Contest i nostri nomi: Fato, Destino e Libero Arbitrio

Chiusura 20 Settembre

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  1. Gyruum
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    Tema Unico di Settembre 2014 Fato, Destino e Libero Arbitrio


    aVaVjiZ


    "Il destino è spesso una comoda giustificazione per illuderci che tutto quanto accade non dipende da noi, ma da una forza misteriosa capace di trasformare i sogni in realtà e le nostre azioni in un fallimento."
    Romano Battaglia, La strada di Sin, 2004



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    Come avete potuto leggere nel regolamento, ogni mese mi impegnerò nel proporre a chi vorrà partecipare una sfida nuova, stimolante per la fantasia e alla fine sicuramente appagante. Questo mese, basandomi sul tema scelto, ho individuato qualcosa che sono certa vi piacerà, e magari vi metterà un po' in difficoltà. Parlo della letteratura potenziale, detta anche Oulipo, un parolone che all'apparenza magari non vi dice molto. Ma non temete, sono qui per iniziarvi alle basi di questo movimento. Ho scelto per il mese di Settembre un gioco letterario chiamato “Lettura a Scorrimento”, dove una determinata parola compare in ogni verso, nascosta però agli occhi di chi non guarda tra tutte le altre lettere. Ora potrà sembrarvi strano, ma se date un'occhiata alle regole e all'esempio sottostante riuscirete a comprendere ogni cosa.



    OuLiPo
    (Ouvroir de Littérature Potentielle)
    E' sotto spoiler perchè non obbligatorio ai fini del Contest, ma solo a titolo informativo



    L'oulipo è nato per mano di un gruppo di letterati con la passione per la matematica, e matematici con la passione della letteratura. E' iniziato tutto nelle cantine di una locanda francese, il Vrai Gascon, nel 1960.
    Un gruppo consistente di persone, tra le quali spiccano François Le Lionnais e Raymond Queneau, danno vita a qualcosa che dovrebbe portare innovazione in ambito letterario e artistico. Mettono in gioco il concetto dei vincoli e delle costrizioni, che stimolano e liberano la nostra creatività. A questo punto potrete rimanere basiti, ripetendovi che per liberare qualcosa di solito si deve rimuovere ogni barriera, ogni regola, dando carta bianca al soggetto in questione. Ma non è forse un giudizio troppo affrettato questo? Riflettiamoci, prendendo in considerazione le parole di Italo Calvino, in un articolo datato 6 marzo 1982.


    -”La costrizione è strumento creativo, che amplifica le possibilità (probabilità) di raggiungere soluzioni originali, bizzarre: l’essere «costretti» a seguire certe regole induce uno sforzo di fantasia; la costrizione non restringe l’orizzonte delle strategie narrative dello scrittore, al contrario ne allarga le «potenzialità visionarie», paradossalmente è «un inno alla libertà d’invenzione», capace, come «il meccanismo più artificiale», «di risvegliare in noi i demoni poetici più inaspettati e più segreti» (Italo Calvino, «Perec, gnomo e cabalista», la Repubblica, 6 marzo 1982, p. 18). “-


    Vedendo le cose da questa prospettiva ogni pezzo torna al proprio posto, facendo capire quanto sia importante un limite, per riuscire ad ampliare le nostre vedute all'interno di esso. Abbiamo parlato molto in generale di questi vincoli, ma cosa sono nello specifico?
    Negli scritti di tutti i giorni, nelle vostre role e nei libri che leggete la sera si tatta dell'epoca, della città in qui si muovono i protagonisti, della loro età piuttosto che della società che li circonda. Sono tutte delle restrizioni, che tracciano una linea tra quello che è possibile fare, e quello che invece risulterebbe inverosimile. Per farvi un esempio molto semplice, se io scelgo di ambientare un mio scritto nell'antico egitto, basandomi sulla realtà dei fatti non potrò mai buttarci all'interno un'astronave, o un dinosauro. Non è forse un limite questo?
    L'Oulipo porta tutto questo ad un livello più alto, un livello degno di una sfida. Matematici e Letterati si impegnano nell'inventare ogni volta stratagemmi diversi, sempre più eleganti e complicati. Ad esempio il rifiutarsi di usare una vocale, o la decisione di usarne solo una in tutta la poesia. Possiamo dire alla fine, che la struttura della letteratura potenziale è come un'impalcatura che supporta la creatività e aiuta a mantenere costante l'ispirazione. Quindi per voi oggi ho preparato un contest basato sull'idea di uno degli esponenti del gruppo
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    -Il tema-



    I vostri personaggi vivono tranquillamente la loro routine, le loro vite, cimentndosi in gesti quotidiani. Ma un giorno a caso, sulla loro strada compare qualcuno, o qualcosa che pretende attenzione, rivelandogli un piccolo particolare del loro futuro e di quello che gli aspetta.
    Ma tutto questo in modo vago, troppo vago.
    Soltanto un nome, e la promessa di un evento importante.
    “Qualcosa di importante vi succederà a (Nome di un luogo a vostra scelta)”
    Non importa quale sia la sorgente, può essere un biscotto della fortuna, una chiromante, un sogno premonitore o qualsiasi altra cosa vogliate, sbizzarritevi. L'importante è che il nome rimanga impresso nella mente dei poveri malcapitati, che si chiedono cosa possa mai significare, se si avvererà. Sono combattuti, non ci credono, ma allora per quale motivo quella parola si ripete in ogni loro frase?
    In ogni loro pensiero.
    Rimbomba nelle loro menti per giorni, come una litaia interminabile.
    Finiranno con il crederci, cedendo al fato? O forse riusciranno ad uscire da questo circolo vizioso, perchè il destino è solo nelle mani di ognuno di noi? Impazziranno, o riprenderanno il controllo di loro stessi?
    Divertitevi!


    -L'esempio-



    TITOLO: “Qualcosa di importante ti succederà a Lendava”


    Lanterne, decine di luci che brillavano
    E una lenta voce che danzava
    Nella mente di Anades, vaneggiando,
    Scolpendo con maestria una via verso la demenza

    Quel luogo estraneo, da quanto vagava
    Nella sua testa, nel suo dannato dormiveglia

    Dove lo avrebbe condotto ora, via?
    L'atteso confronto, lo desiderava
    Perchè lentamente, dentro, cadeva nel crederci
    Nel fato, in Lendava.




    SIGNIFICATO: Le lanterne rappresentano la luce fioca della stanza di una chiromante, la voce di quest'ultima rimbomba in principio nel salone, e subito dopo nella mente del mio personaggio, che in questo caso è Anades. E' sottinteso che la parola che viene ripetuta è Lendava, e lentamente lo sta portando alla follia, vaneggiando e facendosi letteralmente strada tra i suoi pensieri. Sono passati giorni e il nome di quel luogo, che evidentemente non conosce, continua a tormentarlo. Tanto che ormai il ragazzo non sa più quanto tempo sia passato, e passa le sue notti in dormiveglia. Si chiede dove quella profezia lo avrebbe condotto, e si ritrova a desiderare di scoprirlo per dare sfogo alla sua curiosità. Iniziando quindi a chiedersi cosa accadrà in quel luogo, ammette di crederci e si concede nelle mani del fato che è stato scritto, nelle mani di Lendava.







    -Le regole-



    -Dovete scegliere il nome di un luogo, scegliete con cautela e ricordate che più è lunga la parola, più difficile diverrà l'impresa.
    -Dovrà essere il nome di una città o uno stato reali, o già esistenti nelle vostre role. Non accetto nomi inventati sul momento
    -La poesia dovrà essere formata da tre strofe, le prima da quattro versi, la seconda da due e la terza da quattro. In questo modo:

    Verso
    Verso
    Verso
    Verso

    Verso
    Verso

    Verso
    Verso
    Verso
    Verso



    -In ogni verso dovrà ricorrere il nome scelto all'inizio, non completo ma tra le altre lettere, esattamente come nell'esempio.
    -Come ogni volta potete escludere le seguenti lettere, barrandole (J-K-W-X-Y)
    -La poesia dovrà seguire strettamente il tema
    -Il nome principale dovrà essere segnato in grassetto in ogni frase, così da essere subito riconoscibile
    -Non ci sono limiti di parole, ma ricordate che è una poesia e non un racconto
    -Non è necessario nessun tipo di rima, ma non è nemmeno vietato
    -Il nome per intero potrà essere usato soltanto una volta in tutta la poesia, ma non è obbligatorio
    -Per comodità, e per apprezzare appieno i vostri versi vi chiedo di accompagnare il tutto con un breve testo dove spiegate la scelta delle frasi


    Raiting: Tutti
    Generi: Yaoi - yuri - hentai
    Non sono ammessi: tematiche shota, tematiche lolicon.
    Fandom: qualsiasi, purchè tratto dalle vostre role.

    Termine di scadenza: 20 Settembre
    I lavori postati oltre questa data non saranno accettati e quindi, automaticamente esclusi dal contest.

    Si ricorda inoltre agli utenti di leggere il REGOLAMENTO CONTEST e di seguirlo.

    Giudice:
    Gyruum




    -Buona fortuna a tutti!-



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    Edited by Gyruum - 21/9/2014, 19:35
     
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    Qualcosa d'importante ti succederà a Parigi

    Pallida, triste, voce di giunco, dicesti ogni dì:
    « Spargi in braccio al buio il grigiore mio;
    ché possano imbrigliarlo nel mulino di note
    i capelli d’alba di un estraneo, ignoto, dio. »

    Perché Amore fu destinato agli occhi miei;
    Promise archi, ma scagliò dardi sulle gemme.

    E arsi, salice piangente, curvo sui germogli
    D’una passione arida; il canto in gola trito.
    Ai passi suoi, il tronco si scoprì già vinto;
    Petali, nell’azzurro esplosi, volteggiano.


    Pairing: Cupido (di V3ll) x Jo (di Alichino)
    La role è appena iniziata, ma gran parte delle informazioni sono presenti nei bg dei personaggi.

    Significato: Joshua, il mio personaggio e il pov dello scritto, è uno di quei singin’ waiter che servono e cantano nei locali in cui prestano servizio; è dipendente presso il Café Laurent di Parigi. Giorno o notte, la stessa scaletta, cambia soltanto il turno di lavoro.
    A Parigi vive e lavora (ma studia, anche; fino a poco tempo prima divideva pure l'abitazione con il suo ex, particolare che ho preferito non utilizzare). Parigi, la città dell'amore, è quella in cui si è trasferito per vivere il personale sogno d'amore, in cui ha visto passare le stagioni.

    La sua voce – si piega ma non si spezza, come la testa di un giunco – ripete in maniera monotona i brani musicali, che esegue giornalmente di fronte a clienti a lui estranei. È pallida, sbiadita dal tempo trascorso e triste, perché continua a chiedere di essere sparsa nella sala, in braccio al buio (l’illuminazione soffusa e insieme il vezzo del cantante di chiudere gli occhi frattanto che effettua la performance), del locale jazz; afferrata distrattamente da pochi, mentre canta l’amore (un sentimento che non le appartiene ed è di semplice svago per la clientela spettatrice e mera normalità nella capitale francese).
    L’amore è il cardine portante del jazz, improvvisato o meno che sia, e diventa per la voce il grigiore, la routine senza colore da diffondere (un mulino di note, che compie il medesimo giro ciclico, in un'ossessività rituale), immersa nell’abitudine della professione, in attesa che torni la luce. Quest’ultima è rappresentata dalla figura di Cupido, il partner di role. Un dio, sotto le sembianze di un perfetto sconosciuto, dai capelli fulgidi, la cui parvenza già di per sé illumina (i capelli d'alba) e non passa inosservata, perché lanciato nel buio il tono sciolto nella melodia non può fare a meno d'incontrare qualcuno che lo colga, che lo degni di considerazione, nella città degli innamorati.
    L’Amore personificato è predestinato (o appare tale) e porge la promessa di un nuovo inizio (gli archi – per catturare da sé, in totale autonomia, secondo il libero arbitrio, quindi; un po’ come l’uomo che insegna i segreti della pesca all’affamato, anziché procurargli lui il cibo), ma il capriccio e la volitività del fato interferiscono e lanciano frecce sul cuore giovane e inesperto delle emozioni (le gemme sono il preludio di un germoglio, perciò uno stato ‘embrionale’ e immaturo), infiammandolo di un sentimento irrazionale e cieco (che non avrà fine felice).
    Il ragazzo innamorato si trova quindi ‘carico’ di un fardello e curvo a fissare i resti di un amore che si è spento, ma non da parte sua; la passione è sterile perché non dà i frutti sperati (l’amore corrisposto) e la canzone d’amore (i sentimenti inespressi, l’impossibilità di convogliarli) ferma dentro di sé, al punto da trasformarsi in qualcosa di banale, dozzinale e scontato (il canto trito).
    Il Cupido della role (da non confondere con l’Eros della mitologia greca) ha il compito di guarire i cuori delusi da una relazione conclusasi nel modo peggiore possibile; ed è al suo arrivo nel café parigino, al suono dei suoi passi, all’incrocio degli sguardi, che il tronco (cioè il petto, la zona più vitale e che incarna lo ‘spazio’ delle emozioni) di Jo si scopre ‘conquistato’, ‘vinto’ da un incontro fatidico e fortuito, per lui casuale, ma in realtà opera di una forza superiore a cui cede (il tronco già vinto dall'innamoramento, dalla scintilla dell'interesse); infine è proprio lo sprazzo d’aria e la novità portati da Cupido a guarirlo, a far rinascere la primavera (i petali che fluttuano colorati nel cielo disordinatamente, togliendo un peso sul cuore), in un incrociarsi voluto dal destino, ma con effetti del tutto collaterali e che dona il pretesto per un ricominciare più sereno.

    Volevo sottolineare, più con le impressioni del paesaggio, come un momento presente può cambiare tutto, nonostante la negatività dei pensieri dello ieri, quando le coincidenze o il destino (in questo caso) giungono a creare un disegno incomprensibile a tutta prima, in base alle nostre azioni, che non ci risulta consequenziale.
    La voce fa da eco a qualcosa che Jo prova e che attende si avveri, ma inconsciamente, dato che non è tipo da chiedere o esternare il proprio modo di sentire; ossia che qualcuno lo aiuti e risponda alla sua supplica, che un volto nuovo lo abbagli e lo supporti per dare vita al grigio; perché risiede nella forza dello sguardo, che spesso funge da rete e cattura dettagli e sfumature, e in quello che ci mostra, l'opportunità capace di cambiare il corso delle cose e di rimetterci in sesto (di spingerci dal passato e da un presente immobile verso il futuro).
    Il classico paragone amore - guerra di Ovidio è interpretato secondo l'accezione volontà - casualità (quindi uno scontro fra l'azione dell'uomo e quella del fato). Parigi rimane in sottofondo, soffusa come le luci calde del locale, perché non è una meta o un punto di arrivo, semmai luogo di partenza del personaggio; un posto che nasconde nella figura di Cupido un'ulteriore occasione per credere nell'amore.
     
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    Role: Villa Sullivan
    Personaggi: Laurence e Himeko

    "Qualcosa di importante ti succederà in Giappone"

    Messi in giù il Matto e gli Amanti, le pene che porterai saranno catene,
    Già hai pianto parecchio, e non smetterai ancora!
    Il destino gioca con te, poiché il riposo non ti attende
    ma grazie al pericolo, per affetto nuovamente esisterai.

    L’orgoglio ti ha impedito di credere alla predizione
    Ma tu, gabbiano dalle ali tarpate, presto non riuscirai più a evitare il fato.

    Gioisci: a lei appartiene ora il tuo cuore e nessuno dovrà dividervi
    Ma attento, la giovane amante non ti sopporterà in eterno, sfuggendo
    Il tuo cuore è in gabbia, lo ha preso tenendolo in pugno tra le sue manine
    E tu getteresti anche l’anima pur di poter vivere o morire insieme.


    Significato: Il Giappone è stato scelto perché è lo Stato dove alla fine, dopo un lunghissimo viaggio in giro per il mondo, Laurence si ferma e conosce Himeko. Tutto inizia con una predizione fatta a lui, effettuata tramite la lettura dei tarocchi. I due citati, ossia il Matto e gli Amanti sono però posti all'ingiù, per cui il primo finisce con l'indicare ossessione, mentre i secondi un tipo di amore che risulta troppo soffocante ed entrambi descrivono perfettamente i sentimenti che prova nei confronti della ragazza e che riescono anche a farlo sentire in trappola perché, avendola cresciuta lui stesso, vorrebbe non averli affatto e per questo soffre molto ("le pene che porterai saranno catene"). Laurence inoltre non è nuovo alle sofferenze: essendo un vampiro, in passato ha ucciso la sua prima figlia con le sue stesse mani, in un momento in cui era impazzito dalla sete ("già hai pianto parecchio") e sembra che le sue pene non siano destinate a fermarsi, proprio per mano del fato."Poiché il riposo non ti attende" indica non solo questo, ma anche che lui non può ancora morire, visto che è destinato al suo incontro con Himeko, che si realizza grazie al "pericolo" -lui infatti l'ha salvata da alcuni cacciatori di creature magiche, fatto che è avvenuto durante il loro primo incontro- ed è riuscito a provare affetto nei confronti di questa sua nuova figlia. Affetto che ormai si è trasformato in amore.
    La parte centrale invece si sofferma sulle reazioni di Laurence: è da sottolineare che non crede veri i metodi di predizione (tarocchi, lettura della mano, ecc.), creduti solo stupidaggini a causa del proprio orgoglio, ma lui in realtà crede al destino in sé e cioè che tutto accade perché deve accadere. Dunque non vorrebbe più soffrire di nuovo, ma è destinato a non essere più libero (il "gabbiano" è infatti simbolo di libertà), ma a restare di nuovo legato a un unico posto, ossia il Giappone proprio per quell'amore che ora sta provando. In poche parole, ha le "ali tarpate".
    Alla fine il destino riesce a sconfiggerlo: tutto quello che gli è stato predetto si avvera, ma Laurence è ormai preda dei suoi dubbi e della sua follia: da un lato è felice di avere Himeko accanto a sé ("gioisci) e la ama, tanto ormai tende a far fuori tutti coloro che tentano di avvicinarla, anche senza cattive intenzioni ("e nessuno dovrà dividervi). Tuttavia c'è un intoppo nel loro rapporto: se quando era da piccola lei lo vedeva come padre, fratello, compagno di giochi e anche come un dio, attualmente inizia sempre di più a soffrire per il modo in cui lui si comporta (ad esempio la tiene reclusa nella villa in cui vivono e lui si arrabbia in un modo sempre più eccessivo se la ragazza non gli obbedisce o se, come già detto, qualcuno si dimostra troppo amichevole) e a vederlo sempre di più come un mostro ("lei non ti sopporterà più in eterno, sfuggendo", ma lui in un certo senso è ormai schiavo di lei e non può farne a meno ("il tuo cuore è in gabbia"). Il contrasto tra "pugno" e "manine" simboleggia proprio il fatto che Himeko, così delicata e minuta, è stata l'unica persona in grado di tenerlo "legato" per così tanto tempo. Ma non sa che l'ossessione che il vampiro prova nei suoi confronti è così forte che lui sarebbe disposto a privarsi di tutto ("anche l'anima") pur di stare con lei, incluso l'uccidersi in caso di morte improvvisa dell'altra ("vivere o morire insieme").

    Edited by Koemushi - 7/9/2014, 20:41
     
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    "Qualcosa di importante ti succederà a Shiomi"

    La torre del castello padroneggia, ha mille luci intorno, maestosi decori.
    E come d'incanto le luci sparisco, hanno scandito un tempo che sembra infinito.
    Posso sentirlo, mi sconvolge percepirlo in maniera così chiara o forse mi spaventa.
    Lo sento, mi avvinghia, mi stritola, non posso che piegarmi al suo volere.

    Il buio mi circonda, una schiera di ombre lucenti mi assale.
    Corro, veloce, la sento, mi schiaccia, la paura è proprio li, mi guarda.

    E' viva, non è più una sensazione che corre lungo la schiena, può toccarmi, lo fa.
    Sprofondo in un nero mar, non ho appigli né speranza, solo morte e vita al contempo.
    L'eterno m'attende ma forse sono io c'ho il vuoto imperituro dentro me, son'io il vuoto.
    Ma se dentro di me ho la vita e la morte, questa paura mi divorerà in eterno.



    Pairing: Eun (V3LL) x Toshio/Squalo

    Significato: Toshio sta sognando. Quindi il suo è una sorta di sogno premonitore.
    Nella role lui sta viaggiando con Eun per andare al molte Shiomi dove c'è il castello in cui il vampiro a cui sta dando la caccia ha vissuto.
    All'inizio dello scritto lui si trova proprio davanti a questo castello, le luci che lo circondano scandiscono il tempo rappresentano i vari indizi che lo avvicinano a questo fantomatico vampiro e lui non può far altro che seguire gli indizi, ne è ossessionato.
    Ma poi, quando scopre la verità, si sente "circondato dal buio e dalle ombre" che rappresentano il terrore che lo coglie.
    Cerca di rifuggire dalla verità ma "la paura è proprio lì, mi guarda" perchè la paura rappresenta Eun, il suo compagno, che è sempre lì con lui e non può scappare, anche se vorrebbe, non può negare la realtà.
    Proprio quella verità che lui cercava adesso lo sta divorando, e quando dice che è lui il vuoto e che in lui c'è la vita e la morte, è perchè si vede come un vampiro, gli esseri che ha sempre catturato ed ucciso e diventare uno di loro è come se tutta la sua vita fino a quel momento non avesse avuto senso, ecco perchè è il vuoto.

    Edited by Light66 - 8/9/2014, 16:20
     
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    perché la Morte mai non muore.
    "
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    "Qualcosa di importante ti succederà a Saitama"
    Coppia: Yoshiki x Makoto

    Scrivi tuoi incubi e falli avverare, tu che mandi i bambini ad annegare,
    senza pie li martelli sul cuore;
    verso di chi piange qualcuno ormai sparito da molte stagioni.
    Fremevi ai sibili tra le fronde: le pagine bianche non erano allettanti com’erano allora.

    Urla lontane si sentono ancora, grida strazianti rimbombano:
    dentro la casa un pianto di infante, fuori un maleficio lo trovi sul tetto.

    Uomo distinto, ti vedo sfocato: mesto il sorriso ingannatore, abbi pietà almeno stanotte;
    chi è perso sarà trovato, chi è perduto rimarrà perduto, ma
    saluta ciò che era un tempo, poiché dopo non c’è altro che morte e logorante tormento.
    Il destino decide per sé, ma lascia ti narri un poco di più: la morte da sola arriverà a te.



    Significato: Potrebbe essere un sogno, così come una sensazione o anche solo una predizione casuale, avvenuta in qualche luogo, un qualche giorno a cui Yoshiki ha dato peso, data la sua tendenza ad avere manie di persecuzione.
    Saitama è la prefettura in cui si trova la Kadokawa, la casa editrice che pubblica i libri del mio personaggio ed è anche lì, che Makoto lavora, quindi il collegamento è piuttosto chiaro: gli succederà, in senso figurato o più diretto, per via della presenza del suo partner – perché succederà.
    Il primo verso fa chiaro riferimento alla sua professione, al suo scrivere racconti e storie legate alla paura, dove chi legge viene trasportato in dei veri e propri racconti dell’orrore, non solo semplici thriller.
    Il secondo verso è in riferimento ai morti precedenti, coloro che hanno pianto e sono morti urlando di paura, diretta conseguenza è la veloce evoluzione di Yoshiki, che vede prevalere, per quell’istante in cui si parla di pianti Joseph, il suo alterego potenzialmente pericoloso.
    Ne consegue la predizione più chiara, ma anche la più enigmatica: quella che parla di un bambino che grida dentro una casa e una maledizione che pende sulla testa, questo è un riferimento al suo partner, a quello che è, a quello che rappresenta realmente, così come nella strofa successiva, dove si parla direttamente di Makoto, che non è altro che un’ombra sorridente, quando in realtà finge di essere qualcuno che non è davvero.
    Il secondo verso della strofa è un altro indizio sulle morti passate e su quelle future, che si lega al verso successivo, dove Yoshiki compie il passo che lo condurrà ad un destino diverso da quello che forse doveva essere.
    E infine, il riferimento a un evento già scritto, l’incontro tra Yoshiki e Makoto, che in fondo non è stato destinato, ma è stato deciso e che giunge non per caso, ma per stessa volontà.
     
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  6. Gyruum
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    Contest Concluso-Grazie a tutti per avere partecipato, sono tutti dei bellissimi lavori. Spero vi siate divertiti e ci sentiamo tra qualche giorno con il responso.
    Ricordate che tra poco verrà anche creato un sondaggio per gli utenti, che decreteranno un secondo vincitore. :<3:
     
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  7. Gyruum
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    -Giudizi-



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    Sono del parere che una poesia non si possa criticare a livello tecnico, a meno che non ci siano canoni precisi da rispettare, o pretese da soddisfare; cose su cui io non ho insistito. Voglio quindi, prima di iniziare, esporvi quello che dovrete/o no aspettarvi dal mio giudizio. Abbiamo già appurato che i canoni di valutazione saranno puramente personali, a parte alcuni, come; musicalità, gergo, punteggiatura, scorrevolezza. Cose che dunque saltano immediatamente all'occhio, ma per il resto mi baserò sulle emozioni che la poesia ha suscitato in me. Criterio che purtroppo dipende dal parere di un solo individuo, in questo caso il mio. Premetto che sono state tutte delle letture piacevoli, e con la speranza che partecipiate anche il mese prossimo vi svelo le mie valutazioni.

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    Alichino – Cupido/Jo

    La cosa che più mi ha colpita è la fluidità del testo, che mentre leggi -soprattutto ad alta voce- ti scorre sulla lingua come un canto. Sono, a mio parere, molti i fattori che determinano questa sua caratteristica; le due rime, nella prima strofa alterne, e nell'ultima baciate sono ciò che amalgama e lega insieme i quattro versi. Ma anche il numero simile di caratteri in ogni frase fa la sua parte, non lasciando nessun vuoto. Mi è parso infatti di leggere qualcosa, che come all'interno di un blocco di marmo, non lasciasse spazio per altre parole, rendendo l'opera in uno strano modo completa. Per ultima, ma non di importanza, c'è la punteggiatura; a sottolineare e a guidare, quasi con prepotenza, il lettore. Scandendo il tempo, e il tono con cui deve essere letta. Nonostante la musicalità, resta comunque in qualche modo complicata, difficile da interpretare senza una degna spiegazione (che però è stata fornita), va riletta, compresa. Questo non deve però essere visto in modo negativo, perchè una volta che arrivi a capo delle emozioni che vi sono dentro ti assale la soddisfazione, e non rimane altro che ammirare chi sia riuscito a regalarti queste emozioni, complimenti per il primo posto Alichino.



    Koemushi- Laurence/Himeko

    Hai fatto della profezia la tua opera, l'hai lasciata parlare e l'ho apprezzato particolarmente -non solo perchè ha rispecchiato perfettamente il tema, ma anche perchè a modo suo è diretta. Il messaggio arriva chiaro, a grandi lettere a chi legge; sembra quasi trascinarti all'interno, come a volerti mettere nei panni del protagonista. Trovo che l'ultima strofa sia molto scorrevole, a differenza della prima, in cui mi sono inceppata più volte. Il tutto diviso in versi di media lunghezza (perfettamente comprensibile visto il numero di caratteri all'interno della parola Giappone). I due versi centrali sono riusciti a fare il loro dovere, ovvero trasmettere un'emozione forte, un messaggio importante- al quale ruota intorno la poesia. Sono rimasta piacevolmente colpita dall'ultima frase, che a mio parere è l'apice dell'ossessione, dove il prezzo da pagare per restare accanto alla sua Himeko non ha più alcun valore. Complimenti per il terzo posto, Koemushi.


    Light- Eun/Toshio-Squalo

    Il fatto che tutto sia narrato in prima persona da più peso alle emozioni, più consistenza. Ti porta con forza all'interno del personaggio -o al suo posto- e poi ti avvolge affinchè tu riesca ad immedesimarti alla perfezione. Il tutto non è particolarmente scorrevole, e forse un po' troppo prolisso vista la lunghezza della parola principale (Shiomi). Alcuni stralci risultano tortuosi da leggere, mentre altri danzano nell'aria dopo che li hai recitati. Ad esempio il cuore della poesia, dove tutto quel susseguirsi di azioni/sensazioni ti assale, e sembra divenire liquido, estremamente fluido ed emozionante. Avrei aggiunto una virgola qua e là, ma non è nulla di veramente rivelamente. Non certamente davanti all'ultimo verso, che è stata una degna conclusione dell'opera; quella che fa Toshio non è una domanda, una supposizione, ma piuttosto un constatare i fatti che ti lascia, giustamente, l'amaro in bocca. Complimenti per il terzo posto Light.


    Mikki_chan- Yoshiki/Makoto

    Sembra tutto contraddistinto da un alone di tormento, macabro quasi, perfettamente calzante con la professione che svolge Yoshiki. Lo stacco di caratteri dal primo verso a quello seguente sembra eccessivo, ma viene mascherato dalla rima, che ti introduce piacevolmente all'opera. Quest'ultima narra tutto, amalgamando azioni, sensazioni, ma soprattutto suoni che puoi immaginare distintamente. Mentre leggevo riuscivo quasi a sentirle; le urla, i pianti, i sibilii. Mi sono rimasti impressi i versi centrali, che come tu stessa hai detto sono rivelatori e allo stesso tempo enigmatici, lasciano un senso di mistero- con domande che sai perfettamente non avranno una risposta, non nell'immediato. Trovo che sia complesso, e ho veramente apprezzato ogni sfumatura di questo individuo altrettanto sfaccettato. Nell'insieme è scorrevole, aiutata dalle rime all'interno dei versi e dalla punteggiatura azzeccata, ti guida attraverso le strofe con calma. Sino alla fine, dove ritorna al tema primario, il destino. Complimenti per il secondo posto Mikki_chan.


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    1° posto: Alichino
    2° posto: Mikki_chan
    3° posto: Light e Koemushi


    Complimenti a tutti!



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    perché la Morte mai non muore.
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    Mikki_chan;


    2kR7FNu


    Koemushi, Light;


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    Targhetta di partecipazione;


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    Il primo classificato dovrebbe fornirmi un pezzo della role da pubblicizzare su fb.
    Il secondo classificato idem (ma sono io, quindi me la fornisco da sola XD).
    I terzi classificati dovrebbero fornirmi una sinossi della role, così da poterla pubblicizzare su fb.
     
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