Intervista a Hideaki di Mikki

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    Introduzione


    PpNXErV
    Ciuffi bianchi all'orizzonte...
    Hideaki Yamamoto, 25 anni, carriera brillante e manie d'ordinanza. No, un momento, cominciamo dall'inizio.
    Hideaki ha la fobia d'invecchiare, per cui evitate accuramente il favore di non ricordargli di essere sulla via dei primi -enta; ci piace ricordarlo nel pieno di un attacco isterico.
    Lavora come strizzacervelli ed è un uomo con il vizio di farsi gli affaracci degli altri. Proprio non ce la fa a non curiosare nelle vite di perfetti estranei... esattamente quanto una comare un po' invadente. State attenti, tuttavia: ha l'abitudine di far infuriare le persone come una vecchia bersagliera acida. Io vi ho avvertiti.
    Una sera finisce con lo scortare a casa il povero e alticcio Casey, incontrato al Reynard's Pub (lo ha anche ubriacato di chiacchiere, ma questa è una storia che mi riservo per il futuro).
    Il loro non è esattamente un appuntamento galante, nemmeno a luci rosse o spente; infatti, i due trascorrono una nottata movimentata dal piacere, cui fa seguito - dopo un paio di fraintendimenti reciproci - l'inizio di una relazione alquanto particolare...

    Per chi vuole analizzare come sia l'essere cresciuti a pane e angst, l'archivio personale di Mikki_chan fa al caso vostro: casi umani e storie tragiche vi aspettano. :asd:

    Intervista


    Ospitiamo ora, accogliendolo con un appl…– yawn *sbadiglia* –auso, lo psicologo Hideaki Yamamoto, detentore di uno dei cognomi più originali della storia del Giappone. Pensate, gentili ascoltatori, quanto fosse alto l’ego in quest’allegra famigliola… Ops, vero, lei è nato per sbaglio, mi scusi. (Yamamoto è uno dei cognomi più diffusi e connotati nella nobiltà giapponese, ndr.)
    Diamo il via al questionario.
    H: * sguardo truce mentre si siede *

    1. Lei ha dichiarato che le piacciono gli animali, ma rimpiange di aver perso il suo micio. È per questo che quando le capitano a tiro nuovi pazienti tende a farli diventare iene incazzose o scimmie allo sbaraglio?
    H: Ha di certo una fervida immaginazione, signorina. Mi piacciono gli animali, ma non per questo sono il genere di uomo che consapevolmente decide di farsi un circo al posto di normalissimi pazienti.

    2. Di apparenza lei è, cito testualmente, "buono, gentile e disponibile”. Oltre questo blablabla filantropico, da Santa Claus con gli occhi a mandorla, ha mai fatto qualcosa di veramente interessante, per cui valga la pena di essere ricordato, o la sua vita da classico protagonista omosessuale di manga yaoi è classificabile tutta con un encefalogramma piatto?
    H: Il mio operato è quello di rendere le persone con problemi, persone normali. Non sempre ci riesco, ma quando raggiungo il mio scopo, posso dire di aver fatto qualcosa di molto importante per questo mondo. E sì, vale la pena di ricordarmi per questo. Sono uno dei tanti, certo, ma ricordi che oltre a me, non c'è nient'altro che un centro psichiatrico, quindi alla luce di ciò, non crede che sia normale che il mio lavoro possa essere qualcosa per cui valga la pena essere ricordato?

    3. I suoi conoscenti dicono di lei che possiede una lingua affilata. È un trauma dovuto all’essere cresciuto a magazine gay e Street Sharks – Quattro pinne all’orizzonte, oppure la sua è una banale mutazione genetica da X-Men tarocco?
    Oppure la usa come tagliacarte? Nel caso, ho delle lettere da aprire che le ho messo accanto al tavolino; faccia il favore.

    H: Conoscenti? Non credo di avere nulla del genere. E, se ce li avessi, di certo non potrebbero avere il diritto di giudicarmi per quello che sono. La sincerità è molto meglio che una bugia, io mi limito a dire ciò che penso a chiunque, niente di più niente di meno. E lei, di certo, non farà eccezione.

    4. Lei odia il fumo, tanto che strapperebbe le labbra da cui penzolano delle sigarette – un atteggiamento da persona equilibrata, non c’è che dire. Non ha mai pensato di togliersi dalla schiena quel post-it che reca vergata la scritta: ‘le cicche vanno qui’? O è una botta di masochismo da strizzacervelli esaurito che le permette di proseguire come se nulla fosse?
    H: *risata* Gliene do atto, ha un ottimo senso dell'umorismo. Purtroppo per lei, non ho idea del perché le sigarette mi facciano così effetto. Potrebbe dirmelo lei, visto che sembra aver studiato la mia vita così bene tanto da saperlo, che dice?

    5. Dalle affermazioni che ha rilasciato nel fascicolo personale risulta che il suo colore preferito è il nero. Ha un’attinenza con il fatto che lei sia un po’ polipone e abbia alle spalle una sfilza di storie chiuse male per via del suo caratteraccio?
    H: No. E per quanto mi riguarda, quelle che lei definisce “storie finite male”, sono storie chiuse, non certo una ferita che mi ha causato, con il tempo, problemi. Non sono così infantile, la prego di tenerlo a mente.

    6. Sulla carta lei è uno psicologo geniale, mentre è stato cacciato dalle scuole in cui lavorava per l’abitudine di far impazzire i ragazzini sotto le sue cure. Quanto paga il suo terapeuta per superare annualmente i test di idoneità e praticare la professione?
    Si è mai chiesto quante vittime avrebbe potuto mietere facendo il sicario su commissione? Comincio a rivalutare il genere umano e a provare pietà per chi le è attorno.

    H: I ragazzini sono una seccatura, non rimpiango di essere stato cacciato. I mocciosi li sopporto poco, sono decisamente facili da capire, ma difficili da raddrizzare, proprio perché sono troppo giovani per comprendere il metodo che uso con i miei pazienti.
    Il mio terapeuta, sfortunatamente, non la pensa come lei. Dice che ho un modo singolare di aiutare il prossimo e che, fino a quando riuscirò ad avere una discreta percentuale di successi, non avrà di che lamentarsi. *sogghigna* Il mondo degli psicologi è molto più crudele di quanto lei possa pensare, sa?

    7. Hideaki, lei è quasi telepatico. Mi dica, allora; come mai le riesce tanto difficile cogliere i più semplici segnali, sottotitolabili letteralmente con: "mi sta urtando il sistema nervoso con la sua sola presenza”?
    E soprattutto, come ha fatto a non capire che uno dei suoi pazienti, tal Yoshiki scrittore recluso, fosse una sorta di scrigno con tanto di bomba ad orologeria? Si diverte a lasciare sulla piazza i criminali? (Y. Midorikawa è uno scrittore dalla doppia personalità; il suo alter ego, Joseph, è un pazzo omicida non ancora del tutto emerso dall'ego di Yoshiki, ndr.)

    H: Oh... * faccia sorpresa* vuole dire che la infastidisco? Non me ne ero proprio reso conto. *sorriso affabile*
    Midorikawa, all'epoca in cui ho avuto a che fare con lui, non era altro che un giovane ragazzino asociale e con problemi alimentari, come ce ne sono tanti – forse troppi – sulla piazza. La differenza tra uno sociopatico pericoloso solo per se stesso e uno pericoloso per gli altri, è molto labile. Solo il tempo può farcelo capire e, di certo, Midorikawa non ha fatto eccezione con la sua storia di abusi e disturbi di personalità. Potrei dirle di certo che all'epoca ero ancora inesperto, ma mentirei: la verità è che volevo vedere dove sarebbe arrivato, con un mio aiuto nel senso opposto. Purtroppo ho dovuto lasciare il lavoro prima di concludere quanto mi ero prefissato con quel ragazzo e dubito che sia mai più andato da uno strizzacervelli.

    8. Legge parecchio. Preferisce le opere in prosa o quelle in versi che le fornisce Casey nel suo appartamento?
    H: Entrambi i generi hanno attrattiva, signorina. Personalmente mi riservo di non risponderle con chiarezza, può tranquillamente giungere alle sue conclusioni da sola, non credo che a Casey farebbe granché piacere, vedersi svelati certi aspetti personali della nostra relazione. E io sono altrettanto vincolato, visto il rapporto che mi lega a lui – che non è certo quello di medico paziente, come lei ben sa.

    9. Le sue espressioni in calce sono: ‘Semplice’, ‘Non sono il tipo’, ‘Non c’è problema’.
    Non ci sarebbe nessun problema se, semplicemente, lei decidesse di non essere il tipo delle ripetizioni, non le pare?

    H: Sono un uomo abitudinario e, proprio perché sono abitudinario, uso spesso le stesse espressioni. Mi danno quella sicurezza che la gente fatica a trovare per tutta la vita, dunque sarò ripetitivo, ma amo esserlo.

    10. Siamo all’ultima domanda. Il suo sguardo da osservatore d’argenteria del secolo scorso inizia a darmi sui nervi.
    Ebbene, signor Yamamoto, perché non comincia a usare una forcina visto che il suo taglio di capelli la fa rassomigliare a una donna in menopausa in crisi per l’ennesimo ciuffo bianco?

    H: Mi spiace se le appaio in questo modo. In ogni caso ho solo venticinque anni, dunque dubito fortemente di avere dei capelli bianchi dalla mia. Detto questo, la ringrazio e arrivederci. *si alza e se ne va*

    Mi raccomando, si riguardi. Il tempo vola per tutti. awesome1v1
     
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