere la canzone. Gliel'avrebbe fatta avere solo più in là. Con qualche giorno di lavoro sperava di fare una assolutamente ottima.
    Non appena l'avrebbe vista o sentita arrivare avrebbe sorriso, tra sè e sè, senza però smettere di suonare, continuando a far vagare le lunghe dita sui tasti bianchi e neri, nutrendosi della melodia che riusciva a tirar fuori. Era nato per due cose: la velocità e la musica.
    Ranmaru era un virtuoso ed un completo scellerato, non facevano che rammentarglielo i suoi compari, i suoi amici quei traditori...
    «Ben arrivata!» avrebbe fatto poi, una volta conclusa la melodia «Spero che Ai non sia stato troppo rude» per commentare in modo scherzoso e sarcastico, sapendo meglio di chiunque altro che Ai era una vera e propria fighetta, un gentiluomo da far venire il voltastomaco.

    Edited by Xasar - 11/5/2012, 20:43
     
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  3. »shiver
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    Chika
    Quella sorella fu altamente sorpresa di sentire il campanello suonare e scoprire che, quelaa sera avrebbe avuto il suo incontro con Ranmaru, i ragazzo che l’aveva “vinta” all’asta.
    Fu sorpresa nello scoprire che lui non era venuta a prenderla ma un suo amico –che scoprì durante il viaggio chiamarsi Ai- per poi portarla al luogo dell’incontro.
    Quell’appuntamento fu una fortuna. In casa c’era solo lei siccome Spike era ancora in ufficio, i gemelli erano stati affidati alla zia Stock per farla rilassare e respirare. Tra lavoro, poppate, urla e pianti e cambi di pannolino si stava stancando mentalmente come mai prima d’ora. Non che non amasse i suoi piccoli, ma avere silenzio per una sera in casa sua era una cosa fantastica.
    Per la prima ora da sola si era divertita a ballare per tutta la casa mezza svestita con la musica alta, per poi passare a vedere la tele e a riordinare e poi.. niente.
    Aveva provato una noia pazzesca e stava ripensando di andarsi a riprendere i figli perché sentiva la loro mancanza in qualche modo e si annoiava tremendamente.
    Ma in qualche modo Ranmaru le aveva salvato la serata e, dopo aver scritto un biglietto a Spike dove diceva di non aspettarla e che era fuori a fare una cosa segreta –così per farlo incuriosire- essersi cambiata velocemente con qualche abito della collezione di Stock che le aveva dato l’amica per dirle cosa pensava e truccarsi fece la sua trionfale uscita, finendo in macchina con Ai.
    Fece un viaggio tranquillo e trovò ai una persona estremamente galante e simpatica, tanto che ci fece due chiacchere e il tempo passò estremamente veloce.

    Un piccolo palco, luci che lo illuminavano e un bel pianoforte.
    Una sala per le audizioni? Un piccolo teatro? Non sapeva cosa era, ma quella sala le faceva venire in mente quando da giovane faceva audizioni per i video musicali, quando era ancora inesperta, quando New York era ancora terra inesplorata.
    Ecco cosa c’era dietro quel portone dove Ai l’aveva lasciata augurandole una buona serata. Rise nel vedere quel posto, sorridendo per il posto strano dell’incontro.
    Quasi sfilò per raggiungere il palco, muovendosi abituata su quei trampoli che amava comperare e tenere come tesori nel suo armadio.
    Non mi aspettavo il tuo invito ma.. hai risolto la noiosa serata che avevo davanti. soffiò fermandosi davanti al palco guardano Ranmaru, ascoltare la melodia del pianoforte e sorridere alle sue parole.
    sei bravo e.. Si.. .Ai è stato fottutamente rude, pensa, più del mio fidanzato.
    Sorrise sarcastica, chi avrebbe mai battuto Spike per rudezza? Rudezza che la faceva impazzire ed eccitare ma.. non era il momento per quei pensieri, ora toccava godersi l’incontro.

    Vestiti: *
    Scarpe:*



     
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  4. Xasar
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    Ranmaru2
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    Eccola la star della serata, vestita di tutto punto in modo che non eccedesse d'eleganza. Non che fosse mal vestita, anzi... Ranmaru apprezzava veramente tanto questo stile di contrasto tra il vivido e lo scuro.
    Assistette con vago interesse a quella sfilata, osservando i capelli di quella fanciulla ondeggiare come mossi da un flebile vento. Le vesti svolazzavano leggiadre, catapultate nella rapsodia di una musica immaginaria da quelle scarpe verde acido, accostate terribilmente bene alla sua gonna.
    Un brivido d'interesse, del proibito, stuzzicò sensibilmente i pensieri del ragazzo, facendogli allontanare le dita dal pianoforte. Era la donna di Spike, di quel pazzo, rude, magari insensibile... se le avesse fatto delle avance si sarebbe incazzato da morire. Chissà se sapeva di quel loro incontro... e se sì, come aveva fatto lei a convincerlo a starsene buono buono? Forse non era così, probabilmente si era anche appostato fuori da qualche parte ad attenderla, trarla in salvo e prepararsi ad una scazzottata con lui medesimo.
    Sbuffò ironico a quel suo pensiero e a quel sollecito sarcastico di lei. Rispondeva simpaticamente, già le piaceva. Poteva dunque immaginare come una tipa del genere fosse giunta dritta al cuore di un duro come quello lì.
    «Lieto allora di averti dato di che occupare la serata.» fece poi, scendendo dal palco, sovrastandola quasi con la sua altezza spropositata.
    La fissò con gli occhi suoi, così diversi, così contrastanti, così abili nello scrutare l'essere umano che nel suo sorriso si celò una smorfia appagata «E le creature celestiali? Le hai lasciate col paparino?» chiese magari con poco tatto. Non era mai stato terribilmente bravo a mantenere la serietà per più di qualche minuto.
    Era per di più interessato a capire qualcosa su di loro, quelle creature sulle quali doveva comporre una canzone in stile hip hop. Qualche giusta informazione e avrebbe potuto iniziare a scribacchiare, ordinare parole e vocaboli da ogni dove, mischiando l'inglese alla sua lingua madre. Non era uno scherzo se i suoi testi erano strapagati. Ranmaru era veramente uno dei massimi esponenti di poesia e ritmo in quel circolo vizioso di città.
    Inoltre era da pochi riuscire a mischiare velocità e assenza del senso del pericolo con la musica.
    «Ma mettiti pure comoda, quello che interessa a me è sapere qualcosa in più sul tuo parto gemellare ed assimilare le giuste informazioni per sfogare la mia vena artistica.» la invitò con la mano verso i sedili in rosso tessuto, comodi ma non troppo, uno schienale non molto alto e poggiagomiti rigidi.
    «Se dopo hai voglia di fare qualcos'altro tipo... uhm, non so... ballare, o qualunque altra cosa, sono a tua disposizione.» le sorrise gioviale, quasi interdetto dalle sue stesse parole, ghignando in totale assenza di malizia.
     
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  5. »shiver
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    Chika
    Non perse tempo al suo invito, si sedette tranquillamente su una delle tante poltroncine, accavallando le gambe e sorridendo per la domanda precedente. Le sue creature celestiali..
    Oh, lo erano tranne di notte.
    Tentò di non ridere ma dovette farlo, una risata leggera, sonagli che risuanavano nel silenzio assoluto ma.. si riprese, respirò appena proseguendo ad ascoltare le sue richieste successive ed a prepararsi ad ogni domanda che gli avrebbe potuto fare Ranmaru su di loro.
    le mie creaturine celestiali sono con la zia e Spike.. è a lavoro! Gli ho lasciato un biglietto dove gli svelavo qualcosa e.. non sarebbe strano se tra poco entrasse da quella porta con faccia arrabbiata! sbottò immaginandosi il suo uomo, le sue parole. Oh..grandi danni.. grandi grandi danni! sussurrò sorridendo all’uomo, notando il colore degli occhi.
    Lo osservò curiosa, le iridi erano di differenti colori. Sai che hai proprio dei begli occhi? Da lontano, all’asta non li ho visti ma.. sono proprio particolari.. come chi li ha, suppongo. soffiò sistemandosi comoda, lisciando la gonna giallo fluo accuratamente.
    Ora.. ora doveva passare alle informazioni dei suoi due figli, del parto che solo al momento di partorire aveva scoperto essere un gemellare.
    Mmmh.. cosa ti posso dire? I miei angeli si chiamano Ithan e Keira, lei assomiglia molto di più a me e Ithan al padre. Anche se ha poche settimane è fottutamente geloso di me! Piange appena Spike mi bacia ma.. evitiamo! Fammi qualsiasi domanda Ranmaru e forse dopo ti concederò un passo a due con me… sussurrò, portandosi prima l’indice sulle labbra per pensare cosa dire e infine aggiustarsi i capelli.
    Chika era una maniaca dell’aspetto.
     
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  6. Xasar
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    Ranmaru2
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    «Ohohh» fece una risata un po' grossolana, felice del fatto che ella si stesse aprendo così semplicemente a lui, ridendo addiruttura. Nel sedersi neanche una volta egli posò gli occhi sulle gambe di lei, per quanto fossero attirati dal colore vivace e fluo.
    Fu lui a lasciarsi andare, appoggiando la schiena al palco, sistemato esattamente davanti a lei. Braccia conserte ed un sorriso più che vago, ma ben definito nei contorni di un viso tutt'altro che comune.
    Ascoltò con chiara pazienza, ma non potè negare il sollievo nel sapere che quel tipo fosse a lavoro e che non sapesse del loro incontro lì. Per lo meno non ancora. La dolce donzella aveva svelato che aveva scritto lui un biglietto, mentre i figli erano da una zia.
    Dunque devo preoccuparmi di vederlo piombare a dosso da un momento all'altro? questa idea non gli piaceva, ma non poteva dirglielo così apertamente. Darle modo di farle sapere quanto si allargasse la sua conoscenza di Spike, forse non era neanche necessaria, sopratutto se doveva stare ad elencare l'elevato numero di cose in cui si sentiva perdutamente superiore.
    Prima regola per il successo: se sai di essere il migliore, non spargere troppo la voce. Non hai idea di quanto veloce qualcuno potrebbe buttarti giù dal tuo bellissimo piedistallo di vetro.
    "Oh..grandi danni.. grandi grandi danni! "
    «Non faccio fatica a crederlo...» mormorò ricambiando il suo sorriso, facendo riferimento ad un'implicita caratteristica degli uomini di coppia. La gelosia, che brutta bestia, era fiero di non averne mai provata per nessuna delle sue ragazze. Mh, forse perchè nessuna mi ha mai stimolato mentalmente, dopotutto.
    Era mai valsa la pena essere geloso di una che avrebbe mollato qualche settimana dopo? Decisamente no.
    Dulcisi arrivò da lei un soffio leggero, mentre si sistemava la gonna, accarezzandola con le mani. Un complimento? Era questo che lei gli aveva fatto, decisamente inaspettato, forse inappropriato, ma non era tipo da rifiutarne, sopratutto da una bella ragazza.
    «Ottima supposizione.» fece alzando un dito ed allargando leggeremente quel suo sorriso. Abbassò lievemente la testa, un cenno di ringraziamento seguito quasi all'unisono dalle sue parole «Ti ringrazio. Solitamente è un tratto che, oltre a non passare inosservato, mi rende inquietante... così mi han detto spesso» ridacchiò poi, facendo viva quella strana ironia su sè stesso. Una cosa che non gli dispiaceva, per quanto vera.
    Eppur sì, era ora di venire al dunque, così accolse bene quelle informazioni, iniziando a metabolizzarle per trovare giusto ritmo e rime, ideali per la nuova composizione che si sarebbe apprestato a disegnare, scolpire e costruire con le sue sole mani. Idea stuzzicata più che altro dall'ipoteticità di ballare con lei, scoprire le sue movenze dal vivo, ad un ritmo pulsante ed incalzante.
    «Allora mi dovrò impegnare seriamente!» s'incitò da solo, dandosi un lieve colpetto sul braccio con le dita. Un insignificante tic d'eccitazione, di portate novità, di cause perse e vinte. Dentro di lui una miriade d'emozioni si schiusero come un bocciolo di rosa, facendolo sognare. Chissà cosa poi.
    «Dunque» iniziò così, muovendo un piede a sostegno del proprio peso, poggiandolo con la pianta al muro «Maschio e femmina... eterozigoti! Dimmi, in che circostanze sono nati? Sono stati voluti e programmati o sono solo una strana casualità? E poi... prima reazione tua e di Spike nel sapere della tua gravidanza, ma sopratutto, nel sapere che erano due e non uno? Inoltre, mi piacerebbe sapere che aspettative avete per loro.»
     
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  7. »shiver
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    Chika
    la ragazza alzò la mano a sentirlo ringraziare per il suo complimento. Non li trovava per niente inquietanti, ma forse perché lei era fatta così, adorava le persone con qualcosa di particolare, quel qualcosa che potesse sembrare un difetto ma che in realtà era un pregio che l’occhio di pochi potevano capire.
    Di che.. è la verità, mi piaciono le cose particolari.. il perché non lo so, ma forse perché lo sono un po’ io.. sospirò alzando le spalle, forse perché aveva iniziato ad amarle grazie a Spike, a partire dai suoi occhi gialli fino alla cicatrice che aveva sulla guancia ma.. non se l’era mai chiesto sinceramente.
    Si alzò leggermente, stanca di stare seduta e si sgranchi veloce alzando le braccia, era una donna sempre in movimento, odiava mantenere la stessa posizione per più di dieci minuti e l’unica eccezione era sul divano, anche dutrante la notte non si fermava mai, continuava a muoversi e a muoversi ancora.
    Rimase dritta, notando Ranmaru leggermente felice o, forse eccitato per quella proposta del passo a due. Si sarebbe divertita e sperava che avesse un po’ di predisposizione per il ballo, se no si sarebbero pestati i piedi a vicenda e questo la fece ridere di nuovo sovrappensiero, per poi concentrarsi sulle domande e sfregarsi le mani veloce come segno di mettersi a lavoro.
    Oh..quante domande.. allora.. Diciamo che l’arrivo dei gemelli non era stato programmato. Io e Spike avevamo una relazione segreta e.. emh.. eravamo amanti. Siamo sempre stati amanti. Non abbiamo mai avuto una relazione fissa tranne certamente adesso. sussurrò appoggiandosi al palco, guardando dritta a sé al ricordo dei vecchi tempi.
    Lei era così spensierata, ancora così ingenua e spavalda.
    Mai si asrebbe sognata di innamorarsi.
    Quando ho scoperto di essere incinta sapevo subito che era di Spike… i mesi coincidevano perfettamente con un viaggio a Berlino che avevamo fatto insieme per i campionati di ballo, erano uscite anche delle foto che ci ritraevano insieme ma fortunatamente Spike le ha eliminate prima del tempo.. ma ritorniamo ai miei angeli… Sbottò alzandosi e camminando di fronte a lui, cercando di riassumere tutto in poco tempo.
    Appena l’ho scoperto a casa l’ho detto al mio fidanzato. Gli avevo detto tutto. Di me e di Spike, del figlio che non era suo.. e lui se ne è andato. Potevo essere furba e crearmi una vita con il mio fidnzato, sposarmi, vivere felice ma no! Mi sono complicata la vita e credimi, è stata la scelta più stupida e azzeccata della mia vita. Quella stessa sera l’ho detto a Spike ma.. anche lui aveva una bella sorpresa. soffiò aggiustandosi i capelli, ricordandosi ogni santa parola di quel litigio. Un litigio potente, forse il più duro.
    La fidanzata di Spike gli aveva chiesto di sposarsi e lui aveva detto di si. E lui me lo disse quella sera stessa, me lo disse due mesi dopo che l’aveva scelta. Oh.. mi infiammai così tanto che gli vietai di non avvicinarmi più a me e a suo figlio o figlia. Piccolo particolare è che all’inizio non ci credeva di essere padre, mi aveva anche sgridato per la scelta avventata che avevo fatto di lasciare Axel.
    E poi.. non ci siamo più incontrati. Una volta e basta, un altro litigio fino alla nascita dei gemelli. Non sapevo che ci fossero due bambini. Sapevo solo che era uno e il sesso mi era sconosciuto e soffrivo come una matta durante la gravidanza, scalciavano e scalciavano e io scema che credevo fosse solo uno con la forza di Hulk
    finì ridendo, toccandosi la pancia oramai ritornata piatta, la sua perfetta forma fisica aveva fatto capolineo dopo pochi giorni, solo il seno si era ingrossato ancora di più, facendo felice Spike.
    Il matrimonio di spike era lo stesso giorno della nascita dei pargoli. Io non sapevo niente, non ne volevo sapere niente di lui per cercare di dimenticarlo ma… al momento del parto iniziai a gridare il suo nome e decisi che non avrei partorito se lui non ci fosse stato. Corse come un dannato e mandò affanculo il suo matrimonio. Quando l’ho visto ero così felice… e poi.. lo diventai il doppio quando scoprì che in realtàerano due gemelli! Spike stava per svenire e il parto praticamente fu più un programma comico che un parto. sbottò alzando le spalle. Ora mancava l’ultima domanda. Cosa aveva in serbo per i suoi piccoli?
    Non abbiamo ancora deciso.. Sinceramente da grandi faranno quello che vorranno anche se di sicuro una cosa è sicura, hanno già la danza nel sangue! Ben.. altro ancora? commentò Chika sgranchendosi di nuovo per poi sorridere, aveva fatto metà riassunto della sua vita e pareva la trama di Beautiful.

     
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  8. Xasar
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    Ranmaru2
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    Le piacevano le cose particolari? Ranmaru sogghignò appena, malizioso, ma non disse nulla. Si limitò a seguire ogni suo movimento con lo sguardo, la sua salita, il suo rimanere eretta e sgranchirsi.
    Parole, parole, parole... una dopo l'altra ogni frase s'esauriva con il grande interesse di Ranmaru, gli occhi del quale puntati sull'agile figura della donzella, ora posata su quel palco, reggendosi quel tanto che bastava per apparire un fragile piedistallo in bilico.
    Soffio leggero, un'aggiustata di capelli e di nuovo ripartiva verso quell'autostrada di pensieri che espresse in parole forbite, poco ricercate, ricche di quel sentimento che riusciva a leggere solo nei suoi occhi.
    E' così bello diventare genitori? non potè fare a meno di chiederselo quando ella aveva spiegato come aveva scoperto dei due gemelli.
    Non doveva essere stato semplice affrontare tutto quello, soprattutto un litigio, un abbandono sicuro, qualcosa che Ranmaru non era mai riuscito a comprendere per l'incapacità di sapersi legare perfettamente ad una persona.
    Al culmine di tutto, come potevano non cessare gli attriti con un dolcissimo lieto fine? Sembrava quasi la classica storiellina fiabesca fatta per far innamorare le giovani fan di un libro romantico e strappalacrime, dove il bel protagonista, il burbero e promesso sposo di un'altra, scopre di essere innamorato dell'amante, abbandonando il matrimonio per stare con lei.
    Poi... due bambini, con la musica nel sangue. Come facevano a saperlo, li avevano visti ballare dentro la pancia della mamma al ritmo di Dirty Dance?
    «Altro?» fece ironicamente, ridendo «E' più di quanto mi fossi aspettato, và bene così.» poi battè le mani due volte, di modo che il suono rimbombasse per tutta la stanza.
    Si spensero tutte le luci. Solo poche sul palco rimasero in uno standby di colori soffusi e curve sfavillanti.
    Stanza dei tecnici del sound, vi era solo una persona, ironicamente quella che aveva accompagnato lì la ragazza, infiltratosi poco dopo per dare il via a quell'inferno ballabile. Una musica aveva preso a rimbombare lieve, ritmata, mentre Ranmaru saliva sul palco tirandosi su solamente con l'uso delle mani. Non esitò immediatamente dopo a tenderne una per aiutare Chika a salirvi.



    «Mi sono permesso di fare un mix di alcune canzoni Hip Hop, spero siano di tuo gradimento.» un sorriso come un invito apparve sul suo volto «So, shall we dance?» il tempo delle parole era finito, presto lui le avrebbe mandato un dono formato poetico, ispirato proprio a quelle musiche che adesso si sarebbero accinti ad andare a completare.
    Ranmaru era un ottimo ballerino, se lei avesse accettato il suo aiuto, non avrebbe esitato a ergerla sul palco e concederle la prima mossa. Qualche passo di danza, poteva essere il giusto cambiamento in una vita dedicata solo alle parole, dove i movimenti erano futili ed utili solo al muovere di qualche corda.
     
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  9. »shiver
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    Chika
    Diventare genitore non era bello, era assolutamente fantastico.
    Soprattutto per Chika, lei, che aveva scoperto di essere adottata e aveva giurato che i suoi figli non sarebbero rimasti mai senza di lei. Sarebbe stata una presenza su cui contare, un punto di riferimento come avevano fatto i suoi genitori adottivi e Chika un pochino li ringraziava. le avevano isegnato un sacco di cose. Lei che da sola –per sua scelta- aveva sopportato nove mesi sentendo quei diavoli scalciare e calmarli appoggiando le cuffie e fargli ascoltare della musica.
    Oh si, Keira e Ithan avevano già la musica, la danza nel loro sangue.
    Come il padre, come la madre che al partire di quella danza.
    Sorrise, capì subito cosa aveva intenzione di fare e l’unica cosa che diede in mano a Ranmaru furono i suoi tacchi.
    Li trovava scomodi a ballare l’hip-hop.
    Beh.. niente di particolare ma ci si può ballare, vediamo se sei all’altezza di una ballerina professionista. Are you ready? esultò sorridente, saltando senza nessuno sforzo sul palco per poi guardarlo con sguardo di sfida e ridere felice.
    O.. era da parecchi mesi che non muoveva i suoi aggraziati piedini su un palco.
    Saltellò felice, chiudendo gli occhi per memorizzare il ritmo, contare velocemente i passi e iniziando a muoversi leggermente lenta, abbassandosi per poi risalire muovendo ritmicamente il petto e finire con un colpo di bacino.
    Oh.. sapeva fare di meglio.
    Mi hai colta impreparata Ranmaru, se avessi saputo di ballare un pezzo hip-Hop non mi sarei messa una gonna.. bottò avvicinandosi per poi ridere.


     
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  10. Xasar
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    Ranmaru2
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    Si ritrovò improvvisamente in mano i tacchi della bionda, rimanendo un pochino di stucco, sorpreso più che altro da una simile azione. Rimase perplesso per pochi istanti prima di farsi addolcire da un sorrisetto compiaciuto, per poi andare a sistemare le calzature di lei in un angolo del palco. Le avrebbe riprese a fine serata, al massimo gliele avrebbe ricordate lui.
    «Magari non sarò un professionista, ma ci so fare...» rispose al suo sguardo di sfida, ammiccando e tirandosi indietro i capelli con una veloce passata di mano. Colse l'occasione per lasciare il suo gilèt sopra lo sgabello del pianoforte e conciliare sè stesso nel ritmo incalzante della musica, dei capaci movimenti di lei, al senso di una felicità incomparabile probabilmente dipinta nel suo animo.
    Giù, lentamente, per tornare su con decisione, convinzione nelle proprie azioni, decisamente era una ragazza che di sè avrebbe potuto raccontare ancora molto, esprimere al meglio la propria passione e vitalità. Non era un problema che lei avesse una gonna, a conti i fatti era l'ultimo dei problemi di Ranmaru. Non avrebbe certo faticato ad ammettere di averci dato una sbirciatina alle sue gambe, anche quando era arrivata poco prima col suo passo fiero e felino.
    Tipa di tutto rispetto, bella, intelligente e con coraggio da vendere. Forse poteva essere l'esempio di riscossa per tutte le bionde di questo pianeta, ma nel suo cuore il cantautore sapeva che non era sola.
    «Non è un problema...» fece volteggiando sul posto e saltellando poco più vicino a lei «... non lo dirò a Spike!»
    La sua testa ondeggiava, seguendo la musica, le sue braccia compivano scatti, palmi aperti, verso l'esterno e poi di nuovo verso sè. Le gambe parevano scavalcare ostacoli immaginari, mentre l'intero corpo era fluido come acqua.
    Una danza coreografica che aveva imparato a suo tempo quando aveva voluto fare di sua spontanea volontà un corso di danza, lasciato per trovare la sua strada come suonatore professionista e compositore di testi e musiche.
    La serata sarebbe andata avanti fino a che la ragazza non si sarebbe stufata ovviamente, magari anche dalle particolari acrobazie di Ranmaru che forse poco erano performanti rispetto a quelle di lei, ma poco male... alla fine lui si stava divertendo nel vederla muovere e seguirla adagio man mano che il ritmo cambiava. Una compilation niente male alla fine, sperava fosse stata di suo gradimento.
    Nulla fece svanire quel sorriso dalle sue stesse labbra, presto l'avrebbe accontentata con quella canzone e... chissà, magari un giorno le avrebbe anche dimostrato che al volante, almeno lì, è migliore di Spike.
     
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  11. »shiver
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    spike.
    [abiti]
    Aveva letto il biglietto di lei, le aveva pure mandato un messaggio, ma nulla. Troppo impegnata, chissà.
    Doveva ammettere -però- di essersi un poco preoccupato. Non si parlava di gelosia, ma preoccupazione e forse un pizzico di curiosità. Non gli importava con chi fosse, con chi stesse passando del tempo: se lo meritava.
    Nonostante il caldo Spike indossava una giacca in pelle bluastra in perfetta tinta coi capelli lasciati allo sbaraglio, pantaloni neri in pelle sintetica e maglia sotto verde acqua. Stava bene, era questo l'importante.

    Raggiunse in Corvette il luogo scrittogli da Chika sul biglietto e scese dall'auto con lenta, totale e sensuale nonchalance. Osservò l'edificio, lo conosceva perfettamente: spesso faceva lì i saggi di danza classica di fine corso della sua accademia. Salì le scale con le mani in tasca dopo aver rimesso portafogli, chiavi e iPhone in una delle tasche posteriori.
    E la vide, entrando vide la ragazza ballare con un perfetto sconosciuto. Improvvisazione, chiaro: un dilettante. Poi si fermò su di lei: il vestito scelto, la schiettezza, le provocazioni... Oh, questo si che lo fece sorridere.
    Attese un suo sguardo, il suo seguente, immediato arrivo, l'avrebbe presa per mano e senza sprecare parole se ne sarebbe andato. Nessuno sguardo rivolto all'uomo che tentava di creare un qualsiasi approccio con lei, troppo superiore per potergli concedere anche solo un briciolo della sua attenzione.
    L'avrebbe -così- aspettata e non appena fossero stti fuori dalla portata dell'altro che avrebbe domandato in tono pacato: "Dove hai lasciato i bambini?".











    Chika

    Quella piccola serata fui uno strano modo per svagarsi. Non le capitava molto spesso di uscire con altri uomini al di fuori di quelli appartenenti alla crew, a Roy o con chi doveva lavorare e certamente... con Spike.
    Ballare con uno che a malapena conosceva, divertirsi e.. e? Non sapeva come sentirsi. Da un canto si sentiva in colpa per aver lasciato i figli a casa con la zia e Spike con un misero biglietto sul tavolino mentre dall'altro lato finalmente gioiva per un poco di svago creato non dai figli e dal lavoro ma da una fottuta uscita. Anche segreta.
    Si muoveva piano, delicata, provocante solo per vedere qualche reazione. Aveva anche provato un passo a due, un tango che però smise subito presa dai sensi di colpa.
    Per lei il tango era come fare l'amore. E l'amore lo faceva solo con Spike.
    Spike.. Manco l'avesse pensato che si presento alla porta. Stock le aveva sicuramente detto dove si trovava e lui era venuto a prenderla, come un padre premuroso pronto fuori dalla discoteca ad aspettare la sua bimba.
    Chika era ancora persa a ballare, saltellando da un piede all'altro fino ad alzare lo sguardo e sorridere all'uomo che amava.
    Lo sapevo che mi avrebbe troveto. Fa sempre così.. Sussurrò mordendosi un labbro leggera, spogliando già il suo uomo con gli occhi.
    Si mise i tacchi fluorescenti per poi avvicinarsi a Ranmaru e donargli un bacio sulla guancia.
    Beh.. Quando avrai finito la canzone ti aspetto a casa mia ma.. meglio che Spike non ci sia, non si sa mai.. sussurrò all'orecchio lasciandolo con un occhiolino.
    Camminata da modella di nuovo fino a raggiungere il suo uomo e prenderlo per mano pacificamente. Spike non doveva indugiare su di lei, sapeva che gli sarebbe rimasta fedele.
    "Dove hai lasciato i bambini?". le chiese e.. lei sorrise appena, donandogli un leggero bacio. Sono dalla zia.. Ne approfittiamo? sbottò alzando le spalle.
    Ed ecco come dare il via ad un'altra nottata insonne e.. certamente non per le urla dei figli.


     
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  12. Xasar
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    • Lessien •

     
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11 replies since 10/5/2012, 21:19   480 views
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