[Contest] Desiderio - Mikki_chan

2° Classificato (Yaoi) Rating: Arancione

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    2,983
    Bidobbidi
    +142

    Status
    Ghost
    Questa fanfiction ha partecipato al Contest "Tre cuori e un pannolino".

    .Titolo: Desiderio
    .Autore: Mikki_chan
    .Fandom: Tratta da role [James x Jin]
    .Personaggi: James Evans, Jin, Alice, accenni a Emily, Lorenz e Lady.
    .Avvertimenti: Fluff, pericolosamente fluff e anche con un pizzico di malinconia.
    .Rating: Arancione.
    .Genere: Yaoi.
    .Breve introduzione: Un neonato a volte può essere un fastidio, a volte invece può semplicemente far capire l’importanza di averlo.
    .N.d.A: Ammetto che avevo pensato a loro non appena avevo letto il tema, solo che poi mi erano venuti dei dubbi e diverse coppie in mente… Ma hanno vinto loro, decisamente. Il fluff ha vinto sul demenziale e sul comico. Volevo troppo scrivere qualcosa di simile con James e Jin come protagonisti, dunque eccolo.
    Spero che sia leggibile e non sia troppo obbrobriosa – e che non sia andata troppo fuori tema, perché si, come al solito ho questo dubbio atroce XD

    Desiderio

    «Jin, c’è il signor James!» la voce di Emily aveva fatto sobbalzare il moro dagli occhi viola che, francamente, non si aspettava la visita di James – ma d’altra parte, non sapeva mai quando sarebbe andato da lui. Osservò l’entrata delle tende, vedendole poi scostarsi per far apparire il suo amore, vestito elegantemente, come sempre. Sorrise, Jin, prima di vedere l’altro avvicinarsi a sé, per schioccargli un bacio dolce sulle labbra.
    «Jin…» sussurrò dolcemente lui dagli occhi purpurei, sfiorando delicatamente il viso appena ambrato dell’amante, osservandolo con amore, prima di staccarsi nel sentire un rumore, un fruscio, poco distante da loro e un mugolio infantile. James si sporse oltre Jin, avvicinandosi a quella che aveva tutta l’aria di essere una culla di piccole dimensioni, che prima non aveva notato, tra le cui lenzuola bianche spuntava la testolina di un neonato.
    «È-» fece per dire il giovane dai capelli scuri ma James si volse, scuotendo appena il capo, sorridendogli con tenerezza, portandogli l’indice della destra alle labbra socchiuse, per farlo tacere. «Me ne ha parlato Lorenz.» disse semplicemente, il tono di voce basso. James aveva lasciato il migliore amico di sotto, con Lady: dovevano parlare e, di certo, un neonato non sarebbe stato necessario lì, specie se si fossero alzati i toni come lui stesso sospettava. D’altra parte era pur vero che avrebbe voluto passare del tempo in intimità con Jin e, avendo la piccola Alice a poco più di due passi dal letto non era consigliabile; tuttavia James sapeva accontentarsi, gli bastava stare con lui.
    Il ragazzo dagli occhi color malva abbozzò un sorriso, prima di riavvicinarsi maggiormente a James e allacciargli le braccia al collo, sollevandosi un poco per aderire al suo corpo, il viso a pochi centimetri da quello dell’altro che, senza lasciarsi pregare, azzerò quella distanza. Erano stati lontani altri mesi, troppi ancora, di nuovo. E si toccavano nuovamente, sfiorandosi con dolcezza e infinita tenerezza malgrado tutto.
    Jin sospirò, le labbra schiuse contro quelle dell’uomo contro di sé, il viso appena accaldato nel sentire le dita delicate e dolci dell’amante sfiorargli la schiena, scoprendone appena qualche centimetro mentre se lo trascinava dietro, verso il letto. Ve lo fece sedere, sedendosi a propria volta su di lui, le gambe piegate, le ginocchia puntellate sul materasso non proprio morbido, prima di riallacciare le braccia sulle spalle di James, accarezzandogli i capelli.
    L’altro gli baciò il petto coperto dal tessuto scuro della maglia sottile, facendo rabbrividire Jin che arrossì appena, tra l’imbarazzo e il desiderio mentre sospirava piacevolmente a quel contatto tra di loro. Così tiepido e che lo rendeva così immensamente felice da fargli salire appena le lacrime agli occhi: quanto gli era mancato? Gli era mancato così tanto, eppure in quell’istante era lì, lo poteva toccare, baciare, accarezzare e stringere. Era lì, insieme a lui.
    «Signor James… Mi siete… Mancato tanto.» sussurrò piano, benché non fosse un mistero quanto fra loro ci fosse quel senso di mancanza, quell’amore che li faceva struggere immensamente per la lontananza dovuta alla loro condizione.
    James arrossì appena, sentendosi lusingato e al tempo stesso in imbarazzo quasi, mentre affondava maggiormente il viso contro il petto, soffocandovi appena le parole che, staccatosi, continuando tuttavia a tenere le braccia intorno al suo busto, ripeté chiaramente.
    «Anche voi, Jin, anche voi. Tanto.» parole sincere, mentre induceva il compagno a riabbassarsi per poterlo baciare nuovamente sulla bocca, leccandogli le labbra lentamente, mentre Jin sentiva il cuore scoppiare, tanto era l’effetto che James aveva su di sé, anche con parole così semplici.
    Le dita di del moro si strinsero debolmente ai capelli blu dell’amante che gli percorreva lentamente la schiena, coperta dal tessuto sottile e scuro, dolcemente, con attenzione. Quella attenzione che era tipica di James, mentre lo sfiorava, come la cosa più preziosa che aveva. E Jin se ne sentiva così avaro quasi, da dimenticarsi ogni cosa, ogni loro differenza; da quella posizione sociale di cui a James sembrava non importare niente, alla loro natura di essere uomini, al fatto che l’altro fosse sposato. Tutto andava in secondo piano, quando erano insieme, quando la sua dolcezza finiva per incontrare i suoi occhi, il suo corpo, le sue parole. Era amore, lo sentiva nel cuore, nella testa, in quel battere incessante nel petto e in quell’ansia che lo colpiva quando non lo vedeva e la tristezza, quando si lasciavano.
    «A-ah… J-James…» un dolce ansimo, basso, con quella voce melodiosa che lui dagli occhi porpora amava così tanto; se ne compiacque appena, mentre ne sfiorava la dolcezza in quel corpo tanto amato e che gli era mancato così tanto, in quei mesi.
    E proprio mentre ne sollevava il tessuto stretto, per scoprirne la schiena ed il petto, che dei singhiozzi si diffusero nella stanza. Dapprima leggeri, quasi inudibili sotto quei sospiri amabili e soavi di Jin ma, dopo, sempre più alti, fino a diventare un pianto acuto, impossibile da ignorare.
    Entrambi smisero di scambiarsi dolcezze: James lasciò scivolare nuovamente verso il basso la stoffa scura e Jin si discostò con le braccia dalle sue spalle, rialzandosi dalla propria posizione, un poco barcollante – tanto che fu lo stesso ragazzo dagli occhi rossi a trattenere l’altro dal cadere, sollevandosi a propria volta per poi avvicinarsi alla culla. La neonata aveva il viso rosso, le lacrime che gli colavano sulle guance e il naso già sporco, mentre si muoveva, nel suo vestitino giallo pallido, piangendo inconsolabile.
    Prima che James potesse fare anche solo qualcosa, Jin allungò le proprie mani, prendendo la piccola e sollevandola, portandosela al petto, stringendola dolcemente. A James si strinse il cuore nel petto, batteva veloce, all’impazzata, mentre ne seguiva i gesti, le carezze dolci sul viso arrossato della piccola che gridava fino a poco prima ma che, stretta tra le braccia del moro, cominciava solamente a singhiozzare. Aveva gli occhi verdissimi, la bimba, e dei ciuffi rossicci sulla testa che facevano risalire immediatamente alle proprie origini, se solo si fosse avuto modo di vederne i genitori, anche per un solo istante.
    «Shhh… Alice, stai buona, non sei da sola.» aveva la voce dolce, Jin, mentre parlava con la neonata che ormai non piangeva più; lui dagli occhi ametista guardò l’amante, chiedendogli un fazzoletto di stoffa poggiato vicino al letto e James, dal canto suo, si mosse subito per prenderlo, prima di avvicinarsi ai due e, con un po’ di incertezza, allungare le dita per asciugare il viso e il nasino della bimba che lo guardava. Aveva gli occhi enormi, di quel colore intenso che gli ricordava molto Lorenz.
    Jin guardò intenerito il compagno nella sua incertezza, sentendo il cuore battere forte, tamburellando nel suo petto sempre di più, per poi bloccarsi quando gli occhi rossi di James si sollevarono sui propri, dolci, come sempre. Cullò per un po’ la piccola, sedendosi sul letto mentre Alice si assopiva lentamente, il dito tra le labbra piccoline, gli occhi socchiusi; l’altro se ne stava vicino ad entrambi, a contatto con l’amante, le loro gambe vicine e la testa di James poggiata sulla spalla del moro, ad osservare la piccola.
    «È così fragile…» mormorò, all’improvviso, il maggiore dei due; la voce bassa, attento a non svegliare nuovamente la bimba ormai tranquilla contro il grembo di Jin che, ancora, la cullava. Il moro volse appena lo sguardo, all’improvviso preso da una consapevolezza e una stretta al cuore, mentre lo guardava quasi addolorato, cercando tuttavia di non darlo a vedere.
    «Ne avrete uno anche voi, un giorno.» disse, come se fosse una cosa di poco conto, come se non fosse importante. Ma lo era. Lo era per lui. Non avrebbe voluto dirlo, non avrebbe nemmeno voluto pensare a quell’eventualità ma era naturale, giusto? Si era sposato per la famiglia, per mantenere la famiglia… Un erede… Era la diretta conseguenza.
    James si scostò, come scottato quasi, dalle parole di Jin, guardandolo per qualche istante, esitando perché non vi aveva mai pensato, perché… Elisabeth mai avrebbe acconsentito e, di certo, egli stesso mai lo avrebbe fatto.
    «Non dite sciocchezze. È vero, forse un bambino vi sarà, ma non certo mio e di Elisabeth.» lo ammonì; ed era seria, la sua voce. Bassa, ancora, tanto che Jin non poté fare a meno di scostarsi a propria volta, alzandosi per andare a posare nuovamente la piccola Alice nella culla, coprendola con attenzione, tremando. Cosa significava…? Cosa voleva dire? Un figlio illegittimo? Sarebbe andato da qualche prostituta come lui per… Metterla incinta e farle partorire il figlio che Elisabeth non poteva dargli per via della propria indifferenza verso gli uomini?
    «Volete… Un figlio con qualcun'altra?» chiese, con un filo di voce, incerto, mentre ancora non lo guardava e con le dita stringeva il bordo di legno della culla. Non voleva specchiarsi negli occhi di James, non voleva leggervi la verità che aveva appena ipotizzato, seppure definita solo nel proprio pensiero prima che con le parole.
    Una lieve risata lo fece sobbalzare: perché rideva? Lo stava forse deridendo per la sua gelosia, per la sua sofferenza? Jin sentì il cuore dolergli e si portò una mano al petto, stringendola, senza ancora il coraggio di voltarsi. E poi un abbraccio alle spalle, le braccia di James che lo stringevano dolcemente, facendolo sussultare tra la felicità dell’amore e la tristezza della consapevolezza che, nel suo cuore, era ormai chiara.
    «Siete uno sciocco. Cosa devo fare affinché non abbiate simili pensieri? Io vi amo, Jin, non farei mai l’amore con qualcun altro, non più.» la voce gentile, un po’ divertita di James contro l’orecchio, mentre con una mano gli scostava i capelli, per baciarlo, prima di continuare a parlargli «Ci sono tanti bambini bisognosi di una famiglia che li ami, Jin, così tanti che non vi è la minima necessità di farne altri.» e lui, in quelle parole, ci credeva davvero. Avrebbe preferito prendere con sé uno di quei bambini rimasti senza nessuno, piuttosto che costringersi in qualcosa in cui si implicava la sofferenza di Jin – e di lui stesso – per un erede che avrebbe, per sé, avuto lo stesso valore che uno senza il proprio sangue nelle vene.
    Jin fremette tra le braccia di James, abbandonandosi a quelle sensazioni d’amore e desiderio che lo coglievano ogni volta, con l’amante; lo avrebbe voluto sempre lì, a stringerlo in quel modo, a rassicurarlo di ogni singolo pensiero che gli nasceva nella mente ma ciò non era possibile e lo sapeva.
    «James…» era un sussurro lieve, sentito, mentre il ragazzo dagli occhi rossi lasciava la presa e il moro si voltava, allacciandogli ancora una volta le braccia intorno alle spalle, sospirando brevemente. «Vi amo anche io, vi amo così tanto.» mormorò appena, ricercando il suo sguardo e il suo viso con gli occhi dal colore intenso, prezioso, prima di baciarlo teneramente, leccandogli le labbra e suggendole tra le proprie, dolce.
    James a propria volta ricambiò, tenendolo a sé, stringendolo possessivamente contro il proprio corpo mentre lo baciava, lo cercava nella sua bocca, contatto lento e intenso, umido e carico di quel sentimento di cui si facevano portatori entrambi. I cuori che battevano all’unisono, mentre lui dagli occhi rossi scendeva a baciargli la giugulare, la pelle scoperta con attenzione, senza tuttavia pretendere di più, consapevole della presenza lì vicino della bimba addormentata. Era solo un segno di appartenenza, di affetto; stringerlo a sé, con quel sentimento intenso che lo lasciava senza respiro. Che li lasciava senza respiro.
    «Mh… Aspettate…» sussurrò appena il moro, allontanando da sé l’amante nel sentire qualche movimento alle loro spalle. James sciolse la presa sul suo corpo, permettendo al più giovane di sporgersi nella culla per vedere il viso di Alice un po’ paffuto incuriosito, perplesso – non sapeva dire con certezza – prima che ella scoppiasse a ridere. Una risata piccola, dolce, acuta, mentre batteva appena le manine tozze insieme guardando Jin e lui stesso, facendolo sorridere intenerito.
    Sarebbe stato bello, avere un bambino.
    «Jin, un giorno vorrei-» stava per terminare la frase ma Jin lo interruppe con l’indice sulle sue labbra; sorrideva tra il dolce e il malinconico, scuotendo appena il capo «Non ditelo, altrimenti non si avvera.» parole che fecero sorridere James così tanto che, insieme alla piccola Alice, si misero a ridere anche loro due, insieme. Piccole lacrime ai bordi degli occhi, per la consapevolezza che, forse, quel sogno non sarebbe mai stato loro.

    Fine

    Recensioni

    Alichino

    Giudizio: L’incontro d’amore è introdotto e circondato dalla presenza della piccola Alice, figlia di due personaggi secondari di rilievo all’interno della role: Lady Scarlet e Lorenz, rispettivamente la matrona di Jin e il migliore amico di James. Alice è una figura disarmante nella sua precarietà, che tende a rimanere sullo sfondo ed è impiegata più come simbolo e cornice del racconto, piuttosto che come un vero e proprio personaggio a tutto tondo. La neonata incarna il volere, incerto e tormentato, di una coppia che brama disperatamente una vita assieme, ma che non può permettersi un idillio a lungo termine – di qui l’importanza del titolo, Desiderio. James, oramai sposato con Elisabeth, si reca nel bordello gestito da Lady, il Boulevard, per far visita a Jin. Separati da lungo periodo, entrambi cercano di colmare il solco che il tempo ha tracciato per loro; ed è qui che la vitalità di Alice spezza l’incanto e li spinge verso una riflessione condivisa e – in alcuni punti – di più mesta portata. Infatti, la bambina svela alla luce il dolore dell’assenza e quella vulnerabilità che è comune a ciascuna vita e a ogni relazione nata; l’equilibrio stentoreo che permea la caducità dell’esistenza umana e, insieme, anche i sentimenti.
    Il tratteggio dei personaggi è fedele ai caratteri presentati nella role e alterna momenti di tenerezza ad altri di una dolcezza struggente, che rendono palpabile l’impotenza, la rassegnazione e anche la speranza futura per il legame fra James e Jin. Il gioco delle omissioni accentua il pericolo e la paura di illudersi, auspicando un avvenire che sarà difficile pianificare senza sofferenza. Il lessico è colloquiale e segue l’etichetta dei ranghi di appartenenza di ambedue i protagonisti; scade nelle ripetizioni (di parole e concetti), ma grammaticalmente non si riscontrano pecche grossolane, se non qualche sporadico errore di battitura. L’interpunzione scandisce ritmicamente il racconto, talvolta frammentandolo eccessivamente o focalizzandosi su talune parti isolate del discorso, per sottolineare la loro importanza in soffuse allusioni. I dialoghi sono parchi e posti secondo un ordine ben preciso; il modo in cui sono disciplinati aiuta a svelare con più scorrevolezza i punti deboli e le aspettative della coppia. Ciò che trapela, oltre alla gelosia di Jin, è la fatica con la quale egli cerca di trattenersi al proprio posto di fronte all’eventualità che James abbia dei figli propri, non solo con la moglie, ma con un’altra donna. La rivalità e l’inadeguatezza – oltre al suo modo insicuro di raffrontarsi, proprio a causa di un’unione labile e che richiede estenuanti prove di fedeltà – del prostituto nei riguardi delle donne, che a sua differenza possono concepire e offrire dei figli a James, rappresentano un passaggio commovente. James, al contrario, è vibrante nelle sue esternazioni: è abituato ad arrestarsi o a essere bloccato, per cui le sue emozioni scaturiscono dalla postura a tratti incerta e dai flebili tentativi di giustificarsi o di confidare nelle possibilità e nella clemenza del domani.
    L’abilità di Mikki sta nel suo modo particolare di creare storie dalla struttura emotiva corposa, in grado di coinvolgere il lettore attraverso la semplicità dei gesti e delle situazioni proposte. La fiction è infatti lineare e priva di colpi di scena, poiché si affida principalmente a un momento circoscritto, attorno al quale la voce narrante riesce a creare atmosfera.

    Lady X

    Giudizio: ho trovato questa FF, decisamente particolare, per due motivi contrastanti, quasi: da una parte mi immedesimavo bene nella bimba, che doveva ri-addormentarsi, dall'altra, venivo svegliata dai temi che la scrittrice ha voluto inserire.
    insomma, qualcosa di decisamente inusuale, che, si, va bene essere originali, ma farei più attenzione sul "come" esserlo, alcune tecniche sono armi a doppio taglio, come sopra detto.
    Attenzione ad alcune cosine che hanno tolto punti alla valutazione.
    1 - oltre a particolari fisici (colore degli occhi e dei capelli, cosa indossano) e al loro tono molto formale nel rivolgersi l'uno all'altro, la caratterizzazione è minima, compresa quella dei personaggi secondari e di sfondo presentati o citati. per un lettore che s'imbatte per la prima volta in questa FanFiction, senza sapere chi sono i personaggi, p molto difficile individuare chi è chi, visti i toni formali che entrambe mantengono: sembra che vi sia un'unica persona, piuttosto che due. inoltre, la presenza della bimba, passa totalmente in secondo piano, rispetto ai due, mentre dovrebbe essere protagonista principale. inoltre, il modo di agire dei due, viene influenzato a livello minimo dalla presenza e dall'agire dell'infante, mentre, chi ha accudito fratellini o sorelline ben più piccoli/e o, addirittura, chi ha avuto figli, sa che invece non è così: i bimbi piccoli influenzano al 100% l'intero agire di chi gli sta intorno.
    2 - pur essendo un momento tenero, lo stile e l'andatura della lettura sono lenti, lasciano il lettore a momenti spiazzato e a momenti sveglio e pronto a cogliere ogni particolare. tuttavia, i primi, sono più numerosi degli altri e li coprono. inoltre, essendo la vicenda incentrata su un solo singolo momento, l'immaginario totale che si ha alla fine concilia proprio l'assopimento, come il protagonista infante della storia: è un ottimo espediente, per vedere che qualcosa della vicenda narrata passa anche al lettore, ma fare attenzione ad usarlo.
    3 - il momento usato e descritto è uno solo, ma dilatato al massimo. ok, ottima scelta, ma è già stata vista, non solo nelle FF, ma anche in film e altri generi. con un ritmo lento e una concentrazione su pochi particolari di azione e dei personaggi, questo risulta controproducente, iper-statico e da al lettore l'idea che il tempo si blocchi.
    relativamente ai temi inseriti. adozione di figli da parte delle coppie omosessuali, tenerezza, normalità... sono temi scottanti, ultimamente, che influenzano politica e società, pensieri comuni e stanno scardinando la vecchia modalità di famiglia. insomma, sono cose che in role uno scrive senza prestarci molta attenzione, qui, invece, sembrano messi sapientemente e giustamente in parti salienti dell'incontro dei due, per attirare l'attenzione e far riflettere. ottimo, questo punto, che mi è piaciuto molto e, dopo la lettura, mi ha lasciato riflettere oltre ai personaggi, alla role... etc, ma anche su altro.

    Adaralbion

    Giudizio: Questa fan fiction dai toni raffinati trascina quasi in un'altra epoca, dove due amanti, anche nell'intimità del loro innegabile affetto, si danno del voi. La cura dei vocaboli usati, le descrizioni ricche di preziosi particolari, rendono la lettura gradevole e scorrevole anche nei momenti in cui la scena si fa più calda e piccante. L'autrice è stata capace di sintetizzare in queste poche pagine quello che dev'essere un rapporto estremamente profondo – nonché complicato – dei personaggi, l'unica pecca è che, a parte le informazioni “basilari” sui due e su ciò che li circonda, l'approfondimento della loro caratterizzazione manca quasi del tutto. Si comprende che sono molto innamorati, che le dinamiche del loro rapporto non sono semplici, che ci sono sentimenti e complicazioni reali e forti, ma non spiccano peculiarità dei personaggi e questo fa mancare alla storia quella base grazie alla quale la trama possa risultare “esclusiva”, ovvero completamente ed unicamente “applicabile” alla coppia in oggetto. Per essere più chiara: non conoscendo la role e lo sviluppo psico-caratteriale dei pg – e del loro rapporto -, potrei mettere altri due personaggi a caso nel ruolo dei principali di questa fan fiction e il risultato sarebbe uguale. Invito dunque l'autrice a soffermarsi sul dettaglio che il lettore non può sentire ciò che sente lei nello scrivere due personaggi che ben conosce se non presenta i personaggi in modo da farli conoscere anche al lettore. Per il resto l'ho apprezzata moltissimo, davvero delicata ma sentita, una lettura veramente piacevole.
     
    Top
    .
0 replies since 1/6/2013, 12:47   40 views
  Share  
.