La tana della Zannata!

Attenti agli ultimi dentini

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  1. Zannata
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    Gli uomini amano inventare mostri e mostruosità. Così hanno l'impressione di essere loro stessi meno mostruosi. Quando bevono come spugne, imbrogliano, rubano, picchiano le donne con le briglie, fanno morire di fame la vecchia nonna, colpiscono con la scure una volpe presa in trappola o riempiono di frecce l'ultimo unicorno rimasto sulla terra, amano pensare che più mostruosa di loro c'è sempre la Mora che s'intrufola nelle casupole all'alba. Allora si sentono in qualche modo il cuore più leggero. E trovano più facile vivere.
    [Geralt of Rivia]


    In un mondo dove l'essere umano, ormai divenuto preda, è costretto a rifugiarsi in città dalle mura altissime e invalicabili, a fuggire dalla notte e dalle ombre, dove perfino gli incubi possono rivelarsi mangiatori di anime... Una realtà in cui la Chiesa è l'unica salvatrice della razza ed ha il potere di respingere le malvagie creature che popolano l'esterno, i cacciatori sono il sacrificio perfetto.
    Disperati pronti a tutto per un compenso monetario, mercenari al servizio del clero, pronti ad ammazzare e a farsi ammazzare dai Loro, creature pericolose nate dai miasmi delle torri di coloro che la fanno da padroni in quella terra ormai divisa in due.
    Geralt Swordhand è uno di loro, figlio di contadini che ha deciso di vendersi al proprio maestro per sottrarsi ad una vita povera e misera, qualcosa che non faceva per lui. E' più abile nel maneggiare la spada che nell'intavolare una conversazione piacevole, ma lui non ha mai voluto essere un nobile: quelli di solito muoiono prima del tempo a causa della loro arroganza.
    Ed è durante il suo addestramento che viene per la prima volta a contatto con i veri padroni di quella terra maledetta: i Malus. Esseri dotati di poteri magici che si nutrono degli esseri umani e costruiscono le loro dimore, le Torri Nere, grazie a sacrifici. Sono loro gli artefici delle bestie che, un giorno, dovrà affrontare. Saranno quelle bestie il suo principale nemico quando diventerà un cacciatore. Eppure, la prima volta che ha visto uno di loro, questo era incatenato.
    In verità lui, una notte, con una Malus strinse un patto che è tutt'ora in vigore: avrebbe dovuto allontanare i cacciatori dal figlio di quella creatura.
    Geralt ha fatto di tutto per mantenere la sua promessa, quel patto che venne fatto la notte prima dell'esecuzione, ma lui quel fantomatico "figlio" non l'ha mai visto.
    E mentre lui metteva su famiglia, si sposava e diveniva padre, il patto venne presto dimenticato fra le pieghe del tempo. Tuttavia il tempo toglie ciò che dà e ben presto la famiglia di Geralt viene sbriciolata in un attimo: il corpo di sua moglie viene ritrovato in condizioni orribili fuori dalle mura e l'uomo si vede costretto a bruciarla lì dove l'ha trovata, perchè la Chiesa non porterebbe mai dentro le mura una donna che è stata uccisa da un Malus o da uno dei Loro, sarebbe troppo pericoloso.
    E il cacciatore, che non ha mai più visto uno dei Figli della Luna, inizia a pensare che forse i mostri non si trovano fuori dalle mura, ma dentro: si chiede se non abitino le case o infestino la fantomatica Chiesa...
    E se i mostri fossero loro? Gli esseri umani?
    Tutto ciò che resta al cacciatore sono sua figlia, la caccia e l'oppio, ma solo quest'ultimo sembra dargli il privilegio di non pensare. E mentre passa le sue giornate aspettando una morte imminente e bevendo dalle sue bottiglie, il tempo decide che è giunto il momento di prendere un sacrificio per quel patto che quell'uomo, egoisticamente, ha mantenuto solo a metà.
    E' così che Geralt si ritrova a dover correre fuori dalle mura nel cuore della notte, attraverso il Bosco dell'Immolato per raggiungere sua figlia, fuggita di casa per chissà quale motivo.
    Un motivo che gli sarà rivelato quando la sua unica ragione di vita lo condurrà in una Torre che sembra abbandonata, nelle fauci di quelli che gli esseri umani chiamano Mostro e lì la verità colpirà il Lupo Bianco con tanta forza da trascinarlo nuovamente in una disperazione senza fine.
    Ancora, per colpa della Chiesa, è costretto a perdere la persona che ama. Tuttavia il destino sembra dargli una possibilità, una speranza che ha la forma di un essere scheletrico e avvolto nell'oscurità. La forma che potrebbe avere un incubo.
    Ed è qui che Geralt verrà messo davanti ad una scelta: da che parte stare?
    Eppure, la domanda che ora sta mettendo in dubbio la sua condotta è un'altra: chi è il vero Mostro lì?


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    swctYCx




    Eh sì, dopo tanta titubanza alla fine hanno vinto loro. Perché ha ottenuto la palma del vincitore, chiederete voi? Le ragioni sono tantissime e in parte già accennate nel riassunto della role che vi abbiamo proposto poco più sopra.

    L’attenzione di entrambi i roler per scrittura, dettagli e caratterizzazione fa apparire la GeraltxViverna quasi un romanzo. I post sono parecchio lunghi e riempiti di pensieri, considerazioni e descrizioni che però riescono a non risultare mai pesanti o fini a se stessi, non si ha mai l’impressione che una lunga descrizione sia stata piazzata lì solo per far vedere la bravura degli autori. C’è sempre una ragione e solitamente una ragione che fa rimanere con fiato sospeso. Abbiamo detto che la storia è altamente drammatica quanto di piacevole e scorrevole lettura, tutti elementi che sono dovuti alla cura posta dagli autori nel costruire situazioni e personaggi in modo realistico quanto peculiare. Tutti possono trovare qualcosa da apprezzare in questa role, gli amanti degli scenari grotteschi, chi apprezza dei personaggi ben costruiti, chi adora le scene d’azione, chi gongola per la cura nei dettagli.

    E sono proprio i dettagli qui a farla da padrone, siano essi piccole anticipazioni che al momento sembrano parte dello sfondo per poi diventare il vero problema da affrontare, siano esse personaggi ed eventi dotati di un significato che spesso trascende il proprio valore effettivo per passare nel simbolico. In parte tutto ciò è favorito dalla costruzione per opposti dei due personaggi, che sulla base del background sociale della storia dovrebbero considerarsi nemici, ma paradossalmente anche dal tentativo di Geralt di cercare un titubante contatto con quel mondo che gli hanno insegnato a perseguitare, contatto che va in realtà al di là della necessità di salvare la figlia.

    I caratteri dei personaggi, anche grazie al loro modo di reagire non immediatamente prevedibile, risultano realistici e realistico è il modo di scriverli. I diversi tipi di scrittura per rendere incantesimi e dialoghi “in lingua” delle creature “non umane” come i Malus, rendono poi a livello grafico la reale e concreta diversità tra i diversi mondi di appartenenza e che vediamo incrociati "per caso" in questa role. Il modo di scrivere realistico si incastra bene con il tono drammatico della narrazione e con il modo dettagliato con cui vengono raccontate scene e scenari, facendolo apparire un vero e proprio romanzo, un thriller o quei film tipo Sleepy Hollow: resti inquietato, l’ansia sale, ma non puoi fare a meno di rimanere con gli occhi incollati allo schermo.


    ♥ Kammyh ♥




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    Evelyn è il personaggio che più inaspettatamente si ricava un posto all’interno di questa role. All’inizio, infatti, si presenta come poco più di un espediente narrativo per far incontrare il padre e Viverna: scappa per ragioni ignote, non parla, non caratterizzazione propria se non essere figlia di Geralt. Con calma però le informazioni attorno a lei si accumulano, un po’ attraverso Viverna e un po’ attraverso Geralt: informazioni sulla madre, sulla situazione al villaggio, sulle sue fughe notturne, su cosa le è successo. Proprio quando si arriva a quest’ultimo punto la situazione si sblocca, in parte proprio grazie a Viverna che spinge la ragazzina ad esprimersi. È in questo momento che Evelyn comincia pian piano ad apparire come un personaggio a tutto tondo e non solo come riflesso di Geralt e Viverna.

    Ne esce il quadro di una ragazzina forte quanto sola, perfettamente capace di provare amore quanto odio e di organizzare un piano per salvarsi dai suoi guai. Lì emerge anche la fragilità data dalla sua giovane età ed inesperienza, ma il tutto la rende finalmente più vera e reale, umana nel suo modo di pensare ed agire quanto maledetta per le conseguenze delle proprie scelte. Proprio questa duplicità della ragazzina, tra l’altro, serve ancora di più come anello di congiunzione tra i due protagonisti, che non solo trovano in lei la ragione per continuare a vedersi e fidarsi l’uno dell’altro, ma anche un elemento di congiunzione a metà tra i loro due mondi.



    ♥ Kammyh ♥



    Edited by Zannata - 23/12/2018, 03:56
     
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