[CONTEST] Ispirazione involontaria - Mikki_chan

2° Classificata (Yaoi) Rating: Giallo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Yaoi's Whisper
    Posts
    15,678
    Bidobbidi
    +601
    Location
    Dall'Europa avvolta dalle tenebre...oppure dall'Antica Grecia...

    Status
    Ghost
    .Titolo: Ispirazione involontaria
    .Autore: Mikki_chan
    .Fandom: Tratta da role [Hideaki x Casey]
    .Personaggi: Hideaki Yamamoto, Casey O'Hara.
    .Avvertimenti: What If?
    .Rating: Giallo
    .Genere: Yaoi
    .Breve introduzione: Casey dovrebbe imparare a tenere per sé certi turbamenti e, prima o poi, lo imparerà a proprie spese.
    .N.d.A: L'ossessione di Hideaki è apparsa solo nella sua precedente role e, francamente, non so se ci sarà l'occasione per renderla nota anche in questa – ma vista la cattiveria dello psicologo è più che realistica come prospettiva.
    Non so come sia venuta, ma mi piaceva l'idea che Casey e Hideaki si ritrovassero in una situazione simile, in cui il mio pg fa intravedere questo suo aspetto.
    Note post-lettura: gli okama sono uomini che si vestono da donne; in poche parole e senza spiegazioni e distinzioni particolari, sono i transessuali.
    Charlotte è la sorella di Casey, con cui Hideaki ha già avuto a che fare durante la role, parlando dell'episodio che l'ha vista vittima di una creatura sovrannaturale.

    Ispirazione involontaria

    Non era difficile capire che la vita, per Hideaki, era sempre stata piuttosto calma e tranquilla. Non amava gli eccessi, ma di certo non era il tipo di persona che commetteva l'errore di affermare una completa conoscenza di se stesso. Consapevole di avere diversi difetti, nonostante fossero alquanto insignificanti in confronto a quelli di altri, non si sarebbe mai sognato di essere ipocrita a tal punto.
    «Senti...»
    Aveva notato che, da un po' di tempo, Casey sembrava particolarmente turbato, benché non avesse ancora inteso a pieno la ragione di tale stato d'animo. Un giorno, semplicemente, era tornato a casa pensieroso e, ovviamente, non c'era stato verso di fargli dire ciò che lo preoccupava. Così, come spesso accadeva, aveva aspettato e, visto che l'irlandese non era il tipo da prestare troppa attenzione a lanciare degli “indizi” su quello che pensava di poter nascondergli, aveva racimolato diverse informazioni, circa la possibile causa del suo turbamento.
    «Dimmi, Casey.»
    «Tu pensi sia normale... Voler vedere un uomo con la gonna?»
    Hideaki sorrise: eccolo, il problema. Aveva capito che, qualche giorno prima, un uomo piuttosto importante sul campo politico ed economico spagnolo, era andato ad una riunione in cui il rosso faceva da interprete. Non era un mistero, non almeno a certi livelli, che il grado di interesse per i transessuali fosse alquanto alto.
    «Voleva sapere dove trovare un okama?» chiese, senza mezzi termini. Casey rimase qualche istante interdetto, arrossendo e stringendosi le mani, in segno di disagio profondo; probabilmente provava, ancora, una sorta di timore nei suoi confronti, dopo l'episodio avvenuto tempo prima con Charlotte.
    «... S-sì.»
    Il moro sorrise: beccato, come sempre.
    «Ti mette a disagio?» l'ennesima domanda mirata, tipicamente professionale, nonostante fossero seduti sul divano e Casey guardasse in basso sul pavimento, oppure di lato, tutto per non guardarlo in faccia e, in parte, nono sostenere il suo sguardo verde curioso.
    «Non lo so... Solo non mi era mai capitato.»
    «Che cosa? Ti ha fatto qualche apprezzamento particolare?»
    Doveva essere quello, in effetti, il vero problema. L'irlandese non sembrava affatto il tipo di persona che si sconvolgeva così tanto, benché, essendo originario di un paese a maggioranza cattolica, forse, quel preconcetto morale secondo cui fosse ancora più sbagliata dell'omosessualità, il desiderio di cambiare il proprio sesso, doveva averlo assimilato almeno in parte. Del resto si notava come si sentisse sempre un po' incerto, persino nella propria omosessualità, nel loro rapporto talvolta.
    «Ha detto che se mi mettessi una parrucca e un vestito... Sarei molto meglio.» Hideaki si lasciò scappare una risata, a quelle parole, una breve esclamazione, prima di soffocarla dopo qualche istante, per tornare a guardare il compagno.
    Era un uomo piuttosto alto e ben piazzato: di certo non era esile come il suo amante precedente e, francamente, non ce lo vedeva molto, in abiti femminili, non nell'immediato. Tuttavia aveva un bel colorito e i lineamenti piacevoli, non androgini, ma abbastanza piacevoli.
    Chissà come sarebbe stato, vederlo con delle calze a rete e delle mutande di pizzo, con sopra un vestito che gli arrivava appena alle cosce tornite.
    Gli sarebbe piaciuto? Non sapeva, Hideaki era piuttosto sicuro di avere una sorta di attrazione particolare, per quel tipo di abbigliamento, sebbene non se ne sarebbe mai sentito attratto, addosso ad una donna.
    «Hideaki...?»
    Casey aveva il tipico atteggiamento timido, quando lo guardava o lo faceva sentire a disagio, un complesso di inferiorità o, semplicemente, paura di essere psicanalizzato in ogni momento – cosa che, in effetti, avveniva puntualmente, senza che se ne accorgesse – e che lo rendeva fin troppo interessante, ai propri occhi.
    Non lo avrebbe vestito da donna, ma pensandoci, magari per farlo sentire un po' a disagio, ancora di più o magari per soddisfare il suo desiderio egoistico di mordergli le cosce e sfilargli le mutandine strette e umide, avrebbe anche potuto.
    Rimase pensieroso, mentre il rosso cercava di attirare la sua attenzione richiamandolo, sfiorandogli il braccio anche, in modo discreto, almeno fino a quando Hideaki non aprì bocca, guardando dinanzi a sé in un primo momento, per poi voltarsi verso il viso e gli occhi ambrati del compagno.
    «Potrebbe non avere tutti i torti, in effetti...»
    Poté udire distintamente la sorpresa e l'irrigidimento di Casey, anche se non lo stava toccando, ma solo guardando. Ed era divertente e interessante come sempre, come pensava, come lo voleva e come pensava dovessero essere tutti i giorni passati con un compagno.
    «Scherzi... Vero?» Un mormorio intimidito, quasi a cui rispose con un sorriso. Un sorriso furbo, di quelli insondabili che gli erano propri, avrebbe potuto rispondere per lui, ma parlò comunque. «Chissà...»
    Poteva non essere una ottima idea, ma Hideaki non si pentiva mai delle proprie decisioni, anche se prese sul momento e Casey se ne sarebbe, di certo, reso conto presto.

    Fine


    Recensioni

    Lina Lee
    Come sempre sullo stile di Mikki non c’è niente da dire, è sempre scorrevole e privo di errori, ma questa volta è la storia che mi ha lasciata un po’ con l’amaro in bocca, se così possiamo dire. Mi spiego meglio.
    Non è la prima volta che leggo tue fiction e credo di sapere ormai quanto sei in grado di dare in ogni tuo scritto. Dopo aver letto questa fiction mi è tornato in mente quando i professori, ai colloqui, dicevano ai genitori una frase del tipo “suo figlio è bravo ma non si applica”. Tu sei brava, molto brava, e questo lo sappiamo tutti, ma questa volta, per quanto mi riguarda, manca quel qualcosina in più che avrebbe reso il tutto perfetto.
    Nota di merito però, per lo scambio di battute finale, con Casey che rimane scioccato nel sentire da Hideaki la conferma che potrebbe star bene vestito da donna: ammetto che lì mi hai fatto ridere!


    Alichino
    La scelta di Mikki è quella di trasporre il feticismo di travestimento non in medias res, ma come curiosità riportata e confessata dai personaggi in un contorno tipico della commedia, durante un momento di dialogo e di intimità. Il raccoglimento – lo spazio chiuso che abbraccia la coppia – dà la possibilità di focalizzare l’attenzione sui cambiamenti (im)percettibili dei due protagonisti, con una pulizia del racconto notevole.
    È un’opzione – quella di staccarsi dal nocciolo della vicenda, ossia l'ossessione e la sua connotazione sessuale – che conduce il tema della parafilia su un piano ‘secondario’, defilato; la presa di posizione svuota delle vere e proprie incombenze psicologiche, tralasciando volutamente la cupezza della disforia di genere (l’atteggiamento cross-dressing è, in questo caso, semplice motore dell’attrazione di Hideaki e dell’imbarazzo di Casey e non 'confusione' sulla propria identità); accenna contestualmente, per deduzione, il problema della condivisione delle parafilie nel rapporto di coppia, trasfigurandolo nelle accezioni di gioco complice e ‘provocazione’ riservati alla parte sottomessa.
    Il perno della fiction è assunto quindi dalla figura di Hideaki e, in successione, dalla sua ‘contemplazione’ (poco maniacale, è bene notarlo) nei riguardi di Casey. I suoi occhi critici giocano un ruolo fondamentale: osservano il corpo dell'altro, lo esaminano sotto una nuova luce, con tutti i condizionali dell'ignoto sino a provocare lo stupore e l'immobilità dell'altro. In un simile frangente Casey diventa 'feticcio', oggetto di una trasformazione data dall'immaginario e dall'ispirazione di un terzo personaggio off-screen, importante nel 'racconto all'interno del racconto'.
    Più che incentrarsi sull’atto feticista ne riporta le conseguenze indirette e un progressivo fantasticare del confidente; un confronto però che rende debole la tematica e la incornicia - attraverso più stadi - in una valenza sana e ‘normale’, che si apre e si conclude nel panorama del gioco erotico (non proprio consensuale, viste le reazioni di Casey) e in un discorso 'meta-fetish'.
    Lo stile di Mikki, nella fic corrente, risente di una presa meno solida rispetto ad altre sue creazioni. Oltre a varie ripetizioni lessicali, la forma pecca di ridondanze, incisi non gestiti al meglio, intercalari impiegati a profusione e un (ab)uso di proposizioni pleonastiche che, sebbene rendano l’insieme più colloquiale e vicino al lettore, d’altro canto sminuiscono la resa dello scritto.


    +Kira+
    Dunque, come idea mi è piaciuta, non è stata la classica ff di sesso selvaggio, come ci si aspetta dal tema, piuttosto era più una cosa psicologica che ho abbastanza apprezzato (Uno dei due è uno psicologo se non ho capito male).
    A parte questo, avrei voluto dare un voto più alto alla caratterizzazione dei personaggi, questo perchè sono sadica, e avrei voluto che il dottorino affondasse di più il coltello nella piaga (ma solo per conoscerlo meglio eh, non pensate male).
    Non ci sono errori di grammatica se non un errore di battitura, l'unico appunto, che giustifica la sufficienza per narrativa e stile, è la presenza di troppe virgole.
    Sia chiaro, non sono messe in modo errato, grammaticalmente è corretto, ma alcune spezzavano troppo e interrompevano la lettura in modo un po brusco.
    A parte questo, una lettura godibile.
     
    Top
    .
0 replies since 17/6/2014, 13:21   49 views
  Share  
.