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Artemisia.
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Nel profondo dell'abisso più nero, chi vi cade, può solo sprofondare e mai più risalire.
Nell'Oltretomba, nulla rompe il silenzio immutabile della morte.
Il grigiore dei teschi, la polvere delle ossa e i lamenti delle anime dimenticate, si struggono, gridano vendetta, si dimenano, si lamentano e si dolgono.
Il signore bianco dell'Ade, regna dall'alto del suo scranno, in solitudine, immobile, duro e impassibile come una roccia.
Eppure il suo cuore palpita, soffre, brucia d'odio per via di quel calore che gli è stato negato.
Dall'altra parte c'è Kore un'ignara dea, innocente, candida e allegra, una fanciulla più vicina agli esseri umani che ai suoi simili divini e devota alla madre Demetra.
Kore è la luce che il signore del Tartaro brama di possedere, lei è la linfa vitale che scorre in ogni creatura, è la vita, è piena di colore lei è la Primavera.
Due mondi opposti che si incontrano, lo sguardo glaciale di lui e il calore dei capelli di lei, la sua freschezza, la sua ingenuità, proprio come l'inverno e la primavera.
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